domenica 30 giugno 2013

SUBITO FORZA ITALIA

La Convention Regionale di AZZURRI ’94 a Rimini il 12 luglio prossimo sarà il preludio a Forza Italia.
Rimini ospiterà infatti la 3^ Convention Regionale di AZZURRI ’94 Il Movimento creato da Rodolfo Ridolfi il 9 novembre 2012 per chiedere il ritorno in campo di Silvio Berlusconi ed il ritorno ai valori ed ai programmi di Forza Italia. Il titolo “Subito Forza Italia” narra da solo come il Berlusconismo sia un'esperienza di successo capace di mettere insieme la migliore tradizione democratica del nostro Paese, i liberali, i socialisti, i democristiani di tutte le razze fino alla destra democratica di An, ora però l'esperienza con An si e' conclusa e a questo punto e' meglio tornare alle origini. ''Ci avevano definito, vent’anni fa partito di plastica, si sono dovuti ricredere, hanno detto che siamo mafiosi ed impresentabili, anche sulla stampa e addirittura nel PDL ci avevano definito nostalgici e reduci si sono dovuti e si dovranno ricredere perché come è scritto nel nostro manifesto fondativi, sottoscritto da 600 dirigenti ed eletti azzurri della Regione: “Silvio Berlusconi è il catalizzatore di tutte le istanze di rinnovamento e di liberazione della nostra società, che avevano sempre trovato fieri oppositori nei conservatorismi confliggenti ma convergenti della tradizione cattolica e comunista. Quando poi le due chiese si sono unite non ci sarebbe stato nulla da fare; l’unica opposizione a ciò sono stati i valori, le idee ed i programmi sostenuti da Forza Italia, come movimento politico che metteva in campo Berlusconi. Per noi che informiamo la nostra azione politica allo spirito originario di Forza Italia, le indicazioni di Silvio Berlusconi sono più che sufficienti per mobilitarci. E’ per questo che raccogliendo l’esigenza di tanti amici che non si arrendono alla consunzione della cattiva politica ed all’antipolitica dilagante abbiamo promosso intorno ad un Manifesto-appello il “Comitato Azzurri del ’94 con Berlusconi” per rilanciare in azioni concrete i principi liberali e di economia sociale di mercato su cui è stata fondata Forza Italia. Chiedevamo di ritornare al nome e simbolo di Forza Italia per marcare le ragioni dell’alternativa programmatica, politica, di valori, alla sinistra e ad un certo establishment amministrativo del tutto conservatore, perché le contraddizioni intrinseche allo schieramento di centro-sinistra sono profondissime e già visibili ad occhio nudo e quindi esse possono anche esplodere in tempi imprevedibili. Una accuratissima e calzante analisi sulla riforma dell’architettura istituzionale offre l’irripetibile occasione dell’elezione diretta del Presidente della Repubblica..” concludevamo. Come ben possiamo affermare non eravamo dei nostalgici ma dei “Facili profeti”

sabato 29 giugno 2013


"Il Popolo della Libertà resterà come coalizione dei partiti del centrodestra. Forza Italia ne farà parte e io temo che sarò ancora chiamato ad essere il numero uno". Parole di Silvio Berlusconi che conferma quindi il ritorno allo 'spirito del 94', a quella Forza Italia che tante soddisfazioni ha dato, a livello elettorale e non solo, e che non è mai definitivamente uscita dal cuore del leader del Pdl e del centrodestra. Ritorna Forza Italia - Le voci di una rinascita di Forza Italia erano state confermate, qualche giorno fa, dal segretario del Pdl Angelino Alfano e dal falco del partito Daniela Santanché. Il Pdl, ad ogni modo, ci sarà ancora, sarà la cornice all'interno della quale far confluire il popolo del centrodestra. Ma l'anima, il cuore pulsante del nuovo progetto, è Forza Italia. Ciò non vuol dire, come pure si maligna, che il Pdl sia destinato a fare da bad company. Al contrario: Berlusconi sa che con la sola Forza Italia non riuscirebbe a raggiungere i fasti di un tempo, quando in alleanza con An e la Lega ha più volte sfiorato il 50%. Ma il Pdl resta e serve - Ecco allora la funzione del Pdl: attrarre quell'elettorato moderato, non tifoso, che non sempre ha votato Berlusconi, ma che allo stesso tempo non ha nessuna voglia di lanciarsi in un abbraccio mortale con la sinistra. E' inutile nasconderlo: nonostante la rimonta impressionate di cui è stato capace alle scorse politiche, il Pdl ha lasciato per strada una larga fetta di elettorato, che ha preferito votare Beppe Grillo o, peggio, darsi alla macchia, andando a riempire il serbatoio dell'astensionismo. Recuperare questi elettori è compito del Pdl. A Forza Italia dare voce all'elettorato movimentista, quello voterebbe Berlusconi sempre e comunque. Una grande soddisfazione una battaglia che abbiamo sempre sostenuto. Galassini, Ridolfi, Bazzoni




venerdì 28 giugno 2013

E IO PAGO: DIRIGENTI PROVINCIA. BEN 118 MILA EURO PER LA RETRIBUZIONE DI RISULATO.


Soprattutto in questi momenti così difficili, si parla spesso del tema dei  dirigenti degli enti pubblici, alla luce delle disposizioni contenute nella spending review.  Nello specifico, in un articolato testo riguardante gli enti pubblici,  si fa esplicito invito a non aumentare i fondi per la contrattazione decentrata integrativa limitando,  di conseguenza,  ogni possibilità di accrescere i salari accessori dei dirigenti e delle posizioni organizzative. Nel triennio 2011 – 2013, quindi, il trattamento economico dei dirigenti della Provincia non potrebbe aumentare rispetto al 2010, e quest’assunto non concerne solo lo stipendio,  ma anche le forme di salario accessorio. Addirittura si prefigurano gli estremi d’illegittimità  nel caso di modifica dell’attribuzione delle posizioni dirigenziali con aumento del salario accessorio qualora  non sussista l’evidente variazione dei compiti assegnati. Stando a queste inequivocabili interpretazioni, peraltro supportate da pareri di sezioni giurisdizionali della Corte dei Conti,  le indennità di posizione non possono, dunque, essere modificate in aumento e tale divieto  si riferisce al citato  triennio 2011 - 2013.   La giunta provinciale con proprio atto deliberativo, come si evince dalla tabella sotto riportata, ha modificato artatamente le percentuali  delle due voci,  vale a dire quella dell’indennità di posizione e quella di risultato,  rendendo sensibilmente sbilanciato il risultato  in favore

CON MARINA E FORZA ITALIA SOGNO UN RITORNO AL FUTURO


Marina Berlusconi ieri ha smentito di avere intenzione di "salire" in politica, ma Giancarlo Galan ci spera: il deputato Pdl che aveva dichiarato defunto il partito preannuncia un "ritorno al futuro: ora si ritorna a Forza Italia". Non solo questione di nome: "Cambierà tutto, non sentirete più parlare di congressi, di tessere...la nuova Forza Italia tornerà a parlare di riforme liberali, di organizzazione snella, rapida, imprenditoriale del partito". E Galan condanna la dirigenza attuale: "Quando un partito perde 8 milioni di voti in pochi anni, dalle regionali del 2010 non a caso, vuol dire che un problema c'è". E d'altronde il Pdl "era un partito che non suscitava più emozioni, che non elaborava progetti, chi lo guida eviti l'agonia e lascia il passo a qualcosa di nuovo dal sapore antico ma vincente".I tempi saranno rapidi, "penso che si faccia tutto entro luglio". Guardando avanti proprio a Marina Berlusconi: secondo Renato Brunetta dovrebbe dimostrare quello che vale, ma per Galan "lei non deve dare alcuna dimostrazione. Berlusconi ne diede nel '94. Già sogno un confronto tv fra Renzi e Marina, il meglio che i due partiti possano offrire ai loro elettori". Quanto alla fase di transizione, per Galan sì a Daniela Santanché: "per me andrebbe benissimo, un ruolo di primo piano se l'è già ritagliato, si tratta di formalizzarlo". Roma, 27 giu. (TMNews) -


giovedì 27 giugno 2013

L’INCUBO NON E’ FINITO: SIETE PRONTI PER ROMANO PRODI SENATORE A VITA?


Ora che i senatori a vita stanno morendo uno dopo l’altro e i posti teoricamente liberi sono quattro (ma chissà poi perché sia obbligatorio riempirli), Repubblica presenta la lista dei papabili a Giorgio Napolitano. Gli dà pure una scadenza di massima, “dopo l’estate”. La novità maggiore, oltre ai soliti Abbado e Muti, sta nella possibilità che nonostante quanto si era detto mesi fa, anche qualche politico potrebbe giocare la sua partita con chance di successo. Ma ecco che qui casca l’asino: Repubblica sostiene, tronfia e sicura, che Berlusconi è assolutamente escluso. Niente da fare per il puzzone di Arcore, i niet dal Quirinale sarebbero arrivati in tono perentorio che neanche Stalin a Mosca. E anche l’ultimo mesto pellegrinaggio di Angelino Alfano da Napolitano sarebbe finito in un buco nell’acqua. Da quell’orecchio non ci sente, l’anziano presidente. “Troppo divisivo” sarebbe infatti il leader del PdL. Eppure, scrivono sempre i soloni di Ezio Mauro, chi ha veramente possibilità di essere nominato senatore a vita è Romano Prodi. Sì, lo statista del centrosinistra. Lui sì che non è divisivo, che è stato amato da tutti, che non si è mai gettato in mezzo alla mischia cavalcando la parte contrapposta a Berlusconi. Prodi, un padre della Patria, insomma. Non sappiamo se la lista di Repubblica sarà fatta propria in toto dal capo del Quirinale, ma intanto gli eredi di Scalfari gliel’hanno buttata lì. Della serie, tieni conto del promemoria.  (C) DAW-BLOG/DAW-NEWS RIPRODUZIONE RISERVATA


ESPRIMO DELUSIONE SIA SUL LAVORO SIA SULL’IVA, LONTANISSIMI DA CHOC POSITIVO

Personalmente, e sia pure con rispetto per l’Esecutivo, devo purtroppo esprimere delusione sia sul lavoro sia sull’Iva rispetto agli annunci odierni del Governo. Sul lavoro, siamo lontanissimi (per la platea coinvolta e per le modalità scelte) da quella detassazione totale per i nuovi assunti che avrebbe potuto determinare i numeri necessari ad una vera scossa positiva sul terreno occupazionale.  Sull’Iva, siamo dinanzi a una soluzione obiettivamente di non alto profilo. Con i rinvii, non solo la prospettiva di crescita resta lontana, ma rimane vivo quell’"effetto incertezza" che fa male ai consumi, e che alimenterà - temo - un dibattito politico spossante nei prossimi mesi. E poi, stando alle voci tuttora non smentite, c’è il capitolo più dolente, quello delle coperture, che rischia di costare, in particolare agli autonomi, un’anticipazione di quanto dovuto in scadenze successive. Con il doppio effetto di creare ulteriori problemi di liquidità a commercianti, artigiani, professionisti (e ovviamente anche a tutti gli altri cittadini-consumatori), e di determinare un effetto complessivo di disillusione. In Parlamento sarà necessario un grande lavoro per migliorare questa base.  Daniele Capezzone coordinatore dei dipartimenti del Pdl e presidente della commissione Finanze della Camera




mercoledì 26 giugno 2013

PDL, BISIGNANI: MARINA BERLUSCONI NUOVO LEADER


Una vecchia storia, quella dell'eredità politica di Silvio Berlusconi: chi può prenderne lo scettro? Rebus quasi irrisolvibile, come si era capito nei mesi in cui il Cav aveva mollato dopo la caduta del suo ultimo governo, quando il Pdl nei sondaggi stava colando a picco. Così, quando si prova a risolvere il rebus quasi irrisolvibile, ciclicamente si ripresenta una possibilità: Marina, la figlia "prediletta", apprezzatissima da papà, dalle gerarchie pidielline, e anche dall'elettorato di centrodestra. All'indomani della sentenza del processo Ruby, la stangata con cui il tribunale di Milano cerca di condannare l'ex premier all'ergastolo politico, ecco ripresentarsi il nome di Marina. Lo fa "l'uomo che sussurrava ai potenti", Luigi Bisignani, mister P4, mediaticamente più attivo che mai. Parla a Un Giorno da Pecora, su Radio Due, e spara: "Ieri sera ad Arcore c'è stata una cena e credo che lì Berlusconi si sia convinto che la figlia Marina sia la sua erede". "E' stata testata" - "Io non ero presente alla cena - ha specificato Bisignani -, ma c'erano i familiari, Piersilvio, Marina e Barbara. Poi Francesca Pascale e l'avvocato Ghedini. Il piglio e la forza che Marina Berlusconi ha messo in quella cena ha convinto tutti che il vero erede è lei. D'altra parte - prosegue -, in tutte le grandi democrazie, per esempio negli Stati Uniti, ci sono delle dinastie: quella dei Bush, quella dei Kennedy". Interpellato da Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro, i conduttori della trasmissione, Bisignani rivela che Marina "è stata fatta testare, è stato fatto anche un sondaggio coi parlamentari del Pdl che è andato molto bene. E poi - aggiunge - c'è un altro fatto: loro cercavano un imprenditore. E Marina è un grande imprenditorie". Mister P4 spende poi qualche consiglio, si rivolge a Silvio Berlusconi: "Sbaracca tutto, fidati dell'unica persona di cui ti fidi, che è Marina. A quel punto devi rifare una Forza Italia con Marina", un "nome da spendere anche in funzione anti-Renzi".

JOSEFA IDEM: IL FALLIMENTO DI 15 ANNI DI AMMINISTRAZIONE DEL PCI-PDS-DS-PD


Le dimissioni di Josefa Idem dal governo presieduto da Enrico Letta non possono essere derubricate ad un fatto che riguarda solo la Idem. Ella avrà le sue responsabilità (anche a nostro avviso peraltro meno gravi di quelle di chi si è occupato di burocrazia per suo conto), ma esse colpiscono inevitabilmente un sistema e soprattutto un “metodo” di esercitare il potere in questo territorio da parte del partitone che almeno fino ad oggi tutto ha potuto e tutto ha comandato. Si tratta di quel metodo per il quale l’allora Sindaco Mercatali, quello che può permettersi di attaccare il suo partito per non averlo “difeso” (sic!) da un articolo che rendeva noto di come avesse acquistato ad un prezzo ampiamente più basso della media un appartamento a Marinara, può oggi rivendicare che Josefa Idem venne nominata assessore per “spot” e non per la buona amministrazione della città, senza che nessuno dell’intelligentia ravennate faccia una piega, e soprattutto senza che quella piega fosse mai stata fatta al momento della nomina. Oppure di quel metodo per il quale il numero di presenze sempre basso sia in giunta che in consiglio andava bene perché tanto lei doveva “andare nelle scuole per invitare i bambini a fare sport”.
Oppure di quel metodo per il quale quando il PD decise – placando non pochi malumori interni – che essa dovesse essere eletta senatrice, può permettersi di farle vincere le primarie per i parlamentari locali senza che lei dovesse scomodarsi dalla vacanza in cui si trovava per farsi un briciolo di campagna elettorale. O ancora di quel metodo per il quale quando dichiarò – lei che il Sindaco Matteucci era arrivato ad augurarsi potesse essere la portabandiera alle ultime Olimpiadi – che con il marito erano pronti a lasciare il paese perché gli italiani avevano deciso di esercitare la loro sovranità in modo diverso da quello a lei congeniale, nessuno, benchè gli imbarazzati fossero più d’uno, aveva sentito il bisogno di prenderne apertamente le distanze. Oppure di quel metodo per il quale è alla fine bastato che si inasprisse la battaglia fra bersaniani ed ex bersaniani perché una notizia che evidentemente era già nota in determinati ambiti ma che fino a questo momento era riuscita a rimanere coperta, finisse nelle mani della stampa e assumesse livelli mediatici esplosivi. Oppure, e questo è il vero fardello culturale più difficile da estirpare, quel metodo per il quale in tanti anni di amministrazione a Ravenna, non era stato necessario imparare a gestire politicamente la propria comunicazione, perché il cordone protettivo – questa è la sintesi finale - in questo territorio era talmente forte che non era mai stato necessario porsi il problema.  Alberto Ancarani



BOCASSINI, UNA DELLE FAMIGLIE DI MAGISTRATI PIU’ CORROTTE DELLA STORIA D’ITALIA


Il paragone fra certi p.m. di Magistratura Democratica e gli estremisti della Brigate Rosse è sicuramente improprio ma il fanatismo e la propensione agli affari degli uni e degli altri è sicuramente simile. Ilda Boccassini appartiene a una delle famiglie di magistrati più corrotte della storia d’Italia. Suo zio Magistrato Nicola Boccassini fu arrestato e condannato per associazione a delinquere, concussione corruzione, favoreggiamento e abuso di ufficio perchè spillò con altri sodali e con ricatti vari 186 milioni di vecchie lire a un imprenditore. Anche suo padre Magistrato e suo cugino acquisito Attilio Roscia furono inquisiti. Suo marito Alberto Nobili fu denunciato alla procura di Brescia da Pierluigi Vigna, Magistrato integerrimo e universalmente stimato per presunte collusioni con gli affiliati di Cosa Nostra che gestivano l’Autoparco Milanese di via Salamone a Milano. Non se ne fece niente perchè la denuncia finì nelle mani del giudice Fabio Salomone, fratello di Filippo Salomone, imprenditore siciliano condannato a sei anni di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso. L’Autoparco milanese di via Salomone era un crocevia di armi e di droga ha funzionato per 9 anni di seguito (dal 1984 al 1993), fu smantellato dai magistrati fiorentini e non da quelli milanesi e muoveva 700 milioni di vecchie lire al giorno. A Milano tutti sapevano che cosa si faceva lì dentro. Visto ciò che è emerso a carico del marito per l’Autoparco e visto ciò che sta emergendo a carico del giudice Francesco Di Maggio (anche lui della Procura di Milano) relativamente alla strage di Capaci anche il suo trasferimento a Caltanisetta nel 1992 appare sospetto.

martedì 25 giugno 2013

IDEM SCANDALO ICI: LA MINISTRA SI E’ DIMESSA, TORNA A REMARE!


Appena 10 giorni prima di diventare assessore: così beneficiò dei soldi. Il Pdl locale chiede chiarezza sul ruolo dell’amministrazione
Stefano Filippi – Giornale - nostro inviato a Ravenna  «Una montatura mediatica », dice il ministro Josefa Idem, «non sapevo niente, ero sempre in canoa». Eppure sono molti gli aspetti non chiariti dello scandalo in cui è coinvol­ta (mancato pagamento di Ici, abusi edilizi, palestra senza au­torizzazioni) che l’olimpionica «non poteva non sapere», come avrebbe detto Antonio Di Pietro. Non poteva ignorare di aver fissato la residenza anagrafica in un luogo diverso dal domicilio, a un indirizzo cui ven­gono recapitate tutte le notifiche e le comunicazioni ufficiali, a partire da quelle del Comu­ne di Ravenna di cui la signora è stata assessore per vari anni. Non arrivava la posta in Carraia Bezzi 104, frazione Santerno di Ravenna? Migliaia di coniugi italiani, come rileva il consigliere ravennate Maurizio Bucci (Pdl) in una lettera aperta al ministro piena di interrogativi, per anni hanno usato il trucco di dichia­rare due residenze diverse per beneficiare della doppia esenzione Ici per la prima casa. Ora la legge ha posto fine a questa forma di elusione. Anche Sefi Idem si è adeguata con un ravvedimento operoso alla vigilia del voto che l’avrebbe insediata al Senato. Impossibile pensarci prima?  C’è anche da chiedersi se il ministro-canoista sia così fuori del mondo da non sapere che le opere edilizie negli immobili di proprietà vanno comunicate agli uffici competenti. Le difformità sono state verificate da un accertamento dell’Ufficio edilizia del comune di Ravenna l’11 giugno scorso, una settimana dopo che un quotidiano locale (La Voce) aveva fatto scoppiare il caso. Se quella è casa sua, come poteva il ministro ignorare il flusso di sportivi che si recavano ad allenarsi in palestra? Non sapeva che la trasformazione di un’abitazione in un’attività commerciale dev’essere segnalata al Co­mune, e che la struttura va dotata dei requisiti urbanistici, igienico sanitari e di sicurezza imposti da una pletora di leggi? Davvero non conosce proprio nulla, il ministro Sefi Idem, della burocrazia vessatoria che opprime milioni di italiani?  Ed eccoci, appunto, alla pale­stra abusiva, la Jajo Gym, gestita dall’Associazione sportiva dilettantistica Canoa Kajak Standiana che conta 7 tessere: tre intestate al marito Guglielmo Guerrini (suo ex allenatore) che ne è anche il presidente, una al cognato Gianni e un’altra a lei stessa, il ministro. Un’as­sociazione senza scopi di lucro tutta in famiglia, che gestiva attività aperte al pubblico: anche questo

SENTENZA VERGOGNOSA! BERLUSCONI SIAMO CON TE, TUTTA LA NOSTRA SOLIDARIETA’! BERLUSCONI RESISTI.


“Questa sentenza porta dunque un’altra pietra al monumento della magistratura come contro potere giudicante di chi sia titolato o meno a governare il nostro Paese. Berlusconi é, nonostante tutto, più forte di prima. Cresce il numero delle persone che gli sono vicine anche per questa dolorosa persecuzione cha va avanti da venti anni. Il presidente Berlusconi deve sapere che tanti lo stimano sia come persona che come leader. La giustizia del ’te la faremo pagare’, a sentenza senza uno straccio di prova, nonostante la prova generale per una società del ’grande fratello’, e del molto denaro pubblico speso inutilmente in intercettazioni, ha trovato finalmente la sua rappresentazione finale. Certa magistratura, a Milano, nel silenzio generale, non amministra la giustizia, bensì l’etica, nonostante le smentite di decine di testimoni e l’assenza di una prova: come accade in ogni teocrazia che si rispetti”
Qual é il significato della presenza del Procuratore Capo Bruti Liberati nell’aula del tribunale di Milano?
E’ infatti inusuale e molto singolare quanto sta accadendo: lo dobbiamo interpretare come un ’segnale’ al collegio giudicante? Se così fosse, sarebbe preoccupante; finora il procuratore Bruti Liberati non ha partecipato alle udienze dibattimentali e solo oggi sceglie di essere in aula. Non crediamo alle coincidenze”.

Il Cav.: "Violenza mai vista, resisterò" Le erinni del tribunale condannano Silvio Berlusconi a sette anni di reclusione e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Una sentenza ad personam che svilisce la giustizia


BAZZONI: “ABNORME E GROTTESCA SONO LE UNICHE PAROLE CHE POSSONO DEFINIRE UNA SENTENZA GIA’ DECISA DA 2 ANNI CONTRO BERLUSCONI”




E’ un enorme sconforto che ci prende nel vedere com’è ridotta la Giustizia e la convivenza civile nel nostro Paese, a seguito della sentenza annunciata contro Berlusconi sul caso Ruby. Una sentenza che ribalta tutte le risultanze processuali, in cui era palese a tutti come: non vi fosse il reato, non vi fosse la parte lesa, non vi fosse il movente, non vi fossero i riscontri, non vi fossero testimonianze accusatorie di reati, non vi fossero documenti se non pezzi di intercettazioni in cui si parlava di tutto ma non di reati o condotte punibili penalmente. Inventare una sentenza su una condotta morale (che ognuno può giudicare anche severamente) è roba da inquisizione e solamente l’inquisizione (ed tribunale speciale del fascismo) erano arrivati a considerare di mettere sotto accusa testimoni che non accusavano l’imputato. Perché questo è l’altro grave “vulnus” che si fa alla giustizia italiana: la sentenza del Tribunale di Milano pretende di far indagare 32 testimoni (fra cui deputati e poliziotti) solamente perché non hanno detto quello che l’accusa voleva che dicessero.  E’ una roba da Corte dei Diritti dell’Uomo! Due millenni di cultura giuridica stracciati in 5 minuti a Milano, patria di Cesare Beccaria, che oggi si rivolterà nella tomba con migliaia di insigni giuristi. Per non parlare di milioni di elettori, cui viene sputato in faccia. Neppure nella lotta feroce fra fazioni della Firenze del ‘300 si arrivava a tanto come manipolazione della giustizia a fini politici: Dante venne esiliato semplicemente perché della fazione avversa perdente e non si cercò di attribuirgli reati infamanti. Il drammatico “salto di qualità” che ha compiuto ieri il Tribunale di Milano ha distorto per sempre la civiltà italiana e sarà molto difficile recuperare Giustizia e buon senso. Ma il Presidente Berlusconi siamo sicuri che resisterà, oggi ancor di più bandiera dei cittadini contro il sopruso e l’arroganza bieca, per la libertà. Noi saremo con lui, non sperino di isolarlo, queste vicende aumentano la nostra fiducia nell’uomo e nel politico.      Gianguido Bazzoni

domenica 23 giugno 2013

AUSL UNICA DI ROMAGNA: PERCHE’ I SINDACI TACCIONO?


Il Presidente del Gruppo assembleare del PDL Gianguido Bazzoni interviene sulla questione AUSL unica della Romagna e sulla riorganizzazione della AUSL di Ravenna: "Mi chiedo - scrive Bazzoni - come possano ancora tacere i Sindaci delle nostre città che in base alle legge sono i responsabili della sanità del territorio ancor prima della Regione e dei Direttori generali della AUSL ed accettare che un progetto così importante come la AUSL unica venga portato avanti in una totale confusione istituzionale, di ruoli e documenti e che li vede marionette in incontri politici con la Regione Emilia-Romagna". "Non può essere solo politica la gestione di un processo che tra sei mesi potrebbe vedere la nascita di una Azienda unica della Romagna, tra le più grandi se non la più grande d'Italia, mentre i confini istituzionali amministrativi sono ancora quelli delle tre province di Ravenna, Forlì - Cesena e Rimini. Senza un vincolo istituzionale che faccia da cassa di compensazione delle istanze di ben 75 Comuni si rischia che le decisioni della Direzione generale della AUSL unica passino sopra la testa dei rappresentanti dei territori, ovvero i Sindaci, raccordandosi direttamente con la Regione Emilia-Romagna vanificando in sostanza il "modello emiliano romagnolo" incentrato sul dialogo politico amministrativo tra AUSL Sindaci Presidenti di Provincia per garantire la vicinanza delle ricette amministrative delle AUSL alle esigenze effettive del territorio.

LETTA PENSI ALLA SORTE DI BERLUSCONI


Il Pdl si muove per il suo capo dopo il no della Consulta al legittimo impedimento e avverte il premier per bocca di Sandro Bondi: «C'è qualcosa nelle parole di Enrico Letta che non mi convince. Entro certi limiti capisco la sua necessaria prudenza e la sua felpata capacità di dissimulare, ma ci sono questioni storiche, politiche e umane, su cui non si può democristianamente glissare». Bondi ricorda all'inquilino di Palazzo Chigi che una delle questioni da gestire con diverso profilo è «la sorte, ad esempio, di un leader politico come il Presidente Silvio Berlusconi, vittima da decenni di una barbara attenzione giudiziaria, grazie al quale l'attuale governo si è costituito così come quello precedente di Monti». Altro argomento caldo per il coordinatore Pdl, sempre riferendosi a Berlusconi, è «la questione della sua presunta ineleggibilità, così come altre questioni dirimenti non solo per il futuro del governo ma per il futuro dell'Italia». Questi problemi, avverte Bondi, «richiederebbero giudizi politici intellettualmente onesti e coraggiosi anche da parte del presidente del Consiglio».

I RAVENNATI CHIEDONO LE DIMISSIONI DELLA IDEM


Il ministro Josefa Idem:"sono onesta e non mi dimetto"..........quindi da oggi chi non paga le tasse è onesto
Fisco, Visco nel mirino delle Entrate
Al vaglio alcune consulenze del centro studi che presiede (tra i fondatori c'è anche Bersani). Il sospetto: servivano a pagare meno tasse….

giovedì 20 giugno 2013

IL PROBLEMA DI LETTA SONO LE DONNE (DEL PD)


Altro che Silvio Berlusconi: le vere spine nel fianco dell'esecutivo guidato da Enrico Letta sono Cecile Kyenge, Maria chiara Carrozza e Josefa Idem, le donne che il Pd ha voluto come propri rappresentanti al governo. Se la Kyenge e la Carrozza con le loro uscite, quasi quotidiane, destabilizzano l'esecutivo delle larghe intese, la Idem - ecco l'ultimo pelosissimo caso - è stata beccata con le mani nella marmellata: avrebbe evaso l'Ici, ossia la vecchia imposta sulla casa, per tre anni consecutivi (salvo poi sanare la situazione). La Lega Nord è passata subito al contrattacco, presentando una mozione di sfiducia individuale nei confronti della Idem (in mattinata è stata presentata un'interrogazione al premier, Enrico Letta).  Idem dimettiti - Il deputato del Carroccio Gianluca Buonanno ha presentato un'interrogazione parlamentare chiedendo, a nome dell'intero gruppo parlamentare, le dimissioni del ministro Idem. Il parlamentare, introducendo la mozione di sfiducia individuale, prima scrive, tagliente: "Singolare appare come il 5 giugno, dopo soli 3 giorni dalla pubblicazione da parte della Voce di Romagna della vicenda, la signora Idem e il marito abbiano operato un ravvedimento operoso e il versamento della parte mancante dell’Imu anche per il 2013". Dalla ricostruzione della vicenda, Buonanno trae poi le conclusioni: "Idem è di origine tedesca ma ha assorbito i vizi italici. Il governo continua a chiedere sacrifici ai cittadini ma evidentemente c'è un ministro che i sacrifici non li vuole fare. Se fosse stata ministro in Germania si sarebbe già dimessa, siccome siamo in

L’ACCANIMENTO CONTRO BERLUSCONI E IL BUONSENSO. CHE FARE?



La parola all’avvocato Franco Coppi, che dovrà autorevolmente convincere entro qualche mese la Corte di Cassazione delle ragioni della difesa di Berlusconi nel processo Mediaset. Il primo istinto è rispondere con il buonsenso a una decisione che va contro il buonsenso, e che smentisce la giurisprudenza costituzionale con un’ingiustizia costituzionale: la Consulta ha stabilito, e oggi sentirete gli applausi di quanti l’hanno insultata quando ha difeso il capo dello stato dalle grinfie della procura di Palermo buonanima, che presiedere un Consiglio dei ministri non è legittimo impedimento, ai sensi della legge, alla presenza in Aula di un capo dell’esecutivo impegnato contemporaneamente come guida del governo

mercoledì 19 giugno 2013

IDEM, FURBATA DELLA MINISTRA PD PER PAGARE MENO IMU


L’OLIMPIONICA, EX ASSESSORE COMUNALE SPORT, HA FATTO PASSARE I LOCALI SOPRA LA PALESTRA DEL MARITO COME PRIMA CASA. PIZZICATA, HA SANATO. SOSPETTO DI ABUSO. SE L’AVESSO FATTO UN PDL COSA SAREBBE SUCCESO!

Questa, in teoria, sarebbe una banalissima storia di elusione fiscale. Una storia di modelli unici vischiosi, di piccole astuzie da commercialisti italiani della bassa; se la protagonista non fosse tedesca, nonchè modello unico di trasparenza, e ministro della Repubblica specializzata in kayak, che ora naviga in cattive acque. Accade che Josefa Idem, titolare nella Grosse koalition lettiana del dicastero dello sport e delle Pari Opportunità, viva sì a Santerno ameno paesello del ravennate; ma non nella stessa casa di marito e figli - in via Argine Destro Lamone- , semmai in una palestra, rannicchiata tra cyclette e bilancieri - in via Carraia Bezzi-. La palestra, al piano terra d’una palazzina, si chiama Jajo Gym, è legata ad un’associazione di canoe; ed è il luogo dove il marito di Josefa, il preparatore Guglielmo Guerrini, prepara, appunto, gli atleti; e dove i Guerrini/Idem vivevano prima del 2008. Naturalmente, avendo i coniugi denunciato due prime case, godono della sospensione dell’Imu decisa dal governo Letta; come prima avevano goduto della sospensione Ici decisa dal governo Berlusconi. Larghe intese, appunto. Ben diverso sarebbe stato, ovviamente, il conto della rata di giugno 2013 se all’anagrafe l’olimpionica avesse avuto residenza nella vicina abitazione familiare.

LE GIUSTE RIFLESSIONI DI BERLUSCONI


   Bisogna andare a Bruxelles e non per battere i tacchi  (Signorsì, signora Maestra! Come faceva Monti) ma per rimettere a posto le cose e sforare se necessario il limite del 3% di deficit e il fiscal compact per far partire l'economia.
Tanto nessuno ci manderà fuori da Ue e moneta unica. Siamo i terzi finanziatori di tutta la baracca europea
Bisogna dire a quei signori: Noi siamo in questa condizione perché ci avete cacciato voi con la vostra dannata politica di austerità. Dobbiamo rimettere a posto le cose, da qui in avanti il limite del 3 per cento all'anno e il fiscal compact ve lo potete dimenticare.
Ci volete mandare fuori dalla moneta unica?  Fatelo.
Ci volete mandare fuori dall'Unione europea?  Ma no. 
Vi ricordiamo che noi versiamo 18 miliardi all'anno e ce ne ridate indietro solo 10.
Ma chi sarà mai che ci manda fuori dall'una e dall'altra?
Pane al pane, vino al vino.
L'aumento dell'Iva secondo gli economisti che hanno la testa sulle spalle non porterebbe maggiori entrate all'erario ma un calo per la diminuzione dei consumi e aumenterebbe la sfiducia.
Si dice che il governo stia affannosamente cercando 8 miliardi: ma da quando in qua, in un'azienda, non si possono tagliare i costi dell'1%?  È ridicolo che non si riescano a trovare questi fondi.
L'economia é a rischio collasso per cercare di star dentro a quel 3% del rapporto deficit-Pil. Ecco perché, si potrebbe pure «sforare». L’hanno fatto tutti, perfino la Germania. Non è che muore qualcuno se invece del 2,9 si arriva al 3,1. Anzi è vero il contrario.

Invece c’è della gente come Flavio Zanonato, un Ministro che non c’entra un accidente con le tasse, il quale frena sul congelamento dell'Iva e attacca il governo Letta, pur facendone parte, solo per farlo cadere per far contento Bersani, che continua a cullarsi nella puerile illusione di un suo governo coi grillini, quella stessa chimera per cui si è reso ridicolo per cinquantacinque giorni

MENO SICUREZZA


LA GRAVE SITUAZIONE DELLE STAZIONI FERROVIARIE


martedì 18 giugno 2013

POVERO BERSANI, ANCORA OGGI RIPETE: “ IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO E’ POSSIBILE”


Pier Luigi Bersani è tornato. Non c’è niente da fare, quando pensi di averli mandati in pensione, questi trovano sempre il modo di tornare alla ribalta. La cosa peggiore è che l’ex segretario del Pd non ha capito niente. Basta leggere la paginata del Corriere della Sera di oggi dedicata alla sua intervista. Perché ha perso le elezioni di febbraio? Semplice, “abbiamo perso 1.7 milioni di voti a favore di Grillo. Un milione erano gli arrabbiati, gli altri pensavano che avremmo vinto lo stesso. In pratica, il Pd è andato male perché tanto gli elettori erano convinti della vittoria schiacciante. Mah.    Ma ciò che dice dopo è ancora più preoccupante: “Il governo del cambiamento è possibile”. In pratica, rilancia quello che è stato il suo mantra per due mesi. Fare l’occhiolino alla galassia grillina, magari alle orde di espulsi per insubordinazione. Mandare a casa Letta (che era il suo vicesegretario, si noti bene), rompere con quel diavolo di Berlusconi, riabbracciare Vendola e fare il tripartito Pd-Sel e quel che resta del Movimento 5stelle. Per Bersani, quindi, è come se nel frattempo non fosse successo niente. Evidentemente, lo shock per la scoppola epocale sta ancora mostrando tutti i su

domenica 16 giugno 2013

IN CONSIGLIO COMUNALE DI RAVENNA IL RICORDO DI DANIELE CORVETTA


L’INTERVENTO DI FRANCESCO BALDINI (PDL) CONDIVISO DAL CONSIGLIO
La seduta del Consiglio comunale di ieri pomeriggio è stata anche l'occasione per ricordare Daniele Corvetta, ex consigliere comunale e presidente del Ravenna Calcio negli anni '90, scomparso il 31 maggio scorso. Il sindaco Fabrizio Matteucci ha ripercorso le tappe della vita politica di Corvetta quando fu eletto nel 1997 come consigliere comunale in quanto candidato a sindaco, e di quella di presidente del Ravenna Calcio all'epoca in cui la squadra fu promossa in serie B.  Matteucci ha annunciato l'intitolazione "nel breve medio termine di un luogo degno di questa figura di ravennate". È poi intervenuto il consigliere Francesco Baldini del Pdl alle cui parole si sono associati tutti i consiglieri presenti. "Quest'uomo - ha dichiarato Baldini al termine del suo intervento - merita di essere ricordato. Ha reso i ravennati fieri ed orgogliosi della loro appartenenza in tutti gli stadi d'Italia (ho visto persone di sessant'anni piangere di gioia per le emozioni che quella squadra sapeva trasmettere e queste cose non si dimenticano.) Realtà a noi vicine penso per esempio a Cesena, hanno dedicato lo stadio al loro presidente più grande, Dino Manuzzi, artefice della prima storica promozione in serie A della squadra. Bologna ha dedicato il suo stadio a Renato dall'Ara, Presidente dal 1934 al 1964. Lo stadio di Ravenna ha già un nome, ma confido nelle parole del Sindaco che ha convenuto che quest'uomo deve essere ricordato e, seguendo un criterio logico, si troverà la maniera migliore per farlo. Quindi, grazie Presidente, grazie per tutti momenti belli che ci hai fatto vivere. Vivrai per sempre nei cuori degli sportivi ravennati, che non ti dimenticheranno mai". L'intervento integrale di Baldini
Fino ad allora il calcio ravennate aveva vivacchiato fra salvezze stentate in serie C e retrocessioni in quarta serie ed anche in interregionale. Nella stagione di seri C2 del 1991-92 ottiene la sua prima promozione in serie C 1, con Gigi del Neri in panchina, allenatore che, fra lo stupore generale non conferma alla guida del Ravenna. Sceglie, invece, Francesco Guidolin, ed ancora una volta ha ragione lui, il Ravenna al termine di un campionato entusiasmante ottiene la sua prima promozione in serie B. Ricordo il giudizio unanime della critica sportiva nel giudicare quella squadra la più bella che si sia mai vista da queste parti. In seguito il Ravenna Calcio torna in serie C1, pagando lo scotto del noviziato, ma dopo un paio di anni ritorna per la seconda volta in serie B guidato da un tecnico di provata esperienza quale Giorgio Rumignani. Ancora una volta Corvetta sfatando un luogo comune che vige nel mondo del calcio, vale a dire "squadra che vince non si cambia" non conferma l'allenatore e sceglie per guidare la squadra (stagione 1996-1997) Walter Alfredo Novellino, che era stato buon giocatore ma che come allenatore era tutto da scoprire.

PDL BONDI: MOVIMENTO CONTRIBUISCA A SUCCESSO PROPOSTE BERLUSCONI


"Questa volta mi aspetto che tutto il nostro movimento sappia ascoltare e contribuire al successo delle proposte formulate dal presidente Silvio Berlusconi". Lo scrive il coordinatore del Pdl Sandro Bondi in una nota. "Esse contengono - ha aggiunto - come sempre una carica innovativa che può forse essere indigesta per i politici ma indubbiamente rilancia una sfida per il cambiamento che oggi è l'ultima chiamata per salvare l'Italia dalla catastrofe".
PDL GELMINI: INNOVAZIONE MA ANCHE ESPERIENZA
''Il nuovo corso dovrà essere un mix tra innovazione e esperienza. L'innovazione da sola non basta, e non buttiamo via l'esperienza''. Lo dice al Messaggero l'ex ministro Mariastella Gelmini (Pdl) a proposito del rilancio del partito di cui si discute in questi giorni dopo il “campanello d'allarme che hanno suonato gli elettori”.  ''Nessuna lite - assicura. - Siamo in una fase di discussione e ci confrontiamo in maniera serena. Non c'e' lo scontro, di cui si legge, tra fautori del partito pesante e sostenitori del partito leggero. Il finanziamento pubblico non c'e' più e dobbiamo tutti insieme trovare un modello di partito compatibile con questa nuova realta'. La discussione non e' conclusa e Berlusconi e' disponibile al confronto con tutti i dirigenti''. Anche sul nome il confronto ''e' aperto''. La ''proposta avanzata'' e' Forza Italia. Tuttavia, sottolinea l'ex ministro, ''non si torna mai indietro. Serve l'apertura alla società civile ma anche la forza della competenza e dei saperi di chi fa politica e vuole fare buona politica. E comunque, l'obiettivo e' quello di un partito nuovo non solo dal punto di vista della raccolta dei fondi ma anche sotto il profilo delle proposte, dei programmi, del linguaggio, dei valori''. Berlusconi ''nomi non ne ha fatti. Comunque ci saranno imprenditori che ci daranno una mano. E stiamo sondando alcune persone''.



venerdì 14 giugno 2013

APPROVATO IL BILANCIO DELLA PROVINCIA NON ACCOLTO L’EMENDAMENTO: GALASSINI NON PARTECIPA AL VOTO PER PROTESTA


LA SINISTRA NON HA AVUTO IL CORAGGIO DI RIDURSI LO STIPENDIO DI UN EURO SU UN COSTO DI QUASI 1.000.000DI EURO, PARLA BENE MA RAZZOLA MALE
Bilancio approvato a maggioranza: PD, Sel, Federazione della Sinistra IDV, contro: PDL, Lega Nord, UDC, non ha partecipato al voto: Galassini PDL. Le forze politiche di minoranza dell’Amministrazione provinciale di Ravenna sono perfettamente  consapevoli che, come recita l’introduzione della giunta al bilancio di previsione 2013 “…La costruzione del bilancio avviene in un contesto quanto mai critico per la grave situazione finanziaria e politica in essere che da anni sta danneggiando senza soluzione di continuità il tessuto economico e sociale del Paese…”. Siamo altresì convinti  che alcune scelte di contenimento della spesa derivate dalla spendig review  dovessero o essere compiute  in un’ottica di buona gestione e di equità soprattutto a favore delle famiglie e delle imprese, le quali rappresentano il bersaglio più penalizzato dalla gestione di questo ente, che non ha con centrato le forze nella riduzione e nella razionalizzazione della spesa, ma, viceversa, ha spremuto questi soggetti con imposte e tributi ai massimi livelli. Premesso, quindi, il nostro giudizio negativo su questo magro bilancio, rileviamo la clamorosa scelta dell’ente di non finanziare le cooperative di garanzia, importanti soggetti con compiti tesi ad ampliare l’accesso al credito e a contenere il tasso di interesse limitando le garanzie dirette, riservato alle imprese commerciali, agricole, artigiane ecc. Specie in questi anni caratterizzati da una profonda crisi e da un non sempre facile accesso al credito da parte degli imprenditori, l’istituto della Cooperativa di garanzia poteva svolgere una funzione di sostegno e di concreto aiuto per affrontare questi periodi drammatici per l’economia.
Proprio per questo le forze di opposizione hanno votato un emendamento dal bilancio che prevedeva un taglio di 255.000 euro dalle risorse per il funzionamento della Giunta e del Consiglio Provinciale per dedicarle al finanziamento delle cooperative di garanzia.
Il voto contrario della maggioranza a questo emendamento fa capire quanto lontana essa sia dalla realtà e il giudizio dell’opposizione non può che essere negativo.
Il capogruppo PDL
Il capogruppo Lega Nord
Il capogruppo UDC



  

mercoledì 12 giugno 2013

BILANCIO DI PREVISIONE 2013 DELLA PROVINCIA, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO


L'assessore Luciano Ronchini il mese scorso aveva illustrato al consiglio il bilancio di previsione 2013 della Provincia, caratterizzato da tre temi principali: il taglio della parte corrente; l'azzeramento del ricorso all'indebitamento e la forte riduzione degli investimenti a causa del patto di stabilità. Ieri pomeriggio, il voto è previsto per giovedì, è iniziato il dibattito a cui sono intervenuti i consiglieri Galassini (Pdl), Dalla Vecchia (Pd), Spadoni (UDC), Vincenzo Galassini (Pdl) ha esordito presentando un emendamento con il quale chiede alla giunta di destinare al finanziamento del credito alle imprese artigianali il 50% della spesa preventivata per consiglio 345mila euro e per la giunta 575mila euro.
"Bisogna stare con i piedi per terra - ha detto Galassini - è impensabile che si possa fare cassa con le assicurazione delle auto e, purtroppo, con la nuova Tares. Piuttosto usciamo dalle partecipate, risolviamo il caso Stepra; torniamo ad una politica  seria della programmazione urbanistica e non a quella su richiesta dei singoli o ai soli fini di finanziamento dei Comuni". Per quanto riguarda la viabilità Galassini ha ribadito la priorità del collegamento A14 bis con il porto; sulle scuole la necessità di adeguarle alle norme rivedendo le scelte errate quali Palazzo Mazzolani a Faenza e il parcheggio adiacente al liceo scientifico di Ravenna. Eliseo Dalla Vecchia (Pd): " Per cause che non dipendono da noi né dai tecnici siamo a metà giugno ad approvare un bilancio, che di norma dovrebbe essere uno strumento di programmazione. Il patto di stabilità,i tagli e i mancati trasferimenti dallo Stato e dalla Regione hanno bloccato la nostra possibilità di agire. I nostri investimenti, che dovevano sostenere la

NON VOTO QUESTI SINDACI PDL, UGUALI AL PD.


E A VOLTE NON ESISTE L’OPPISIZIONE….
I risultati delle elezioni amministrative parlano da soli. e dovrebbero far seriamente riflettere gli esponenti del centro destra, La domanda è una sola: perché mai gli elettori dovrebbero votare per quest’ultimo schieramento?  Una volta che ha vinto, il centro destra si comporta negli enti locali come il  centro sinistra. Prima di tutto, dal lato della spesa pubblica. S’è mai visto un sindaco o un presidente di Provincia di centro desta non accodarsi ai comuni piagnistei per chiedere allo Stato più soldi? (vedi il sindaco Cattaneo di Pavia presidente ANCI)  O a non reclamare più possibilità di manovre sulle imposte perché, se no, “bisogna chiudere gli asili ai bambini, gli ospizi per le vedove, i servizi sociali” in genere?  Quelli del centro destra non fanno, come in questo momento storico richiederebbe, le sole opere indispensabili o, almeno, quelle necessarie (fanno anche quelle solo utili-e l’utilità, com’è noto dilatabile all’infinto – per non perdere quelle che servono solo ad un’inaugurazione  in pompa magna). Si fanno rotonde a tutto spiano, larghe come campi di  grano in corrispondenza di carraie. Gl amministratori hanno rovinato la Via Emilia, che non si riconosce neppur più. Vedere per credere. anche i comuni d icentro destra finanziano festival vari, musiche in piazza,feste di paese, come se il compito degli enti locali fosse quello di far divertire i concittadini. Per non parlare della “riqualificazione” delle piazze. Basti dire che a Roma si sono spesi diversi milioni di euro per rovinare piazza San Silvestro.  Ancora. oltre che moderando le spese (futili, cioè lo spreco), gli enti locali di centro destra si sono mai caratterizzati per una loro politica fiscale? Hanno forse moderato l’ICI e l’Imu e così via, rispetto agli altri? L’obiezione degli scialacquatori è facile: gli elettori vogliono queste cose; se no, perdiamo. gli elettori non capiscono che i festival musicali non li paga il sindaco, ma loro. non capiscono  che “nessun pasto è gratis” . Ma se gli amministratori di centro destra non cominciano mia a differenziarsi, è inutile votare per loro, bisogna pur cominciare ad educare. Se non c’è differenza, tanto vale votare per l’originale. La risposta vera, comunque, è questa; il centrodestra ha mai presentato (e realizzato per davvero) un programma liberale? ha mai proposto (e realizzato) un programma che- liberale, appunto- servirebbe a diminuire le esigenze di cassa, e consentirebbe quinid diminuire le imposte e di non trafromare ogni cosa in un bancomat per il Comune? Di questo, gli elettori ceto si accorgerebbero. Ma questa strada è stata accanitamente dimenticata. In un sistema bipolare (com’è in specie, quello delle amministrative) vince chi costituisce un’alternativa al “già visto”. fin che gli elettori avranno l’impressione (errata) che tutti gli amministratori sono uguali (più si spende, e più qualcosa può attaccarsi alle mani) non vincerà mai –realmente- né il centro destra né il centro sinistra. aumenterà sempre astensionismo e basta: e sarà questo – e quindi  il caso- a decidere l’esito delle consultazioni. Se il vuole tornare a vincere, il centro destra torni ad essere alternativo. Torni ad essere liberale, cioè.


martedì 11 giugno 2013

BRACCIO DI FERRO


Cosa ce ne facciamo della fallace illusione  di avere i conti in ordine,  quando la gente è ogni giorno più povera,  i consumi calano,  la produzione va sempre peggio,  la disoccupazione è alle stelle  e le aziende falliscono una dopo l’altra, gli imprenditori si suicidano, e perfino la Germania sta cominciando ad entrare in crisi ?
Il Presidente del Consiglio Letta  deve ingaggiare un braccio di ferro  per convincere la Germania  e la  Merkel  che siamo di fronte  a un'alternativa secca:  o si rimette in moto l'economia  oppure vengono meno le ragioni strategiche  della costruzione europea  fino alla rottura dell'equilibrio attuale. O si trova un punto d'incontro,  insomma, oppure salta  il patto fondativo dell'Ue.
Queste stesse cose Le dice Rajoy : bene ! Le dice Hollande : bene, bravo ! Le dice Cameron : bene, bravo, bis ! Le dice   Berlusconi:  ma non sarà mica diventato matto ! Questo secondo l’illuminato parere del signor  precario segretario Onorevole Epifani, alleato di Governo !


AMMINISTRATIVE MANTOVANI (PDL): “ POLITICA DEVE DARE RISPOSTE PDL? TORNARE A FORZA ITALIA PER ESSERE PIU’ FORTI ATTORNO A BERLUSCONI



“Il risultato del secondo turno delle amministrative sottolinea ancora una volta il profondo distacco dei cittadini dalla politica. La disaffezione degli elettori è profonda e radicata. La politica nazionale, con urgenza, deve ritornare a dare quelle risposte ...che i cittadini si aspettano, soprattutto sul fronte del lavoro e della riduzione delle tasse. A livello interno dobbiamo invece riflettere sulla reale capacità del Popolo della Libertà di rappresentare ancora quel desiderio di cambiamento ed innovazione da tempo auspicato dagli Italiani: io credo che il ritorno a Forza Italia consentirebbe invece di riconquistare quello spirito originario che aveva entusiasmato e ridato speranza a tutto il popolo moderato intorno al Presidente Silvio Berlusconi”. Così dichiara Mario Mantovani, coordinatore regionale lombardo del Popolo della Libertà.

BILANCIO 2013 PROVINCIA RAVENNA “STARE CON I PIEDI PER TERRA”


GALASSINI IN CONSIGLIO PROVINCIALE: RIVEDERE GLI INTERVENTI, RIDURRE LE SPESE E INDIRIZZARE I RISPARMI AL RILANCIO DELL’ECONOMIA.

Il bilancio di previsione della Provincia è caratterizzato da tre temi principali: il taglio della parte corrente; l'azzeramento del ricorso all'indebitamento; la forte riduzione degli investimenti a causa del patto di stabilità. I vari provvedimenti economici che si sono succeduti in questi ultimi tempi hanno fortunatamente ridotto la parte corrente del bilancio ed hanno inciso sullo stato attuale dei bilanci delle Province. In questo quadro la spesa della Provincia è bloccata, anche se nelle entrate il bilancio 2013 tenta di recuperare fondi di difficile attuazione come il recupero entrate sulle Assicurazione delle Auto pensando che il mercato recuperi 715.000 euro, sulla tassa di trascrizione ma sperando anche qui di un aumento dai proventi e, purtroppo, della nuova tassa Tares per circa 1.100.000 euro. In questo quadro, c’è solo da aspettare che il Governo decida il rapporto con le Province nel quadro istituzionale completo, non parziale come aveva fatto il Governo Monti, e aggiungerei anche con le Regioni!  Una riflessione sul ruolo della Provincia in questo periodo fino alle decisioni nazionali, non credo nell’unione province per avere la Romagna. Recuperare gli errori del passato,  considerata la situazione generale del paese è opportuno  rivedere gli interventi programmati dalla viabilità, alle  scuole, alle partecipate, all’urbanistica, per adeguarsi alla situazione che  continuerà ancora per tanto!  Stare con i “piedi per terra” Uscire dalla “partecipate”,  risolvere il caso “Stepra”, rivedendo la politica urbanistica, senza una vera programmazione e visione dell’insieme provinciale, ma a “richiesta” dei singoli e solo ai fini di finanziamento dei Comuni (oneri urbanistici). Abbiamo ora una situazione devastante sotto tutti gli aspetti, non avendo risolto nessun problema! “Viabilità”  tre le urgenze  fondamentali collegamento A14 bis con il porto, inadeguata, Bagnacavallo “i passaggi a livelli” invece della “bretella” con fondi provinciali bloccati da decenni e non utilizzati e alcune rotonde e strade provinciali (S. Agata sul Santerno, Conselice), circonvallazione di Castelbolognese, rivedendo l’accordo con Autostrade.  “Scuole” di competenza provinciale adeguarle alle norme, rivedendo la situazione errata (acquisto Palazzo Mazzolani, parcheggio Liceo)

La Provincia può dare un contributo “sostanziale” con la riduzione delle spese, visto che non farà investimenti nel 2013 e le spese di progettazione di nuove opere che non saranno finanziate, potrebbe ridurre quelle istituzionali anche per le drastiche riduzioni d’interventi istituzionali e di lavoro della Giunta Provinciale e del consiglio Provinciale stesso.  La spesa istituzionale della Provincia sono pari a 920.639 euro, il consiglio provinciale ha un costo di euro 345.538,  quella della Giunta Provinciale di euro 575.771, spese alte, rispetto al lavoro che hanno fanno entrambi nel 2013, e potrebbero essere ridotto del 50%, uguale la situazione per la Giunta Provinciale. La somma risparmiata andrebbe investita per il finanziamento del credito alle imprese artigianali, revocato dalla Provincia e ridotto da alcuni Comuni come quello di Faenza, ma così necessario in Provincia di Ravenna in questo periodo di crisi. Il bilancio della Provincia nel 2011 erogava per il credito  un contributo  pari a 255.922 euro ridotti purtroppo a zero nel 2012 e 2013, mentre è rimasta inalterata la spesa istituzionale quando non ci sono più punti da esaminare! Proposte sostanziali per la crisi  questo si può attuare con il bilancio preventivo 2013 della Provincia di Ravenna. Stiamo  con i “piedi per terra”. Il consigliere provinciale (Pdl) Vincenzo Galassini

PERCHE’ AUSL UNICA SOLO PER LA ROMAGNA?


Tratto dal Quot. La voce di Romagna Pagina Nazionale del  06 giugno 2013

lunedì 10 giugno 2013

GRILLO CONTRO QUALSIASI RIFORMA: PER LUI IL PRESIDENZIALISMO FAVORISCE IL DUCE D’ITALIA SILVIO


Pare proprio che a Beppe Grillo qualsiasi proposta di riforma istituzionale provenga dal Pdmenoelle (come lo chiama lui) non vada a genio. Oggi tuoni, fulmini e saette colpiscono il tentativo di riforma presidenziale. Per la verità si tratta di un’idea alimentata da Alfano, e dai vertici del Pdl, dopo le parole di Enrico Letta sulla necessità di cambiare la modalità di elezione del Capo dello Stato. Il leader del M5S ha così commentato sul suo blog:«Il presidenzialismo è un’idea di Berlusconi, vuol farsi eleggere presidente-duce d’Italia con l’aiuto delle televisioni che il pdmenoelle gli ha graziosamente lasciato da vent’anni ignorando ogni conflitto di interessi. Mediaset trasmette grazie a generose concessioni governative sulle frequenze nazionali». Mentre ultrà del pro e contro si accapigliano (vedi difesa della Carta a oltranza da parte di Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky), mi permetto di ricordare a Grillo, e ai suoi sodali, che la primogenitura di una Repubblica presidenziale non è certo da attribuire a Silvio Berlusconi ma a Giorgio Almirante. Fu, infatti, nel 1979 che il segretario dell’allora Msi-Dn fece stampare un quaderno dal titolo “Nuova Repubblica” teso a profetizzare la creazione di uno Stato presidenziale. Una posizione confermata nell’ottobre dello stesso anno, durante il XII Congresso del partito, svoltosi a Napoli, dove Almirante viene confermato segretario. Nell’occasione viene approvato anche il suo programma congressuale basato su presidenzialismo e corporativismo. Grillo se ne faccia una ragione. Almirante era un anticipatore. Un politico di quella prima Repubblica che sempre più spesso, ascoltandolo, mi trovo a rimpiangere.