martedì 28 febbraio 2017

RENZI CHI? IL LAVORO DI CITTADINANZA E’ MADE IN BRUNETTA


Qualcuno dica al toscano che ha ripreso pari pari le idee del capogruppo di Forza Italia

 Intanto il toscano domani, appena tornato a Roma, volerà subito nel salotto Chic&Snob di Fabio Fazio (altro che la 'gente comune'). E poi ti chiedi perché Renzi ormai vince solo ai Parioli...

Renzi vola negli States e da San Francisco trova la ricetta giusta contro la disoccupazione e la povertà. Piccolo particolare: lo fa copiando Forza Italia, Berlusconi e Brunetta. "Il tema - dice l'ex premier in un colloquio con "Il Foglio" - non è il reddito di cittadinanza, che vuol dire dare a tutti dei soldi. Il tema è porre la condizione per avere un lavoro, se perdi il lavoro devi avere un paracadute che ti dia un sostegno economico che sia vincolato alla formazione professionale per rimetterti in gioco. Il ruolo dello Stato è quello di offrire occasione di lavoro: è un lavoro di cittadinanza, non un reddito". Questo il pensiero di Matteo Renzi. Evidentemente l'ex segretario dem deve aver studiato a memoria il retroscena uscito lo scorso 9 febbraio a firma di Ugo Magri su "La Stampa": "Lavoro di cittadinanza e poi sussidi garantiti ai poveri, Brunetta prepara il dossier, costo previsto circa 10 miliardi". Per pezzo Magri analizzava la nuova strategia di Forza Italia tutta rivolta ai poveri e alle classi sociali maggiormente in difficoltà. "Ma il vero colpo in gestazione - scriveva in quell'articolo il giornalista de "La Stampa" - riguarda i disoccupati. La proposto riecheggerà nel nome quella grillina del reddito di cittadinanza. Si chiamerà lavoro di cittadinanza, e consisterà nel garantire per legge un'occupazione di 3 mesi a tutti quanti ne faranno domanda. Questi 3 mesi di lavoro daranno diritto a trascorrerne altrettanti con l'indennità di disoccupazione, e così via. La metafora di Berlusconi (e di Brunetta) è che 'ai giovani disoccupati Grillo vuole regalare il pesce, noi invece vogliamo insegnare loro a pescare'". Ecco dunque la versione americana del Renzi copia e incolla. C'era bisogno di un viaggio a stelle e strisce per rubare idee e programmi ai suoi avversari politici? Miserie in salsa fiorentina...
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IL PUNTO SULLA DISCARICA TRE MONTI


In questi giorni di fine carnevale, ha fatto notizia di nuovo il sito discarica Tre Monti, infatti dal 21 febbraio gran parte dell'area imolese e Riolo Terme nella giornata del 22, si è trovata immersa in una nube nauseante che ha suscitato stupore e allarme. Un'aria che definire viziata è riduttivo e fa purtroppo copia con quella irrespirabile misurata ad inizio anno dalla centralina Arpa che monitora i livelli di inquinamento dalle polveri sottili in città. Molti cittadini di Imola hanno confermato che un odore così non si era mai sentito ed hanno tempestato di telefonate il centralino dell'Arpa e del Comune, infatti alcuni residenti attorno al sito hanno manifestato sintomi fastidiosi come bruciore di gola e mal di testa. L'agenzia regionale per l'ambiente assicurava per voce della dr. Adelaide Corvaglia che stavano lavorando per capire le cause del problema. Il giorno dopo arriva puntuale la smentita dell'assessore all'ambiente di Imola Tronconi, che categoricamente smentisce che si tratti della discarica, ma non chiarisce l'origine del problema!!!!
Sappiamo tutti che attorno al sito sono posizionati i cosiddetti nasi elettronici, capaci di cogliere gli odori che fuoriescono dalla discarica e di definirli in base alla causa, memorizzando i dati, e se a un odore non corrisponde una causa, esso viene comunque registrato. Quindi ciò che si è verificato in particolare il 22 è stato sicuramente rilevato, dove è la verifica? Una spiegazione plausibile dovrà pur essere data, infatti chi vive a ridosso dell'impianto penso sia ormai purtroppo specializzato nel riconoscere gli odori e la loro provenienza!! Questa discarica attiva da 40 anni è stata sottoposta nello scorso dicembre di una  
 VIA della Regione Emilia Romagna. In seguito a tutto ciò c’è stato uno stop all'ampliamento previsto per circa 1 milione di tonnellate di rifiuti richiesto da Hera e Con.ami, dando però via libera alla sopraelevazione del lotto esaurito. Tenendo presente che viviamo in una regione dove l'inquinamento è alle stelle, che il territorio imolese vanta una percentuale da record di morti per malattie polmonari, non pare proprio il caso di sommare altri inquinanti fuori controllo a quelli già esistenti. Il punto è: visto che quel sito deve essere bonificato e chiuso per intraprendere la strada della chiusura delle discariche a cielo aperto ed aprire al riciclo e al riuso, perché' non se ne vuole parlare apertamente e non si fa? Hera e Con.ami continuano ad insistere per ottenere l'ampliamento in seconda battuta, interessando come sappiamo anche il ns. comune. Non riesco a capire come aggireranno l'ostacolo del vincolo paesaggistico, ma si sa le vie del signore sono infinite. Opinioni e smentite a parte, ciò che mi indigna è l'assenza degli amministratori nella vicenda, che denota il servilismo assoluto ad Hera e Con.ami, nel caso specifico e l'assoluta apatia verso i cittadini, I temi della qualità dell'ambiente nella realtà non nelle chiacchere e nella burocrazia delle carte, sono fondamentali per la vita e lo sviluppo di un paese come il nostro che è più vicino alla discarica di Imola stessa. Come si può fare il Ponzio Pilato della situazione sig. Sindaco, limitandosi ad inviare una lettera alla Regione per richiedere garanzie e sicurezza, mi sembra un
 po' poco e molto riduttivo! Non si demandano ad altri le decisioni per il proprio futuro, un piccolo paese dove agricoltura, territorio, turismo-termale sono e dovrebbero essere gli assi trainanti per l'economia, richiede un impegno in prima persona del primo cittadino e degli assessori interessati. Bisognava avere il coraggio di informare pubblicamente e non aspettare che siano sempre terzi, anche se investiti di una specifica autorità, a decidere per noi; potrebbero essere scelte, come purtroppo spesso accade, non buone per la ns. salute e la ns. economia. Ambiente, salute, turismo, sviluppo, tutto è collegato, nei punti chiave della vs. legislatura avete fallito e questo è un male per tutti noi. Se pensiamo che Imola si sta battendo e sta lottando per salvaguardare la propria salute e il territorio, Riolo Terme, grazie a questa omertà e apatia da parte dell'amministrazione vive come in un limbo in attesa di non so che cosa?? Chi vivrà vedrà. Attendo risposte da Voi amministratori nel prossimo Consiglio.
Vincenzo Valenti Insieme per Riolo  


lunedì 27 febbraio 2017

LA ROTTAMAZIONE AZZURRA: Panico in Forza Italia: ecco come Silvio "frega" i big


Torna il richiamo della società civile. Nel corso della riunione della commissione di Forza Italia per la legge elettorale, Silvio Berlusconi - in collegamento via Skype - avrebbe svelato ai big azzurri di voler puntare su imprenditori e altri personaggi del mondo produttivo nelle liste per le prossime politiche.
Particolare da non trascurare, il Cav sarebbe intenzionato a posizionare questi "volti nuovi" nel ruolo di capilista. L'unica posizione certa di elezione per un partito come Forza Italia che alla fine potrebbe attestarsi intorno al 15% dei consensi. Questa circostanza ha naturalmente fatto affiorare il nervosimo di tutti i big che temono di essere "rottamati". Una tentazione che Berlusconi avrebbe da tempo, se è vero che in passato aveva più volte fatto trapelare la volontà di inserire un limite di mandati per le candidature al Parlamento. I posti per la società civile sarebbero occuperebbero un terzo del totale dei capilista.
Raccontano in FI che uno dei nomi nuovi che Berlusconi sta incontrando sempre più spesso sia il vicepresidente di Confindustria, Francesco Ferri. Ma l'ex presidente del Consiglio da giorni ha intensificato i contatti con molti esponenti provenienti dal mondo delle professioni e dalla società civile.
Già in passato erano stati tanti gli imprenditori corteggiati dal Cav, da Alessandro Benetton a Guido Martinetti di Grom. Tra questi, anche Stefano Parisi e Alfio Marchini, poi sostenuti alle comunali rispettivamente di Milano e Roma. Entrambi sconfitti, sono un po' finiti nel dimenticatoio. Ma i precedenti sfortunati non sembrano aver fatto cambiare idea all'ex premier.


venerdì 24 febbraio 2017

PRESIDENTE BERLUSCONI, CHE GIUDIZIO DA’ DI QUANTO AVVIENE NEL PD?


«Quello che ne dà la maggioranza degli italiani: davvero il problema principale dell’Italia è la controversia fra le correnti del Partito democratico? Mentre le condizioni in cui vivono molti connazionali sono sempre più difficili, tutto è incentrato su ciò che avviene nel Partito democratico, sulle probabilità che si realizzi o meno una scissione, sulle tattiche dei diversi capicorrente. Nessuno sembra preoccuparsi del fatto che tutte queste divisioni hanno un effetto paralizzante per l’attività del governo, e che i problemi veri degli italiani, la povertà, l’immigrazione, il lavoro, la sicurezza, continuano ad essere trascurati. E poi ci meravigliamo del dilagare dell’antipolitica».
Ma se Renzi si libera dei ‘comunisti’ non è un bene per il suo partito e per l’Italia?
«Per l’Italia e per Forza Italia francamente cambia poco. Per il Partito democratico non so cosa sia meglio; se rimanere nell’eterna ambiguità del legame con un passato che affonda ancora le sue radici nel vecchio Pci, o se ridursi a un mero agglomerato di potere senza un’identità definita. Sinceramente credo che il Pd sconti ora il suo peccato di origine: una fusione a freddo, di vertice, fra storie e tradizioni politiche diverse, tenute insieme solo dalla voglia di conquistare e gestire il potere».
Farebbe un patto con Renzi per non consegnare l’Italia a Grillo?
«Io credo che gli italiani siano un popolo troppo saggio e troppo intelligente per consegnare la guida del Paese a chi ha dimostrato di non essere in grado di governare neppure un piccolo comune. Non credo che l’alternativa sia fra una grande coalizione e il governo dei 5 Stelle, credo che l’alternativa vincente sia un centrodestra di governo, fondato su un atteggiamento responsabile capace di intercettare le paure ma anche e soprattutto capace di dare risposte».
Renzi potrà tornare premier?
«Saranno ovviamente gli elettori a stabilirlo. Renzi ha commesso molti errori, il primo dei quali credere che l’abilità dialettica, la battuta pronta, la sfida continuamente rilanciata, il venir meno ai patti, fossero

mercoledì 22 febbraio 2017

SCOMPARSO L’ON.LE FRANCO PIRO UN UOMO PER I DIRITTI DEGLI HANDICAP. IL CORDOGLIO DI VINCENZO GALASSINI


LIA FABBRI presidente dell’ANIEP - Franco Piro, scomparso a Bologna all’età di 68 anni, persona con disabilità motoria e già a lungo Deputato del Partito Socialista tra gli Anni Ottanta e Novanta. «La sua folgorante carriera politica non lo distrasse dal suo fondamentale interesse verso l’affermazione dei diritti delle persone con disabilità» Franco per tutti noi, aveva avuto, come me, la poliomielite agli arti inferiori, era appassionato di ricerca storica ed economica..…Diventammo grandi amici. Gli Anni Ottanta erano ricchi di grandi fermenti. Veniva a casa mia, per parlare e parlare sulla necessità di abbattere tutte le barriere, fisiche e mentali, e per scrivere anche canzoni che Antonietta Laterza (anche lei polio) accennava con la sua chitarra. La carriera politica non lo distraeva dal suo fondamentale interesse verso l’affermazione dei diritti delle persone con disabilità. Ogni anno un Congresso nella Riviera Romagnola, (il primo a Brisighella e anche a Riolo Terme N.d.R.), nel quale confluivano giornalisti e associazioni, in cui dovevo relazionare e motivare la necessità di interventi legislativi, curando il tutorato su questi temi di due giovani disabili, al fine di formare persone capaci poi di divulgare quella cultura nuova sull’universo dell’handicap, che poggiava sui diritti e mai sull’assistenzialismo. Tutti in attesa delle conclusioni di Franco, nell’ultimo giorno, sempre puntuale, vivace, profondo. Decidemmo in quegli anni anche di scrivere insieme un libro, cercando di esplorare quanto la poliomielite avesse inciso sull’operato del più grande presidente americano e ne uscì La carrozzina e il presidente. Ieri, con grande dolore ho appreso della scomparsa di Franco. È volato via, libero dalla sua carrozzina e da qualsiasi barriera un grande, favoloso amico, un uomo forte e buono, cui tutti dobbiamo molto.

CIAO FRANCO, Il mio più sentito cordoglio per la morte di Franco Piro che nella sua vita politica appassionata ha lavorato per far diventare realtà leggi importanti come la 104 del 1992 per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone disabili. Dal 1976 aveva aderito alla politica del nuovo corso del PSI e nel 1980 aveva seguito Gianni De Michelis nel 1987 e il 1992 fu presidente della Commissione finanze della Camera e suggeritore e promotore di diverse leggi, nonché propugnatore di una azione di moralizzazione ben prima dell’esplosione di Tangentopoli. (pubblicava il suo reddito che anch’io imitai). Franco un uomo di rara intelligenza e di grande cultura. È stato un appassionato socialista, un docente e  una persona capace, un amico sincero, prodigo di consigli collegata all’amicizia con Paola. L’ amico Vincenzo Galassini ex sindaco di Brisighella anni 80

IL PD VOTA COMPATTO CONTRO IL TRASPORTO DEI DISABILI. MEGLIO DARSI AL GOLF


E’ vero, come si fa a paragonare la bellezza di una partita a golf,con i suoi immensi spazi di verde, il profumo delle piante, il silenzio interrotto solo dagli uccellini e dal rumore del vento; come si può paragonare questa celestiale condizione con la risibile condizione dei servizi per i bambini disabili. Il cinguettio dei canarini con i pannolini intrisi di pipì di un bambino? Come si può avere l’ardire di accostare i volti abbronzati, i corpi atletici dei campioni di golf alle pesanti, ingombranti carrozzine dei bambini disabili che devono recarsi a scuola ogni giorno?
Questi pensieri e non altri devono avere attraversato le menti dei parlamentari della Repubblica che ieri a Montecitorio hanno respinto un emendamento della onorevole Mara Carfagna (FI) che suggeriva al governo di “vedere” cosa accade al Sud agli alunni disabili. La parlamentare di Forza Italia proponeva ai suoi colleghi di rendere prioritarie, all’interno del fondo per le non autosufficienze, le aree del trasporto e dell’assistentato materiale nelle scuole. Sottolineo a chi legge che la on. Carfagna, pur riconoscendo la necessità di un incremento delle risorse, si “accontentava” di chiedere ai suoi colleghi semplicemente un riposizionamento delle somme già previste. Infatti i criteri di riparto sono da sempre penalizzanti per le regioni meridionali in quanto il 60% dei fondi vengono assegnati sulla base di una spesa cosiddetta storica (di totale appannaggio delle regioni del centro nord) e solo il 40% ripartito per il numero dei disabili. Purtroppo, si sa, lo sport è sempre al centro dell’attenzione degli italiani e quindi tra distribuire 75 milioni di euro ai disabili o assegnarne 97 milioni alla Ryder Cup le decisioni si sono complicate.
Per fortuna al Senato il presidente Grasso evitava un’ulteriore beffa bloccando l’emendamento mentre alla Camera i gruppi parlamentari bocciavano quasi all’unanimità l’equilibrata e, forse per questo incomprensibile, proposta della Carfagna.
P.s. a favore della proposta di Forza Italia si sono espressi all’unanimità i deputati di FI, LNA, FDI-AN (in pratica tutto il centrodestra) e la sinistra parlamentare SI-Sel, solo 1 del M5S (64 astenuti), 1 di AP-NCD e 15 del gruppo misto. E i deputati del Pd? Forse si stavano allenando per il torneo di golf se in 213 su 214 (un astenuto) hanno ritenuto di votare in modo contrario ad un emendamento di civiltà.

martedì 21 febbraio 2017

IL SONDAGGIO DI MENTANA: SCISSIONE PD E SINISTRA UNITARIA, IL TRACOLLO DI RENZI


Quanto pesa nei sondaggi il collasso della sinistra, tra scissione Pd e nuovi movimenti nascenti? Enrico Mentana prova a dare la risposta con la rilevazione di Emg Acqua per il TgLa7 e il risultato somiglia tanto a una dichiarazione di morte per le ambizioni di governo di Matteo Renzi. Con una ipotetica Lista Unitaria della Sinistra che tenga insieme gli scissionisti dem e tutti gli altri soggetti in campo, che il sondaggio di Fabrizio Masia piazza al 6,5%, il Pd si fermerebbe al 28,1%, con il M5s al 27,7%, la Lega Nord al 12,9%, Forza Italia all'11,5%, Fratelli d'Italia al 4,7% e Ncd al 3,2 per cento.
In attesa di capire come si muoveranno Bersani, Emiliano, Pisapia e Fratoianni vari, ed escludendo dunque la sinistra unitaria dalle opzioni, la fotografia di questa settimana è impietosa: il Pd perde secco un punto, scendendo al 29,8%. Il peggio però potrebbe arrivare la prossima settimana, quando la frattura democratica sarà ufficiale. Dietro, continuano a guadagnare i 5 Stelle (ora al 28,7% +0,5) ma occhio perché il centrodestra ipoteticamente unito potrebbe essere la prima coalizione: Lega Nord al 13,2% (+0,1), Forza Italia stabile al 12,1%, Fratelli d'Italia al 4,5% (-0,2). Pessima invece la situazione di Ncd: se si votasse oggi non supererebbe lo sbarramento del 3% (scende dello 0,1, al 2,9%) e non sarebbe più rappresentata alla Camera. 

lunedì 20 febbraio 2017

CASA DELLA SALUTE: “TRA IL DIRE E IL FARE C’E’ DI MEZZO IL MARE”. PAROLE..PAROLE…PAROLE….NESSUN FATTO!


QUANTO DICE LA REGIONE: “Le Case della Salute sono strutture sanitarie e socio-sanitarie dei Nuclei di cure primarie, pensate per essere luoghi di riferimento per i cittadini, dove i servizi di assistenza primaria si integrano con quelli specialistici, ospedalieri, della sanità pubblica, della salute mentale e con i servizi sociali. Un luogo di accesso unico, diffuso in modo omogeneo in tutta la regione, dove si sviluppi un maggiore coordinamento tra gli operatori sanitari e una più efficace integrazione dei servizi.

Quando c'è la Casa della Salute c'è tutto" (puntata di "Vista da vicino", magazine televisivo della Giunta regionale). Un unico punto di riferimento, vicino e abituale per i cittadini, dove accedere alle cure primarie, ricevere orientamento e assistenza e trovare tutti i professionisti e i servizi relativi alla salute. Questo sono le Case della Salute: una piccola rivoluzione che cambia la vita ai pazienti, ma anche ai medici.

QUANTO AFFERMA “IL PICCOLO”: a cura di M. Turchetti osservatorio sociale FNP-CISL “Anche  Brisighella ha la sua Casa della Salute e anche i brisighellesi, come i Castellani, sono soddisfatti dell'ubicazione nell'ex Ospedale.(Forse anche Russi n.d.r.) A Brisighella è aperta dal lunedì al venerdì dalle ore 7.30 alle 19. Tale struttura serve tutto il territorio del Comune che comprende ben tre vallate (Lamone, Sintria, Marzeno) per un'estensione di 194 kmq. Il servizio di accoglienza è svolto dalla portineria (tel. 0546 992650) dalle 7.30 alle ore 14, con compiti di informazione, gestione telefono e consegna referti. Nella Casa della Salute operano 5 medici di Medicina generale e 2 infermieri che svolgono anche il ruolo per la promozione della "Medicina proattiva" (capacità di prevenire e anticipare i problemi e i bisogni futuri) e attività domiciliare. Oltre a Medicina generale sono presenti, nei giorni prestabiliti l'otorinologia-ringoiatra, il cardiologo, il dermatologo, il ginecologo e il pediatra. È presente un servizio di psicologia per minori; il Consultorio familiare e il Progetto Brisighella, in collaborazione con l'Università di Bologna, dedicato allo studio del rischio vascolare. All'interno della Casa è operante anche l'assistente sociale. Un efficiente trasporto pubblico completa il servizio. Molto interessante sarebbe sapere se qualcuno si domanda per quale ragione troppi faentini non condividono la scelta dell'ubicazione della Casa della salute a Faenza. Ospedale di Comunità - Un ponte o, si può anche dire, un cuscinetto tra ospedale e i servizi territoriali, per tutte le persone che non hanno necessità di essere ricoverati in reparti specialistici, ma che hanno comunque bisogno per alcune settimane di un'assistenza sanitaria che non potrebbero ricevere a domicilio. E l'Ospedale di Comunità (OsCo), che non va inteso come struttura ex novo, ma come la riconversione di posti letto per la degenza in strutture già esistenti, nell'ambito di un nuovo modello organizzativo, che fa parte delle cosiddette cure intermedie. Il paziente tipo al quale si rivolge questo servizio è prevalentemente anziano; con per le patologie o sofferenze pil una particolare fragilità sociale. In Emilia Romagna ci sono attualmente tre esempi di Ospedale di Comunità, il più recente è nato a Forlimpopoli all'interno dell'ex ospedale. "Gli Ospedali di Comunità -  il dott. Antonio Brambilla (alto funzionario della nostra sanità regionale) - sono previsti da un documento nazionale sul riordino della rete ospedaliera, non ancora uscito formalmente, contenente le indicazioni in materia per le regioni". Tante sono le novità in campo sanitario l'ultima sembra essere proprio l'Ospedale di Comunità. A quel che si sa dovrebbe essere gestito dagli infermieri, nell'ambito del processo di integrazione "Ospedale - Territorio" per garantire la continuità delle cure e dell'assistenza. Avranno dai

venerdì 17 febbraio 2017

CONSIP, INDAGATO IL PADRE DI RENZI


Tiziano Renzi, padre dell’ex presidente del consiglio Matteo Renzi, è indagato dalla Procura di Roma nell’inchiesta sugli appalti Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione. Renzi avrebbe ricevuto oggi un invito a comparire nel quale si ipotizza il reato di concorso in traffico di influenze. I pm di piazzale Clodio intendono sentirlo a breve.


L’ ITALIA E’ DA TRENT’ ANNI IN OSTAGGIO DGLI EX PCI


Dal duello Occhetto-D'Alema agli ultimi strappi. Una storia di scontri interni e complotti nel disinteresse del Paese. Antonio Signorini -  Non è la prima volta che il Paese resta a guardare e perde tempo prezioso, aspettando che le vicende interne all'ex Pci si risolvano. Prima della direzione del Pd di lunedì, con il commissariamento di fatto del governo Gentiloni; prima delle acrobazie per trovare una soluzione per le elezioni che vada bene al segretario Matteo Renzi, la sinistra italiana aveva già fatto pagare il conto delle sue beghe interne a tutti gli italiani.
Per la precisione è dal 1989 che la politica - nel senso classico di selezione della classe dirigente e azione di governo - ogni tanto resta in stand by per le schermaglie di vertice della sinistra. Sono gli anni Novanta, il punto di svolta. Quando gli eredi del vecchio Partito comunista sostituirono il centralismo democratico e l'autoesclusione dal governo con una dicotomia permanente tra leader bizzosi che volevano sì guidare il Paese, ma che pensavano valesse molto di più vincere la battaglia dentro il partito.



PRESA MILANO : “SEMBRA L’AFRICA” SGARBI CONTRO LA PALME IN DUOMO DI MILANO.


Vittorio Sgarbi massacra il progetto delle palme piantate davanti al Duomo di Milano. Come non condividere. Il critico sul Giornale contesta la trovata di piantare un albero tropicale in una località che tropicale, decisamente, non è. Con ironia Sgarbi scrive che "nell' era imperiale dell' Antica Roma, le palme erano il simbolo della gloria militare e dello stesso potere imperiale. Le palme da giardino vennero classificate, per la prima volta, da Carlo Linneo che le chiamò, non a caso, «Principi delle Piante». A importarle in tutta Europa, facendole diventare un vero e proprio must dei giardini mediterranei e continentali, è stato il principe russo Pietro Troubetzkoy che, nel 1870, creò la prima piantagione di palme europea nella sua villa sul lago Maggiore, punto di riferimento per gli appassionati del genere".
Sgarbi sostiene "che i giardini nelle città, come scrive Francesco Lamendola, abbiano senso in rapporto con i luoghi, con la loro storia e con il loro destino". "Questo tipo di rapporto fra l'uomo e l'animale, in un contesto urbano, non s'improvvisa nello spazio di un mattino", aggiunge l'opinionista, "è il risultato di una coesistenza secolare, di una civiltà matura e consapevole, di un rispetto verso la natura che si realizza nell'arco di numerose generazioni, con pazienza, con tenacia, con particolari accorgimenti educativi e didattici".


mercoledì 15 febbraio 2017

BERLUSCONI ANCORA LEADER MENTRE CHI L’HA TRADITO NON CONTA PIU’ NIENTE


Roma - Da oltre dieci anni i comprimari del centrodestra cercano di smontare la leadership di Silvio Berlusconi. Purtroppo per loro, con esiti infausti. La sfilza dei precedenti dovrebbe suggerire al numero uno del Carroccio, Matteo Salvini, massima prudenza. Chi si ricorda più, infatti, di Marco Follini? Eppure nel 2005 l'alter ego di Pier Ferdinando Casini era personaggio politico assai potente: aveva ereditato dal collega la segreteria dell'Udc e sedeva come vicepresidente del Consiglio a fianco del cavaliere a Palazzo Chigi. I risultati poco felici per il centrodestra nelle amministrative ed Europee del 2004 e la sconfitta alle Regionali del 2005 lo indussero a tentare il tutto per tutto, provocando una crisi di governo. Il disegno era chiaro: sostituire Berlusconi e ridisegnare un centrodestra più «centrista» nel quale potesse ritagliarsi un ruolo di peso. Il successivo riavvicinamento fra Casini e il Cav con l'approvazione del cosiddetto Porcellum a fine 2005 segnarono la sua inconsistenza. Lasciò anche la segreteria e ripiombò in un anonimato dal quale uscì brevemente un anno e mezzo più tardi solo per fare da stampella al Senato al traballante governo di Romano Prodi.  Non è andata certo meglio al suo amico fraterno Pier Ferdinando: Marco era stato solo il ballon d'essai, l'ex presidente della Camera però credeva possibile scalzare Berlusconi dalla sella: per questo «divorziò» dal centrodestra alla vigilia della più grande manifestazione anti-prodiana di sempre, quella del 2 dicembre 2006. Il calcolo politico era sopraffino: la logica fortemente bipolare del Cav ostacolava i suoi progetto di «grande centro allargato»: unire i moderati di entrambi gli schieramenti e riformare la Dc. Peccato che la caduta di Prodi abbia scompaginato i propri

venerdì 10 febbraio 2017


ANCORA TENSIONE SULLO SPREAD. NON SCENDE SOTTO I 200 PUNTI. E ADESSO L’EUROPA RISCHIA DI FALLIRE

Non è ancora il panico. Ma lo spread tra i Btp italiani e il Bund tedesco, e cioè la differenza tra il tasso di rendimento dei titoli di Stato ma rmai termometro politico che registra le tensioni sulla moneta unica, è rimasto anche stamattina a liveli elevati. IIn avvio di  contrattaziono il dislivelle era superiore a 200 punti. Anche se qualcuno i titoli italiani li ha iniziati a ricomprare e il bond decennale ha visto scendere il rendimento al 2,36% dal 2,39% della chiusura di ieri. Continuano invece gli acquisti sostenuti sul titolo tedesco che mostra un rendimento in calo allo 0,34%. Proseguono le vendite sull'Oat francese. Il titolo decennale vede salire il rendimento all'1,15% con il differenziale sul Bund tedesco che si amplia a a 79 punti, livello che non toccava da oltre tre anni. Vendite anche sui Bonos spagnoli con il rendimento che tocca l'1,80%. Fin qui il dato tecnico, segno anche di strategie dei grandi fondi che hanno in pancia titoli con rendimenti molto bassi e che intravedendo la risalita del costo del denaro se ne cominciano a liberare in attesa di nuove aste con tassi più appetitosi. Ma ancora una volta sui numeri si innesta la polemica politica che varia però a seconda delle situazioni. E se in Europa la risalita della febbre dello spread è legata alle intenzioni sovraniste della candidata alle presidenziali francesi Marine Le Pen, in Italia lo stesso fenomeno è visto come il bastone che la cancelliera Merkel agita contro i governi che non si allineano alla linea del rigore. A dirlo è stato questa mattina anche Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera in un'intervista: "Lo spread? Quello è un grande imbroglio. È l'arma di ricatto che l'Europa tedesca rivolge ai governi non più amici o che vuole condizionare. L'aveva impiegato contro Berlusconi, e adesso lo usa nei confronti di un'Italia che considera riottosa sull'immigrazione o sui conti pubblici".

giovedì 9 febbraio 2017

5 FEBBRAIO 1783: TERREMOTO DEVASTANTE PROVOCA OLTRE 30 MILA VITTIME TRA CALABRIA E MESSINA




RICORDO DI NERIO RACCAGNI

Giorgio Melandri ·Questa notte ci ha lasciato Nerio Raccagni, un pezzo di storia della Romagna, per me anche un protagonista della mia scoperta del vino. Alla Grotta di Brisighella sono arrivati da tutta Italia, tutti a meravigliarsi di quel modello di ristorazione così nuovo e coraggioso, pieno di vita e personalità. A lui Brisighella deve molto, l'idea che anche in un paese arrampicato in Appennino si possa pensare in grande. Ha accompagnato l'olio fino a vette qualitative impensabili, il carciofo Moretto, i vini di Castelluccio. Un uomo tutto spigoli e sogni, per me il complice di tante sere speciali. Addio caro Nerio, ci mancherai.

IL SUO MONITO AI GIOVANI: “SIATE SEMPRE CURIOSI”

Francesco Donati - Con Nerio Raccagni scompare un pezzo di storia del vino e della ristorazione. Animato da una vena critica e provocatoria, ma lungimirante, le sue dichiarazioni erano perle di saggezza con cui formare le nuove generazioni, «I ristoranti sono aumentati di qualità ma manca qualcosa -disse qualche tempo- manca la voglia| di scoprire, di cercare, per creare ricette, abbinamenti, proposte con ciò che si ha in casa, ma anche usando spunti, idee e materia prima individuata in giro. La gastronomia a km 0 va un po' troppo di moda, si rischia di essere limitati. Bisogna viaggiare, noi da giovani lo facevamo, c'era la curiosità. Io sfido oggi a trovare un ristoratore curioso che si dedichi alla ricerca. Bisogna conoscere chi produce, sapere come si coltiva, dove, perchè. Così racconti la storia di un piatto, come nasce, cosa c'è dietro per esperienza diretta. Cosi crei contatto e fiducia con i consumatori. Così non cadi nella superficialità».

LA FIGURA: LA PASSIONE PER IL VINO ACCANTO AI PRODOTTI DEL TERRITORIO

Beppe Sangiorgi - LA FIGURA di Nerio Raccagni è legata alla stagione d'oro della ristorazione brisighellese. Agli ultimi decenni del '900 quando, lui con la Grotta e il fratello Tarcisio con il Gigiolé proponevano una cucina che si rifaceva alla tradizione locale ingentilita su tavole come quella del cardinale Michele Lega presso il quale la mamma Maddalena aveva lavorato da giovane trasmettendo poi il suo sapere ai figli. I quali, Tarcisio in cucina e Nerio in sala, l'hanno fatto proprio insieme alla valorizzazione dei prodotti di eccellenza brisighellesi con cui hanno contribuito a portare il nome di Brisighella oltre i confini locali e fare conoscere i prodotti della valle del Lamone. Come gli oli extravergini di oliva Brisighella, Nobil Drupa e Orfanello, il formaggio conciato e il prosciutto di castrato. Conoscenza dei migliori prodotti, sapere gastronomico e una spiccata cordialità facendo di Nerio Raccagni il tipico patron di un locale che si identificava con colui che li governava, che accoglieva gli ospiti, che sapeva raccontare un piatto e i suoi ingredienti, sorprendendo con innovazioni che non tradivano il territorio e la sua storia. E lo stesso si può dire quando lasciata la Grotta, aveva aperto il relais Torre Pratesi. E da esperto sommelier nell’una e nell'altra situazione sapeva sempre consigliare il vino giusto con una preferenza per la produzione romagnola Come confessava qualche anno fa: “Oggi mi piacerebbe fare ancora il ristoratore per predisporre una bella e scelta carta di vini romagnoli che si fanno apprezzare per la buona qualità e una notevole differenziazione”. I vino come gli altri prodotti agroalimentari non erano per Nerio solo una fonte di piacere ma anche uno strumento di valorizzazione del territorio e di incentivazione  del turismo a testimoniare il forte legame con la sua terra che lo ha accompagnato lungo la sua vita.


martedì 7 febbraio 2017

FERMIAMO L’INVASIONE RACCOLTA FIRME FORZA ITALIA


l Governo Berlusconi con la Bossi-Fini e soprattutto grazie alla politica internazionale lungimirante era riuscita a contenere il fenomeno dell'immigrazione che oggi, soprattutto dopo la sciagurata politica di Matteo Bomba e fuori controllo. Condividi la nostra iniziativa AZZURRI '94, per firmare clicca e metti mi piace.

FORZA ITALIA LUGO: PERPLESSITA’ SUL PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE DELL’EX ACETIFICIO VENTURI



Finalmente, dopo settimane di presentazioni sui giornali, ieri sera il sindaco Ranalli ha presentato ufficialmente ai capigruppo il piano di recupero dell'area dell'ex acetificio Venturi che prevede la costruzione, tra l'altro, di un ulteriore supermercato. Dobbiamo dire che, al di là dei lustrini e delle dichiarazioni entusiastiche del Sindaco, i dubbi sulla effettiva validità della proposta rimangono tanti. Se è vero che il recupero di quell'area è assolutamente indispensabile è altrettanto vero che la scelta fatta è alquanto discutibile. Il sindaco Ranalli, come i suoi predecessori, continua a riempire la nostra cittadina di centri commerciali di varie dimensioni. Questi non servono certamente a rilanciare il commercio ma hanno come unico scopo quello di introitare gli oneri di urbanizzazione e benefit non ripetibili con i quali fare bilancio. Non possiamo dimenticare quanto è stato fatto sulla Piratello, dove in pochi anni abbiamo visto sorgere diversi centri di grande distribuzione e un centro commerciale che ha contribuito alla chiusura di tante piccole attività commerciali del centro di Lugo. Una scelta politica per noi assolutamente incomprensibile; l'amministrazione dovrebbe tutelare e incentivare i negozi del centro per mantenerlo vivo. Ognuno dei progetti che ci furono presentati in passato doveva abbellire e arricchire le aree su cui sarebbero stati realizzati e invece ci troviamo con strutture in parte vuote o non terminate. Temiamo che la stessa cosa possa capitare con il progetto dell'ex acetificio Venturi dove, sicuramente, nel caso venisse realizzato, verrà aperto e terminato il supermercato e gli edifici dedicati ad ospitare le strutture del comune, ma il resto? Nutriamo anche delle perplessità in merito al progetto dell'ASL di realizzare in quell'area un edificio con servizi socio sanitari, probabilmente la casa della salute. Ci chiediamo per quale motivo questa debba essere realizzata adiacente all'ospedale e non all'interno dell'ospedale stesso e perché, se proprio l'ASL continuasse a non ritenere possibile dedicare spazi all'interno degli edifici del nostro nosocomio, questa debba essere ubicata a un centinaio di metri da esso. Siamo anche perplessi su come verrà gestita la viabilità in una zona collegata con il resto della città da un unico sottopasso e da un passaggio a livello che dovrà prima o poi essere chiuso. Il traffico nella zona sarà destinato ad aumentare tra clienti e bilici che andranno a rifornire i magazzini del nuovo CONAD senza che la rete stradale venga potenziata. Donatella Donati (capogruppo di Forza Italia a Lugo)

domenica 5 febbraio 2017

BERLUSCONI: “I GIUDICI EUROPEI TENGANO CONTO DELLE SCADENZE ELETTORALI”

Incontro in treno - Selfie con i fan, battute su Renzi e messaggi ai giudici di Strasburgo: “Io potrei tornare ad essere il candidato alla Presidenza del Consiglio"
di Davide Vecchi | “Anche questo treno l’ho fatto io: abbiamo modernizzato l’Italia”. Silvio Berlusconi non cambia mai. Ma tutti i torti non li ha: il suo governo diede il via libera all‘Alta velocità e fu lui a inaugurare il Frecciarossa sul primo Milano-Roma il 29 marzo 2009. Col berretto da capotreno trasformò l’occasione per dare spettacolo. Battute, gag e quell’“andate più piano” scandito ironicamente ai macchinisti superati i 300 chilometri orari. Poteva essere spensierato. All’epoca. Da quel marzo di otto anni fa è cambiato tutto. Fronte politico, aziendale, familiare, di salute. Condannato in via definitiva, decretato ineleggibile, divorziato a suon di milioni, costretto a cedere parte delle sue società, più volte ricoverato per diversi interventi, ultimo quello al cuore. Insomma: dovrebbe essere un uomo stanco e privo di entusiasmo, come raccontano i suoi avversari politici. Invece, a vederlo, nulla sembra più falso. “L’è semper lù”, dice un milanese andandosene soddisfatto dopo aver scattato un “selfie col presidente” e telefonando alla moglie per comunicarle l’epocale evento. Un incontro fortuito. Inatteso. Incontro che avviene proprio sul Frecciarossa. Là dove non ti aspetti di trovarlo. O lo immagini blindato dalla scorta e inavvicinabile. Invece è lì, sempre a caccia di contatti umani per vincere la solitudine. La notizia, buona o cattiva che sia a seconda dei gusti, è che è vero: “l’è semper lù”. Berlusconi da tempo ha lasciato aerei e auto blu, si muove tra Milano e Roma sui treni ad alta velocità. “In meno di tre ore arrivo da Roma a Milano e nel frattempo posso lavorare, discutere con i miei collaboratori o scambiare qualche parola con gli altri viaggiatori. È un piacere e il contatto con le persone è sempre importante”. Nel vagone ci sono una decina di persone. Lui gigioneggia. Racconta storielle, pettegolezzi, aneddoti. Si lascia fotografare. Canticchia divertito le ultime canzoncine su Matteo Renzi e Maria Elena Boschi che gli arrivano sul telefono. “Questa è sulle note di Pippo non lo sa”. Sembra in gran forma. Pronto magari anche a ricandidarsi premier, se – come lui continua a ripetere – la sentenza della Corte di Strasburgo gli restituirà lo status di eleggibile. Il centrodestra senza di lui ha perso la sua compattezza e veleggia diviso, lontanissimo dal Pd e dai 5 Stelle. Proviamo a chiederglielo, ma lui ha la fissa di Strasburgo. “La sentenza europea non riguarda un qualunque cittadino europeo, che comunque avrebbe diritto a ottenere giustizia in tempi accettabili”. La prende larga. “Dalla sentenza dipende non solo il giudizio sulla storia italiana degli ultimi anni, ma anche il futuro della democrazia in un importante Paese europeo come il nostro. Per questo i tempi della sentenza devono tener conto delle prossime scadenze elettorali”. Si ricandiderebbe o no?

venerdì 3 febbraio 2017

FORZA ITALIA PRESENTERA’ UNA SUA PROPOSTA DI LEGGE ELETTORALE


Il Presidente Silvio Berlusconi ha insediato oggi il “tavolo di lavoro” di Forza Italia sulla legge elettorale.
Nel corso della riunione si sono ribaditi i criteri che Forza Italia considera necessari per andare al voto: una legge elettorale che consenta un’effettiva corrispondenza fra il voto espresso dagli italiani e la rappresentanza in Parlamento, insieme alla governabilità, evitando correttivi maggioritari che – nell’attuale quadro politico frammentato - potrebbero affidare la guida del paese a una ristretta minoranza, ed aggravare così ancora il distacco fra istituzioni e cittadini. Forza Italia considera anche necessario che il rapporto fra elettori ed eletti sia garantito attraverso strumenti realmente efficaci, evitando in ogni caso il ricorso al voto di preferenza, strumento falsamente democratico di corruzione e di distorsione della volontà popolare. Forza Italia ricorda che dopo quattro governi non eletti dal popolo – l’ultima volta che gli italiani hanno potuto scegliere da chi essere governati è stato nel 2008, quando è nato il Governo Berlusconi - è urgente ridare la parola ai cittadini. Ma questo non può avvenire senza tener conto delle necessità di leggi elettorali omogenee fra Senato e Camera, e coerenti fra loro. In assenza di ciò si rischia una nuova situazione di ingovernabilità e di accresciuta confusione. In questo senso il Capo dello Stato ha dato indicazioni chiare e perfettamente condivisibili.
Nei prossimi giorni Forza Italia presenterà una sua proposta di legge elettorale, verificando la possibilità di un percorso comune del centrodestra su questa materia, per arrivare comunque a una soluzione che deve avere la più larga condivisione possibile, al di là degli schieramenti parlamentari

giovedì 2 febbraio 2017

FINALMENTE IL PD RAGGIUNGE IL 40%: L’INDICE DI DISOCCUPAZIONE GIOVANILE-



Marcello Fiori Istat: la disoccupazione giovanile risale al 40,1% Il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni risale a dicembre superando quota 40%. Lo rileva l'Istat spiegando che la quota di disoccupati sul totale degli attivi in quella fascia di età (occupati e disoccupati) a dicembre è al 40,1%, in aumento di 0,2 punti percentuali sul mese precedente, al livello più alto da giugno 2015. Il tasso di disoccupazione a dicembre è al 12%, stabile su novembre (dato rivisto al rialzo da 11,9% a 12%) e in rialzo di 0,4 punti su dicembre 2015. L'Istat ricorda poi che è il livello più alto da giugno 2015 (12,2%). I disoccupati raggiungono quota 3.103.000 con un aumento di 9.000 unità su novembre e di 144.000 unità su dicembre 2015. Ancora in calo gli inattivi tra i 15 e i 64 anni con -15.000 unità su novembre e -478.000 unità su dicembre 2015. Il tasso di inattività è stabile sui minimi storici al 34,8%. A dicembre gli occupati sono rimasti sostanzialmente invariati su novembre (+1.000 unità) mentre sono cresciuti di 242.000 unità su dicembre 2015 (+1,1%). Secondo l'Istat gli occupati nel complesso registrati nel mese sulla base dei dati destagionalizzati erano 22.783.000. IL tasso di occupazione è al 57,3%, invariato rispetto a novembre e in aumento di 0,7 punti su dicembre 2015. Sono aumentati i lavoratori dipendenti con +52.000 unità su novembre (soprattutto a termine) mentre gli indipendenti sono diminuiti di 52.000 unità.