sabato 31 luglio 2010

RIDOLFI: “E’ NECESSARIO ANCHE IN PROVINCIA DI RAVENNA CHIARIRE CON CELERITA’ CHI SI RICONOSCE NEL DOCUMENTO VOTATO DALLA PRESIDENZA DEL POPOLO DELLA LIBERTA’ IERI E QUINDI CHI RITIENE DI ESSERE DENTRO O FUORI DAL PDL”

BAZZONI:”DOPO I RECENTI AVVENIMENTI NEL PDL A LIVELLO NAZIONALE SONO IN ATTESA DI CAPIRE IL PANORAMA CHE SI PROLIFERA’ ANCHE A LIVELLO PROVINCIALE.

RIDOLFI: “E’ evidente che chi si riconosce nelle posizioni di Gianfranco Fini e dei parlamentari del già costituito Gruppo Futuro e Libertà per l’Italia è incompatibile con il Popolo della Libertà.  Arrivare alla chiarezza dei rapporti e dei ruoli è un passaggio fondamentale, questa verifica va fatta da subito anche a Ravenna sia negli organismi provinciali sia nei gruppi consiliari a tutti i livelli.  Mi rivolgo quindi a tutti i sostenitori e simpatizzanti del Presidente Berlusconi, siano essi provenienti da Forza Italia siano essi provenienti da Alleanza nazionale, che condividono l’assunto che si milita nello stesso partito quando si avverte il vincolo della comune appartenenza e della solidarietà fra i consociati, e che stanno nel Popolo della Libertà riconoscendosi nei principi del popolarismo europeo che al primo posto mettono la persona e la sua dignità, affinché serrino le fila del partito, li invito inoltre a considerare questa fase di chiarificazione politica come un momento costruttivo dello stesso che come tutti i momenti chiarificatori porta in dote una rinnovata fase politica, tesa innanzitutto alla realizzazione e al rispetto del programma di Governo presentato in occasione delle elezioni politiche del 2008 che sarà alla base anche del programma per le prossime consultazioni elettorali in Comune e Provincia di Ravenna.”    “A tal proposito rimarco come sia stato più che opportuno prima di tutto eleggere il coordinatore provincia di Ravenna Gianguido Bazzoni in Consiglio regionale e alla luce dei recentissimi eventi quanto fatto con intelligenza e preveggenza dal Vice Coordinatore comunale Vicario di Ravenna Alberto Ancarani che ha ritenuto di dar voce al disagio derivante dalla ormai palese esistenza di un partito nel partito capeggiato dal Presidente Gianfranco Fini”.
BAZZONI: “Visti gli sviluppi odierni avvenuti nel Popolo della Libertà e le anticipazioni di stampa locale sono in attesa di capire cosa succederà domani nel Pdl ravennate e verificare chi ancora ritiene di far parte e condivide i principi ispiratori e la leadership del grande Partito popolare che ha vinto le elezioni del 2008 e le recenti elezioni regionali, e chi invece sancirà una rottura definitiva seguendo le orme di Fini. E’ naturale in questa fase convulsa del partito che guido a livello locale verificare l’elenco e l’entità dei fuoriusciti che approderanno a nuovi movimenti o forme partitiche. Questo risulta essere un passaggio fondamentale per il nostro movimento anche in considerazione degli assetti che si sono creati in questo anno e mezzo all’interno del Popolo della Libertà di Ravenna: se sussisteranno diserzioni da parte dei componenti degli organi provinciali del partito sarà necessario provvedere con solerzia alla loro sostituzione in base al principio sancito dal documento votato ieri a maggioranza dall’ufficio di Presidenza del Pdl che non lascia dubbio alcuno sulla primaria necessità di condivisione e coesione all’interno del partito. Dalle anticipazioni di stampa sarà essenziale in questa fase capire ad esempio la posizione del mio vicecoordinatore vicario Gianluca Palazzetti, consigliere comunale di Ravenna del Gruppo An – Pdl e di conseguenza il consenso politico che riuscirà a mantenere nelle fila degli ex An il Coordinatore Comunale di Ravenna Roberto Petri. Questa fase risulta per noi tanto più importante  - conclude Bazzoni - in considerazione del fatto che nel nostro territorio il prossimo anno vi saranno le elezioni provinciali e comunali nelle quali intendiamo ottenere il massimo risultato”

GARANTIRE I CITTADINI

venerdì 30 luglio 2010

giovedì 29 luglio 2010

NEL POPOLO DELLA LIBERTA’ PREVALGA LA CHIAREZZA O DENTRO RISPETTANDO I PRINCIPI, O FUORI

UNA DICHIARAZIONE DEL COORDINATORE PROVINCIALE BAZZONI

Ancarani fa bene a difendere la storia e l’onore del Popolo della Libertà, libero Palazzetti di aderire alla corrente di Fini, ma non distorca la realtà. “Apprendo con sorpresa che il mio vice, Gianluca Palazzetti, nominato all’incarico che ricopre da La Russa, si appresta a confluire nella corrente che fa capo a Fini ed a cercare di rappresentarne le ragioni a Ravenna. A queste conclusioni si arriva leggendo il comunicato, affidato alle stampe in data odierna, in cui Palazzetti stigmatizza il fatto che Alberto Ancarani abbia proposto il deferimento ai probiviri dell’On. Granata, noto per aver infamato autorevoli esponenti del partito e  del Governo. Ancarani, anche come semplice militante del PdL, aveva tutto il diritto-dovere di farlo e noi siamo solidali con lui in questa battaglia che vuole salvaguardare 16 anni di lotte e sacrifici di migliaia di militanti entusiasti. Il mio vice Palazzetti, vero ed unico responsabile delle ingessature locali del PdL, senza consultarsi con me (e se ne capisce la ragione), ha assunto una posizione di difesa di Fini e Granata nel loro attacco costante a Berlusconi ed a quanti si richiamano a lui e lo sostengono. Se questo voleva essere l’annuncio ufficiale della fondazione della corrente Fini a Ravenna, sicuramente ha raggiunto lo scopo e ci ha contemporaneamente avvertito di comportarci di conseguenza. Le conseguenze saranno che finalmente è caduta la maschera e che, anche a Ravenna quelli che  hanno sempre svolto un ruolo di contrasto e denigrazione del Popolo della Libertà, avranno una bandiera sotto cui ritrovarsi, quella di Fini-Palazzetti. Da parte nostra avanzeremo formale richiesta al livello regionale e nazionale del partito, per conoscere se il Palazzetti ha ancora titolo per ricoprire l’incarico cui era stato nominato al momento della fondazione del Popolo della Libertà.” Gianguido Bazzoni

mercoledì 28 luglio 2010

MANOVRA, TAGLIATI MILLE EURO AL MESE AI DEPUTATI

LA RIDUZIONE E’ CONTENUTA NELLA FINANZIARIA.
Roma - Sforbiciata agli stipendi dei deputati. Taglio di mille euro netti agli emolumenti. Il taglio inciderà per 500 euro sulla diaria di soggiorno (oggi pari a 4.003,11 euro) e per i restanti 500 sulla somma destinata al "rapporto eletto-elettore", quei 4.190 euro destinati anche ai portaborse.  Risparmi per 60 milioni Un taglio retributivo arriva anche per i dipendenti della Camera in analogia con quanto previsto dalla manovra per la generalità dei dipendenti pubblici. La riduzione sarà del 5% per le retribuzioni sopra i 90 mila euro e del 10% per quelle sopra i 150 mila negli anni dal 2011 al 2013. In questo stesso triennio verranno sospesi i meccanismi di adeguamento automatico delle retribuzioni. La Camera, poi, si impegna ad un risparmio in tre anni complessivamente pari a 60 milioni di euro e a un taglio delle proprie spese non vincolate. 

venerdì 23 luglio 2010

IL PD NOI NON C’ENTRIAMO

DA IL RESTO DEL CARLINO 22.7.10
ADDIO AL CAPANNO DELL’EX PCI, LA “DACIA” DI PORTO FUORI E’ ABUSIVA
Ha ospitato tanti 'big': da Pajetta, a Berlinguer, a Bersani. Ma sorge su area demaniale vincolata e va demolita. Perso ricorso al Tar contro il Comune. Si va al Consiglio di Stato
Ravenna, 22luglio 2010 - UN PEZZO di storia della sinistra ravennate rischia di essere raso al suolo. Chi ha militato nel Pci di Ravenna conosce bene il capanno da pesca di Porto Fuori, sulla riva sinistra dei Fiumi Uniti, tradizionale punto di ritrovo – fin dagli anni Sessanta – per l’apparato di partito e i militanti. Un luogo dove, tra una grigliata di carne e una di pesce, si discutevano le linee guide della politica locale, e magari si incontravano, in un clima conviviale, i leader nazionali, da Pajetta e Berlinguer a D’Alema e Bersani. Ma la costruzione — secondo il Comune, e anche secondo una sentenza del Tar — è abusiva: sorge infatti su un’area demaniale vincolata, e non ha mai ottenuto la licenza edilizia. Oggi a risultare proprietaria della ‘dacia’ sui Fiumi Uniti è la Federazione provinciale dei Democratici di sinistra (sì, esiste ancora, e gestisce proprietà immobiliari), che l’ha ereditata dalla Immobiliare Crocevia srl, una delle ‘casseforti’ del partito. Le vicissitudini amministrative e giudiziarie iniziano a metà degli anni Ottanta. Il capanno era stato costruito prima del 1967, quando non era ancora previsto il rilascio della licenza edilizia da parte del Comune: solo dal 1978, infatti — per effetto di una legge regionale — l’amministrazione comunale è l’autorità preposta alla tutela del vincolo ambientale. Nel 1986 (il sindaco è Giordano Angelini), la società proprietaria, «per avere maggiore sicurezza sulla condizione giuridica dell’immobile», presenta al Comune una richiesta di sanatoria, che resta ferma in qualche ufficio per nove anni: è il 1995 quando l’amministrazione, allora guidata da Pier Paolo D’Attorre, respinge l’istanza, su indicazione della Commissione edilizia. Crocevia ricorre al Tar, che nell’aprile dell’anno scorso (14 anni dopo) le dà torto. Lo scorso maggio il Partito democratico della sinistra — che nel frattempo ha acquisito il capanno — ricorre in appello al Consiglio di Stato, e il Comune, con una delibera della quale è relatore l’assessore Matteo Casadio, si costituisce come resistente. «Se anche il secondo grado ci darà ragione – spiega Casadio – il capanno dovrà essere rimosso».

IMPEGNAMOCI PER IL NOSTRO PRESIDENTE SILVIO BERLUSCONI

L’INVITO PERVENUTOMI CHE ESTENDO A TUTTI COLLEGANDOVI A “FORZA SILVIO”

Caro Vincenzo,
in queste ultime settimane sono riprese contro il governo e contro il Popolo della Libertà furibonde campagne mediatiche.
Come mi ero impegnato a fare, ho ripreso in mano la situazione e sto lavorando con il consueto impegno su entrambi i fronti, forte del sostegno attivo di persone come te.

Per questo motivo ti sottopongo in anteprima il nuovo pieghevole che riassume le cose fatte dal governo. E’ il primo di una serie di materiali di comunicazione che distribuiremo ai parlamentari e a Gubbio, ad Atreju, alla Summer school di Magna Carta, nelle Feste della Libertà, ai banchetti dei Promotori della Libertà, ovunque sia possibile.
Sono convinto che conoscere e divulgare le tante realizzazioni del nostro “Governo del fare” sia la migliore risposta contro le calunnie e le campagne mediatiche.
I nostri avversari sono maestri nelle chiacchiere e nelle falsità, con le quali cercano di oscurare il tanto di buono che abbiamo fatto in questi due anni difficili. Non dobbiamo seguirli sul loro terreno ma dare conto instancabilmente delle nostre buone ragioni, che sono suffragate da due anni di ottimo governo.

La forza del nostro stare insieme è nella moralità del fare. Proprio per questo loro cercano di toglierci questo primato, coprendo con un mare di fango e di calunnie il nostro movimento e il nostro governo.
Non riusciranno nel loro intento se noi saremo uniti, se il Popolo della Libertà sarà coeso attorno al proprio governo, consapevole dei grandi risultati finora ottenuti, quei risultati che loro puntano a far dimenticare.
Da qui nasce questa “Operazione memoria” che prende le mosse oggi, in anteprima, con te e con tutte le altre persone presenti in Forzasilvio.it e che continuerà in settembre con le Feste delle libertà e con tutte le altre iniziative di formazione e di incontro previste.
Leggi, manda i tuoi commenti e diffondi ai tuoi amici in internet.
Noi faremo lo stesso nei prossimi giorni, con altre iniziative on line per dire le tante cose buone che abbiamo fatto finora e che sono la premessa per quelle che porteremo a compimento nella seconda parte della legislatura.

Grazie per il tuo impegno. Andiamo avanti, insieme!
Tuo

giovedì 22 luglio 2010

LE FABBRICHE CHE NON PRODUCONO NIENTE

Nel centrosinistra amano le fabbriche che non producono niente. 
Prodi aveva messo in piedi quella del programma ed è stato un disastro. 
Vendola la fabbrica l'ha intitolata a se stesso e subito ha partorito la grande idea: in caso di crisi di governo si va a votare.
Peccato che prima di lui lo abbia già detto con chiarezza Berlusconi. Non c'è che dire, all'opposizione non difetta la fantasia.
Ci sono strane convergenze in giro. Fra chi sogna di mettere all'angolo Berlusconi e un centrosinistra che brucia leader a ripetizione, la confusione è grande, in una gara pirotecnica che cresce in proporzione al buio delle idee.
Tutti trascurano un particolare fondamentale: dove andare a prendere i voti.
Al contrario, Berlusconi questo lo sa fin troppo bene.
Fossimo in Vendola ci preoccuperemmo molto, ora che lo sponsorizza De Benedetti. L'ingegnere aveva già steso la sua ala protettiva su D'Alema, Prodi e Veltroni, che oggi sono tre esemplari da museo della politica.

mercoledì 21 luglio 2010

NEI PROSSIMI MESI I PICCOLI COMUNI SOTTO I 5 MILA ABITANTI SARANNO OBBLIGATI A RADICALI TRASFORMAZIONI

Entro settembre i comuni con meno di 5mila abitanti dovranno gestire in forma associata, tramite unioni o convenzioni, la gran parte delle proprie funzioni. La soglia minima di abitanti e di comuni delle gestioni associate sarà fissata con un Dpcm e, per le materie di propria competenza, con legge regionale. Questi comuni dovranno inoltre dare vita, entro la fine di novembre, a consorzi per la gestione associata dei consigli tributari. Nei prossimi mesi, quindi, la struttura e le competenze dei piccoli comuni saranno investiti da un ciclone che cambierà completamente la faccia e la struttura di quasi 6mila municipi.
La prima scelta che ognuno dei piccoli comuni, tranne Campione d'Italia e i comuni unici in un'isola, si troverà dinanzi nei prossimi mesi è quella del modello di gestione associata. Il legislatore offre le due alternative della unione e della convenzione mentre non viene consentita, almeno in forma esplicita, la possibilità della gestione associata tramite la comunità montana, che ai sensi dell'articolo 27 del Tuel è un'unione di comuni. In tale ambito, e fermo restando che si dovrà comunque raggiungere il numero di abitanti o di municipi minimo che sarà previsto dalla legge regionale e dal Dpcm, i comuni dovranno decidere se la gestione associata si occuperà di tutte le materie o se vi saranno più ambiti a secondo delle funzioni. Il legislatore consente entrambe le opzioni, in quanto pone solo il divieto di gestione in forma singola di funzioni fondamentali svolte in forma associata e quello di gestire la stessa funzione in più di una forma associata. Le leggi regionali potranno dettare ulteriori specificazioni.

ESSELUNGA CONTINUA LA SUA BATTAGLIA CONTRO IL POLITBURO DI MODENA CHE FAVORISCE LA COOP E BLOCCA UN CONCORRENTE. E’ UNA DURA CONTESA COMMERCIALE MA ANCHE POLITICA PERCHE’ LO SANNO TUTTI, LA COOP “SOSTIENE” IL PD

ANCHE A FAENZA LA COOP HA RICORSO CONTRO IL CONAD, LA LITE FRA I ROSSI FA SPENDERE I NOSTRI SOLDI ALLA PROVINCIA E AL COMUNE DI FAENZA


Dieci anni di ricorsi e pub bliche denunce per finire, se an drà male, con quasi 45mila metri quadrati di terreno edificabile, ma non per usi commerciali. Una beffa se il proprietario del lot to si chiama Esselunga, che come è noto non vende villette a schiera. La questione va avanti da dieci anni ed è uno dei peggio­ri crucci di Bernardo Caprotti, fondatore della storica catena di supermarket con un lunghissi mo conto in sospeso con le Coop rosse (cui ha dedicato un best-seller, Falce e carrello ). Su alcuni giornali di ieri si potevano legge re due pagine comprate appositamente da Esselunga per raccon tare il caso «Modena, via Canalet to », un caso lampante, secondo la società lombarda, di violazio ne della libera concorrenza e di ingerenza politica.
La vicenda parte nel 2000, quando Esselunga si aggiudica per 24 miliardi di lire un terreno vicino al centro di Modena, sulla base di un Programma di riqualificazione urbana approvato dal Comune l’anno prima e che avrebbe consentito la costruzio ne di un supermercato in una por zione limitata dell’area acquisita dal gruppo di Caprotti. Però sia mo a Modena, nel cuore dell’Emi lia rossa, ed Esselunga gioca fuo ri casa, perché lì il distributore più forte si chiama Coop Estense, un competitor con delle ottime frecce nascoste nella faretra. Ba sta meno di un anno per accorger sene. Perché nel febbraio 2001, la Coop estense partecipa ad un’asta giudiziale che mette in vendita la parte rimanente del larea, in tutto nemmeno 9mila metri quadrati. Però fondamen tali, perché la norma fissa al 75% la quota di proprietà sufficiente ad essere padroni della destinazione del terreno, e con i suoi 44mila e passa metri quadri, Esse lunga ne controlla circa il 72%. 

SEMPRE I PRIMI: I TRENI IN EMILIA-ROMAGNA, CON LE TARIFFE PIU’ALTE DEL CENTRO NORD

IL GOVERNATORE ERRANI HA ANTICIPATO GLI AUMENTI DEL 5,5%!

BOLOGNA - La Regione Emilia-Romagna deve sospendere i "pessimi" aumenti ferroviari. Perché per ora sui treni "si muovono soltanto le tariffe". Al punto che con l'ultimo ritocco l'Emilia-Romagna si troverà con il primato dei biglietti e degli abbonamenti mensili più cari di tutto il Centro-Nord. Federconsumatori contesta dunque il rincaro del 5,5% stabilito dalla Regione a partire dall'1 agosto prossimo, giustificato in viale Aldo Moro come adeguamento alle "tariffe obiettivo" del progetto "Mi Muovo" che, a regime, darà agli utenti la possibilità di utilizzare un biglietto unico per tutti i mezzi pubblici.
"Un aumento che interviene 'a freddo' e su aspettative ben diverse degli utenti- lamenta in una nota l'associazione dei consumatori- ora sospesi tra servizi spesso inefficienti e il rischio del loro taglio". Un  aumento "che premia immeritatamente le imprese ferroviarie: denaro fresco in cambio di un generico invito a compiere progressi sul progetto 'Mi Muovo', senza individuare una data di attivazione". Oltre tutto, secondo Federconsumatori si tratta di rincari che consegneranno all'Emilia-Romagna il "primato assoluto delle tariffe più care del Centro-Nord per non abbonati o abbonati mensili". Infatti, dall'1 agosto, l'importo salirà a 2,5 euro per un biglietto di seconda classe per la fascia tra i 21 ed i 30 chilometri e arriverà a 46 euro per l'abbonamento mensile. Numeri ben al di là dei prezzi praticati dalle altre Regioni centro-settentrionali (con l'eccezione del Piemonte, dove il mensile costa 46,50 euro, compensati, però, dai 2,20 euro della corsa semplice). A conti fatti, per i circa 70.000 utenti giornalieri sulle tratte emiliano-romagnole, l'aumento diventa del 20% negli ultimi due anni. Un vero e proprio "accanimento vessatorio", sintetizza Federconsumatori. L'associazione va anche oltre. "La Regione ha ritenuto doveroso applicare l'adeguamento delle tariffe, ma da almeno due anni non ritiene altrettanto doveroso intervenire sui gestori (Trenitalia e Fer) per pretendere il rispetto dei parametri previsti dal Contratto di servizio". Parametri "regolarmente violati per quanto riguarda ritardi, guasti, soppressioni, tempi di percorrenza, pulizia". Una "indecenza consentita da un contratto troppo generico e con penali non adeguate". Per questo Federconsumatori, che stigmatizza anche la mancata consultazione sull'aumento delle tariffe, rinnova alla Regione "la richiesta di un rinnovo urgente e non formale del contratto, imperniato su nuovi parametri più stringenti per i gestori ferroviari".  fonte «Agenzia Dire» e l'indirizzo «www.dire.it

martedì 20 luglio 2010

RISCHIO CHIMICO: LA PROVINCIA APPROVA I PIANI DI EMERGENZA PER CINQUE AZIENDE

GRAVISSIMI RITARDI PER “TERRE EMERSE” ANCORA DA DEFINIRE. L’ INTERPELLANZA DI FRANCESCO ZANNONI

 Il consiglio provinciale ha approvato all'unanimità i piani di emergenza esterna (P.E.E.) per cinque stabilimenti a rischio di incidente rilevante: la S.T.I. Solfotecnica Italiana SpA e l'Autogas Nord  Veneto Emiliana di Cotignola, le Distillerie Mazzari di S. Agata sul Santerno, le distillerie Caviro e la Tampieri SpA di Faenza.
"Si tratta di due delibere molto importanti  poiché hanno un'incidenza diretta sull'incolumità fisica e materiale dei cittadini. Nell'ambito del Piano generale per il rischio chimico industriale della provincia devono essere redatti piani esterni specifici per le singole aziende potenzialmente a rischio. Sono 9 gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante. Per cinque di essi la Provincia ha predisposto i relativi P.E.E. Invece, per gli stabilimenti Bunge Italia S.p.a e Hera Ambiente S.p.a di Ravenna e Villapana S.p.a. di Faenza non è stato necessario predisporre un P.E.E.; questi tre insediamenti sono infatti caratterizzati da uno scenario incidentale interno al proprio perimetro. Solo nel territorio di Bagnacavallo resta una situazione ancora da definire ls situazione di Terre Emerse, nonostante le interpellanze di Zannoni capo gruppo PDL-Lega a Bagnacavallo."
"Incidenti rilevanti  sono considerati tutti gli eventi (emissioni tossiche, incendio, esplosione) dovuti a sviluppi incontrollati che si verificano durante l'attività di uno stabilimento, che diano luogo a un pericolo grave, immediato o differito, per la salute umana o per l'ambiente, anche all'esterno dello stabilimento e quindi col coinvolgimento della popolazione residente. Quindi un evento che richiede urgenti provvedimenti di difesa per la popolazione e la tutela dell'ambiente mediante tempestive e qualificate azioni e che necessità di una risposta organizzata da parte di enti e strutture che intervengono in emergenza." La legislazione vigente ha inserito nuovi importanti adempimenti per una sempre maggiore  tutela dell'ambiente, nei confronti di stabilimenti che, per la presenza di sostanze pericolose in determinati quantitativi, sono classificati " a rischio di incidente rilevante" (RIR).

BIOMASSE A KM ZERO?

L’ASSEMBLEA COLDIRETTI CHIEDE GARANZIE PER LE FORNITURA ALL’IMPIANTO EX ERIDANIA
In questo contesto gli agricoltori hanno chiesto chiarimenti sulla linea Coldiretti Provinciale e Nazionale riguardo l' accordo Coldiretti - Maccaferri per la fornitura di biomasse tramite CAI (Consorzi Agrari d' Italia). L' assemblea ha contestato al Presidente Provinciale: i tempi insolitamente rapidi con i quali è stato siglato l'accordo;  le strane sequenze e coincidenze fra i vari comunicati  apparsi sulla stampa locale; le date dell' accordo e la conseguente  emanazione dei Decreti Ministeriali. A parere degli agricoltori tutto ciò é finalizzati ad aggirare la filiera corta dei 70 km allo scopo di "agevolare"  l' iter autorizzativo (V.I.A) della Centrale a biomasse di Russi che permetterebbe a Powercrop di reperire materia prima nel raggio di 300 km o da tre regioni diverse rendendo incontrollabile la tracciabilità e l'italianità. Infine l'assemblea ha denunciato la mancanza di trasparenza e corretta informazione evidenziando inoltre che tale accordo offre opzioni sicure esclusivamente al gruppo industriale Maccaferri ed è assolutamente privo di validi accordi economici in favore della  componente agricola. I Soci Coldiretti di Russi sono decisi ad ottenere le giuste risposte alle questioni sollevate, risposte che non  sono arrivate  alimentando così ulteriori dubbi sulla vicenda della centrale e dell' accordo Coldiretti -Powercrop- CAI. I soci Coldiretti di Russi  ritengono inoltre che tale accordo non sia coerente con la politica  dell'associazione che prevede lo sviluppo di piccoli impianti  e ritiene infine che l'accordo siglato a Roma  sia volto esclusivamente a facilitare le autorizzazioni per la  costruzione della centrale di Russi e quindi in netta contraddizione con le azioni promosse da anni sul territorio in difesa delle produzioni di pregio locali.

sabato 17 luglio 2010

MANOVRA: ECCO LE MISURE PRINCIPALI APPROVATE DAL SENATO

LA MANOVRA VA ORA ALLA CAMERA SPERIAMO CHE FINI NON TENTI, COME SEMPRE, DI METTERE OSTACOLI

Stop ai rinnovi contrattuali e agli stipendi degli statali, tagli ai costi della politica ma anche alle Regioni, nuove norme sulle pensioni e novita' per i cittadini abruzzesi colpiti dal terremoto: ecco le misure principali contenute nella manovra correttiva aggiornata con il maxiemendamento approvato dal Senato.
Stop contratti e blocco stipendi PA - Stop al rinnovo dei contratti, agli aumenti degli stipendi degli statali e al turn-over. Limitazioni per i contratti a termine. Fanno eccezione poliziotti, vigili del fuoco e enti di ricerca.
Professori e magistrati - Bloccati gli automatismi stipendiali per il personale non contrattualizzato, tra cui i professori universitari. Per i diplomatici proroga dei trattamenti in servizio. Per le toghe il taglio tocca le indennita'Si' a 61,3 milioni per assunzioni di giovani magistrati.
Mini-aumenti balzelli processi - Arrivano una serie di mini-aumenti delle tasse processuali.
Tagli ai ministeri e auto blu - La sforbiciata e' del 10%. Arriva anche un giro di vite sulle auto blu.
Costi politica - Riduzioni di spesa per Palazzo Chigi. Taglio del 10% alle buste paghe dei ministri e sottosegretari che non siano membri del Parlamento. Sforbiciata anche per la politica locale e economie in vista per gli organi costituzionali.
Tagli a partiti - Si riducono i rimborsi elettorali.
Manager PA - La quota di stipendio che supera i 90.000 e' ridotta del 5%, quella che supera i 150mila il 10%. 

venerdì 16 luglio 2010

MI FACCIA IL PIACERE, SIGNORA PONZI.........

Ma è proprio vero che il senso del ridicolo non scalfisce neppure per un attimo l’esigua capacità di percezione della realtà di alcuni nostri politici. E dire che ne avrebbero così bisogno! La notizia della richiesta di un  tete a tete della nostra Presidente dell’Unione, nonché sindaco di Riolo Terme, Emma Ponzi, con Berlusconi è davvero divertente e immaginiamo che l’incontro rivesta una importanza essenziale per rivedere le politiche economiche del governo e per ripensare alle strategie di rientro della spesa incontrollabile di Comuni Province Regioni. Pare proprio che il PD abbia pensato che non fosse sufficiente l’intervento debole e un poco efficace di Errani (regioni), Chiamparino (comuni), Castiglione(province), Borghi (comunità montane), ma occorresse quello ben più importante e decisivo di Ponzi (Riolo, Brisighella, Casola).
E se, tanto per cominciare, la presidente ci mettesse di suo la spesa di autista, benzina, autostrada, ristorante, albergo per questa scampagnata a Roma?

IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI RAVENNA NON TUTELA GLl AGRICOLTORI

"Apprendo che martedì 13 il Consiglio provinciale ha rigettato un ordine del giorno, presentato dalla consigliera Giovanna Benelli, che invitava il presidente Giangrandi e la giunta ad intervenire presso il neonato Consorzio di bonifica della Romagna (che abbraccia le provincie di Rimini, Forlì-Cesena e parte di Ravenna) affinché rivedesse un aumento della tassazione sproporzionato ed ingiustificato, che andava a colpire pesantemente gli agricoltori ed i fabbricati rurali". Lo dichiara il consigliere regionale e coordinatore provinciale del Pdl Gianguido Bazzoni. "L'aumento superiore al 10% è stato effettuato da questo unico Consorzio in tutta la regione e colpisce particolarmente la nostra provincia per effetto di una riarticolazione dei parametri, che, su questo aspetto, incidono molto meno a Forlì e a Rimini. L'agricoltura ravennate, che già si trova alle prese con una grave crisi, non solo congiunturale, non riesce a sopportare questo ulteriore balzello ed è

giovedì 15 luglio 2010

L’IMPOSSIBILE COLLABORAZIONE CON UNA SINISTRA ANTINAZIONALE LEGATA SOLO DALL’ODIO PER BERLUSCONI

L'idea che questa sinistra, la sinistra che abbiamo in Italia, possa in qualche modo avvicinarsi ai percorsi virtuosi e costruttivi delle altre opposizioni in Europa è purtroppo un'idea che confligge con la realtà. 
Per due motivi: da un lato, la matrice comunista e per niente socialdemocratica della sinistra nostrana; dall'altro lato, la vecchia pregiudiziale anti-berlusconiana sulla quale ora e sempre si reggono le Sante Alleanze elettorali dell'opposizione. 
Ecco perché non ci possiamo aspettare sconti da sinistra e neanche un'azione in qualche misura più costruttiva. 
Lo dimostra l'atteggiamento cieco e feroce nei confronti della manovra che si propone di tenere in equilibrio il bilancio pubblico e quindi le basi sulle quali innestare la ripresa economica. 
Nessuna apertura, nessuno spiraglio. Neanche di fronte alla pronuncia favorevole dei ministri dell'Ecofin riuniti a Bruxelles la sinistra pensa minimamente ad assumere un comportamento responsabile nei confronti di una manovra dalla quale dipende il futuro del Paese. L'interesse di parte prevale. Come sempre, quando si tratta di questa sinistra che sconta le due radici dalle quali discende: l'ideologia antinazionale del marxismo leninismo e il collante del no assoluto a Berlusconi, l'unico che riesce a legare assieme anime così diverse tra loro.

mercoledì 14 luglio 2010

LA PROVINCIA BOCCIA LE RICHIESTE DELLE QUATTRO ASSOCIAZIONI DEGLI AGRICOLTORI DI RAVENNA, FORLI-CESENA E RIMINI PER RIVEDERE LE TARIFFE DEL CONSORZIO DI BONIFICA

IL PRESIDENTE GIANGRANDI HA DICHIARATO CHE NON SI ATTIVERA’ AFFINCHE’ LE TARIFFE SIANO RIVISTE!
Il Consiglio Provinciale ha votato contro su un ordine del giorno, presentato da FI-PDL Giovanna Benelli,  concordato precedentemente con le 4 Associazioni di Categoria su l’aumento tariffe contributive Consorzio Bonifica e ricalcolo costo fabbricati quando considerati rurali . La maggioranza ha votato contro in modo compatto e il Presidente Giangrandi ha aggiunto che “NON SI ATTIVERÀ MAI CON LA GIUNTA NEL SENSO RICHIESTO DALL’O.D.G. MEDESIMO” e precisamente affinché “il Consorzio di Bonifica della Romagna riveda e ricalcoli le tariffe in base alle reali caratteristiche delle aziende e l’ effettivo uso dell’acqua per superfici definite, ricalcolo del costo relativo ai fabbricati quando ricadenti nella categoria dei fabbricati rurali che nella gestione consortile venga usato un criterio di massima trasparenza e oculatezza delle spese, nel rispetto dei consorziati, prendendo a riferimento le realtà più virtuose da questo punto di vista”.

E IO PAGO: FINALMENTE ERRANI HA LA SUA TORRE MA PAGATA CON 100 MILIONI DEGLI EMILIANI ROMAGNOLI

Nemmeno per il Burj Khalifa, il grattacielo di Dubai alto 828 metri, c’è voluto così tanto tempo. Eppure a Bologna per tirare su la terza torre, progettata da Kenzo Tange (in foto) un sacco di anni fa, è dal 2000 che si aspetta col naso rivolto al cielo. E se il grattacielo più alto del mondo è costato un capitale e alla fine a pagarlo ci ha pensato il presidente degli Emirati, nonché emiro di Abu Dhabi, a sganciare la grana, molta di più di quanta ne era stata preventivata, per la torre sono stati, come sempre, gli emiliano romagnoli. La storia di questo travaglio che, se Dio vuole sta per vedere finalmente la luce, inizia nel 2000 quando la Regione, con apposito bando di gara, affida la realizzazione dei lavori alla ditta Baldassini che straccia tutti con un ribasso del preventivo del 26,5%. Fosse vero sarebbe la manna dal cielo. Ma al cielo la Baldassini non arriva mai: l’impegno è di far svettare la torre in 4 anni e il cantiere apre il 10 ottobre del 2000. Già a pochi mesi dall’inizio dei lavori iniziano i primi casini (economici e  va da sé) e la ditta chiede aggiustamenti di ogni sorta. A 3 anni dall’apertura del cantiere della svettante torre non svetta che il 25%. Un moncone orrendo e inquietante destinato a rimanere tale: il costo a questo punto è di 12 milioni di euro (contro i 32,4 previsti inizialmente dalla Baldassini). A lasciare perplessi, per non dire altro, è che il dirigente della Regione incaricato di seguire tutto l’iter della costruzione non manda negli spogliatoi la ditta. Anzi con un documento apposito, sollecitato da una comunicazione riservata e mai resa nota del direttore dei lavori, si prevedono pagamenti più ravvicinati per non mettere in difficoltà l’azienda. Che in difficoltà non ci finisce ma poi finisce col fare causa alla Regione.

sabato 10 luglio 2010

I GIOVANI CHIEDONO INTERVENTI, AL DI FUORI DEL SOLITO CIRCO DELLA PACE, INVECE...

8 X MILLE ALLA CHIESA CATTOLICA

UNA PROPOSTA DELLA CHIESA ITALIANA UN ESPERIMENTO A BAGNACAVALLO


ARRIVERA’ LA NUOVA SAN VITALE: O LE SOLITE PROMESSE PRE ELETTORALI DELLA PROVINCIA?

A S. AGATA SUL SANTERNO E’ IN RITARDO ANCHE LA ROTONDA SULLE VIE  BELFIORE-FORNACE.


LE NUOVE APS, NUOVI CARROZZONI VOLUTI DALLA REGIONE IN SOSTITUZIONE DELLE VECCHIE OPERE PIE, GLI AUMENTI SONO GIA’ ARRIVATI!

AUMENTI A MASSA LOMBARDA E ALFONSINE


UNA SCENEGGIATA CREATA AD ARTE

Sulla prima pagina dell’Unità di ieri campeggia la fotografia di un giovane con il volto insanguinato, portato ad esempio della violenza della polizia contro la gente dell’Aquila. Lo stesso volto della stessa persona (Benedetti Vincenzo, di Bari, temporaneamente “aquilano”) è reperibile presso il casello giudiziario per reati che spaziano dalla truffa alle violenze, dai danneggiamenti allo spaccio di stupefacenti. Questa prima pagina andrebbe incorniciata. Come esempio di volgare disinformazione, di squallida strumentalizzazione. Chi è il giovanotto immortalato? Chi è questo “eroe aquilano”, questo pacifico cittadino aggredito dalla polizia? A scanso di equivoci, citiamo La Stampa, quotidiano che non può essere sospettato di simpatie verso il governo. Il giovane Benedetti “non è aquilano, fa il piazzaiolo”. All’Aquila stava da sette mesi in affitto e quindi non ha perso la sua casa. Vive in un camper. Si dilunga sul senso della manifestazione (annota il cronista: “sembra parlare a memoria”) e dice che “non ci sono soltanto i cosiddetti facinorosi”. Cronista: lei è un facinoroso? Ha precedenti penali? “Assolutamente no, certo sono uno che ha partecipato a tutte le manifestazioni, mi definisco un anarchico…”. Il cronista è scrupoloso e fa una verifica: se Benedetti si definisce anarchico, gli atti giudiziari dicono ben altro: noto alle forze dell’ordine, denunciato per truffa, invasione di edifici, detenzione di stupefacenti e ancora (il 12 aprile scorso) per ingiuria, minacce e danneggiamento.
Un pizzaiolo barese, immigrato tempo fa all’Aquila, noto alla Questura per diversi reati, attivista no global che non ha esitato a presentarsi ai giornalisti come  “anarchico”. Un provocatore, uno dei tanti tra il migliaio di terremotati presenti a Roma ieri. La stessa Questura ha precisato nella serata che tra i manifestanti c’erano i no global dei centri sociali di Roma e dell’Aquila. 



Nessuna guerriglia, dunque, ma un paio di tafferugli creati ad arte. Il ministro Maroni ha comunque fatto bene a promettere un’inchiesta sugli incidenti. Se qualcuno ha esagerato è giusto che sia individuato. Senza però farsi prendere in giro. La guerriglia urbana è stata mediaticamente creata ad arte dalle dirette minuto per minuto di SkyTg24, con commenti dell’inviata sul campo del genere: “Meno male che ci siamo noi a raccontarvi la verità”.

venerdì 9 luglio 2010

IL PDL VA DIFESO DAI CONSERVATORI

Lo si chiami colpo di coda dei poteri forti, lo si consideri un istinto che scatta ogni volta che qualcuno (sempre Berlusconi) in questo Paese cerca di cambiare qualcosa, specie se si tratta dell’architrave della Costituzione, del modo di fare politica, per il bene dell’Italia e dei suoi cittadini, sta di fatto che mai come in questa occasione valga il detto: corsi e ricorsi storici. Oggi come nella legislatura 2001-2006, dopo un paio d’anni di governo si stanno mettendo in modo meccanismi se non identici, almeno molto simili. Il primo colpo arriva dall’interno, una sorta di fuoco amico che cerca di ammantarsi dell’autorevolezza di chi vuole il bene del centrodestra mentre invece non fa che indebolirlo. Prima erano Casini, Follini e Fini, che parlavano di “discontinuità”, poi di tre punte, con il risultato di far cadere i consensi verso il governo Berlusconi, poiché ogni volta che veniva varato un provvedimento c’era chi prendeva le distanze proprio dall’interno. Adesso c’è un’esigua minoranza pronta a prendersi il ruolo di chi fa le pulci a governo e maggioranza indebolendone (involontariamente) l’azione.

REGIONI: TRA SPERPERI E TAGLI



LA TOSCANA HA SUBITO CHIUSO SETTE SEDI ALL’ESTERO, IL LAZIO 12 MILIARDI IL BUCO DELLA SANITA’,

Ieri il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi (Pd) ha cancellato sette sedi di rappresentanza all’estero, mantenendo solo quella di Bruxelles. Domanda: qualcuno sapeva che la Toscana manteneva sette (sette) sedi all’estero, al modico prezzo di 400 mila euro, pagati evidentemente dai contribuenti? Di che cosa potevano mai occuparsi questi uffici, dal momento che Firenze e dintorni non sono precisamente luoghi sconosciuti né ai turisti né alle classi dirigenti straniere, né alle varie multinazionali?
E’ un esempio, ed abbiamo il sospetto che Rossi abbia solo giocato d’anticipo, magari per evitare figuracce. Riteniamo che casi simili ve ne siano a gogò. Dunque quando gli enti locali respingono a priori come “inaccettabili” i tagli della manovra, non la contano giusta. Gli sprechi ci sono, e sono tutti documentati e documentabili.
Il debito della sanità del Lazio, ben 12 miliardi, ne è un esempio. Accumulato in soli dieci-quindici anni, sotto giunte di sinistra (a parte la breve parentesi di Francesco Storace), ha fatto la felicità di cliniche convenzionate e relativi azionisti, tra i quali spicca Carlo De Benedetti, non certo dei cittadini laziali, che sono ancora lontani dai servizi e dai tempi della Lombardia e del Veneto. Per quel debito adesso, in base al patto di stabilità liberamente sottoscritto dalle stesse regioni alcuni anni fa, pagano tutti, cittadini e imprese, perché le addizionali Irpef e Irap scattano in maniera

LA RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE NON VA AL MACERO

CON I TAGLI: UN  INSEGNAMENTO “TRASFORMARE NECESSITA’ IN VIRTU’” COME NELLA SCUOLA, ALLA FINE UNA RIFORMA PER UNA SCUOLA MIGLIORE.
La riforma della Pubblica amministrazione va avanti e anzi, sarà incrementata nonostante le misure di contenimento previste dalla manovra che domani sarà votata al Senato. Ad affermarlo e’ l’autore stesso della riforma della Pubblica amministrazione (legge 150) il ministro Renato Brunetta in occasione della firma di un protocollo d’intesa per l’ottimizzazione della produttività e la realizzazione di programmi di innovazione digitale con l’Inpdap. "Ai poveri di spirito  i quali dicono che la riforma Brunetta va al macero, rispondo vedrete che cosa succederà, saranno le singole amministrazioni e i singoli dirigenti a realizzarla perché ne hanno bisogno". Il ministro della Funzione pubblica ha inoltre rilanciato la sfida di attuare la riforma "in una condizione piu’ esaltante: aumentare la qualità e la quantità dei servizi con minori risorseIn un momento come questo, difficilissimo, in cui ci sono pochi soldi e per i prossimi tre anni non ci sarà il rinnovo del contratto per i dipendenti pubblici, la riforma va incrementata". Brunetta, infatti, ha spiegato che a disposizione c’e’ una grande quantità di risorse "una massa salariale di 170 mld di euro che non e’ poco, la produttività sarà aumentata in maniera rilevante e il merito sarà premiato ridistribuendo la massa accessoria contenuta nei 170 mld di euro". Il ministro ha inoltre aggiunto che con il blocco degli stipendi "abbiamo semplicemente saltato un contratto che vale mediamente 6 mld di euro sui 170 mld erogati per pagare gli stipendi dei 3 mln 650 mila dipendenti pubbliciBasta con questa vecchia impostazione che o ci sono i soldi in più, oppure le cose non possono funzionare le cose possono funzionare meglio con le risorse esistenti". L’austerity economica, dopo la finanza allegra della sinistra, ha colpito i ministeri, cioè l’amministrazione centrale. Scuola, Difesa, Interni, Esteri, Sviluppo economico, Ambiente, Cultura, tutti hanno fatto la loro parte, riuscendo anche trasformare necessità in virtù. Basta ricordare i “tagli alla scuola”, che si sono alla fine tradotti in una riforma per una scuola migliore.