giovedì 31 ottobre 2013

IL GIORNO DELL’INGIUSTIZIA E DELLA RISCOSSA


Il vocabolario propone: vergogna, viltà, abominio. Ingiustizia. Ecco: ingiustizia. Unfair. Sleale. Questo pomeriggio la Giunta per il regolamento del Senato ha stabilito che l’aula in assemblea plenaria voterà sulla decadenza del senatore Berlusconi a “scrutinio palese”. Una decisione contro la sua persona. Un unicum aberrante. E adesso? Pacificazione? Questi vogliono quella dei cimiteri sotto la luna. Verrebbe voglia di girarsi verso il don Rodrigo partitico, questo regime incarnato dalla sinistra, e puntare il dito come fra Cristoforo: “Verrà un giorno…!”.  La questione è che noi abbiamo meno pazienza del frate cappuccino. L’Italia non può attendere la giustizia divina. E di certo non può sopportare più questa tortura continua che una parte ben definita del Paese - e che solo per caso, e per brogli vari, ha la maggioranza del parlamento, - infligge ad un’altra parte, colpendola nel suo punto più alto e rappresentativo, nel suo leader riconosciuto e amato. È sbagliato domandarsi perché. Perché la risposta è ovvia. Perché Berlusconi è Berlusconi. E la sinistra è quella che viene dalle sue radici staliniste. E perché Monti, mandando allo scoperto una sua seguace, è roso dal risentimento e dall’invidia. Accadono cose che fanno saltare la sintassi perché sconvolgono il cuore, fanno balzar su dal dizionario parole che sembravano morte nella storia della civiltà. Tribunale speciale, fascismo parlamentare. Confisca dello Stato di Diritto. Una persona riconosce uno Stato, può vivere in uno Stato nella garanzia delle leggi uguali per tutti.
C’è un contratto. Pacta sunt servanda.
In questo caso la si è violata bellamente.

“NON POSSIAMO RESTARE AL GOVERNO COL PD. RIFLETTANO ANCHE I MINISTRI E FILOGOVERNATIVI DEL PDL.


C'e' una incompatibilità di fondo tra Pd e Pdl che non può che tradursi in una incompatibilità nelle "coesistenza" al governo del Paese. “Nel suo precipitare in una spirale giustizialista e condizionato dalla strumentalizzazione politica con cui sin dall'inizio si e' rapportato alla vicenda giudiziaria, ormai il PD è sordo ad ogni richiamo garantista.”

GERMANIA PATRIA DI EVASORI. 351 MILIARDI DI SOMMERSO. CARA MERKEL……QUANTE BALLE.


L’economia sommersa nel Paese della Merkel raggiunge i 351 miliardi di euro. Una dato clamoroso!
La Germania ha un’economia sommersa che tocca quota 351 miliardi di euro! Non è uno scherzo! È tutto vero! I tedeschi non pagano le tasse! La Patria della Merkel, che ha imposto il rigore in tutta Europa ed in particolar modo in Italia, risulta in cima alle classifiche per evasione fiscale. Un ammontare di denaro mostruoso! Una cifra pazzesca che supera pure il sommerso italiano, ritenuto il problema per eccellenza.
E ora cosa diranno i tedeschi? I crucchi che vengono nelle nostre trasmissioni televisive ad impartire lezioni di morale e di economia, a dirci quanto siamo brutti e cattivi perché non paghiamo le tasse. Ora si scopre che i primi a non pagare le tasse sono proprio loro: 351 miliardi di euro di evasione fiscale! E la Merkel cosa fa? Cosa dice la Cancelliera tedesca che tanto si lamenta del nostro Paese?
Cari germanici, avete 351mld € di sommerso! Non venite a farci la morale sull’evasione fiscale! Buffoni!

mercoledì 30 ottobre 2013

SPIATI E OCCUPATI

Gli americani in Italia hanno tracciato 46 milioni di telefonate solo tra il 10 dicembre 2012 e l’8 gennaio 2013. Gli Usa si difendono: “non abbiamo intercettato, solo monitorato”.

Per forza, con tutte le telefonate che già intercettano i nostri magistrati, gli 007 americani hanno sempre trovato occupato.

martedì 29 ottobre 2013

RIFORMARE LA GIUSTIZIA PER SCONFIGGERE L’ODIO IN TOGA

Appena si è fatta pressante la nostra richiesta a Letta di tirar fuori dal cassetto o dal tritacarte la riforma "necessaria e urgente" della giustizia, annunciata il 2 ottobre al Senato e che ha motivato il voto di fiducia di Berlusconi. Appena Magistratura democratica si è accorta che non riescono a togliere energia e consensi a Silvio Berlusconi. Appena… che pena… eccoli di nuovo rinunciare al pudore e buttare alle ortiche anche solo la finzione dell'imparzialità.
L'Associazione nazionale magistrati, il sindacato di cui restano segreti gli aderenti, nel suo congresso nazionale ha esibito il repertorio più sfacciato del suo odio politico verso Berlusconi.
E ne diamo cronaca più avanti. Meraviglia però la scivolata di un uomo di solito verbalmente prudentissimo come Bruti Liberati, vertice della Procura di Milano, in capo alla quale stanno le inchieste a tutti note contro Berlusconi.
Pensava di essere stato satirico, investendo il leader del centrodestra con i suoi commenti salaci, invece ha mostrato come dietro lo spirito di patata si celi un pregiudizio rancoroso, che inficia qualsiasi residua fiducia nella giustizia così com’è.
È politicizzata e basta. E politicizzata a senso unico. Tornano di estrema attualità e sono davvero dirimenti.

FAMIGLIA, IMPRESA E LIBERTA’: FORZA ITALIA RIPARTIRA’ DA QUI. ECCO IL MANIFESTO DEL PARTITO CHE VUOLE TORNARE ALLA RIVOLU-ZIONE DEL ’94. SI ALLA FIDUCIA AL GOVERNO, BASTA CON I DIKTAT PD SU ECONOMIA E GIUSTIZIA

Renato Brunetta Il percorso di transizione verso Forza Italia è cominciato. Il passo compiuto dall'Ufficio di presidenza di venerdì sera non è stato uno strappo, come hanno incredibilmente ritenuto alcuni nostri amici, e non ha subito un colpo di freno dal voto di fiducia, che non è a prescindere dai contenuti, ma subordinato a perseguire la pacificazione nazionale e la ripresa economica del Paese.
E questo impone una convinta azione di riforma della giustizia dopo le procedure d'infrazione contro l'Italia per la responsabilità civile dei magistrati e dopo la richiesta di amnistia ed indulto del presidente Napolitano. Pesa enormemente la decisione sulla decadenza di Berlusconi da senatore, basterebbe un rigo di decreto legislativo che impedisse l'applicazione retroattiva della Severino...

La memoria rivoluzionaria

La ripresa di Forza Italia rappresenta la ripresa del «sogno ad occhi aperti» del 1994. Quel nocciolo incandescente di sentimento, ragione, valori si trasformò con rapidità sorprendente in un programma liberale e insieme solidale i cui capisaldi - nelle mutate condizioni storiche - sono attualissimi.

Definizione di Forza Italia

Forza Italia è un'associazione di cittadini che si riconoscono negli ideali propri delle tradizioni democratiche liberali, cattolico-liberali, laiche e riformiste europee. Essi ispirano la loro azione politica ai valori universali di libertà, giustizia e solidarietà, per lo sviluppo di una moderna economia di mercato e per una corretta applicazione del principio di sussidiarietà.

Le otto parole chiave

Libertà, in tutte le sue forme molteplici e vitali: di pensiero e di opinione, di espressione, di culto, di associazione, libertà d'impresa e di mercato, regolata da norme certe, chiare e uguali per tutti.
Persona, intesa come il diritto di ciascuno di realizzare se stesso, di aspirare al benessere e alla felicità, di costruirsi con le proprie mani il futuro e di poter educare i figli liberamente.
Famiglia, individuata come nucleo fondamentale della nostra società e centro dei nostri affetti principali. Impresa, che è istituto principe cui è demandato il grande valore sociale della creazione del lavoro, del benessere e della ricchezza.
Stato, deve essere al servizio dei cittadini.
Valori della cultura italiana, che il mondo ammira e invidia.
Valori della tradizione cristiana, vita, bene comune, libertà di educazione e di apprendimento, pace, solidarietà, giustizia e tolleranza.
Rispetto e amore per chi è più debole: malati, bambini, anziani, emarginati.

lunedì 28 ottobre 2013

FORZA ITALIA A RUSSI AL RISTORANTE MORELLI CON RODOL-FO RIDOLFI E L’ON.LE MASSIMO PLAMIZIO

Doveva essere il tradizionale appuntamento conviviale fra militanti e dirigenti, per fare il punto sulla situazione politica e cominciare a disegnare i prossimi appuntamenti elettorali: le elezioni amministrative comunali e quelle europee. Si è trasformato invece in un incontro al quale hanno preso parte numerosissimi elettori e simpatizzanti per esprimere piena adesione alla linea assunta ieri dall'Ufficio di Presidenza del partito che ha deciso il ritorno allo Statuto di Forza Italia e la concentrazione di tutte le deleghe nelle mani di Berlusconi. Il coordinatore comunale di Forza Italia Marco Bertozzi ha introdotto Paolo Savelli e Rodolfo Ridolfi coordinatore di Azzurri del ’94 con Silvio Berlusconi che ha detto fra l’altro:  "Al presidente Berlusconi va tutta la nostra piena lealtà e solidarietà. Continueremo in ogni sede a batterci perché ormai siamo alla vera barbarie un accanimento giudiziario dal sapore puramente politico per tentare di eliminare un avversario che oltre nove milioni di cittadini  hanno liberamente e democraticamente eletto.  Se la sinistra PD-SEL , Letta e Renzi quel che resta dei montiani e quelli che sognano da neo democristiani, le banche, i poteri forti non fanno nulla per governare e non rispettano gli accordi di programma per le larghe intese, non possono irresponsabilmente trascinare il Paese nel caos aspettando il soccorso rosso dei magistrati amici. Meglio ridare, senza perder tempo la parola agli elettori. Quando lo scorso anno, proprio di questi tempi, fondammo ‘Azzurri ’94 con Silvio Berlusconi rifiutando primarie e ambiziose e premature successioni chiedemmo di ritornare al senso della prima scelta -che fu fatta quando nacque Forza Italia'. Forza Italia non deve perseguire la logica dei vecchi partiti', verticistici, burocratici e centralisti', ma deve somigliare ai ''partiti americani” che, da sempre, hanno gli stessi nomi, non si sciolgono e funzionano perché' sono fatti bene. Ciò che ci deve essere alla base del progetto politico è avere dentro la società. Un movimento orizzontale fondato sulla rappresentanza e non con i tesseramenti vecchio stile. Ad ogni adesione deve corrispondere un cervello perché abbiamo bisogno di persone che pensano, di una grande base federata. E' stata questa la prima grande intuizione di Berlusconi, che ha sempre pensato a un movimento di questo tipo: con una forte leadership riconosciuta e un programma condiviso. L’on. Massimo Palmizio concludendo ha ripercorso le tappe che hanno portato al voto del Senato del 2 ottobre e alla decisione dell’Ufficio di Presidenza del 25 scorso che ha sospeso tutte le attività del PDL, azzerato tutti gli incarichi e messo in moto Forza Italia affidando come da Statuto tutti i poteri al Presidente Silvio Berlusconi.

FORZA ITALIA, FORZA SILVIO……..


È Forza Italia per fare per crescere insieme si può e lo faremo

sabato 26 ottobre 2013

FUSIONE AUSL ANCHE IN EMILIA, BAZZONI (PDL-FI): PRESENTATO PROGETTO DI LEGGE; PER ESTENDERE ALL’EMILIA RIORDINO DELLE AUSL.


 “A chi ha sempre sostenuto che la Romagna non è una regione oggi chiediamo coerenza ed equità almeno sul piano del riordino sanitario regionale. Ciò significa che la fusione delle Ausl non può avvenire solo in Romagna. Se è vero, come sostiene la Giunta regionale, che si tratta di un’opportunità da non mancare, il processo di fusione deve valere per l’intero territorio dell’Emilia-Romagna. È per questo motivo che ho presentato assieme al collega Bartolini il progetto di legge Riordino degli assetti istituzionali in materia sanitaria. Istituzione delle Aziende USL Bologna, Estense ed Emilia. Tale progetto di legge è il naturale e, dal mio punto di vista, necessario completamento di quello della Giunta regionale che istituisce l’Ausl unica di Romagna. La proposta prevede l’istituzione dell’Azienda Unità Sanitaria Locale ‘Bologna’, che opera nell’ambito territoriale dei Comuni attualmente inclusi nelle Aziende Unità sanitarie locali di Bologna e Imola; l’istituzione dell’Azienda Unità Sanitaria Locale ‘Estense’, che opera nell’ambito territoriale dei Comuni attualmente inclusi nelle Aziende Unità sanitarie locali di Modena e Ferrara; l’istituzione dell’Azienda Unità Sanitaria Locale ‘Emilia’, che opera nell’ambito territoriale dei Comuni attualmente inclusi nelle Aziende Unità sanitarie locali di Piacenza, Parma e Reggio Emilia. La realizzazione delle Aziende uniche sanitarie Bologna, Estense ed Emilia estende anche oltre il territorio della Romagna l’obiettivo di potenziare la qualità, l’omogeneità e l’appropriatezza dei servizi di tutela della salute nell’interesse delle persone e della collettività. Accanto all’istituzione delle macro aziende sanitarie, il progetto di legge prevede la costituzione di macro Conferenze territoriali Sociali e Sanitarie che, in rappresentanza della pluralità dei territori, senza mortificare le diverse aree e garantendo adeguate forme di rappresentanza democratica, ne detengano le funzioni di indirizzo, programmazione e vigilanza secondo il sistema disciplinato a livello dell’intera Emilia-Romagna. La fusione delle Ausl, infine, estesa anche al territorio dell’Emilia consente a tutta la regione di mantenere i servizi alla persona secondo gli attuali standard qualitativi e quantitativi e consente una riduzione degli apparati burocratici amministrativi perfettamente rispondente alla contrazione delle risorse messe a disposizione del Servizio sanitario regionale”.

BERLUSCONI SI LIBERA

TORNIAMO A FORZA ITALIA
L'Ufficio di Presidenza del Popolo della Libertà, riunito a Roma oggi, venerdì 25 ottobre 2013:
1. Denuncia la persecuzione politica, mediatica e giudiziaria in corso da vent’anni contro il Presidente Silvio Berlusconi eletto liberamente e democraticamente da milioni di cittadini italiani. Un attacco che colpisce al cuore la democrazia, lo Stato di diritto, e il diritto alla piena rappresentanza politica e istituzionale di milioni di elettori.
2. Ritiene assolutamente inaccettabile la richiesta di estromissione dal Parlamento italiano del leader del centro-destra, sulla base di una sentenza ingiusta ed infondata e sulla base di una applicazione retroattiva di una legge penale (altresì contestata da numerosi e autorevoli giuristi), palesemente contraria ai principi della Costituzione italiana (art. 25) e della “Convenzione europea dei diritti dell’uomo” (art. 7).
3. Ribadisce l’impegno assunto solennemente dinanzi agli elettori, nella scorsa campagna elettorale, a battersi per un rilancio vero della nostra economia, in primo luogo attraverso una significativa riduzione della spesa pubblica e una corrispondente forte riduzione della pressione fiscale che grava su famiglie, imprese e lavoratori. In tal senso, i nostri rappresentanti di governo, governo a cui continueremo a dare il nostro sostegno, nel rispetto degli impegni programmatici assunti al momento dell’insediamento, i nostri deputati e i nostri senatori sono impegnati a contrastare ogni iniziativa che vada nella direzione opposta e a proporre efficaci misure per la ripresa della nostra economia in sintonia con le altre economie dei Paesi membri dell’Unione europea.
4. Ribadisce l’impegno per una riforma indifferibile della giustizia italiana, sia civile che penale, l’impegno per una riforma presidenzialista delle nostre istituzioni e l’impegno per un limpido bipolarismo, che veda un centrodestra liberale e riformatore alternativo alla sinistra italiana, come accade in tutti i Paesi dell’Occidente avanzato.
5. Ribadisce l’adesione alla grande famiglia della democrazia e della libertà in Europa, il Partito Popolare Europeo, con cui condivide la carta dei valori e di cui fa parte dal 1999.
6. Delibera la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, per convergere verso il rilancio di “Forza Italia” già pubblicamente annunciato dal Presidente Berlusconi con un appello a tutti gli italiani che amano la libertà e vogliono restare liberi.
“Forza Italia” è il Movimento a cui tanti italiani hanno legato e legano tuttora la grande speranza di realizzare una vera rivoluzione liberale e di contrastare l’oppressione giudiziaria, l’oppressione burocratica, l’oppressione fiscale 7. Ricorda che “Forza Italia” non è una parte, ma è un’idea, un progetto nazionale che unisce tutti e difende i valori della nostra tradizione cristiana, il valore della vita, della famiglia, della solidarietà, della tolleranza verso tutti a cominciare dagli avversari.
8. Affida al Presidente Berlusconi pieno mandato politico e giuridico per attivare le necessarie procedure, anche attraverso le convocazioni degli organi statutari, per l’attuazione di questa Deliberazione Politica e gli conferisce le responsabilità connesse alla guida del Movimento per definire obiettivi, tempi e modi della nuova fase di attività secondo lo Statuto di “Forza Italia”.

venerdì 25 ottobre 2013

NELLA SCORSA LEGISLATURA 180 SALTI DELLA QUAGLIA………E SE LA PRENDONO CON BERLUSCONI

A proposito di cambi di casacca in corsa, a proposito del trasformismo dilagante, a proposito dei benpensanti e puritani che predicano moralismo a corrente alternata, a proposito, infine, dei giudici di Napoli che hanno optato, con una decisione perlomeno inspiegabile, per il rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi sul caso del senatore De Gregorio, rispondiamo con la fredda oggettività dei numeri.

Nella scorsa legislatura, la XVI della Repubblica italiana, dal 29 aprile 2008 al 22 dicembre 2012, ben 180 parlamentari hanno cambiato gruppo di appartenenza. Per la precisione hanno cambiato casacca 60 senatori e 120 deputati, in tutte le direzioni, per lo più dal centrodestra, e dal Pdl in particolare, verso altri lidi. Alla Camera dei deputati, ad esempio, a fine legislatura, il Pdl aveva perso 69 parlamentari, il Partito democratico 13, così come l’Italia dei Valori. Il gruppo più premiato è stato il Misto, con un saldo positivo di 51 deputati, a seguire i gruppi nati durante il quinquennio, Futuro e libertà (+24) e Popolo e territorio (+19). Al Senato della Repubblica analogo trend. Il Popolo della liberà è il gruppo che ha perso per strada il maggior numero di senatori (-29 rispetto all’inizio della legislatura), seguito dal Partito democratico (-14). In taluni casi alcuni parlamentari si sono esibiti anche nel doppio salto della quaglia, o addirittura nel triplo. Un esempio senza fare nomi? Dal Pdl a Futuro e libertà, da Futuro e libertà al Misto, dal Misto ai Responsabili (poi diventati Popolo e territorio).

BOCASSINI NEI GUAI: I COLLEGHI LA DENUNCIANO AL CSM.

ILDA LA ROSSA DISSE CHE LE TOGHE DI PROVINCIA “NON CAPISCONO NULLA. ESPOSTO DEI “PROVINCIALI AL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA

"I giudici di provincia non capiscono nulla di mafia". Le considerazioni di Ilda Boccassini, espresse l'11 ottobre scorso durante un convegno su una ricerca della Bocconi dedicata alla criminalità organizzata, non sono assolutamente piaciute ai colleghi. Tanto che hanno lasciato passare due settimane e alla fine hanno deciso di intervenire con un esposto al Consiglio Superiore della Magistratura.  La rivolta - Gli autori del documento inviato al Csm sono i giudici penali del Tribunale di Busto Arsizio, giudici "di provincia" appunto, (Bossi, Bovitutti, Frattini, Guerrero, Lualdi, Novick, Zoncu) che chiedono all'organo di autogoverno delle toghe, secondo quanto rivelato dal Corsera, di valutare le affermazioni a loro avviso "gratuite", "denigratorie" e "generiche" pronunciate da Ilda la rossa. I magistrati di Busto vogliono sapere dal Csm, da un lato "se esse siano deontologicamente corrette" per un pm, e dall'altro "se non deleggittimano i giudici" proprio mentre costoro, riporta l'articolo di Luigi Ferrarella, trattano processi con detenuti di criminalità organizzata nei quali l'accusa è rappresentata dal pool milanese di Boccassini.  Colleghi ignoranti - Secondo il pm il fatto che "non siano mai stati istituiti i tribunali distrettuali rappresenta un problema serio". Boccassini, al convegno, aveva spiegato che "le indagini sono accorpate dalla Dda mentre il processo viene polverizzato". "Dobbiamo andare a fare i processi a Pavia, a Como, a Lecco, a Busto Arsizio e a Palmi - ha osservato -: non si può dare in mano un processo a giudici di provincia che, con tutto il rispetto, non sanno nulla" di questi argomenti. "Questo è un problema molto serio", aveva concluso non immaginando che quelle parole sarebbero diventate un problema molto serio. Ma per lei

giovedì 24 ottobre 2013

LA FINANZA IN REGIONE: I 9 CAPI GRUPPO INDAGATI: PECULATO


ACQUISITE CONSULENZE PER CENTINAIA DI MIGLIAI DI EURO, IPOTESI FINANAZIAMENTO. NEI CONTI CORRENTI DEI PARTITI ANCHE BIGIOTTERIA, PROFUMI, MEDICINE E UN FORNO A MICOONDE.
Corriere della Sera - La maxi inchiesta sulle spese dei gruppi consiliari dell'Assemblea legislativa della Regione entra finalmente nel curvone finale e dopo un anno si avvia al sospirato traguardo, con lo show down ormai dietro l'angolo e i primi nomi iscritti nel registro degli indagati per peculato. Sono i nove capigruppo di Pd, Pdl, Lega Nord, Idv, Movimento 5 stelle, Misto, Fds, Sel-Verdi e Udc, cioè coloro che hanno gestito i budget e firmato i rendiconto delle spese sostenute dai consiglieri nella legislatura in corso, rimborsi che la Procura ritiene illeciti. Si tratta del primo passaggio formale compiuto dalle pm Antonella Scandellari e Morena Plazzi che da un anno indagano sotto la supervisione del procuratore capo Roberto Alfonso e del procuratore aggiunto Valter Giovannini sull'utilizzo del denaro pubblico da parte dei gruppi. Il numero degli indagati è però destinato a salire con il coinvolgimento dei consiglieri che hanno utilizzato fondi pubblici per fini privati. Le posizioni dei capigruppo (Marco Monari Pd, Luigi Villani Pdl, Mauro Manfredini Lega Nord, Silvia Noè Udc, Gianguildo Naldi Sel, Andrea De Franceschi M5S, Liana Barbati Idv, Roberto Sconciaforni Fds e Matteo Riva del gruppo misto) sarebbero diversificate tra loro e potranno cambiare in funzione di ciò che ciascuno riuscirà o meno a giustificare. Pare infatti che all'interno dello stesso gruppo ci siano consiglieri che non hanno badato a spese e altri che hanno avuto invece comportamenti più sobri. Per esempio c'è chi si sarebbe fatto rimborsare un pasto da Mc Donald's e chi invece avrebbe pranzato a spese della Regione in ristoranti rinomati. A quanto pare tra i consiglieri emiliano-romagnoli non ci sarebbe nessun emulo di batman Fiorito, il vorace consigliere del Pdl alla Regione Lazio arrestato nel 2012, ma nelle quasi 40 mila voci di spesa analizzate in questi 12 mesi dai finanzieri non mancano spese originali fatte pagare ai contribuenti e che poco hanno a che fare col funzionamento dei gruppi. È il caso di scontrini relativi a profumi, medicine, forni a microonde, altri elettrodomestici e libri di narrativa. Che l'inchiesta sia ormai alle battute finali è un fatto confermato in ambienti investigativi e avvalorato dalla visita a sorpresa di ieri della Finanza.

CARO LETTA, TI RICORDI LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA?


QUATTRO RISPETTOSE DOMANDE AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ENRICO LETTA:
1. Come intende dar corpo al programma enunciato il 2 ottobre nel suo discorso per la fiducia. Quando indicò che, in tema di “opportune e urgenti riforme”, “sulla giustizia il nostro lavoro potrà basarsi sulle importanti indicazioni contenute nella relazione conclusiva del gruppo di lavoro nominato dal presidente Napolitano il 30 marzo 2013”? Si tratta della riforma della giustizia da attuare partendo dal testo dei “saggi”.
2. Come intende attuare il suo impegno, anch’esso contenuto nel discorso per la fiducia del 2 ottobre, per “l’adempimento degli obblighi europei (a cominciare dal rispetto delle decisioni della Corte di giustizia dell’Unione europea)”, che si connettono con l’apertura della procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea sulla “responsabilità civile dei magistrati”?
3. Come si pone rispetto al messaggio inviato dal presidente della Repubblica alle Camere lo scorso 8 ottobre 2013 sulla questione carceraria: messaggio con cui il capo dello Stato ha inteso richiamare l’attenzione del Parlamento su indulto e amnistia?
4. Come si pone rispetto alle questioni poste dai 6 referendum sulla giustizia promossi dai radicali e per i quali il Popolo della Libertà ha dato un contributo decisivo nella raccolta delle firme: responsabilità civile dei magistrati; incarichi extragiudiziali dei magistrati; eliminazione della custodia cautelare; abolizione dell’ergastolo; separazione delle carriere dei magistrati?



mercoledì 23 ottobre 2013

CI VOGLIONO UCCIDERE BERLUSCONI, AMMAZZARE IL CETO MEDIO, E PURE CREARSI UNA LEGGE ELETTORALE AD SINISTRAM. AVVISO A LETTA


La questione della politica è oggi più semplice che mai. Usiamo tre date come fari sulla realtà e si capiranno parecchie cose. 12 novembre o dintorni. È quello il giorno in cui il Senato, in assemblea plenaria, deciderà sulla decadenza o meno di Silvio Berlusconi, è chiaro che cosa sta accadendo: il Partito democratico vuole chiudere la partita. Non si accontenta di dare indicazioni ai propri parlamentari, ma invia moniti preventivi alle altre forze politiche. Sostenendo che la legge Severino si applica e basta così. Perché tanto attivismo? Elementare, Watson. Si tratta di inibire il consiglio dei ministri ad agire nella maniera legale e sensata che sarebbe nella logica giuridica di uno Stato di diritto e in quella politica di una maggioranza di larghe intese. Se il vice-premier Angelino Alfano, sostenuto dai nostri ministri e non solo, ufficializzasse la richiesta di una riga di decreto legislativo che fornisse l’interpretazione autentica della legge Severino, negandone la valenza retroattiva, e con ciò impedendone l’applicazione nel caso di Berlusconi, il 12 novembre non esisterebbe più. Non ci sarebbe questa fossa delle Marianne in cui sprofonderebbe la nostra democrazia, trascinando con sé qualsiasi ipotesi di pacificazione.
Per questo il Pd adotta la tattica della guerra preventiva. Vuole praticare la deterrenza, dice: non provateci. E perché? Non si era detto che lo schema dell’aut aut è da cancellare? Noi del Pdl/Forza Italia non ne accettiamo, specie su temi in cui si gioca l’essenza della nostra presenza.
15 novembre. L’Europa darà un giudizio sulla Legge di Stabilità, approvandola o meno. Ridisegnandola oppure benedicendola. Non sono cose da nulla. Questo governo, con la Legge di Stabilità che ci propone, ha spostato il suo asse a sinistra. Non è questione nominalistica. Diciamo che va a sinistra perché penalizza il ceto medio, aumentando le tasse sulla casa, punendo i pensionati. Per noi così è inaccettabile. Va contro il patto stabilito con i nostri elettori. Ci rendiamo conto. Siamo in un governo di coalizione. Ma noi pretendiamo, anche in forza dei nostri voti numericamente identici a quelli del Pd, pari dignità. Ora il giochino è quello di dire che finora in economia Letta fa rima con Brunetta. Magari.
In realtà si tratta anche qui di sbarrare la strada a qualsiasi miglioramento di una legge che oggi è conservatrice, inadeguata, e di fatto rischia di far piombare sulle case un fardello più pesante dell’Imu di Monti.
Chiaro? Vogliono arrivare, Il Pd e la sinistra, al 15 novembre con Berlusconi decaduto, una Legge di Stabilità che accarezzi e nutra l’elettorato della sinistra, attaccato alle mammelle dello Stato,

PAROLE CHIAVE

Stabilità – Guai se è la stabilità del cimitero, guai se grava con nuove tasse sulle prime case.
Responsabili – Siamo responsabili. Non vogliamo essere però responsabili del suicidio dell’Italia e della sua resa mani e piedi ai diktat tedeschi.
Retroattività – L’Europa proprio ieri condanna la Spagna che aveva preteso di far valere la retroattività di una sanzione penale contro dei terroristi baschi. Forse sono persino un pochino più pericolosi di Berlusconi, o no?
25 – Secondo comma art. 25 della Costituzione: “Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso”.
Scissione – Chi la vuole e chi ne crea le premesse vuole fare un gigantesco regalo alla sinistra. Non esistono strade positive al di fuori dell’unità intorno a Berlusconi.
Ombrello – Il gesto dell’ombrello di Maradona ha rivelato una volta di più su quale doppiopesismo si regga il moralismo della sinistra e della rai. Fazio sorride a tutti, purché non gli chiedano quanto guadagna.

Mascherina – Renzi vuole entrare in casa nostra, in calzamaglia e mascherina, per portarci via elettori e militanti come fossero soprammobili. Non sono cose, ma persone, hanno ideali e passioni, non si vendono per un piatto di battute cretine.

martedì 22 ottobre 2013

SE L’EVASORE E’ IL DIRETTORE DI “REPUBBLICA”: QUELL’ATTICO AI PARIOLI DI ROMA………..


DA GIORNI SPARA A ZERO SU BERLUSCONI, COLPEVOLE DI AVER “FRODATO IL FISCO”. MA NOVE ANNI FA PER PAGARSI LA CASA VERSO’ 10 MILIONI “IN NERO”.
Mettiamola così: chi non ha scheletri fiscali (per i reati rimandiamo tutti alla Guardia di Finanza) nell’armadio scagli la prima pietra. Ebbene, siamo certi che nemmeno dalle parti di Largo Fochetti, sede romana del quotidiano-partito La Repubblica diretto da Ezio Mauro, vero Catone censore degli italici costumi, si alzerà una mano. Perché, giusto per ricordarlo, nemmeno il direttore del quotidiano del gruppo Editoriale L’Espresso è immune da ciò.  Parafrasando Francesco De Gregori e  la sua tanto decantata intervista al Corriere della Sera - «Forse potevamo farci qualche domanda in meno su Noemi e qualcuna di più sull’Ilva di Taranto» - a Repubblica potrebbero farsi qualche domanda in meno sul caso Mediaset e la condanna a Berlusconi e qualcuna in più sulle vicessitudini fiscali del proprio editore, l’ingegnere di Ivrea Carlo De Benedetti. Ma così va il mondo. (...) Da giorni Ezio Mauro spara a zero su Silvio Berlusconi, colpevole di aver "frodato il fisco". Ma come ricorda Enrico Paoli su Libero di mercoledì 7 agosto, nove anni fa, il direttore di Repubblica, per pagarsi l'attico in zona Parioli a Roma versò 830 milioni "in nero", come confermato da vari testimoni.


LA MORALITA’ POLITICA PER NOI E’ MANTENERE GLI IMPEGNI, CIOE’ ABBASSARE LE TASSE.


IL DEP, APPROVATO DA MINISTRI DEL PDL, REALIZZA UNA REDISTRIBUZIONE DEL REDDITO TUTTO A DANNO DELL’ELETTORATO DI CENTRO DESTRA E TUTTO A VANTAGGIO DELL’ELETTORATO DI SINISTRA. IL CORAGGIO DI CAMBIARLA.
Ci siamo. Qui ci siamo noi. C’è la nostra essenza come forza di governo. C’è la nostra qualità politica. E che cos’è moralità politica in teoria e in pratica. Il tema è quello della Legge di Stabilità. Critichiamo, ma non ci limitiamo alla pars destruens, e indichiamo allora soluzioni chiare. Entrambe le fasi svolgono in linea diretta la nostra idea di Italia, dove protagonista dello sviluppo è la società, fatta di individui liberi, che allo Stato chiede di farsi più in là, togliendo la mano morta dalla voglia di lavorare, e farsi più vicino, con servizi efficaci. Ecco allora due documenti, di dieci punti ciascuno.  Nel primo esprimiamo le critiche. La Legge di Stabilità così come è uscita dal ministero dell’Economia ha gravi carenze sia sui modi di reperire risorse (tasse sulla case nuove o comunque mascherate non ci vanno bene), sia sui modi di spenderli. Non ci va il tassa-e-spendi. Ecco allora le nostre dieci proposte, basate su tagli di spese improduttive e vendite di immobili e partecipazioni non strategici, ed anzi veri e propri fardelli che invece messi nelle mani di privati possono diventare un volano di crescita. Questi sono i nostri punti. Questa è la nostra maniera di intendere la partecipazione a un governo di larghe intese. Ovvio che ci sono elementi di critica e di proposta cui non possiamo rinunciare. Ne andrebbe della nostra moralità.
La moralità in politica è per noi mantenere fede alle promesse elettorali, cercare in ogni modo di realizzare i programmi in nome dei quali abbiamo chiesto consensi e grazie ai quali abbiamo ottenuto voti. Non esiste per noi margine al cinismo dei furbi, che svendono ideali e interessi dei propri elettori per conservare posizioni di potere o guadagnarne di nuove.
I nostri valori sono semplici anche in questo mondo complicato: primato della persona e della sua iniziativa economica, rispetto per il lavoro, sostegno a chi è meno fortunato, non secondo le tabelle fornite dal sindacato, ancorato a privilegi antichi, ma così come emergono dalla realtà di oggi.
Dunque, in pratica: nessuna tassa sulla casa che superi quelle pagate nel 2013, in cui l’Imu sulla prima casa è stata abolita. Non accettiamo aggiramenti di questo principio, qualunque sigla si adotti come paroletta magica per infilare la mano nelle tasche dei cittadini, diciamo di no.
In questo non esistono falchi, colombe, lealisti, innovatori, mediatori, ponti, dissidenti: c’è Forza Italia unita intorno a Berlusconi, la freschezza della cui intuizione originaria è una risorsa adesso. Non ieri o domani. Domani è troppo tardi: ora, subito. La politica è questa.

lunedì 21 ottobre 2013

FALCHI, COLOMBE, TWITTER, E RENZI, ECCO PERCHE’ L’ITALIA SA SOLO ODIARE

POVERI A CACCIA DI PSEUDO RICCHI, SCONTRI TRA FAZIONI, NO TAV E BANDE  CHE SI DISPREZZANO. IL NOSTRO PAESE CONOSCE SOLO LO SCONTRO
Giampaolo Pansa- Sono felice che Silvio Berlusconi sia vivo e in buona salute. Prima di tutto per chi gli vuol bene. Ma anche per la nostra povera Italia. Se il Cavaliere fosse morto, lo immaginate il disordine cattivo che avrebbe provocato il funerale? La rissa indecente attorno al feretro di un ex capitano delle SS, il Priebke centenario,sarebbe sembrata soltanto uno scherzo goliardico. Un amico mi ha osservato che Berlusconi si è fatto da anni un sepolcro privato all’interno della villa di Arcore, dunque non sarebbe necessario girare per il mondo alla ricerca di un luogo dove farne riposare le spoglie. Però in un paese come il nostro avremmo visto comunque scoppiare un cataclisma. E non è escluso che qualche sinistra ultrà si sarebbe costruito un comitato di salute pubblica con lo scopo di esporre la salma a Piazzale Loreto, appesa per i piedi. Di solito osserviamo la crisi globale da un solo punto di vista: quello economico e finanziario. E con mille ragioni ci angustiamo per le difficoltà di molte aziende, il lavoro che manca, la povertà che cresce, la sorte dei giovani. Ma così dimentichiamo una verità amara che peggiora l’esistenza di tutti. L’Italia è diventata un paese incattivito, con i nervi a fior di pelle e capace soltanto di odiare. Prima di tutto odia se stesso, perché non sa affrontare le difficoltà senza isterismi. Poi si divide di continuo in bande che moltiplicano le occasioni per disprezzarsi l’un l’altra. Così da rendere quasi impossibile andare d’accordo su qualsiasi inezia. Lo spettacolo più indecente lo offrono i partiti politici. Dovrebbero dare ai pochi cittadini che ancora li sostengono l’esempio che è possibile confrontarsi con civiltà. Invece mostrano di essere case dei matti dove ogni mattina ricomincia la guerra. Nel Partito democratico, diviso su tutto, il probabile successo di Matteo Renzi ha scatenato gli istinti più torbidi. Gli avversari del sindaco di Firenze invitano i compagni a fabbricare dossier contro di lui. Nel frattem

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po circolano quelli su Pier Luigi Bersani. Dal canto suo, Renzi non se ne sta con le mani in mano e di sicuro preparerà delle contromisure altrettanto da carogna. In attesa del peggio, Max Dalema e Bersani si danno del bugiardo. Nel Pdl-Forza Italia le varie famiglie un tempo tenute insieme dal carisma di Silvio ormai sono ai materassi e si sparano tutti i giorni. Parlare di falchi e colombe non aiuta più a capire l’obiettivo di questa battaglia interna. La posta in gioco è assai più alta: la caduta o la sopravvivenza del governo Letta-Alfano. Il fatto che l’esecutivo stia in piedi e riesca a fare il proprio dovere nelle condizioni date, provoca tra i duri del forzismo una smania suicida. Con l’obiettivo di far sciogliere le Camere e andare al voto anticipato. Pure il Cavaliere (“Se decado, il governo salta”) vorrebbe subito nuove elezioni, come se fossero il toccasana di tutti i suoi guai. E forse sottovaluta il rischio di perderle. Se è vero che l’Italia è una società in declino, perché non dovrebbero esserlo anche i partiti? Eppure tutti i giorni, dalla mattina alla sera, politici di ogni rango, dai big ai peones, si presentano alla ribalta dei talk show televisivi. Se fossi uno di loro, me ne starei chiuso in Parlamento per non suscitare le maledizioni di chi mi vede in tivù. Invece loro che fanno? Si comportano come se fossero invitati a una festa. Godono di essere lì. Sorridono a sessantaquattro denti. Un marziano atterrato per sbaglio in Italia penserebbe che le signore e i signori che vede sul teleschermo siano i fortunati reggitori di una repubblica ordinata e felice. Non è così. Siamo un paese dove l’estremismo politico diventa ogni giorno più aggressivo. Prima o poi, attorno alla Tav in val di Susa scoppierà una guerra civile. Le armi ci sono già e i pretesti rabbiosi pure. Nel resto d’Italia i centri sociali vanno in battaglia ogni giorno. I media hanno perso il conto delle loro aggressioni. Polizia e carabinieri fanno il possibile per arginarle. Ma prima o poi ci scapperà il morto. Nel frattempo cresce l’odio sociale per i cosiddetti ricchi. Quasi nessuno spiega che in un’Italia devastata da un’enorme evasione fiscale i ricchi, quasi sempre, sono soltanto cittadini onesti che dichiarano tutti i loro redditi. Siamo di fronte a una distorsione della realtà, favorita dalla voglia insana di pauperismo che resiste nelle parrocchie di sinistra. Dove ideologi da strapazzo recitano la favola che dovremmo essere tutti uguali. E forse sognano le code per il pane che lungo decenni hanno distinto i paesi del socialismo reale. Un inferno che però vedeva la nomenklatura rossa mangiare caviale e bere champagne. Sempre più spesso mi domando in quale modo si potrebbe arginare lo sfascio che minaccia la società italiana. In altri tempi avrei risposto che il rimedio indispensabile è una maggiore severità. Dovunque e nei confronti di tutti. Severità nelle famiglie, nella scuola, nel lavoro, nella caccia a chi froda il fisco, nell’osservanza delle leggi, nei rapporti personali, nell’etica individuale.Ho cercato di comportarmi così anche nei confronti di me stesso. Sono stato tanto ingenuo da rimproverare chi non parcheggiava l’automobile nel modo giusto, chi gettava un pezzo di carta sulla strada, chi teneva lo stereo a un volume troppo alto, chi fingeva di lavorare mentre faceva flanella. Adesso mi rendo conto di essere stato un fesso che vive in un paese dove quasi tutti fanno i loro comodi. E se qualcuno chiede al prossimo un comportamento civile, prima viene odiato e poi picchiato. È diventato rischioso persino proporsi domande razionali. Si doveva respingere i primi barconi di migranti clandestini e mettere così un argine ai mercanti di essere umani? L’amnistia è inevitabile o si può trovare un altro modo per rendere vivibili le carceri? È lecito che in Parlamento si usi un linguaggio scurrile per attaccare gli avversari? E che lo stesso modo di esprimersi diventi abituale anche su non pochi giornali, al riparo dell’alibi farisaico che si tratta soltanto di satira? Mi rendo conto che la mia è una predica inutile. È sufficiente navigare su Internet, un vizio che non ho mai praticato, per rendersi conto che sto passeggiando sulle nuvole. In rete non esistono soltanto i propagandisti di odio, come ha fatto bene a ricordare Giorgio Napolitano. C’è assai di peggio: il web ci consegna l’autoritratto di un’Italia che si comporta come Pinocchio. Era convinta di aver trovato il Paese dei balocchi. Ma adesso scopre di vivere in una società malata di Alzheimer, che ha perso la memoria di se stessa e della propria dignità. Immaginare milioni di italiani che passano ore e ore a twittare, o chini sui computer per dare la caccia a chi non la pensa come loro, è una visione da voltastomaco. Mi domando che cosa accadrà quando le generazioni più giovani cresciute con il cibo di Internet andranno al potere. Oppure si metteranno al servizio di qualcuno che sa usare certe armi ben più dei Grillo e dei Casaleggio odierni. Il caos o, al contrario, l’ordine ferreo che nascerà, ci obbligheranno a pensare che lo sfasciume di oggi era in fondo il male minore. Ma quando avverrà, forse sarò gia morto. E non ci sarà stata nessuna battaglia per decidere in quale terreno dovranno riposare le ossa di un giornalista che ha tentato di essere onesto con i propri lettori. di Giampaolo Pansa

LEGGE STABILITA’: CONTIENE PIU’ TASSE: DI QUESTO PASSO ITALIA FARA’ UNA BRUTTA FINE


“Il discutere ancora di formule e di alleanze da parte dei massimi esperti di questo modo di fare politica non mi interessa anzi mi disgusta. Il nostro partito ha il dovere di non restare muto di fronte al declino del nostro Paese e di fronte ad una legge di stabilità che, come ormai quasi tutti ammettono, non fa che aumentare ulteriormente le tasse".Lo afferma il coordinatore del Pdl Sandro Bondi in una nota. "Di questo passo l'Italia farà una brutta fine"

domenica 20 ottobre 2013

IL “TRISE” DECLINO DELLA CLASSE POLITICA


di Titta Sgromo - La Trise, o meglio “Triste” tassa destinata a gravare sulle tasche degli italiani più dell’Imu, pare abbia ricevuto il sì definitivo da parte di colui che regge da tempo le fila dell’attività istituzionale, il monarca Napolitano. Ammesso e non concesso che con la ridicola manovrina non aumenteranno le tasse, nessun segnale di ripresa si intravvede nonostante le dichiarazioni di Letta e dei ministri burocrati che compaiono in televisione cercando di spiegare che non ci sono soldi e che ciò che è stato fatto era il massimo che si poteva fare. Potranno convincere coloro che fanno parte delle loro strette clientele, in primis i trasformisti che non mancano mai e che si sono rifugiati nel partito fondato dal tecnocrate per eccellenza e definizione, Mario Monti, ma non gli italiani che questa volta reagiranno come non mai. Nel mentre, il Cavaliere, illudendosi ancora una volta sulle doti diplomatiche del Gianni Letta, spera vuoi nella grazia, vuoi in un atto di clemenza qualsiasi per uscire dal guado. Solo che, e la cosa mi meraviglia non poco, non si vuole arrendere all’evidenza che certifica il suo definitivo tramonto, non essendo più i mestieranti della politica disposti a sacrificare se stessi sull’altare di colui che, precipitato dal più alto scranno, non è più in grado di rialzarsi. Invita tutti a tenere unito il partito ma non si accorge che così facendo il centrodestra dei miracoli berlusconiani sta per sciogliersi come la neve al sole. Pensate davvero che il chierichetto Alfano sia disposto a rinunciare a tutto per portare rispetto e solidarietà a colui che ha determinato il suo successo (davvero insperato)? Non è passato neppure un mese da quando i ministri in quota Pdl si erano dimessi, per poi ritirare le dimissioni stesse (mai accettate da Letta), costringendo il Cavaliere ad esporsi in Senato a quella misera figura aggravata dal lacrimevole finale della fiducia al Governo.

RUSSI :SABATO 26 OTTOBRE 2013: TRADIZIONALE INCONTRO PDL-FORZA ITALIA


 Come ogni anno gli amici di Russi organizzano il tradizionale incontro all' HOTEL MORELLI alle ore 20. Oltre alla cena come tradizione sorteggio premi gratuiti per tutti i partecipanti. Costo cena 23 euro.

Prenotarsi al n. 338 184 7739. Partecipate come sempre numerosi

venerdì 18 ottobre 2013

GOVERNO ALFETTA: LE TASSE NASCOSTE. CHE C'ENTRANO QUESTE ED ALTRE FURBATE COL PROGRAMMA PDL?


           Tagli ai crediti di imposta e riduzione dei rimborsi per chi ha pagato più tasse del dovuto. L’ultima sorpresa è arrivata ieri dal nuovo testo della legge di stabilità uscito dal consiglio dei ministri. Articolo 17, titolo: «Disposizioni in materia di entrate tributarie», che tradotto in parole semplici significa: «tasse». Comma 2: entro il 31 gennaio 2014 dovranno essere rideterminate le agevolazioni tributarie in modo da potere fare incassare allo Stato almeno 500 milioni di euro nel 2014 e 1 miliardo di euro a partire dall’anno 2015. Se questo non viene fatto, scatta (come sempre retroattiva) una clausola di salvaguardia: le detrazioni fiscali oggi previste dalla legislazione, a cominciare dalle spese mediche,  saranno detraibili per l’anno 2013 al 18% invece dell’attuale 19%. E a decorrere dall’anno fiscale 2014 saranno detraibili solo al 17%. Due punti in meno. Un miliardo e mezzo di detrazioni in meno nel biennio. Quindi un miliardo e mezzo di tasse in più.Non basta. Altri due commi. Primo: entro 30 giorni dalla entrata in vigore della legge di stabilità (quindi certamente entro il 31 gennaio 2014) i crediti di imposta che lo Stato deve riconoscere ai cittadini che hanno pagato più tasse del dovuto sono ridotti fino all’85% di quanto spetta, e comunque in modo da assicurare allo Stato un risparmio di almeno 500 milioni di euro. Mezzo miliardo di tasse che dovevano essere restituite ai contribuenti e che invece si terrà lo Stato. Mezzo miliardo di tasse in più. Se non viene varato quel decreto che rapina di fatto il 15% dei crediti di imposta dei contribuenti, scatta la clausola di salvaguardia: viene tagliato automaticamente del 25% il fondo inserito in bilancio per la restituzione dei crediti di imposta. Mezzo miliardo più la norma delle detrazioni: due miliardi di tasse in più. Non basta. Comma successivo: dal

IL SEGNALE TERRESTRE RAI NELLA VALLATA DEL LAMONE NON ARRIVA: UNA VERA VERGOGNA I SOLDI A FAZIO E NON UN EURO PER IL DIGITALE TERRESTRE!


Nei mesi scorsi con amici abbiamo aderito alla “class action”, promossa dall’avv. Maestri di Ravenna, al fine di ottenere dalla Rai la possibilità di vedere tutti i canali Rai nella vallata del Lamone.
A Brisighella da quando è stato attuato il “Digitale Terrestre”, si vede solo Rai 1, Rai 2; Rai 3 e Rai New, mentre di tutti gli altri canali, super pubblicizzati tutti i giorni, non se ne vede uno. Nella parte più alta di Brisighella da Casale a San Martino in Gattara non si vede nulla e i cittadini si sono dovuti attrezzare con ripetitori o con parabola a loro spese!.  Ora con la nuova programmazione non vediamo più lo “sport”, che interessa tanti utenti e viene negato un servizio così importante non ultima la mancata visione dei mondiali di ciclismo che ha tanti appassionati!  La Rai risponde che è colpa dell’antenna e tutti abbiamo speso soldi per adeguarsi, ma il segnale non arriva e dobbiamo continuare a pagare il canone…..
Una Vergogna targata RAI, perché gli undici canali di Mediaset si vedono tutti e non si versa come dice la pubblicità di questi giorni un “bollettino postale”, come si giustifica tutto questo!. Una Vergogna, un sopruso targato,  RAI, che spende 5,5milioni di euro per Fazio, Crozza o altri giochi, a mio parere controproducente culturalmente come quello dei “pacchi”, mentre potrebbe investirne una modesta somma , per risolvere il problema della vallata del Lamone.  La battaglia contro la Rai continua, vedremo insieme all’avv. Maestri per il ricorso in Cassazione, il colmo per difendere i nostri interessi, ma intanto denunciamo pubblicamente la RAI per il sopruso nei confronti dei cittadini della vallata Lamone.
       Avrà forse ragione la RAI con la sentenza TAR, ma per il mancato servizio riscuote il canone e non da il servizio rispetto alle tante televisioni private.  VERGOGNA!!!.
                                                  Vincenzo Galassini consigliere Provincia Ravenna Forza Italia

FOSCHINI: UNA SEGNALAZIONE TRATTA DAL RESTO DEL CARLINO


IL CENTRO DESTRA E L’ITALIA HANNO BISOGNO DI SILVIO BERLUSCONI. “LA VOCE” “ANSA”




martedì 15 ottobre 2013

BERLUSCONI IL SOLO CAPO


Azzurri del ’94 con Silvio Berlusconi


Bologna, 14 ottobre 2013
Alle Redazioni in indirizzo
COMUNICATO STAMPA
La stragrande maggioranza degli italiani di centro destra, che sono maggioranza nel Paese, sanno che non servono primarie e neppure vecchi riti partitocratici perché non appartengono alla nostra storia. Come affermammo nell’autunno del 2012 non dobbiamo individuare un nuovo leader perché è già in campo nonostante la intollerabile persecuzione giudiziaria. Crediamo che se Berlusconi continua a guidare il movimento dei cittadini che si riconoscono negli ideali propri delle tradizioni democratiche liberali, cattolico liberali, laiche e riformiste, la nostra iniziativa politica e la nostra rete così radicata fra la gente, centrerà il suo secondo obbiettivo, il primo era quello di ricostruire dal basso una politica fondata sui valori di Forza Italia il secondo è quello di riprenderci lo spazio politico che ci appartiene per contrastare la politica dell’alleanza PD-poteri forti. Uniti sotto la regia di Silvio Berlusconi offriremo agli italiani e soprattutto alle giovani generazioni una prospettiva ispirata ai valori universali di libertà, di giustizia e solidarietà, di difesa del primato della persona in ogni sua espressione per lo sviluppo di una economia oggi in recessione e per una riappropriazione della nostra sovranità nazionale fortemente pregiudicata da una classe politica subalterna agli interessi dei poteri forti delle banche e della Germania. Il nostro Movimento, nato il 9 novembre 2012 scorso per chiedere il ritorno in campo di Silvio Berlusconi, ha avuto ragione: Con Berlusconi si determinò una immediata inversione di tendenza nel voto degli italiani nei confronti del PDL dopo mesi di assoluto declino. Oggi insieme all’immediato ritorno ai valori ed ai programmi di Forza Italia, invitiamo tutti a marcare le ragioni dell’unità del centro destra intorno a Silvio Berlusconi e Forza Italia per un’alternativa programmatica, politica, di valori, alla sinistra. Convinti che la politica di Berlusconi sia l’unica risposta ad una crisi senza fine, ad un Paese bloccato che non lavora più, dove Il tasso di disoccupazione continua ad aumentare. Un governo delle sinistre provocherebbe una ulteriore insopportabile penalizzazione delle famiglie e delle imprese. Per questo è necessario diminuire drasticamente la pressione fiscale invertendo la disastrosa e dannosa politica recessiva.
Rodolfo Ridolfi Coordinatore di Azzurri ’94, Gianguido Bazzoni Presidente gruppo Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna, Luca Finotti Capogruppo in Consiglio provinciale (Bologna), Adolfo Morandi Capogruppo in Consiglio comunale (Modena), Liborio Cataliotti Capogruppo in Consiglio comunale (Reggio Emilia) Francesca Gambarini Presidente Consiglio comunale Fidenza (Parma), Cesarino Soldati (Forlì), Sen. Antonio Agogliati (Piacenza), Gabriella Bianchi (Rimini), Luciano Tancini Capogruppo in Consiglio provinciale (Ferrara), Vincenzo Galassini Capogruppo in Consiglio provinciale (Ravenna).

lunedì 14 ottobre 2013

L'UNICO LEADER RESTA SILVIO.



Tutte le chiacchere sui moderati, sul modello Partito popolare europeo, sulla destra moderna hanno scarsa  credibilità. Intanto perchè sono chiacchere di sinistra, desideri e invocazioni che vengono dalla classe discutitora, patemi d'animo degli antiberlusconiani che non si limitano a voler mandare in galera l'Arcinemico, vogliono anche impossessarsi della sua eredita'. Programma un po' troppo vasto, viste le effettive condizioni in cui versa la sinistra. E poi perchè manca un attrezzatura di idee e programmi che abbia un fondo di intransigenza sul modello di società e di  Stato che l'esercito elettorale di Berlusconi, per quanto disorientato e confuso, sa bene dove stia di casa. Sta a casa di Berlusconi, la cui leadership nel bene e nel male e' stata per vent'anni, personale con tutti i difetti che questa soluzione ha comportato, al servizio di una prassi politica, e critica della politica, che scuote le istituzioni e le vecchie certezze istituzioniali.

mercoledì 9 ottobre 2013

Chi tocca l’Imu muore. Chi non tocca la giustizia pure

tratto da "Il Mattinale"
Succede una cosa molto istruttiva. Il Partito democratico propone con ostinazione di rimettere mano all’Imu, cioè alla sua abrogazione per la prima casa. Lo fa sostenendo che occorre far pagare ai ricchi e tutelare gli altri. Ma che fa? Per una specie di vizio intimo e inestirpabile va a finire che bastona il ceto medio e medio basso. 
 Il “Corriere della sera” con un ottimo articolo di Dario Di Vico documenta che finirebbero per dover pagare l’Imu i proprietari di monolocali, le famiglie con numerosa prole: insomma, neanche il ceto medio. Ma il ceto medio-basso. 
 Questo rivela la natura del nostro alleato, e spiega il perché del nostro atteggiamento in Parlamento e in Consiglio dei ministri: difesa dei punti economici stabiliti sin dalla prima fiducia con Letta e riproposto il 2 ottobre. Letta ha un nemico interno, gran parte del suo Partito democratico, che vuole spostare l’asse programmatico a sinistra. 
 Con più Stato, più spese, più tasse. 
 Con il cavolo. 
 L’Imu non si tocca neanche con un fiore. 
 Questa è la nostra linea del Piave. E questo impone l’unità del nostro partito intorno al leader Berlusconi che ha scelto per la fiducia. Una fiducia tormentata ma decisa. 
 Ovvio: purché sia legata a una pacificazione civile e allo sviluppo. Condizione per avere la forza necessaria è pero la coesione nostra. La quale non è il soffocamento di voci e non esclude leali contrasti, che saranno una ricchezza e se non generano prospettive di scissioni e non confondono l’approfondimento di identità e regole con la guerra per poltrone e poltroncine. 

martedì 8 ottobre 2013

Fiducia a Berlusconi

Tanti commenti in questi giorni difficili. Rimango convinto che i ministri non ricordino che lo sono diventati per Berlusconi, come pure il senatore emiliano Giovanardi e Pizzolante da oltre trent'anni, non abbiano memoria. Non fa nulla io ripongo la fiducia in Berlusconi e solo in Forza Italia. Attendo fiducioso Le sue decisioni e sono convinto, come sempre, che continuerà la battaglia contro questa sinistra comunista. Grazie Silvio e la massima solidarietà per quanto dovrai subire nei prossimi giorni per la magistratura rossa. Vincenzo Galassini consigliere provincia Ravenna Forza Italia.

sabato 5 ottobre 2013

Giunta: Berlusconi decada, Bondi: "E' problema governare insieme"

Brunetta: 'Pervicacia Pd grave ma il boia si illude: la testa non cadrà'
Roma, 4 ott. (TMNews) - Il Pd "defenestra" Silvio Berlusconi, è un "problema" governare insieme. Lo ha detto il coordinatore del Pdl Sandro Bondi, dopo il voto in Giunta al Senato sulla decadenza da senatore del leader Pdl. "Io pongo oggi e porrò anche in futuro, finché avrò voce, un problema morale. Il problema morale che pongo - ha spiegato Bondi - è il seguente: come possiamo assistere alla defenestrazione del presidente Silvio Berlusconi da parlamentare per mano di un partito, il Pd, con il quale collaboriamo in parlamento e al governo? Oltretutto con un comportamento che calpesta non solo ogni forma di rispetto per la nostra storia e la nostra dignità politica, ma anche uno dei principi essenziali del diritto e della giurisdizione italiana ed europea. Per me questa questione morale è fondamentale e ispirerà d'ora in avanti tutti i miei comportamenti politici".

Duro anche l'altro "falco" del Popolo delle Libertà, Renato Brunetta: "Un'offesa alla democrazia e al diritto. Tanto più grave perché perseguita con rancorosa pervicacia dal partito Democratico, nostro alleato nella maggioranza di governo. Solo il senso di responsabilità e la testimonianza di Silvio Berlusconi, che ha anteposto a tutto il bene comune, ci convince ad andare avanti nel nostro lavoro di rappresentanti degli italiani in una istituzione che sta tradendo se stessa. Diciamolo: si è rifiutata la strada del diritto e del buon senso", ha dichiarato il presidente dei deputati del Pdl.

"È stato chiaramente - ha denunciato - un atto politico, si è deciso di far fuori per via giudiziaria il leader del centrodestra italiano. Per la prima volta nella storia della nostra Repubblica un parlamentare, in questo caso il senatore Berlusconi, non ha avuto la possibilità di difendersi fino in fondo, consentendo alla Corte costituzionale di pronunciarsi. Non si illuda il boia. Sta rotolando il titolo di senatore, non la testa dell'uomo e del politico Berlusconi, che resta il leader e il riferimento di metà degli italiani. Ci sarà pure un giudice in Europa".


Quello che sta succedendo in Italia mi riporta indietro e mi ricorda come fu per molti inquietante che una infima parte dei socialisti negli anni '90 si alleassero con quei comunisti italiani ed i loro eredi che hanno lasciato morire Craxi in esilio per cancellare la storia del socialismo democratico e far dimenticare gli errori e gli orrori dei comunisti. Chi si è potuto battere allora e può con...tinuare oggi a battersi per la giustizia e la libertà grazie a Silvio Berlusconi non può permettere che quella storia si ripeta, non si può continuare ad essere alleati con chi dopo vent'anni di persecuzione vuole eliminare l'ultimo baluardo di libertà. La storia di Forza Italia e di Berlusconi deve essere difesa da chi la vuole infangare. Le larghe intese potevano essere una occasione di pacificazione e di riconoscimento delle ragioni dei moderati italiani e l'apertura di una nuova stagione ma il Pd oggi come il PCI PDS DS ieri ha dimostrato anche in questi mesi di conoscere una sola politica: quella dell'odio e della verità che conviene al Partito. Si possono promuovere, esaltare e riciclare, a tutti i livelli, personaggi che hanno espresso solidarietà agli stalinisti che schiacciavano nel sangue chi reclamava libertà nei paesi dell'Est, ma si devono perseguitare in tutti i modi i grandi democratici che si sono battuti per un Italia migliore ed hanno realizzato cose importanti per il bene comune come Craxi e Berlusconi soprattutto se hanno impedito che la sinistra illiberale conquistasse il potere.
Per questo le misere divisioni di oggi fra coloro che hanno lavorato per l'affermazione di Forza Italia vanno, se è possibile superate, per riconsegnare a Berlusconi la effettiva guida dei moderati da parlamentare o da perseguitato. Facciano tutti un passo indietro e chiedano a Berlusconi di fare un passo avanti proprio in questo momento. Chi lavorasse per operazioni di basso profilo e di mero opportunismo convenienti solo al PD che è minoranza nel Paese, farebbe un pessimo servizio all'Italia e si renderebbe responsabile di consegnare ai conservatori della sinistra, ormai succube di egoistici poteri antipopolari e di interessi antinazionali, il futuro del nostro paese facendolo precipitare verso un regime assolutamente illiberale fatto di vessazioni fiscali e di assoluto impoverimento economico.