COMANDA SEMPRE LA BUROCRAZIA A PAGARE SONO LE FASCIE PIU’ DEBOLI, COME FARANNO I PENSIONATI? IL COMMENTO DEL DIRETTORE DEL RESTO DEL CARLINO DI RAVENNA
A PRIMA vista non ci si capisce nulla. Prevale la stessa sensazione d’ansia di chi passa una mattinata all’Anagrafe o in Questura a implorare il passaporto, fra carte, marche da bollo e timbri. Benvenuti nel censimento generale 2011. Un questionario, anzi, chiamiamolo pure fascicolo, di 24 (ventiquattro!) pagine da compilare. Iniziativa sacrosanta, in un mondo in eterno movimento è giusto scattare la fotografia dell’Italia dei giorni nostri, e ne parliamo a pagina 4. Solo che quel questionario è il simbolo della giungla burocratica in cui è sprofondata l’Italietta che ama complicarsi la vita: domande, sottomande, caselle da barrare, domanda di riserva, roba da farti venire l’angoscia. Siamo obbligati a rispondere (per i birichini c’è una multa, dicono possa arrivare a 2000 euro), e si potrà farlo anche su Internet, ma gli anziani, e non solo loro, come potranno scalare un Everest simile? È ovvio che potranno perdersi in quel labirinto di codicilli. Chi ha un figlio, un nipote sveglio ok, ma gli altri? Il Comune giura che la macchina burocratica è pronta: assistenza totale per chi si perde nel ginepraio proibito della burocrazia. Ma siamo proprio sicuri che non esistesse un sistemino più semplice per contare quanti siamo? di ANDREA DEGIDI