giovedì 26 maggio 2016

SONO ANDATO AL CIRCO GRAZIE AGLI ANIMALISTI E AMBIENTALISTI


Nei giorni scorsi la contestazione degli animalisti e ambientalisti Faentini mi ha portato a conoscenza che a Faenza arrivava il circo Orfei. Grazie a questa informazione sono tornato ai tempi giovanili quando andava al circo e passavo una bella giornata, per questo ho portato il nipote a vederlo e sono tornato anch’io. Un tuffo nel passato due ore di sano divertimento con acrobati, auto, e gli Animali, che bello sono tornato giovane. Non entro nel merito delle contestazioni, dico subito che non le condivido, esprimono concetti superati, pregiudiziali e bloccano l’Italia (Nucleare, sviluppo economico); e chi non la pensa come loro è il “cattivo”.  Nell’attesa  mi sono tornato in mente quanto sono stato contestato in modo “inelegante” da parte di chi si crede superiore culturalmente “chic di sinistra”, mi hanno chiamato il ”porco del parco” per il Parco della Vena del Gesso, ”nemico “ degli animali  per la festa del Porco a Brisighella; del canile di Ghiozzano; della scomparsa dei daini nel Parco Carnè, degli elefanti che sfilavano nel paese nelle Feste Medievali degli anni d’oro, l’apertura della Tanaccia che disturbavano i pipistrelli, quante le sfilate, cartelloni e contestazioni…..
Certo la crema chic di sinistra ha la memoria corta e chi non si adegua, è trattato male e messo da parte. In questi giorni si celebrano i trent’ anni per parco geologico di Brisighella, ricordo quanto ho collaborato con il prof. Vai per realizzarlo, in quel periodo ero sindaco nel luogo esisteva la cava per un’azienda, anzi dimenticato nelle pubblicazione. Il parco Carnè, dove sono stato presidente lo mantenevamo con una spesa modesta (30milioni ovvero 15mila euro annuali fra Brisighella; Faenza e Provincia di Ravenna), senza ristoranti, ho mantenuto l’ambiente, il lavoro degli agricoltori. La sinistra con i suoi architetti ha il comando in tutta la Regione, ma  nel silenzio generale ha permesso un allevamento industriale nella zona del Parco, eliminato il museo della Civiltà contadina con opere donate e ora portano alcuni pezzi falsi!, raso al suolo la struttura archeologica industriale del Molinone, ha la Festa del Parco  del Gesso con i fuochi artificiali per la “tranquillità” della fauna, controllano tutto, occupano i punti nevralgici. La sinistra di sempre…. W il Circo Orfei che si è esibito a Faenza, evviva la libertà, senza alcuna paura. Vincenzo Galassini ex consigliere provinciale


CONFERENZA STAMPA: NO alla Schiforma Renzi-Boschi

Vincenzo Galassini Presidente provinciale del Comitato per il NO -Andrea Tarabusi Presidente Comunale-Rodolfo Ridolfi Coordinatore Nazionale di Azzurri '94

Terremo a partire dal 18 giugno prossimo iniziative pubbliche e organizzeremo banchetti a Faenza e nel faentino come in tutti i Comuni della Provincia di Ravenna per raccogliere firme ed illustrare le motivazioni della campagna referendaria per il NO alla Schiforma Renzi-Boschi .
"Il nuovo Senato, sarà solo come 'una suocera che elargisce consigli non richiesti, una suocera inascoltata che non avrà nessun potere reale nell'ordinario procedimento legislativo. Ma che avrà - e questa è una delle grandi contraddizioni della riforma - un potere paritario a quello della Camera nelle leggi costituzionali, nonostante i suoi membri siano eletti in modo totalmente disomogeneo rispetto alla Camera. Per cui rassegniamoci: se passa questa riforma sarà praticamente impossibile cambiarla. Come si fa a dire, che la situazione 'non appare diversa da quella di tutti gli Stati composti'  Difficile poi credere ai renziani quando affermano che: 'i poteri normativi del Governo vengono riequilibrati' e che 'il sistema delle garanzie viene significativamente potenziato. Al contrario nell'abbinata con l'Italicum la riforma fa deragliare l'impianto istituzionale verso un Premierato assoluto,  perché la Camera dei deputati non sarà altro che una caserma (in gran parte composta da nominati) pronta ad obbedire, senza discutere, agli ordini del premier
NO PERCHE’ LA COSTITUZIONE DEVE UNIRE E NON DIVIDERE La Costituzione costituisce l’identità politica di un popolo. E’ stato così nel miracolo costituente del 1948, con una Costituzione approvata quasi all’unanimità e che ha svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo del nostro Paese. Certamente quell’impianto necessitava di riforme, ma questa riforma costituzionale destituisce il meglio della tradizione democratica del nostro Paese: divide anziché unire, lacera anziché cucire, porta le cicatrici di una violenza di una parte sull’altra. Questa riforma nasce già fallita.
NO PERCHE’ IL NUOVO SENATO E’ SOLO UN PASTICCIO Le funzioni attribuite al nuovo Senato sono ambigue e il modo di elezione dei nuovi senatori è totalmente confuso, prevedendo peraltro che siano rappresentati enti territoriali (Regioni e Comuni) con funzioni molto diverse.
NO PERCHE’ SI SOSTITUSCE IL CENTRALISMO AL PLURALISMO E ALLA SUSSIDIARIETA’, E SI CREA INEFFICIENZA. La stessa riforma del Titolo V della Costituzione, così come riscritta, tornando ad accentrare materie che, nel riordino effettuato nel 2001, erano state assegnate alle Regioni, matura l’eccesso opposto, ovvero un centralismo che non è funzionale all’efficienza del sistema. Aumenterà la spesa statale, e quella regionale e locale, specie per il personale, non diminuirà. Ci si avvia solo verso la destituzione del pluralismo istituzionale e della sussidiarietà. Non basta l’argomento del taglio dei costi, che più e meglio poteva perseguirsi con scelte diverse. Né basta l’intento dichiarato di costruire una più efficiente Repubblica delle autonomie, che è clamorosamente smentito dal farraginoso procedimento legislativo e da un rapporto Stato-Regioni che non valorizza per nulla il principio di responsabilità e determina solo un inefficiente e costoso neo-centralismo. Se proprio si voleva ragionare sul taglio dei costi, e sulla riduzione degli eletti, andavano magari fatte scelte più drastiche. Sostenere che il nuovo Senato delle autonomie costituirà un tassello essenziale di un regionalismo collaborativo che garantirà la rappresentanza al centro delle istituzioni locali è pura fantasia. 



martedì 24 maggio 2016

SAGGIA DECISIONE DEL COMUNE DI CESENATICO: RECESSO DALL’ACCORDO AMMINISTRATIVO FRA COMUNE DI CESENATICO E AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI FORLI’-CESENA PER LA GESTIONE DEL PIANO STRUTTURALE COMUNALE DI CESENATICO A NORMA DELLA LEGGE REGIONALE 20/2000.


Con delibera del Consiglio Comunale del 2006 il comune di Cesenatico, unico comune costiero a decidere questo passo, approvava il Piano Strutturale Comunale (PSC) associato tra il Comune stesso, la provincia di Forlì Cesena ed altri 6 Comuni (Borghi, Gambettola, Mercato Saraceno, Roncofreddo, Sogliano, Verghereto) in variante al Piano Provinciale (PTCP), approvato nel 2010 e valevole fino al 2035. Oggi il Comune di Cesenatico ha deciso di sganciarsi da questo piano associato. IL SINDACO BUDA. Il progetto è andato il Consiglio comunale l’8 ottobre. Il Sindaco in qualità di assessore all’Urbanistica Buda s’addentra nell’importante tematica: “ Siamo i primi a sganciarci da questo Piano associato che non fa altro che complicare la vita ai cittadini. Oggi i tempi per la pratiche edilizie sono troppo lunghi e con la riforma delle Provincie le competenze urbanistico – edilizie probabilmente passeranno alle Regioni dilatando ancora di più i tempi. Pertanto lunedì (l’8 ottobre ndr) è stato chiesto al Consiglio comunale di recedere da tale accordo associato. Ciò permette al comune di Cesenatico di tornare, dopo tanti anni, in pieno ed esclusivo possesso del Piano strutturale comunale e di procedere celermente agli ulteriori strumenti urbanistici richiesti dalla legge quali il RUE ed il POC. Questo porterà un grande vantaggio per i cittadini. Innanzi tutto l’interlocutore per le pratiche urbanistico edilizie diventa uno solo : il comune di Cesenatico. Ciò permetterà un grande risparmio di tempo ed uno snellimento burocratico. Questa importante decisione va nella direzione di snellire i tempi e la burocrazia intrapresa dal mio assessorato, non è accettabile attendere anni per avere i permessi a costruire una attività o una residenza! E’ un modo per rilanciare anche l’economia, meno burocrazia uguale più reddito”

lunedì 23 maggio 2016

venerdì 20 maggio 2016

SANITÀ, DISCRIMINATI LUGO E DI FAENZA


Il consuntivo del bilancio dell’Ausl della Romagna ha chiuso con un utile pari a 44.124,28 e fra gli aspetti positivi emergono, tra gli altri,  i lusinghieri  investimenti complessivi per oltre 18 milioni di euro. Questi dati presentati ai componenti della Conferenza socio sanitaria territoriale – sindaci e presidente della Provincia di Ravenna – hanno ottenuto, come prevedibile,   l’ unanimità anche se, alla luce di questa situazione economico finanziaria, continua a mantenersi molto soft l’impegno rivolto agli ospedali di Faenza e di Lugo. A Faenza, ad esempio,  si prevedono interventi a favore del Pronto soccorso con un impegno di spesa di 678.433 euro, ma poi null’altro. Addirittura per Lugo non sono previste opere di adeguamento  né tantomeno  investimenti di alcun tipo, mentre si concentra la totalità delle risorse disponibili nei quattro ospedali principali di Ravenna, Forlì’ Cecena e Rimini.     
Dal comunicato ufficiale  dell’Azienda sanitaria, oltre alla mancanza d’investimenti in questi due ospedali con un bacino di utenza di circa duecento mila abitanti, si fatica a intravvedere un loro futuro e, soprattutto, preoccupa la diffidenza dei loro cittadini che preferiscono accedere ad altri ospedali spesso fuori dal perimetro aziendale. Cittadini disposti a invertire la loro tendenza unicamente a fronte d’impegni certi  e concreti sul piano dell’implementazione dei servizi e delle risorse umane affinché si possa  raggiungere un clima di indispensabile fiducia e tranquillità. Dai dati in oggetto, tuttavia, come appare evidente, non arrivano certamente segnali confortanti, mentre i sindaci dei territori approvano senza proferire considerazione alcuna. Nel comunicato aziendale si citano, infine,  159 nuove assunzioni, ma sarebbe interessante capire di quali professionalità si tratta e in quali sedi sono assegnate queste  nuove risorse umane.  


martedì 17 maggio 2016

FINISCE L’AVVENTURA DI CONSIGLIERE PROVINCIALE DI FORZA ITALIA.


            Termina oggi la carica di consigliere provinciale di Forza Italia eletto per la prima volta nel 2001, dove ho svolto prima la carica di consigliere provinciale poi di capo gruppo e nel 2006, candidato a presidente della Provincia per una parte del centro destra Forza Italia; Lega Nord; UDC, non partecipava AN. Alle ultime elezioni provinciali ero il primo dei non eletti e con le dimissioni del leghista Capucci sono tornato in consiglio provinciale, una parte degli eletti è passata a NCD. Con orgoglio confermo l’impegno assunto per sedici anni con Forza Italia.
La provincia di Ravenna come tutte le provincie non scompaiano nonostante le falsità di Renzi e Del Rio. I nuovi consiglieri provinciali di Ravenna, dopo le elezioni del comune di Ravenna, saranno svolti dai consiglieri comunali e dai sindaci eletti in seconda grado come avverrà per il nuovo Senato come si vuole fare con la nuova legge costituzionale, rimangono sempre i costi, è mancata una vera riforma costituzionale che affrontasse veramente il problema generale.
Termina la vita politica come consigliere nelle istituzioni continuerò le mie battaglie all’esterno come uno dei fondatori di Forza Italia a Ravenna esprimendo il mio parere a tutti i livelli in piena libertà di pensiero come sempre ho fatto e fedele alla linea del nostro fondatore Silvio Berlusconi, cominciando dal comitato per il No. Con l’occasione ringrazio i collaboratori per i consigli e suggerimenti, la stampa, la provincia che ha ascoltato la mia “grinta” per difendere le giuste ragioni dei cittadini, che però devo costatare mai accolte, sperpero STEPRA, l’E55; le infrastrutture e tanto altro, ho preso atto che nessuna delle segnalazioni alla Corte dei Conti di Bologna a oggi sia stata accolta, ma non mi meraviglio di più nulla.
 Quello che mi preoccupa che lo “stile” della sinistra in Provincia di Ravenna e Emilia Romagna si estenda in tutta Italia, grave pericolo per i nostri “nipoti” e dell’Italia!
Grazie a tutti.
Consigliere Gruppo Forza Italia Vincenzo Galassini

sabato 14 maggio 2016

FRANCESCO ZANNONI RITORNA CONSIGLIERE A BAGNACAVALLO: BUON LAVORO

Francesco Zannoni sa sempre di Forza Italia

Nell’ultimo consiglio comunale che ha approvato il rendiconto della gestione relativa all’anno 2015 con 10 voti favorevoli (gruppo PD) e 4 voti contrari Lega-Nord-Forza Italia; Bagnacavallo Insieme e un consigliere indipendente, nel corso della seduta è avvenuto l’avvicendamento tra la consigliera di Lega Nord Samantha Gardin, dimissionaria (si è candidata a Ravenna in consiglio comunale è diventata anche segretaria    ) è subentrato Francesco Zannoni un rientro al quale va gli auguri di Buon Lavoro come nel passato di Forza Italia Ravenna
Lista comune di Bagnacavallo maggio 2014, aveva ottenuto  un seggio

PERCHE’ GLI ANNI PASSANO….. MA NON CANCELLANO I MERITI DI CHI HA FATTO RISPETTO A CHI SA SOLO PROMETTERE………

#‎GraziePresidenteBerlusconi

martedì 10 maggio 2016

IL CAV. RILANCIA: ALLE POLITICHE CENTRO DESTRA UNITO


Berlusconi è già in campo per il 2018. "Ma per vincere questo vecchietto serve ancora"

Dopo settimane di tuoni e fulmini, c’è una schiarita nel centrodestra. A rivelarla è stato Silvio Berlusconi, ieri intervenuto a Milano per la presentazione ufficiale dei candidati a sostegno di Stefano Parisi. «Con Forza Italia –ha spiegato l’ex premier – abbiamo messo giù il programma per le nuove elezioni nazionali» che conterrà, ha detto «tre meno, cioè meno tasse, meno Stato e meno Europa, e tre più, vale a dire più welfare, più sicurezza e più garanzie per tutti, con la riforma della giustizia». Non è mancato un accenno alle ipotesi di composizione di un eventuale governo di centrodestra, una squadra che sarebbe «formata da otto ministri, tre in quota Lega, tre per Forza Italia e due per Fdi, scelti tra personalità già impegnate nella politica», oltre a questi, altri dodici «saranno scelti valutando i profili di personalità provenienti dalla vita vera». Il leader di Forza Italia poi ha tracciato un quadro di prospettiva: «Facendo una media dei vari sondaggi, il Pd è sceso al 30,2% e Renzi, al 28%, non avrà modo di passare i voti suoi al partito». M5S, ha argomentato Berlusconi, «è salito al 28%, forte del disgusto degli italiani per questa politica», mentre il centrodestra «è al 33% e supera tutti e due». Però «se al ballottaggio andassero M5S e Pd, vincerebbero indubbiamente i primi. E sarebbe una tragedia per gli italiani. Dunque «per dare un futuro e un governo di democrazia al Paese c’è solo una strada: che il centrodestra superi al primo turno il 40%». Però, per rendere questo possibile, è necessario che Forza Italia passi «dal 13 al 20%. Questo - ha detto con una battuta - vorrebbe dire che ho un problema. E cioè che il vecchietto deve restare in campo ancora». Non è mancato un accenno alla situazione romana, con una piccola gaffe. Nella Capitale, ha spiegato Berlusconi «solo Bertolaso era il candidato giusto contro il degrado quotidiano. Gli altri sono solo bla bla bla». Poi però, gli arriva un biglietto dallo staff, e lui ha corretto il tiro: «mi dicono che bisogna chiarire che su Roma Marchini è la persona giusta». Il leader di Forza Italia ha poi tracciato la rotta per i prossimi mesi: «Abbiamo

domenica 8 maggio 2016

CORTE DEI CONTI: DUE PESI E DUE MISURE?


            Apprendo che la Corte dei Conti di Milano in merito all’esposto contro il sindaco di Lodi (non entro nel merito delle eventuali responsabilità) ha risposto al presentatore dell’esposto (20.5.14 a seguito sollecito 20.11.2014) che la pratica era stata aperta e assegnata a un sostituto procuratore (indicando il nome e cognome) e  avviata l’istruttoria.
Nel mio caso ho presentato diversi esposti Corte dei Conti di Bologna per fatti successi a Bologna, Ravenna e comuni della Provincia fino al 2009 ho ricevuto risposta che le pratiche erano chiuse o in istruttoria parecchie erano ancora aperte, poi più nulla.
            A Bologna e forse anche a Milano la Corte non riceve il pubblico, a seguito di numerose telefonate sono riuscito ad avere notizie sugli esposti “…alla richiesta di conoscere lo stato dei procedimenti aperti a seguito degli esposti in data 25.10.14; 29.6.15, 31.8.15 si comunica che secondo le Linee guide del Procuratore Generale, non è possibile fornire alcuna informazione sulle attività inquirenti, ai privati, ancorché, autori di esposti”.  
La decisione è frutto di “linee guida” non una legge o una circolare, a Milano almeno rispondano a chi è stata assegnata e se stata avviata l’indagine!
Alla faccia della “TRASPARENZA”. Consigliere Provinciale Forza Italia Vincenzo Galassini.

LEGGI DUE LETTERE

giovedì 5 maggio 2016

PROFUGHI IN ALBERGO ITALIANI IN PANCHINA A FAENZA


LA TRAGICOMMEDIA DEI RIFIUTI DI TIZIANO CERICOLA


Tiziano Cericola, della lista civica Rinnovare Faenza, Il problema, secondo Cericola, "sta nella gestione complessiva della filiera dei rifiuti, totalmente affidata ad Hera, senza alcun controllo effettivo da parte della Regione, che ha anche tolto ogni voce in capitolo ai Comuni". Cericola  "La Regione ha diviso il territorio in ambiti territoriali ottimali; per tali ambiti la Regione fa un bando e trova il gestore (Hera); la Regione ha un ufficio (Atersir) che ha il compito di controllare il gestore e di definire il costo del servizio; i singoli Comuni prendono atto di questo costo e lo trasformano in TARI (tassa rifiuti). Questo sistema ha difetti evidenti, sia come principio che come pratica attuazione. 1) Non si possono esautorare i Comuni dai compiti di scelta del gestore, di controllo del servizio, di controllo dei costi: questo semplice principio deriva dal fatto che il cittadino paga la TARI e deve (tramite il Comune) avere la possibilità di effettuare un controllo democratico sul servizio che sta ricevendo: pago quindi controllo2) Atersir è in realtà una scatola vuota. In ottobre 2015, su mia richiesta, un dirigente di Atersir è venuto a relazione nella nostra commissione consiliare, con effetti sconfortanti: sono in pochi, non riescono a fare controlli efficaci, tutte le loro analisi vengono fatte sui dati forniti da Hera. In sostanza si tratta di un ufficio passacarte, che lavora sui dati forniti dal soggetto che dovrebbe controllare, che non fa controlli durante la fornitura del servizio. Nessun soggetto pubblico è in grado di controllare se Hera sta veramente facendo quello che c'è scritto sul bando. 3) Il gestore (Hera) non

martedì 3 maggio 2016

COMITATO PER IL NO ALLA RIFORMA COSTITUZIONALE BOSCHI RENZI

La XV^ Convention di Azzurri '94  di Rimini del 15 aprile scorso ha costituito il Comitato per il NO alla riforma costituzionale Boschi-Renzi chiamando a presiederlo il Prof. Avv. Liborio Cataliotti. Il Comitato che opererà in tutte le province e le città dove è presente il Movimento nella provincia di Ravenna sarà coordinato da Vincenzo Galassini e nella città di Faenza da Andrea Tarabusi
Le motivazioni:
1) NO PERCHE’ LA COSTITUZIONE DEVE UNIRE E NON DIVIDERE
La Costituzione costituisce l’identità politica di un popolo. E’ stato così nel miracolo costituente del 1948, con una Costituzione approvata quasi all’unanimità e che ha svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo del nostro Paese. Certamente quell’impianto necessitava di riforme, che si inseguono invano da decenni, ma questa riforma costituzionale per il suo codice genetico e per i suoi contenuti destituisce il meglio della tradizione democratica del nostro Paese: divide anziché unire, lacera anziché cucire, porta le cicatrici di una violenza di una parte sull’altra. Questa riforma nasce già fallita.
2) NO PERCHE’ IL NUOVO SENATO E’ SOLO UN PASTICCIO
Le funzioni attribuite al nuovo Senato sono ambigue e il modo di elezione dei nuovi senatori è totalmente confuso, prevedendo peraltro che siano rappresentati enti territoriali (Regioni e Comuni) con funzioni molto diverse. Non potrà funzionare.
3) NO PERCHE’ SI SOSTITUSCE IL CENTRALISMO AL PLURALISMO E ALLA SUSSIDIARIETA’, E SI CREA INEFFICIENZA
La stessa riforma del Titolo V della Costituzione, così come riscritta, tornando ad accentrare materie che, nel riordino effettuato nel 2001, erano state assegnate alle Regioni, matura l’eccesso opposto, ovvero un centralismo che non è funzionale all’efficienza del sistema. Aumenterà la spesa statale, e quella regionale e locale, specie per il personale, non diminuirà. Ci si avvia solo verso la destituzione del pluralismo istituzionale e della sussidiarietà. Non basta l’argomento del taglio dei costi, che più e meglio poteva perseguirsi con scelte diverse. Né basta l’intento dichiarato di costruire una più efficiente Repubblica delle autonomie, che è clamorosamente smentito dal farraginoso procedimento legislativo e da un rapporto Stato-Regioni che non valorizza per nulla il principio di responsabilità e determina solo un inefficiente e costoso neo-centralismo. Se proprio si voleva ragionare sul taglio dei costi, e sulla riduzione degli eletti, andavano magari fatte scelte più drastiche.

domenica 1 maggio 2016

MARCHINI SINDACO PER ROMA. DA LEGGERE. NESSUNO INCIUCIO. SOLO UNA SCELTA PER VINCERE.

"E’ una decisione per riportare i moderati a governare Roma. E questo immagino non farà piacere a Renzi. Eppure c’è chi, forse nella confusione delle ultime ore, ci ha accusato proprio del contrario, di voler fare un favore a Renzi, risuscitando addirittura il Patto del Nazareno. Questa è un’accusa che mi ha davvero sorpreso. Intanto il Patto del Nazareno, come lo avevamo inteso noi, non serviva affatto a fare il gioco di Renzi, serviva a rendere insieme un servizio al Paese, cambiandolo e modernizzandolo con riforme condivise: avevamo il dovere di provarci. Ma poi ci siamo resi conto che Renzi aveva tutt’altre intenzioni, voleva soltanto una riforma a suo uso e consumo che di fatto limita la democrazia." ...Ripeto: se vogliamo contrastare davvero Renzi dobbiamo convincere coloro che non votano a tornare con noi, usando il linguaggio della ragione e della concretezza".

Comunali Roma, intervista a Berlusconi su Marchini: «Con lui possiamo vincere»