venerdì 29 marzo 2013


QUANTA NOSTALGIA DI BERLUSCONI AL FATTO: OGGI LE PRIME TRE PAGINE SONO TUTTE PER LUI



scritto da daw
In molti odiano il Natale perchè con il Natale arriva anche l’ennesimo libro di Bruno Vespa. Il problema non è tanto il libro, ma le presentazioni di quell’autorevole opera. Vespa è ovunque, e tra i politici c’è la gara ad andare a fare la comparsata. Ci vanno tutti, di ogni colore, compresi i big. Anzi, soprattutto i big, che ovviamente non leggeranno mai una riga di quei libri. Ma vabbè. Ieri è stato il turno di Silvio Berlusconi. Niente di eclatante, qualche battuta, le solite, ma ha vinto la noia. Eppure… i nostalgici del Cavaliere si sono quasi eccitati. Eh sì, ad esempio Repubblica dedica un grande articolo all’interno del quotidiano. Onestamente niente di spettacolare, forse anche a Repubblica stanno guarendo dall’ossessione per Berlusconi. Chi lo sa. Di sicuro la malattia è ancora ben presente al Fatto, dove è bastato questo mini-ritorno del Cavaliere per scaldare gli animi della redazione. E così via, subito la prima pagina dedicata al noiosissimo intervento di Berlusconi. E poi anche la pagina due. Basta? Ma no, anche pagina 3. Le prime tre pagine, quindi, dedicate a Berlusconi. Ancora. E il bello che, come al solito, ilFatto parla di un”flop” del Cavaliere. Che poi il libro è di Vespa, ma sono dettagli. Comunque, è stato talmente un flop che ilFatto ha deciso di dedicare la prima pagina, la seconda e la terza a questo “evento”.
Ah, le ossessioni. Che ci volete fare. Tratto da  daw



giovedì 28 marzo 2013

E IO PAGO: “ROTTOMATORE” COI NOSTRI SOLDI. DA 9 ANNI A RENZI PAGHIAMO LA PENSIONE



Furbetto della casta. Otto mesi prima di essere eletto sindaco di Firenze era stato assunto dall'azienda di famiglia come dirigente. Poi si è messo in aspettativa e da allora...     l Comune e la Provincia di Firenze da quasi 9 anni pagano i contributi per la pensione del dirigente di azienda Matteo Renzi, in arte "rottamatore". Lo scrive Il Fatto quotidiano, che racconta come otto mesi prima di essere eletto sindaco di Firenze nel giugno 2004, Renzi venne assunto dall'azienda di famiglia, per poi mettersi in aspettativa per assolvere al suo incarico di primo cittadino. La protesta -  A testimoniarlo è un documento del 22 marzo scorso, la risposta a un'interrogazione al Comune di Firenze presentata dai consiglieri Francesco Torselli (Fratelli d'Italia) e Marco Semplici (Lista Galli). "Il dottor Matteo Renzi è inquadrato come Dirigente presso l'azienda Chil srl", scrive il vicesindaco Stefania Saccardi e aggiunge "alla società presso cui risulta dipendente in aspettativa il dottor Renzi sono erogati i contributi previsti all'art. 86 comma 3 del Testo unico sugli enti locali". Legge che impone all'Ente locale di provvedere al versamento dei contributi previdenziali, per gli amministratori locali che, in quanto lavoratori dipendenti, siano stati collocati in aspettativa non retribuita per assolvere al mandato. Fonti vicine al sindaco e riportate da Il fatto spiegano che "l'assunzione non era finalizzata a lucrare i contributi. La società della famiglia Renzi in quel periodo viveva una fase di ristrutturazione. L'acquisto della qualifica di dirigente da parte di Renzi era legata alla cessione delle sue quote. Prima era socio ed era inquadrato come collaboratore. Nel periodo in cui cede le quote diviene dirigente".


DISINTEGRAZIONE DI UNA LEADERSHIP



BERSANI AFFRONTA NEL MODO PEGGIORE IL BLOCCO DI SISTEMA E LA CRISI
Il pragmatismo della Padania rossa è perfetto per le lenzuolate, per le parafarmacie, per gli asili nido, tutte cose importanti, ma non funziona quando le domande di senso riguardano la politica, i rapporti di forza, la definizione di un’identità programmatica se non, addirittura, di una visione. Lo si vede dal comportamento astruso e ostinato di Bersani, che sta disintegrando il fatto e il significato della sua leadership, e in pochi giorni sta vanificando il vantaggio d’immagine e di tattica che aveva acquisito all’epoca delle primarie. Certo, ha perso la corsa elettorale.  FOGLIO QUOTIDIANO

E INTANTO…..L’ULTIMA DI AMATO: SI INDIGNA PER LE PENSIONI D’ORO. LUI CHE PRENDE 1.047 EURO DI PENSIONE AL GIORNO……..



Ci stavamo quasi dimenticando di segnalare l’ultima uscita di un nostro vecchio amico, Giuliano Amato. L’ex premier, ex ministro, ex tutto, è tornato a parlare di pensioni. Un tema, come dire, a lui molto caro (ricordiamo che percepisce 1.047€ di pensione al giorno). Che ha detto? Ecco: “Sono troppe le differenze tra le pensioni ricche e quelle povere” E ancora: Non è possibile che lo Stato assegni ad alcuni molto più di quello che serve loro e a molti di più dia meno del necessario alle loro esigenze di vita”. Ecco. Proprio lui parla. Uno che, ribadiamolo, prende 1.047€ al giorno di pensione, che ha tagliato le pensioni (povere) agli italiani, che chiede sacrifici al popolo, che è stato pagato dalla RAI per condurre un programma in tv per spiegare la “crisi” (programma che nessuno ha visto), uno che è stato nominato da Monti consulente contro gli sprechi, uno che ha paragonato i politici trombati agli esodati… Sì, proprio uno così.

Amato: “La mia pensione da 1.047€ al giorno? Non posso farci niente, ormai sono un privato cittadino”

1047€ al giorno e vuole i nostri sacrifici

La pensione di Amato? 1047 euro al giorno

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mercoledì 27 marzo 2013

GOVERNO, BRUNETTA: “ECONOMIA REALE DA FILM DELL’ORRORE, BERSANI SIA RESPONSABILE



Anche l’Europa certifica, se mai ce ne fosse stato ancora il bisogno, la drammaticità del momento che stiamo vivendo. Nel 2012, lo scrive la Commissione Ue nel suo rapporto sull’occupazione, l’Italia è il Paese nel quale lo stress finanziario ha avuto le conseguenze maggiori: il 15% della popolazione è in difficoltà economica. In più, nel quarto trimestre dello scorso anno la produttività italiana ha fatto registrare un -2,8%, dopo il calo ancora più forte del 3% del trimestre precedente. L’Italia è anche il Paese, tra quelli più grandi d’Europa, dove la disoccupazione nell’ultimo trimestre 2012 ha subito l’accelerazione più marcata rispetto al trimestre precedente (+0,5%). Anche l’Ocse ha diffuso dati nerissimi: in Italia la pressione di tasse e contributi sul lavoro dipendente è salita al 47,6% nel 2012, livello ben oltre la media dei Paesi industrializzati pari al 35,6%. Infine il Fondo monetario internazionale che ci dice con chiarezza che non siamo immuni ai rischi e ci invita a far ripartire la crescita con riforme e attenzione ai conti. I dati dell’economia reale ci consegnano un film dell’orrore. Ed in questo scenario Bersani cosa fa? Al momento sembra perder tempo, lo scopriremo nei prossimi giorni. Intanto oggi, durante le consultazioni, abbiamo ancora una volta chiesto al segretario del Pd un gesto di responsabilità. L’Italia ha bisogno di un governo forte, bisogna fare presto”.

MONTI IL TECNICO TECNICAMENTE FALLITO. DISPREZZATO DA TUTTI, ANCHE DAL SUO GOVERNO.



Le dimissioni del ministro degli Esteri Giulio Terzi sulla vicenda dei marò è l’ultimo di una lunga serie di gravi incidenti che hanno accompagnato l’inesorabile declino del governo tecnico. Al di là del merito del caso che sta lacerando i rapporti tra l’Italia e l’India, l’abbandono della nave a scoppio ritardato del responsabile della nostra politica estera, e il rimprovero dell’ammiraglio Di Paola è uno degli episodi più tristi capitati di recente alle nostre aule parlamentari. La caduta verticale della credibilità dell’esecutivo dei tecnici è uno dei sintomi più evidenti dell’impatto senza precedenti della recessione che ha travolto l’economia italiana nel 2012, la seconda contrazione monstre a poco distanza dal tonfo successivo al crack di Wall Street. Un simile sisma sociale avrebbe prodotto sconquassi devastanti in ogni caso, ma i tecnici si sono dimostrati incapaci di gestirlo ancora più dei politici. Basti pensare al modo in cui Berlusconi si è risollevato dopo il fallimento del suo governo. Lo scoppio della bolla tecnica ha trasformato Mario Monti nel piccolo leader di un partito di centro, una figura simile a Casini mentre avrebbe potuto diventare un nuovo Ciampi. La sua traiettoria, così come quella dei suoi colleghi, poveri di consenso e inadatti a gestire il profondo turbamento della società italiana, è anche un monito per il futuro prossimo venturo. I numeri per formare un governo politico non ci sono, vista l’ostilità reciproca dei tre maggiori partiti italiani, Pd, M5S e Pdl. Aggrapparsi ad un’altra scappatoia tecnica sarebbe però un ulteriore aggravamento del problema, invece che la risoluzione di cui avrebbe bisogno un paese in crisi così profonda.

martedì 26 marzo 2013

MARO’, BERLUSCONI: “FIGURACCIA VERGOGNOSA, DOBBIAMO CACCIARE MONTI DAL SENATO”



  Il governo Monti sui marò ha fatto una figura vergognosa, ha sbagliato tutto perche’ hanno voluto fare di testa loro senza chiederci nulla. Lo ha detto Silvio Berlusconi parlando ai parlamentari del PdL: si devono dimettere in gruppo e dobbiamo cacciare Monti dal Senato, perche’ e’…

PIERLUIGI BERSANI, IL SUO ULTIMO MESE DI VITA (POLITICA), E POI PER LUI SARA’ IL NULLA.




(adnkronos) Le consultazioni di oggi di Pierluigi Bersani hanno preso il via con le delegazioni di Cgil (Susanna Camusso, Danilo Barbi, Vera Lamonica, Massimo Gibelli), Cisl (Raffaele Bonanni, Anna Maria Furlan, Maurizio Petriccioli, Salvo Guiglielmino), Uil (Luigi Angeletti, Guglielmo Loy, Domenico Proietti, Antonio Passaro) e Ugl (Giovanni Centrella, Maria Rosaria Pugliese, Cristina Ricci, Francesca Novelli, Antonio Scolletta). Alle 12 con Rete Imprese Italia, e cioe’ Confartigianato (Giorgio Merletti, Cesare Fumagalli), Confcommercio (Carlo Sangalli, Francesco Rivolta), Cna (Ivan Malavasi, Sergio Silvestrini), Confesercenti (Marco Venturoni, Mauro Bussoni), Casartigiani (Giacomo Basso, Nicola Molfese). Alle 13 sara’ la volta di una rappresentanza del mondo ambientalista formata da Cai (Agostino Esposito), Fai (Andrea Caradini, Sofia Bosco), Federazione Pro Natura (Mario Cavargna), Greenpeace (Giuseppe Onufrio, Alessandro Gianni’), Legambiente (Stefano Ciafani, Rossella Muroni), Tci (Marco Lion, Francesco Di Maggio), Wwf (Dante Caserta, Gaetano Benedetto, Stefano Lenzi). Alle 15 Don Luigi Ciotti, alle 15,30 il Forum delle Associazioni giovanili e il Consiglio nazionale degli studenti (Giuseppe Failla, Carmelo Lentino, Benedetta Rubin, Matteo Guidoni, Lorenzo Floresta, Luigi Iorio). Alle 16 chiuderanno il Consiglio italiano del Movimento europeo (Pier Virgilio Dastoli, Stefano Milia), il Movimento federalista europeo (Lucio Levi, Franco Spoltore) e la Gioventu’ federalista europea (Federico Butti, Simone Vannuccini). Va be’ la confusione mentale, ma tutto ha un limite,


lunedì 25 marzo 2013



A ROMA, PRESENTI COME SEMPRE AL COMPLETO, A GRIDARE: FORZA ITALIA



Nella imponente manifestazione del Popolo della Libertà svoltasi a Roma in Piazza del Popolo, dove sventolava anche la bandiera autonomista romagnola, vi era anche un folto gruppo di militanti faentini arrivati nella capitale in pullman e in treno. Presente tutta la dirigenza manfreda capitanata dal Coordinatore comunale Luciano Spada assieme a Bruno Fantinelli, Teresa Felici, Gabriella Casanova Nenni, Raffaella e Rodolfo Ridolfi che ha dichiarato: - la manifestazione odierna serve a ribadire l'improrogabilità di scelte essenziali per il nostro paese in tema di riduzione fiscale e ripresa dell'economia, una vera "festa della libertà"con tante famiglie e giovani che fin dalla tarda mattinata hanno invaso Roma come un fiume in piena, un tripudio di bandiere, che dimostrano come il Popolo azzurro c'è e non può essere ignorato da una sinistra che con un risicato 29% vorrebbe oKKupare tutte le istituzioni. Vista l'irresponsabilità fin qui dimostrata dalla sinistra che si permette il lusso di lasciare il paese in attesa di un governo siamo pronti ad una nuova campagna elettorale come ha detto il Presidente Silvio Berlusconi che ha concluso il suo intervento con un VIVA L'ITALIA VIVA FORZA ITALIA! 








sabato 23 marzo 2013

IL 23 MARZO IL PRIMO ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA DI GIOVANNA BENELLI. GIO NON TI DIMENTICHIAMO! DOMENICA 24 SANTA MESSA IN SANTA AGATA MAGGIORE A RAVENNA



Ricorre Sabato 23 Marzo il primo anniversario della scomparsa di Giovanna Maria Benelli, più volte consigliere provinciale di Forza Italia e del PDL nonchè storico Presidente del Club Forza Italia Argentario. Una Santa Messa in suffragio sarà celebrata Domenica 24 Marzo alle 11.30 presso la basilica di Sant’Agata Maggiore in via Mazzini a Ravenna

DOMANI TUTTI A ROMA, RAVENNA PRESENTE COME SEMPRE AL COMPLETO, A GRIDARE: FORZA ITALIA


SENZA DI NOI NESSUNA MAGGIORANZA E’ POSSIBILE. BERSANI NE PRENDA ATTO
Clicca qui e puoi seguire la manifestazione
Saranno circa 200 i militanti PDL della Provincia di Ravenna che, divisi in quattro pullman GT, partiranno  domani sabato 23 di buon mattino alla volta di Roma dove alle 15 in piazza del Popolo inizierà la manifestazione nazionale PDL promossa per evidenziare la necessità di una svolta contro un fisco oppressivo, per rilanciare il paese con una vera legge sulla crescita e per dire no all’abbattimento per via giudiziaria non solo di un leader politico, ma di milioni di italiani che ne sostengono la linea politica da anni. Sarà inoltre l’occasione per evidenziare, soprattutto in vista dell’elezione del nuovo Capo dello Stato, come non si possa non tener conto dell’esistenza del PDL evitando l’elezione di un presidente di parte. La manifestazione si concluderà con l’intervento del Presidente Silvio Berlusconi. 

venerdì 22 marzo 2013

BERSANI NON SI RENDE CONTO DELLA SITUAZIONE PARADOSSALE





“A me pare che la sinistra, e per sinistra intendo lo schieramento che va da Bersani e Vendola fino a Grillo, abbia proprio perso la cognizione della gravità del momento”. Lo ha affermato la parlamentare del Pdl, Mariastella Gelmini, che ha osservato: “Grillo, con il suo 25 per cento, che non considera minimamente le aperture del Pd, rispondendo con rifiuti e insulti, che chiede tutte le poltrone disponibili, a partire da quelle a palazzo Chigi. E per fare cosa? Distruggere tutto, radere al suolo il sistema. Il segretario del Pd, sempre più in affanno, cerca di trovare escamotage per un eventuale esecutivo che possa compiacere lo stesso leader di M5S e quindi raccogliere il suo sostegno. Non si rende conto Bersani della situazione paradossale nella quale si trova? Quando invece, senza perdere altro tempo, si potrebbe arrivare a un intesa con il Pdl e avviare subito un iter di riforme economiche e interventi che il paese, gli italiani, l’Europa attendono con impazienza. Bersani ha ancora poche ore per decidere strada giusta”.

MARO'




I due marò partiranno stasera per l’India. Lo ha assicurato il sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura precisando che il governo indiano ha garantito che non ci sarà la pena di morte nei loro confronti. Sulla base delle decisioni assunte dal CISR, il Governo italiano ha richiesto e ottenuto dalle autorità indiane l’assicurazione scritta riguardo al trattamento che sarà riservato ai maro’ e alla tutela dei loro diritti fondamentali. Alla luce delle ampie assicurazioni ricevute, il Governo ha deciso che torneranno in India domani. Oggi, si legge in una nota di Palazzo Chigi, il Presidente del Consiglio Mario Monti, insieme al Ministro della Difesa Giampaolo Di Paola e al Sottosegretario agli Esteri Steffan de Mistura, ha incontrato i fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, per valutare congiuntamente la posizione italiana e i risultati delle discussioni avvenute tra le autorità italiane e quelle indiane. La posizione del Governo era stata definita in mattinata in un’apposita riunione del CISR (Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica) presieduta dal Presidente Monti, alla quale hanno partecipato i Ministri degli Affari Esteri Giulio Terzi di Sant’Agata, dell’Interno Anna Maria Cancellieri, della Giustizia Paola Severino, della Difesa Giampaolo Di Paola, dell’Economia e Finanze Vittorio Grilli, dello Sviluppo Economico Corrado Passera, i Sottosegretari Antonio Catricalà e Gianni De Gennaro. Sulla base delle decisioni assunte dal CISR, il Governo italiano ha richiesto e ottenuto dalle autorità indiane l’assicurazione scritta riguardo al trattamento che sarà riservato ai fucilieri di Marina e alla tutela dei loro diritti fondamentali.

BERSANI AL COLLE, SI ARRENDE: PRONTO A OGNI SOLUZIONE UTILE AGLI INTERESSI DEL PAESE.



Una resa, o quasi. Il segretario del Pd Pierluigi Bersani esce dalla stanza della Vetrata del Quirinale, dopo oltre un'ora di consultazioni con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e sia pur senza sbilanciarsi lancia un messaggio chiaro al resto delle forze parlamentari. In estrema sintesi: "Bisogna fare un governo, per il bene dell'Italia. Il Pd ha vinto le elezioni e deve dettare l'agenda, ma non ne faccio una questione personale". Come dire: se sono io il problema, posso non fare il premier. E questo non è un nodo da poco. Si attendono ora le decisioni di Napolitano: "Le comunicherò domani", venerdì 22 marzo, ha detto lo stesso presidente ai cronisti. "Ho da riordinare gli appunti e le idee...".
"Governo di cambiamento" - "C'è un'esigenza di governo e una di cambiamento - esordisce Bersani uscendo dal colloquio con Napolitano -. Cambiamento è attenzione immediata ai temi sociali, iniziativa forte sui temi della moralizzazione della vita pubblica e passi seri sulle riforme istituzionali. Noi, partito democratico, prima forza di questo Paese checcè qualcuno dica (riferimento polemico a Beppe Grillo, ndr), ci mettiamo a servizio di questa esigenza, del nostro Paese e dell'Europa. Come si può fare? Lavorando su due versanti. Fare un governo che presenti al Parlamento proposte precise per un avvio di legislatura in chiave di cambiamento: correzione delle politiche europee, liquidità per le imprese, economia verde, regole per il mercato del lavoro da correggere contro la precarietà. Poi moralizzazione della vita pubblica: corruzione, sobrietà della politica, regole di mercato. Bisogna dare il segno netto che le cose possono cambiare. Il secondo versante riguarda la legge elettorale e la riforma della seconda parte della Costituzione, a cominciare dalla riduzione dei parlamentari. Queste riflessioni abbiamo consegnato al presidente, e ci affidiamo alla sua saggezza per trovare una soluzione".

giovedì 21 marzo 2013

E IO PAGO: BUSINESS DICHIARAZIONE DEI REDDITI, MONTI FA RICCHI I SINDACATI A SPESE DEGLI ITALIANI



Una montagna di carta che solo a trasferirla dagli 83 Centri di assistenza fiscale riconosciuti all’Inps si trasforma magicamente in quattrini ballanti e sonanti. Per la precisione ben 161 milioni di euro che l’Istituto di previdenza pubblico riconosce (dati 2012) ai Caf per la compilazione di milioni di pratiche. Il meccanismo è semplice. Il cittadino deve compilare una dichiarazione o certificare un certo reddito (per accedere a sconti e prestazioni sociali). Per farlo ha diverse strade: o rivolgersi all’Inps, o andare in comune (o circoscrizione), oppure bussare in uno dei tanti Caf. Un business milionario - negli ultimi anni lievitato considerevolmente in barba alla crisi -  che gira intorno alla possibilità di ottenere rimborsi fiscali (per dipendenti e pensionati), detrazioni d’imposta o anche sconti ed esenzioni da servizi pubblici. Tra dichiarazioni dei redditi, richieste di esonero dal pagamento della mensa dell’asilo o contributi sociali di varia natura,  gli italiani compilano milioni di domande e moduli. Tutte autocertificazioni che i Caf (onesti) aiutano a compilare per orientarsi in un dedalo normativo che cambia più spesso della biancheria intima. Da anni tutti i sindacati (ma anche alcune confederazioni del lavoro autonomo) hanno intercettato questo filone redditizio e aperto sportelli di consulenza fiscale, tributaria e normativa. In sostanza offrono - in orari possibili e con file meno mostruose - gli stessi servizi dell’Inps o dei Comuni. E per questo servizio lo Stato, o meglio l’Inps, paga un gettone (dai 10 ai 16 euro a pratica) come contributo. In teoria si potrebbe fare tutto ricorrendo ai dipendenti comunali o a quelli dell’Inps, in pratica per convenienza gli italiani prendono appuntamento in un Caf e sbrigano le pratiche necessarie. E fin qui si rientra nella privatizzazione di un servizio pubblico, discutibile, ma tutto sommato efficiente. 


DIVISIONE NEL PDL DI FAENZA




mercoledì 20 marzo 2013

AZZURRI DEL ’94 CON SILVIO BERLUSCONI DA FAENZA ALL’ITALIA: INCONTRO A REGGIO EMILIA MERCOLEDI 20 MARZO 2013



Il movimento Azzurri del ’94 con Silvio Berlusconi nato a Faenza il 9 novembre 2012 per chiedere il ritorno in campo di Silvio Berlusconi, la fine della disastrosa esperienza del Governo Monti ed il ritorno ai valori ed ai programmi di Forza Italia, che a Faenza ha ospitato anche la prima Convention Regionale del Movimento nel dicembre 2012 dopo la costituzione, a Bologna, del suo coordinamento Regionale, riunisce il coordinamento regionale mercoledì 20 marzo 2013 alle ore 19,00 a Reggio Emilia presso l'Hotel Europa in via Olimpia n.2, per fare il punto della situazione politica ed organizzativa per fare il punto della situazione politica ed organizzativa per il proseguimento dell’attività politica e organizzativa a sostegno delle idee e dei programmi di Silvio Berlusconi dopo il forte impegno elettorale che ha segnato l’entusiastico rilancio dello spirito liberale e dei valori del popolo emiliano-romagnolo dei berlusconiani. Nella sua relazione introduttiva il coordinatore regionale Rodolfo Ridolfi sottolineerà come “ Il ritorno in campo di Silvio Berlusconi ed il grande consenso che ha conseguito alle elezioni sui valori e sui programmi di Forza Italia, determinando la sconfitta di Monti, Bersani, della sinistra mediatica e l’irrompere del grillismo abbiano scatenato nuovamente il tentativo golpista di eliminare Berlusconi attraverso alcune procure e magistrati rossi, richiedano una intensificazione delle iniziative politiche e della mobilitazione a partire dalla manifestazione del 23 a Piazza del Popolo a Roma”. Ridolfi proporrà inoltre di accogliere le richieste che arrivano da altre regioni per una estensione del Movimento a livello nazionale.  Mail: berlusconianidel94@gmail.com su  Facebook: Berlusconiani Classe Novantaquattro Berluscones   cell.335396752

TUTTI IN PIAZZA PER MANIFESTARE CONTRO L’OPPRESSIONE FISCALE, CONTRO L’OPPRESSIONE BUROCRATICA, CONTRO L’OPPRESSIONE GIUDIZIARIA. MOBILITAZIONE PERMANENTE



Cari Amici, innanzi tutto voglio dirvi il mio più caloroso grazie per i tantissimi messaggi di vicinanza e di incoraggiamento che mi sono arrivati nei giorni in cui sono rimasto al San Raffele. Il sapere di poter contare sulla stima e sull'affetto di così tanti amici è stata per me la medicina migliore. Sono tornato subito in campo perché la situazione è grave. La prima preoccupazione è per la nostra situazione economica e sociale: i disoccupati continuano ad aumentare; nel 2012 hanno chiuso mille imprese al giorno; le nuove tasse volute da Monti strangolano famiglie e imprese. Ieri il nostro commissario europeo Antonio Tajani ha ottenuto la disponibilità dell'Unione europea a tenere fuori dal Patto di stabilità il pagamento dei debiti dello Stato verso le imprese. Una battaglia in cui ci siamo impegnati per oltre un anno, il cui buon esito consentirà di immettere liquidità e fiducia nel nostro sistema produttivo. Ma per uscire dalla recessione e ripartire verso lo sviluppo occorrono interventi forti, decisi e precisi, e soltanto un governo esperto, stabile e autorevole che scaturisca da un accordo tra il PD e la nostra coalizione può realizzarle.  Ci siamo dichiarati disponibili a questo accordo ma in cambio abbiamo ricevuto insulti, disprezzo, Presidenti di sinistra alla Camera e al Senato, il rifiuto di una intesa su un Presidente della Repubblica di garanzia. Una occupazione militare di tutti i vertici istituzionali che contraddice quanto promesso da Bersani durante la campagna elettorale. Non possiamo accettarlo. Continueremo una mobilitazione permanente nelle istituzioni, nelle piazze, nei media. Cominceremo sabato prossimo a Roma, manifestando tutti insieme contro l'oppressione fiscale, contro l'oppressione burocratica, contro l'oppressione giudiziaria. L’appuntamento è per le 15 in Piazza del Popolo che diventerà la Piazza del Popolo della Libertà. 
Ti aspetto! Un fortissimo abbraccio, Silvio Berlusconi


martedì 19 marzo 2013

BRUNETTA UN BERLUSCONIANO INTELLIGENTE E CAPACE UNA GUIDA AFFIDABILE PER IL GRUPPO DELLA CAMERA.



Su proposta del presidente Silvio Berlusconi, l'assemblea dei deputati del PDL ha indicato Renato Brunetta come Presidente del gruppo parlamentare alla Camera. La scelta verrà ufficialmente formalizzata nel pomeriggio di domani, quando tutti i gruppi si riuniranno dalle ore 15 su convocazione del Presidente della Camera. Al neo-capogruppo Brunetta gli Auguri di Buon lavoro


INCREDIBILE: SU MPS ESCONO LE INTERCETTAZIONI. MA SONO CONTRO IL CAV!!!



Il Fazioso Mps, uno scandalo incredibile, clamorosamente nascosto sui giornali dove ormai non ci sono più notizie a riguardo. E di intercettazioni (definite da chi le ha ascoltate imbarazzanti per il Pd) non se ne parla proprio. Ma dalle procure cosa esce? Altre intercettazioni che mettono in mezzo il Cav, come riporta il Corriere. Nella primavera del 2009 Silvio Berlusconi organizzò riunioni ad Arcore per designare i membri del Consiglio di amministrazione del Monte dei Paschi in quota Pdl. E almeno in un’occasione a quegli incontri partecipò il faccendiere Luigi Bisignani che sponsorizzava un avvocato suo amico. Sono le telefonate intercettate dai magistrati di Napoli nell’ambito di un’inchiesta su alcuni affari che coinvolgevano esponenti della criminalità organizzata. Siamo all’assurdo che alla fine per Mps sarà accusato Berlusconi. Tanto un’inchiesta in più cosa cambia?

lunedì 18 marzo 2013

NOI IMPRESENTABILI? COME SI PERMETTE? E L’ANNUNZIATA VA KO.



L’ANNUNZIATA SPARA E ATTACCATA ABBASSA LA CRESTA: “HO DETTO UNA COSA PESANTE”, BRAVO ALFANO!
Scintille nello studio di In mezz'ora dove l'ospite, il segretario del Pdl Angelino Alfano, ha lamentato l'offesa da parte della conduttrice Lucia Annunziata che ha definito "impresentabili" gli esponenti del Popolo della Libertà, offendendo così quasi il 30% degli elettori. "Come si permette? Da quale cattedra etica voi della sinistra potete giudicare con parole di disprezzo nei confronti del popolo che da vent'anni vota" il partito guidato da Silvio Berlusconi, ha protestato Alfano, mantenendo un certa calma anche se era chiaramente alterato. Alla fine, Annunziata si è in qualche modo scusata, ammettendo di aver detto una "cosa pesante", ma Alfano ha sottolineato che quelle dette "sono cose non solo pesanti ma anche profondamente ingiuste". Annunziata attacca, Alfano risponde e la conduttrice abbassa la cresta, Alessandra Mussolini: "Lucia Annunziata ha superato il suo noto essere di parte arrivando a insultare milioni di Italiani che votano Pdl e che, purtroppo, pagano il canone Rai. Non basta una semplice censura di fronte a tale insolenza verbale. Lo stipendio alla Annunziata lo pagano anche gli elettori del Pdl che meritano rispetto e una giusta informazione, troppo spesso sporcata da giornalisti impresentabili". Daniele Capezzone: "Nessuno può permettersi di trattarci come figli di un dio minore. La Rai dovrebbe essere un servizio pubblico, e non uno sfogatoio per tifoserie politiche contrapposte".


QUALI RIPERCUSSIONI DEL BUCO DI TPER SU START ROMAGNA E IL TRASPORTO PUBBLICO?



La Consigliera faentina del PDL Raffaella Ridolfi ha presentato nei giorni scorso un'interrogazione a risposta scritta al Sindaco Malpezzi riguardo la chiusura di bilancio di TPER e le eventuali ripercussioni che la situazione dell'azienda possa avere su Start Romagna ed i trasporti pubblici cittadini. Riportiamo di seguito l'interrogazione. Premesso che - a settembre 2012 denunciammo che Start Holding aveva chiuso il bilancio 2011 con un risultato negativo di 2,4 milioni di euro. "Un dissesto finanziario annunciato"; - il 14 settembre del 2011 l'allora presidente di Ravenna Holding, Elio Gasperoni, uno dei registi dell'operazione, parlò di una maggiore "efficienza aziendale". Anche in questo Consiglio comunale si è discusso dell'operazione Start Romagna TPER. Già allora Il bilancio di Start Romagna riportava una passività per la "società madre" di 474mila euro. Atm e Tram Rimini erano in attivo (rispettivamente di 91mila e 393mila euro) mentre Avm era in rosso di 1,6 milioni di euro. Il risultato, imposte comprese, è appunto un risultato di -2,4 milioni di euro. Considerato che al 14 marzo 2013 i quotidiani bolognesi titolano "i Bus cadono nel buco: 9 milioni TPER in crisi dopo un anno di vita" "dovremmo ridurre le corse, dall'utile al rosso, è aumentato solo il numero delle poltrone" - "TPER profondo rosso: buco di 9 milioni  - Tagli alle corse, i bus diminuiranno- Tutte le falle della fusione e le poltrone raddoppiate". Considerato inoltre che già in seno al Consiglio comunale di Faenza come si evince dai verbali mettemmo in luce le difficoltà di Bilancio di TPER. Interroga Il Sindaco e la Giunta per conoscere se vi sono o quali potrebbero essere le ripercussioni di questa situazione su Start Romagna ed in particolare se vi sono ripercussioni sul trasporto pubblico faentino.


sabato 16 marzo 2013

LA CASA SUL LAGO DEL TEMPO DELL’ACCANIMENTO GIUDIZIARIO. CONTRO IL PARERE DI COMUNE E SOPRINTENDENZA, IL GIUDICE CONDANNA L’IMPUTATO (COLPEVOLE DI ESSERE DELL’UTRI)



scritto da daw- Questa vicenda è davvero significativa. Un uomo, nella sua casa privata con magnifica vista lago, sul terreno di sua proprietà, decide di costruire una casetta su un albero (portate pazienza, l’uomo è appassionato di bird-watching: osserva gli uccelli, e quella posizione è l’ideale per farlo). Si tratta di una casetta in legno (niente cemento), senza fondamenta e quindi smontabile senza lasciare danni al paesaggio, al terreno o a quello che volete. Tutto bene? Eh no, perchè quell’uomo si chiama Marcello Dell’Utri. E allora una denuncia anonima segnala al Sindaco la casetta di legno e la magistratura apre immediatamente un’inchiesta. Pronti, e via. Arriva ovviamente l’ordine di demolizione e il processo. Ma attenzione: l’architetto del piccolo Comune spiega semplicemente che non c’è nessun abuso (la casa è di legno, è smontabile, non ha fondamenta, e molto altro). In più arriva addirittura l’assoluzione della Soprintendenza: “non esistono violazioni paesaggistiche”. Tutto risolto? No, no e no. Quell’uomo, ricordatelo, si chiama Marcello Dell’Utri. E allora: il giudice rigetta le conclusioni di Comune e Soprintendenza e condanna quell’uomo (che si chiama Dell’Utri) a 9 mesi di galera. Non è finita: il giudice ha chiesto al pm di incriminare il tecnico del Comune per abuso d’ufficio. Oh, è tutto vero.   

PILLOLE di Vincenzo Galassini MAGISTRATI SEMPRE PRONTI PER BERLUSCONI: IN SUPER RITARDO PER GLI ALTRI CITTADINI



Il Fatto -Sono la lobby più forte nel paese, l’ultima corporazione rimasta intatta negli anni, con poteri e privilegi immutati nel tempo. Hanno le paghe più alte d’Europa, pensioni d’oro, 51 giorni di ferie l’anno e i privilegi di un sistema unico (in quanto ad anomalie) nel mondo. Parliamo dei magistrati, una categoria che fa dello spreco uno status. Prendono il doppio dei colleghi francesi grazie a un sistema di scala mobile che non esiste altrove e possono arrotondare lo stipendio con incarichi extragiudiziari. La loro carriera è praticamente automatica: apprendistato poi 2 anni dopo il decreto di nomina sarà magistrato di tribunale, dopo 13 consigliere d’appello, dopo 20 in cassazione e dopo 28 idoneo alle funzioni superiori della suprema corte. Tutti passaggi automatici che comportano i relativi aumenti di stipendio, ultra sostanziosi. Gli stipendi dei magistrati italiani sono quasi un segreto, spesso coperti persino da omissis nei documenti ufficiali. Il tutto lavorando di media 1560 ore l’anno… Una vergogna immodificabile…. L’Italia ha il “triste primato in Europa” del maggior numero di prescrizioni (circa 130mila quest’ultimo anno) e “paradossalmente, del più alto numero di condanne della Corte Europea dei diritti dell’uomo per l’irragionevole durata dei processi”. Una riflessione come mai a Milano i processi contro Berlusconi sono così rapidi, un magistrato fissa le udienze, normalmente dopo mesi se non anni, come mai per quelli di Berlusconi sono fissati giorno per giorno, forse lascerà indietro altri processi che forse andranno in prescrizione. Interessante che qualche deputato chiedesse come può accadere…… Vincenzo Galassini

BERSANI: HA VINTO LA LOTTERIA MA HA PERDUTO IL BIGLIETTO



Partito per governare in nome del riformismo di sinistra, sicuro di avere in tasca le chiavi di palazzo Chigi, Pier Luigi Bersani non si è mai ripreso della sconfitta che solo la legge elettorale ha trasformato in una risicatissima ed effimera vittoria numerica alla Camera. Si è dunque messo a inseguire freneticamente i grillini offrendo tutto ciò che poteva capitargli a tiro. A cominciare dalla corresponsabilità nel governo dell'Italia, che invece Beppe Grillo vuol fare implodere. Strada facendo, il segretario del Pd ha compiuto un gesto che nessuno dei suoi predecessori aveva neppure immaginato: promettere di votare a favore dell'arresto del suo principale avversario politico, Silvio Berlusconi. l sì alle manette ipotizzato dal capo della segreteria bersaniana Maurizio Migliavacca è un atto che riporta alla peggiore sinistra manettista (quella degli Ingroia e dei Travaglio, per intenderci), e manda in fumo anni di tentativi di separare la dialettica politica dalle toghe politicizzate. Una sorta di benservito proprio nel giorno in cui Giorgio Napolitano predicava il contrario. Bersani, capo - ancora per poco - di una sinistra che era e resta minoritaria, non solo non è stato in grado di proporre un programma di governo minimamente degno di tale nome, ma sta facendo regredire il suo schieramento e il Paese intero ad un massimalismo che pensavamo sepolto dalla storia. Basta vedere il suo programma in otto punti e 40 capoversi: il manifesto di un collettivo scolastico, qualcosa che non esiste in nessuna sinistra socialdemocratica europea.   Si torna ai post-comunisti dei funzionari di partito, della case del popolo e soprattutto dei tentativi di accordo sottobanco con qualche compagno di strada utile alla bisogna. Nonostante i "no" espliciti finora ottenuti. Si può ripetere che l'insuccesso ha dato alla testa a Bersani; più probabilmente ha tolto la maschera alla sinistra che ha in mente.

venerdì 15 marzo 2013

LE “TRUPPE” DEL PD PRONTE AL VOTO, ECCO QUANTI SONO GLI UOMINI DI BERSANI, MA OCCHIO ALLA “FALANGE” RENZIANA.


 I democratici sono spaccati in tantissime correnti. Devono decidere in fretta cosa fare. I numeri sono importanti. Pier deve capire se ha i "soldati" per governare

In casa Pd si fanno i conti. per andare in parlamento bisogna farli. La spaccatura dentro i democratici è su due versanti. Il primo è quello del voto subito. Un ritorno alle urne catartico per cambiare nuovamente tutto. Poi c'è l'altro versante che invece cerca di resistere sulla strada di palazzo Chigi usando anche un tringolo con Napolitano per avere magari un governo tecnico. Normalmente tutti i deputati e tutti i senatori eletti nel Pd e nella coalizone dovrebbero sposare evotare compatti la linea di Bersani. Ma non è scontato che tutto vada così. Il gioco delle correnti è decisivo. Lo dice anche la carta d'intenti che hanno sottoscritto tutti i capi coalizone lo scorso ottobre: “Progressisti e democratici si impegnano a decidere a maggioranza qualificata tra i gruppi parlamentari in caso di dissenso su temi rilevanti”. Insomma non è detto che si debba per forza votare tutti compatti per il bel faccione di Pier. Così far di conto diventa decisivo.  Ecco le truppe - Alla Camera Bersani, secondo i calcoli de Il Foglio,  può contare su 91 deputati, Vendola su 37, Renzi su 34, i giovani Turchi di Fassina e Orfini su 33, Franceschini su 27, Letta su 17, Fioroni su 13, Veltroni su 8, Bindi su 7, il centro democratico su 6, i socialisti su 4, Civati su 3, Marino su 3, Puppato e Prodi su un solo deputato. Con questi numeri potrebbe esserci spazio per una spaccatura pesante. Soprattutto sul tema del voto immediato o sul tentativo di mettere su un governo che duri. A favore del voto, sommando bersaniani, vendoliani, giovani turchi, civatiani e mariniani, si arriva a 168 deputati. Un buon numero per tornare alle urne presto. Ma contro il voto anticipato ci sono i dinosauri del partito. D'Alema, Bindi, Letta e Franceschini. Loro possono contare su 75 deputati. A questo pacchetto mancano però i renziani che devono ancora decidere cosa fare. ma c'è da giurare che tra le loro fila un voto tra qualche mese con Renzi candidato premier potrebbe essere un'occasione ghiotta. Infine all'appello mancano pure 50 deputati che non possono essere classificati in nessuna delle due categorie. Bersani ha la calcolatrice in mano. Il riusltato però non cambia: ha fallito.

AZZURRI DEL ’94 CON SILVIO BERLUSCONI - COORDINAMENTO REGIONALE DELL’EMILIA ROMAGNA: INCONTRO MERCOLEDI 20 MARZO A REGGIO EMILIA



Cari amici,il coordinamento regionale di Azzurri del ’94 con Silvio Berlusconi è convocato per mercoledì 20 marzo 2013 alle ore 19,00 a Reggio Emilia presso l'Hotel Europa in via Olimpia n.2,
per il proseguimento dell’attività politica e organizzativa a sostegno delle idee e dei programmi di Silvio Berlusconi dopo il forte impegno elettorale che abbiamo profuso nei mesi di gennaio e di febbraio premiato dal corpo elettorale. Il ritorno in campo di Silvio Berlusconi ed il grande consenso che ha riportato sui valori e sui programmi di Forza Italia, la sconfitta di Monti, Bersani,  della sinistra mediatica e l’irrompere del grillismo hanno scatenato nuovamente il tentativo golpista di eliminare Berlusconi attraverso alcune procure e magistrati rossi. E’ tempo per il nostro Movimento, nato il 9 novembre 2012, di continuare a rispondere politicamente e così faremo discutendo tutte le iniziative da intraprendere a partire da una forte mobilitazione già in atto per la manifestazione del 23 a Piazza del Popolo a Roma. Con viva cordialità Rodolfo Ridolfi Coordinatore Regionale di Azzurri del ’94 con Silvio Berlusconi. Confermate la vostra presenza via Mail: berlusconianidel94@gmail. com su Facebook: Berlusconiani Classe Novantaquattro Berluscones oppure al cell.335396752


SONDAGGIO: IL MISTERO



MA SECONDO VOI PERCHE’ BERSANI NON HA FATTO GLI AUGURI AL PAPA
http://www.liberoquotidiano.it/sondaggi/1203744/Secondo-voi-perche-Bersani-non-ha-fatto-gli-auguri-al-Papa-.html

giovedì 14 marzo 2013

IL PARTITO DEI MAGISTRATI E LA POLTICA DEI RIBALTONI.



da Sergio Rizzitiello. Mauro Mellini, valente studioso dei problemi della giustizia italiana, ha sostanzialmente scritto un libro "Il Partito dei magistrati" per affermare la tesi che in Italia si è determinato un Partito dei magistrati non per una sorta di complotto ordito da un gruppo di magistrati comunisti, ma per un'evidente distorsione e conseguente estensione arbitraria della funzione requirente e giudicante. Tale patologica estensione è stata possibile perché il Legislatore, per carenza giuridica, non è stato, e non è, in grado di scrivere leggi precise che non lascino un enorme margine di discrezionalità in cui i magistrati inevitabilmente si sono infilati e tuttora si infilano.  Insomma, per Mauro Mellini, l'attuale patologia della giustizia italiana è nata non seguendo un disegno eversivo, non per un accordo scientifico per colpire un avversario politico, ma come "naturale" conseguenza di premesse sbagliate dovute, paradossalmente, proprio all'incuria, all'incompetenza, alla superficialità del potere politico, nello specifico, quello legislativo.  La tesi di Mellini ha indubbiamente il merito di spazzare via ogni tentazione di avvalorare idee complottistiche che di solito sono alimento di ideologie paranoiche che tendono sempre a confinare l'analisi dei fenomeni sociali a farneticanti affermazioni superficiali ma soprattutto aggressive.  Il problema sollevato da Mellini è indubbiamente vero: le leggi sono scritte male, sono imprecise, ambivalenti e lasciano un margine di eccessiva discrezionalità al magistrato nella loro interpretazione.  Spesso nelle cose umane si è visto come una cattiva premessa ha fatto fallire le intenzioni migliori e che se queste premesse non sono riformulate, aggiustate, cambiate, possono incidere in modo catastrofico sui comportamenti umani.  L'uomo è un animale facile alle tentazioni, specie se queste tentazioni sono legate al potere. E' qui che va spiegata la patologia della magistratura italiana: essa non ha saputo resistere al fascino del potere, infatti, una volta creatasi l'opportunità per impossessarsene l'ha subito colta al volo. Tale spiegazione ha però come importante corollario che il potere resti intatto,

BUONASERA, SONO FRANCESCO



ELETTO VESCOVO DI ROMA JORGE MARIO BERGOGLIO, GESUITA ARGENTINO. AUGURI
Arrivano le prime reazioni all’elezione al soglio pontificio di Jorge Mario Bergoglio, nuovo capo della Chiesa di Roma con il nome di Francesco I. Il leader del Pdl Silvio Berlusconi ha espresso al nuovo papa i più calorosi auguri in una nota prontamente diffusa a poche ore dall’annuncio dell’elezione. ”Nel giorno della elezione al supremo soglio Pontificio invio alla Santità Vostra il mio augurio più fervido. In questo momento così importante per la Cristianità e per tutto il mondo formulo a Vostra Santità l'auspicio di un Apostolato fecondo e provvido per l'umanità. La Santità Vostra rappresenterà per noi il primo riferimento spirituale come già lo rappresentarono i Pontefici suoi predecessori''.

BERLUSCONI RIDE PER I SONDAGGI: E’ PRIMO E PENSA AL GOVERNISSIMO.



Non sono giorni facili per Silvio Berlusconi, ricoverato al San Raffaele per l'ormai celebre uveite e braccato dai giudici milanesi, che vorrebbero il suo scalpo prima dell'avvio della nuova legislatura. Ma il Cavaliere ha comunque dei motivi per sorridere. Uno glielo hanno fornito gli onorevoli del Pdl che, contravvenendo alle sue direttive, dopo la marcia sul Tribunale di Milano, hanno visto il capo dello Stato, strappandogli il richiamo alle toghe e la raccomandazione che a tutte le forze e leader politici sia garantito il diritto di partecipare liberamente alle fondamentali trattative per la formazione del nuovo governo. Centrodestra oltre il 30% - Il secondo motivo di soddisfazione, Berlusconi lo ha trovato negli ultimi, freschissimi sondaggi, che darebbero il centrodestra (Pdl, Fratelli d'Italia e Lega Nord) prima forza al 30,4% davanti a Pd (29,2%) e Movimento 5 Stelle (28,8%). Un quadro che permette al Cav e ai suoi di guardare con fiducia anche allo scenario "estremo" di un ritorno alle urne, qualora dall'impasse post-voto del 25 febbraio non si dovesse proprio riuscire a venir fuori. Intanto, però, in via Dell'Umiltà si valuta ogni possibile scenario. Compreso un accordo, in extremis, col Pd. Partito nel quale sarebbero in tanti a non voler concedere ai grillini la presidenza della Camera facendo quindi saltare il banco di un inciucio 5 Stelle-Pd. La parola d'ordine, quindi, è calma: anche per capire che effetto faranno sul Pd e sul quadro politico complessivo le parole di Napolitano contro le toghe e a favore del Pdl. Che non torni di moda il "governissimo"? In ogni caso, il progetto del Cavaliere ora è più chiaro: dopo aver detto no a un presidente della Repubblica "di sinistra" il leader azzurro vuole il colpo grosso. Un presidente della Repubblica di centrodestra (che manca, per essere generosi, dai tempi di Francesco Cossiga) e che possa concedergli l'onore di nominarlo senatore a vita. Carica, oltre che prestigiosa, anche politicamente "blindata" e strategica.

mercoledì 13 marzo 2013

PM, “CACCIA ALL’UOMO SEMPRE PIU’SPIETATA”




Il Foglio (Giuliano Ferrara) - …Tutto ruota … intorno al partito dei magistrati e dei giudici e al suo spirito di iniziativa che inchioda a una grave diminutio democratica, da quasi vent'anni, la vita civile. Hanno distrutto il primo governo Berlusconi nel 1994, hanno impedito la riforma bicamerale e bipartisan della Costituzione definendola figlia del ricatto e di un losco inciucio con l'arcinemico nella seconda metà dei Novanta, hanno boicottato in ogni modo il governo di legislatura presieduto da Berlusconi, hanno messo in crisi Prodi arrestando la famiglia del ministro della Giustizia Mastella, hanno portato alla svolta, nella crisi finanziaria internazionale, del novembre 2011, esponendo questo paese al ludibrio europeo e mondiale e a un terzo ribaltone della maggioranza stabilita nelle urne. E alla fine hanno determinato la situazione attuale. Il 70 per cento dei voti va a Bersani e Berlusconi, in parti eguali, e a Monti, ma l'isolamento e la dannazione giudiziaria di chi rappresenta un terzo dell'elettorato, il centrodestra, gioca a favore del ricatto antipolitico più estremo e mette in ballo la governabilità del paese. Un capolavoro di faziosità ha prodotto un risultato di totale nullismo. Probabilmente c'era un modo di sottrarre Berlusconi, il suo schieramento politico e il paese a questo destino gramo. Ma è argomento di ricerca giornalistica sul recente passato e tra poco sarà argomento di storia. Resta lo spettacolo avvilente della caccia all'uomo sempre più spietata a mano a mano che crescono le spinte demagogiche e diminuisce la forza dei poteri arbitrali.
La Stampa (La Jena) – Soluzione. Grillo premier, Bersani vice.
Il Giornale (Francesco Cramer) - Non c'è solo l'assalto delle procure tra le doglianze del Pdl. Il partito ce l'ha anche con il Pd, orientato a escludere Berlusconi dalla delicata fase di ricerca di una maggioranza parlamentare per formare un nuovo governo. La linea del Cavaliere è chiara: «Si mettano in testa che o trattano con noi o diremo che l'unica alternativa è il voto». E ancora, ragiona coi suoi, «anche nel 2006 offrii a Prodi di collaborare visto che il risultato fu di pareggio. Speriamo che questa volta Bersani non faccia come il Professore». In pratica Alfano e i capigruppo anticiperanno al Quirinale la loro intenzione di lavorare a un esecutivo di larghe intese o di scopo a patto che il Pd abbandoni la linea dell'ostracismo nei confronti del Cavaliere. Ma se le intenzioni di largo del Nazareno resteranno queste, avanzerà lo spettro di un muro contro muro. Ossia: il possibile avvertimento di una richiesta di ritorno alle urne. Uno scenario che nessuno, men che meno il presidente della Repubblica, auspica.


FONDI ANTICRISI



martedì 12 marzo 2013

VOGLIONO ELIMINARE BERLUSCONI, NON CI RIUSCIRANNO.


Alcuni magistrati vogliono riscrivere per via giudiziaria 20 anni di storia italiana. Si illude chi pensa di salvarsi da solo da questa ignominia. Volevano eliminarci, non ce l’hanno fatta con le elezioni e ora vogliono eliminare il nostro leader per via giudiziaria. A gennaio tutti pronosticavano fine politica del presidente Berlusconi. Ora l’accelerazione giudiziaria vuole portare a termine la cosa. Non dobbiamo smobilitare la macchina della campagna elettorale. Saremo sempre in campo, a partire dal 23 marzo a Roma. Perché attaccare Berlusconi significa attaccare la vita politica di ciascuno di noi, colpire al cuore la nostra storia. Intendono fare la richiesta di condanna a Berlusconi nel pieno delle trattative istituzionali. Tutti i cittadini devono temere per lo stato della giustizia in Italia. Abbiamo superato il confine della tollerabilità. Il Pd non è in grado di superare il proprio odio nei nostri confronti e nei confronti di Berlusconi. Bersani è più violento contro di noi oggi che in campagna elettorale, nella preoccupazione di cedere voti a Grillo. Le elezioni hanno dimostrato che i moderato divisi, seppur di poco, perdono. Il 10% di Monti è il nostro obiettivo elettorale E il prossimo bipolarismo può essere tra noi e Grillo. Il Pd bada ai suoi interessi di partito. Noi vogliamo un governo che governi e un presidente della repubblica non di parte. Se il bivio è tra lo sfascio e il voto, da oggi comincia la campagna elettorale. Per noi viene prima la governabilità del nostro interesse di parte. Questa è la posizione assunta dal presidente Berlusconi fin dal primo giorno. Se il Pd intende sopravvivere alle spalle del Paese, preferiamo andare al voto, offrendo una ricetta che può fare ripartire il Paese.” Angelino Alfano, riunione degli eletti del Pdl a Milano

QUALITA’ DELLA VITA: INDAGINE 2012 “ECONOMIA E SOCIETA’ IN ROMAGNA”. RAFFRONTI E COMMENTI SUI 18 COMUNI DELLA PROVINCIA DI RAVENNA.