Al teatro Diego Fabbri di Forlì dove sabato scorso
si è svolto un corso di aggiornamento professionale promosso dagli ordini degli
avvocati di Forlì, Cesena, Ravenna e Rimini mancavano solo le bandiere del Pd e
poi il quadretto sarebbe stato perfetto. Ma è un dettaglio visto che in sala,
come relatori, erano presenti ben quattro esponenti del Partito democratico.
All'evento, che garantiva ai partecipanti quattro crediti formativi in materia
di deontologia su quindici obbligatori da conseguire ogni anno, era stata resa
nota da mesi la presenza del ministro della Giustizia Andrea Orlando ma, dopo
la decisione di quest'ultimo di scendere in campo e sfidare Matteo Renzi nella
conquista della segreteria nazionale del partito, gli organizzatori hanno
pensato bene di «riequilibrare» invitando anche esponenti politici di area
renziana. A coordinare gli interventi è stato chiamato all'ultimo momento il
deputato forlivese Marco Di Maio - che infatti non compare nella locandina ufficiale
inviata agli avvocati tramite la newsletter dell'Ordine - componente del
comitato a sostegno della riconferma del segretario uscente Renzi che,
oltretutto, in Parlamento non è neanche in commissione Giustizia e nulla ha a
che fare con la professione forense. Come del resto non vi ha a che fare la
terza esponente del Pd invitata a tenere una lezione di deontologia agli
avvocati romagnoli: Emma Petitti, ex deputata, attualmente assessore regionale
al Bilancio (e Riordino istituzionale, Risorse umane e Pari opportunità)
chiamata ad illustrare le «strategie della Regione Emilia Romagna per il
contrasto alla violenza contro le donne». Ottimo tema per un convegno
femminista, meno per un corso di deontologia.
Per completare il quadro non sono inoltre mancati
i saluti ai partecipanti del sindaco di Forlì Davide Drei, anch'egli eletto col
Pd, ça va sans dire.
Tutto in casa Pd, dunque: non si è pensato
minimamente né di invitare rappresentati di altri partiti né che un corso di
aggiornamento professionale valido per l'acquisizione di crediti obbligatori
dovesse rimanere estraneo a logiche partitiche e non trasformarsi in un
convegno politico a un mese dalle primarie e soprattutto a un mese dalle
elezioni amministrative a cui sono interessati diversi Comuni della zona fra
cui Riccione.