venerdì 29 giugno 2012

SONDAGGIO IL 71% DEI ROMAGNOLI VUOLE LA PROVINCIA UNICA. INTERVENTO DI BAZZONI


BAZZONI: LA PROVINCIA ROMAGNA SI PUO’ FARE SUBITO
Il Consigliere regionale Bazzoni esprime grande soddisfazione per il riaccendersi del dibattito su un'unica entità amministrativa romagnola:-"La questione Romagna ha subito un'improvvisa accelerazione in concomitanza con le annunciate riforme istituzionali del Governo. Il fatto che si stia studiando una consistente riduzione delle Province ed anche delle Prefetture non fa altro che rendere oltremodo attuale l'idea del Sindaco di Forlì di unificare le Province romagnole, che è stata ripresa e trasformata in un progetto di legge dall'On. Mazzuca del mio partito. Da quando sono stato eletto Consigliere regionale mi sono battuto, con progetti di legge, risoluzioni ed interrogazioni, per dare una superiore dignità politico-amministrativa alla Romagna, che risente troppo negativamente del baricentro spostato sull'asse Bologna-Modena-Reggio. Mi rendo conto che nell'attuale crisi economica, che diventa anche una crisi sociale ed istituzionale, sarà impossibile arrivare al riconoscimento della Regione Romagna; per questo motivo, anche se può rappresentare una "diminutio", mi sento di appoggiare con tutte le mie forze la Provincia unica come mezzo per dare più forza alla nostra terra. In Romagna già da tempo si sta ragionando di "area vasta" per quanto riguarda temi come la sanità o la mobilità, avendo capito che è necessario abbandonare logiche campanilistiche e di bottega; il nostro territorio gode di un'omogeneità di interessi che vengono ben rappresentati ed esaltati da una possibile unificazione amministrativa. Alcuni Sindaci, Consiglieri e forze politiche si sono già pronunciati a favore di questo progetto; vorrei rivolgere un appello a tutte le istituzioni ed a tutti i partiti della Romagna affinché si esprimano in senso favorevole, garantendo il proprio impegno per arrivare ad una decisione entro il prossimo autunno. Sarebbe finalmente un bell'esempio di politica utile e fatta nell'interesse dei cittadini."

giovedì 28 giugno 2012

PROF. ACHILLE OLIVIERI BRISIGHELLESE UNIVERSITA’ DI PADOVA.



Durante la sua carriera Achille Olivieri ha organizzato numerosi convegni e seminari dedicati all’approfondimento e all’analisi della storia della mentalità religiosa (Eresie, magia e società in Polesine tra '500 e '600, Rovigo, Minelliana, 1989; Erasmo, Venezia e la cultura padana nel '500, Rovigo, Minelliana, 1995; Pietro Martire Vermigli,1499-1562: umanista, riformatore, pastore, Roma, Herder, 2003), e ai movimenti culturali ed intellettuali in età moderna (Uomini, terra e acque: politica e cultura idraulica nel Polesine tra Quattrocento e Seicento, Rovigo, Minelliana, 1990; All'incrocio dei saperi: la mano, Padova, Cleup, 2004). E’ autore di molteplici contributi, saggi e monografie sulla storia del pensiero eterodosso e sul libertinismo dal XVI al XVIII secolo, e sui rapporti tra cultura medica ed eresia nell’Italia della prima età moderna. E’ in particolare interessato all’approfondimento dei metodi, linguaggi e teorie della ricerca storica e storiografica (Sul moderno e sul libertinismo. La storia come congettura, Milano, Franco Angeli, 2006; Strutture e forme del 'discorso' storico , (ed.), Milano, Unicopli, 2005). Comitato scientifico “Fondazione Memoria Storica Brisighella –I Naldi-Gli Spada”
Pubblicazioni del docente dall'anno 2000 (vengono visualizzate solamente le pubblicazioni indicizzate nel database. Per la lista completa delle pubblicazioni consultare l'apposito file PDF in alto oppure il curriculum):
Curriculum Vitae di Achille Olivieri

mercoledì 27 giugno 2012

BERLUSCONI STA TORNANDO A DOMINARE LA SCENA POLITICA



“Berlusconi di nuovo candidato premier? “Non lo so, bisognerebbe avere la sfera di cristallo. Certo, sta tornando a dominare la scena politica com’e’ nella sua natura. Penso che faccia benissimo”. Lo dice Giancarlo Galan. “Non so – aggiunge l’ex ministro e presidente del Veneto- se sarà candidato premier, manca ancora molto tempo, ma intanto gioca da centravanti, non sta in panchina

GIOVEDI 5 LUGLIO CONVEGNO A FAENZA SULLA SICUREZZA



VINCENZO CONTE Capo Gruppo PDL COMUNE DI FRASCATI. Dirigente del Servizio per l’attività di vigilanza sulle Pubbliche Amministrazioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri

martedì 26 giugno 2012

ATTENTI AI COLONELLI! IL FLI SI ACCODA A CASINI


Gelo colonnelli. I dirigenti del Pdl tremano sulle dichiarazioni di Berlusconi e senza distinzione tra ex An ed ex Forza Italia, fanno quadrato intorno al segretario. Tutti ribadiscono l’appuntamento delle primarie di autunno, strumento che serviva per dare una legittimazione popolare al delfino e che si rende inutile nel momento in cui Silvio stronca la corsa del 41enne agrigentino indicandosi come successore di se stesso. «Ma che gli ha preso?», si domandano i colonnelli azzurri. E affiora sulle loro labbra quella terminologia leghista: «È colpa del cerchio magico». Un ex componente di governo di area forzista l’altro giorno in Transatlantico si lamentava del filtro che oramai si interpone tra Silvio e i cosiddetti «quarantenni» di Forza Italia.  Altri se la pigliano con Daniela Santanchè, che gli suggerisce posizioni populiste. E poi c’è la frequentazione assidua con Vittorio Sgarbi, quello che, dicono, gli avrebbe messo in testa la storia delle liste in batteria (il 14 luglio presenterà il suo movimento insieme a Volpe Pasini, «l’ideologo» della Rosa tricolore). Insomma: lo sentono sempre più distante.  Sempre in tema di liste civiche, in giornata, è arrivata la bocciatura di Vittorio Sgarbi firmata da Fabrizio Cicchitto, che ha definito il critico d'arte (al cui nome, buono da giocarsi in politica, il Cavaliere starebbe pensando) un "Grillo lillipuziano". Tutti contro le liste civiche con le quali il premier si vorrebbe smarcare dal Pdl: è in questo contesto, così, che comincia a farsi strada l'ipotesi di un Predellino-bis, ossia una rifondazione del Pdl con cambio di nome e di strategia. Ma i Colonnelli azzurri sembrano malsopportare il ritrovato protagonismo del Cavaliere. Al fianco di Berlusconi (oltre a Giancarlo Galan che esultò per il suo ritorno in campo) si schiera soltanto il fedelissmo Sandro Bondi: "Non posso nascondere il disagio e lo stupore che ho provato leggendo certe posizioni che rassomigliano a veri e propri altolà rispetto alle determinazioni che il presidente Berlusconi vorrà assumere, come sempre, nell'interesse del nostro partito e dell'Italia”

IL COMPAGNO CASINI SI SCHIERA CON IL PD, BERSANI; VERSO L’ALLEANZA.


BERLUSCONI HA SEMPRE AVUTO ALLEATI INAFFIDABILI, RICORDIAMO LE TRE PUNTE OPPURE IL VICE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO FOLLINI (udc)?. PRESIDENTE VADA AVANTI DA SOLO!
Il leader Udc svela i suoi piani. Lodi sperticate a Bersani: "E' serio, non cambia idea tutti i giorni". Le elezioni a ottobre sono più vicine: "La colpa è di Berlusconi. Dunque occorre prepararsi per tempo alle urne. "Ho sempre ritenuto - dice il leader Udc a margine della direzione nazionale del suo partito - che la prospettiva sia un patto per affrontare le emergenze tra progressisti e moderati", . "Oggi - prosegue - si è realizzato con il governo tecnico, ma la strada è un governo politico per risollevare il Paese a affrontare l’emergenza che non durerà poco per arrivare così agli Stati Uniti d’Europa costruiti attorno al rapporto tra le due grandi famiglie del Ppe e del Pse"

lunedì 25 giugno 2012

BERLUSCONI NON FERMARTI.


SILVIO ACCELERA LA RIVOLUZIONE DEL CENTRODESTRA. UN’OCCASIONE DA NON PERDERE PER IL CENTRODESTRA
Dopo il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, dopo quello dell'Emilia, il pidiellino Vasco Errani, anche il governatore Roberto Formigoni finisce nel registro degli indagati.  Nel suo caso si tratta dell’inchiesta sulla sanità lombarda, eccellenza del Paese e forse inquinata da qualche malfattore. Che certamente non è Formigoni, ma così in Italia funziona la magistratura spettacolo. Niente politico, niente prime pagine, così una vacanza diventa uno scandalo, un comportamento eticamente discutibile è equiparato a ipotesi di reato. Lo abbiamo già visto, ne vedremo ancora, neppure il Quirinale si salva dall’invadenza del sospetto politicizzato. Il caso Formigoni è solo l’ultimo tentativo discalzare definitivamente il Pdl dalla guida del Paese. La Lombardia è una roccaforte, colpirla è sferrare l’attacco al cuore del sistema. La diceva bene quel Pm che, sul blog interno e riservato ai magistrati, un anno fa scriveva: colleghi, una volta abbattuto Berlusconi, se vogliamo raggiungere i nostri obiettivi, dovremmo occuparci dei berlusconiani. Ci stanno provando, ma ho l’impressione che abbiano sbagliato i conti. Il Berlusconi ferito si è curato e ora è tornato in campo, sorprendendo gli avversari e anche qualche amico che già pensava ad altri scenari. È innegabile che l’annuncio di una nuova forma di partito e coalizione che possa puntare al 51 per cento dei consensi abbia creato stupore, tensioni e financo paure nel gruppo dirigente del Pdl. Ma a noi importa solo cosa ne pensa la gente. La quale, stando ai voti delle amministrative e ai sondaggi, non pare proprio gradire l’attuale assetto, né mostra entusiasmo per facce e formule che sono sul tappeto della politica fatta a tavolino.Rivoluzionare quindi non è una opzione ma una necessità vitale. Per il centrodestra, ma soprattutto per il Paese che ha bisogno di essere liberato da uno Stato sempre più oppressore, che ha voglia di tornare a credere che il sogno liberale possa prima o poi realizzarsi. Ci sarà chi,anche dall’interno,cercherà per bassi interessi personali di fermare questo nuovo predellino. Mi auguro fallisca, anche a costo che, come in ogni rivoluzione che si rispetti, qualcuno possa restare ferito sul campo. I prossimi giorni saranno davvero quelli della verita'

LA ROMAGNA SENZA PROVINCE, ECCO L’EFFETTO DEI TAGLI


La Romagna rimarrà senza Province? L'interrogativo è ancora d'obbligo, ma nel piano anticipato dal Corriere della Sera sul taglio della Province redatto dal ministro Patroni Griffi in Emilia Romagna ne verrebbero eliminate 7 su 9 (salve Bologna e Reggio-Parma), comprese tutte e tre quelle romagnole con buona pace su chi puntava ad un unico ente: via quindi Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. I tagli sono studiati in base ad abitanti, estensione e Comuni compresi: ne resterebbero solo 54 in tutta Italia, ma gli accorpamenti potrebbero ancora salire.

sabato 23 giugno 2012

FINALMENTE UNA BUONA NOTIZIA, IL CAVALIERE DI NUOVO IN POLITICA, MA DATEMI IL 51%


“VOGLIO LAVORARE OGNI GIORNO, AFFINCHE’ TERMINATA LA FASE TRANSITORIA DEL GOVERNO MONTI, UN CENTRO DESTRA IN PARTE RINNOVATO E PIU’ AMPIO TORNI A GUIDARE IL PAESE”. PRESTO IL NOME DEL NUOVO PARTITO: CI SARANNO LE PAROLE “ITALIA” E “LIBERTA”. “HO ILLUSO GLI ITALIANI NEL 1994, MA IN BUONA FEDE 

Non tanto nei toni - misurati e ragionati, a dare l’impressione che la scelta di tornare ad affondare i colpi sia stata meticolosamente pensata e preparata - quanto nel merito e nel contesto. Nel merito perché l’ex premier non si fa problemi a sparare non solo contro Monti e un governo di «nominati dal Colle» che «non hanno cambiato nulla» se non portare ad una «sospensione della democrazia» ma anche contro la Merkel e la moneta unica, per giunta a poche ore dal summit di Roma in cui i leader dell’Ue hanno definito «l’euro irreversibile». Nel contesto perché l’assemblea della Giovane Italia organizzata a Fiuggi da Anna Grazia Calabria è curata in ogni dettaglio e riporta in tutto e per tutto a quegli appuntamenti che negli anni hanno caratterizzato le campagne elettorali del Cavaliere: dal video di 14 minuti sulla vita e opere di Berlusconi (da mamma Rosa al Pdl, passando per la nascita di Milano2 e Fininvest) alle note del nuovo inno del partito e senza tralasciare la mise sportiva con camicetta blu e l’ora e mezzo di intervento intervallato dalla lettura dei suoi vecchi discorsi da parte dei giovani della Calabria. Insomma, se questa non è la prima linea c’è da capire qual è la seconda. Tant’è che sul punto il Cavaliere è piuttosto esplicito: «Se dovessi rispondere a chi mi chiede se oggi io abbia ancora intenzione di dedicarmi alla politica e al Paese, rispondo “sì, io ci sto ma mi dovete dare il 51%”». Con buona pace delle primarie. Berlusconi, però, va oltre.
Chiede «scusa» agli italiani per averli «illusi» nel ’94 perché non è riuscito nella «rivoluzione liberale», ma già guarda alle prossime elezioni che «si possono vincere». «Con il Pd stiamo ragionando di proporzionale, come quello tedesco, in cui ciascuno va per conto proprio e chi ha più voti ha il compito di fare il governo», è la proposta che il Cavaliere butta lì per poi dire di sperare ancora nel semipresidenzialismo. Per poi negare che ci sia in vista una «frammentazione» del Pdl e annunciare la necessità di nuovi «giovani» innesti oltre che di cambiare nome al partito perché ne serve «uno che scaldi».
Il problema, però, è che al di là di un Cavaliere decisamente «ruvido» con Monti («Se passano certe norme del ddl anticorruzione finiamo tutti nelle mani dei pm») è soprattutto il Pdl a vivere una giornata di grande agitazione. Il one man show del Cav lascia choccato il partito: c’è chi è «arrabbiato», chi «sconfortato». Il giro di telefonate tra i dirigenti di via dell’Umiltà - che siano ex Forza Italia o ex An - è vorticoso e dura fino a tarda notte. Quasi tutti, infatti, nonostante a Fiuggi Berlusconi abbia esplicitamente smentito la tentazione di «spacchettare il partito» e «buttarsi» sulle liste civiche sono convinti che la strada che l’ex premier vuole ormai seguire sia quella di «azzerare tutto».

CONTRIBUTO AI TERREMOTATI: SI DAI CONSIGLIERI PROVINCIALI, NO DALLA GIUNTA DEL PRESIDENTE CASADIO


IN COMPENSO SPERPERANO 100mila EURO PUBBLICI PER FESTE E…….
       Subito  dopo l’evento catastrofico del terremoto nelle province di Modena e Ferrara tutti i consiglieri provinciali  hanno donato per le popolazioni interessate, un gettone della seduta consiliare  pari a 71 euro (lordi), oltre ad un importo pari a 800.000 dalle risorse a disposizione di ogni gruppo consiliare (quota fissa uguale per  tutti i gruppi a prescindere dalla composizione numerica di ciascun gruppo).  A un mese esatto dall’evento, a differenza dei consiglieri,  non ci risulta che il presidente della Provincia di Ravenna Claudio Casadio  e gli assessori provinciali della sua giunta, che pubblicamente chiedono di contribuire alla ricostruzione delle zone terremotate, abbiano versato un euro.  Le somme percepite mensilmente come indennità da parte degli  assessori “nominati” e non eletti sono, peraltro, ben diverse rispetto al gettone ricevuto dai consiglieri. E i seguenti dati lo dimostrano chiaramente: Casadio Presidente (PD) €. 5.466,18, Bessi Vicepresidente (PD) €. 4.099,64; Proni (PD) €. 3.553,02; Rivola  (SEL) €. 3.553.02; Ronchini (IDV) €. 3.553.02; Roncuzzi (PD) € .3.553.,02; Valenti (PD) €. 3.553.02; Valgimigli (FEDERAZIONE DELLA SINISTRA) €. 3.553,02, oltre al presidente del consiglio provinciale Rossi (IDV) €. 3.553,02. Cui vanno aggiunti i rimborsi ottenuti a vario titolo e le spese di viaggio che in qualche caso arrivano alle 800-900.000 euro mensili!
           Somme enormi per l’attività svolta specie in un momento economico così pesante  per tutti gli italiani che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese. Oltretutto la spesa corrente della Provincia non accenna a diminuire e, nonostante le difficoltà nei trasferimenti, tutti gli enti locali continuano a spendere: dalla Giunta Regionale avallata dalla Provincia, come nel caso del  contributo di 200.000 euro per le feste in piazza (addirittura si sono ipotizzati contributi per le feste del PD e altri ?)  o il rimborso per due spettacoli di un’ ora per la Notte Rosa a Ravenna o, ad esempio, a Cervia per oltre 80.000 euro. In compenso applicano l’IMU e aumentano i costi dei servizi con Hera, e agiscono sulla leva fiscale attraverso l’ imposta di trascrizione delle auto, Ipt e l’addizionale Enel. Attendiamo al più presto un segnale concreto e non la solita “ filosofia politica ” che non solo il Movimento di Grillo non riesce più a tollerare, ma l’intera comunità. Vogliamo vedere, dunque, un vero e sostanziale contributo dio solidarietà  per i terremotati attraverso i  vostri “lauti e super emolumenti mensili”. I consiglieri provinciali  Gianfranco Spadoni (UDC) Vincenzo Galassini (Pdl)

venerdì 22 giugno 2012

BAZZONI: LA DELIBERA REGIONALE CREA PRIVILEGI PER CERTE SOCIETA’ A SCAPITO DEI TECNICI INDIPENDENTI


Interrogazione del Consigliere del gruppo PdL, Gianguido Bazzoni premesso che, in base al DLgs 311/2007 tutti i contratti relativi alla gestione dell’impianto termico/climatizzazione degli edifici pubblici devono prevedere l’attestato di certificazione energetica; che “il tecnico o la società che predispone e redige l’attestato di certificazione energetica dovrà essere un soggetto terzo, estraneo alla proprietà e alla ditta incaricata della gestione degli impianti” e  ciò corrisponde al criterio di “indipendenza e imparzialità del certificatore”; VISTO che la delibera della Giunta regionale n. 1362/2010, all’allegato 6 (procedure di certificazione degli edifici) punto 1 (criteri di applicazione della certificazione energetica), riferendosi agli edifici pubblici nei quali si stipuli o rinnovi un contratto di servizio energia o miglioramento energetico, afferma che: “l’attestato di certificazione energetica deve essere prodotto dall’aggiudicatario entro i primi 6 mesi……..” CONSIDERATO che, questa modifica di fatto della norma nazionale, produce l’effetto che una società di global service in Emilia-Romagna può assumere incarichi di miglioramento energetico e di gestione, autocertificandoseli e facendo si che non si rispettino i criteri di indipendenza ed imparzialità del certificatore; che ciò crea una certa turbativa anche sul mercato e nel mondo dei professionisti, tecnici certificatori indipendenti; INTERROGA LA GIUNTA REGIONALE PER CONOSCERE se ha avvertito, o è stato sollevato il conflitto fra le due normative, di cui una, la nazionale, deve essere necessariamente gerarchicamente sovraordinata; senon ritiene che questo crei una sorta di privilegio per certe società, a scapito dei tecnici indipendenti; se non ritiene di intervenire con un proprio atto a correggere la norma di cui sopra, in modo da non confliggere più con la Legge nazionale e non procurare indebitamente lauti guadagni a pochi, rinunciando di fatto a qualunque possibilità di controllo all’Ente pubblico.

FORZA ROMAGNA: SARA’ LA VOLTA BUONA: SI COMINCIA DALLE PREFETTURE UNIFICATE PER PASSARE ALLA PROVINCIA UNICA.


giovedì 21 giugno 2012

CORTE DEI CONTI SOCIETA’ PARTECIPATE: TROPPE E INUTILI IN PROVINCIA DI RAVENNA BEN 216, IN 15 ENTI PUBBLICI


LA CORTE DENUNCIA IL PERICOLO DI VIZIARE I BILANCI.
ALCUNI ESEMPI, DA NOI DENUNCIATI,: STEPRA, TERRE NALDI, BRISIGHELLA MEDIOEVALE…………, FINO ALL’ ULTIMA LA “FONDAZIONE SAVINI”. BUCHI MILIONARI NEI BILANCI DEGLI ENTI LOCALI PAGATI DAI CITTADINI E NON DA IRRESPONSABILI.

MA SONO TECNICI O COMUNISTI? DE VINCENTI: “ERO DEL PCI ORA HO LA TESSERA DEL PD”


IL SOTTOSEGRETARIO ALLO SVILUPPO ECONOMICO AMMETTE IL SUO PASSATO COMUNISTA. OGGI E’ ISCRITTO AL PD E ALLE PRIMARIE VOTERA’ BERSANI. E MENO MALE CHE MONTI AVEVA ASSICURATO SULLA TERZIETA’ DEL SUO GOVERNO
Nessuno scrupolo, nessun tentennamento. "Sono iscritto al Partito Democratico". Il che rientra nella libertà delle idee politiche di ogni libero cittadino. Peccato che a fare la candida confessione sia stato un membro del governo: Claudio De Vincenti, sottosegretario allo Sviluppo economico.  Ospite della trasmissione di Radio2 "Un giorno da pecora", il componente dell'esecutivo dei prof si è lasciato andare ad ammissioni di militanza. "Sono stato iscritto al Partito Comunista Italiano, nel 1972. Poi sono passato al Pds, poi ai Ds e poi al Pd, a cui sono iscritto e che voto", rivela il sottosegretario. Alla domanda dei conduttori Sabelli Fioretti e Lauro che gli hanno chiesto se fosse dunque comunista, De Vincenti ha fornito la sua spiegazione: "No, perché il Pd non è comunista", aggiungendo che il partito di Bersani "è una cosa molto interessante, perché riesce a mettere insieme molte storie diverse". E a proposito di Bersani, De Vincenti, in qualità di iscritto al partito parteciperà alle primarie. Chi voterà? "Chiaramente voterei Bersani", anche se "non ha molto senso che un sottosegretario si esprima su preferenze di questo tipo". Insomma, più volte il Pdl aveva chiesto che il governo Monti annoverasse al suo interno soltanto tecnici e non politici. Una richiesta che è stata esaudita a parole, ma non nei fatti.  L'ammissione di De Vincenti ha destato polemiche. "Il presidente Monti ha costruito molta della sua presunta credibilità sull’assunto di terzietà del proprio esecutivo, già venuto meno in innumerevoli occasioni. Ora gli chiedo se ancora intende propinarci la storiella del governo tecnico o se piuttosto non comprende che - agli occhi del Pdl - molte scelte determinanti (...) sono figlie di impostazioni ideali, culturali e di tifoserie favorevoli ad una parte e contro un’altra", ha dichiarato il vice presidente vicario del gruppo Pdl alla Camera, Massimo Corsaro.

mercoledì 20 giugno 2012

OSCAR GIANNINO : UNO SCIENZIATO PAZZO? OPPURE DICE LA VERITA’. TRE CONSIGLI E UNA PROPOSTA PER SALVARCI!




PILLOLE di Vincenzo Galassini


CORAGGIO PRESIDENTE BERLUSCONI: SIAMO ARRABBIATI
La richiesta che parte dagli elettori andrebbe fatta a chi sta facendo crollare il PdL al 15%. Un partito che fa della schizofrenia e dell’immobilismo i suoi attuali capisaldi si può riprendere? Una speranza c’è: abbandonare una parte di coloro che l’hanno portato a questi livelli e seguire gli ideali del 1994. Difficile avere fiducia in coloro che hanno abbassato consensi in così pochi mesi? Qunado forse il Paese sta crollando e occorre urgenza e decisioni rapide non vengono assunte e presentate? Possiamo continuare ad avere coordinatori (nazionali e regionali) che non fanno nulla non hanno idee se non mantenere la poltrona? Possiamo farci rappresentare nelle Camere da alcuni fenomeni del presenzialismo che sempre più spesso ci fanno vergognare e non hanno voglia di lavorare ascoltando i loro rappresentanti? I  programmi sono più importanti delle persone e se i politici non sono più in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini, e alle promesse che più volte hanno avanzato, non meritano più di essere i rappresentanti del partito. Gli elettori sono incazzati neri, pretendono una politica seria che non sia solo annunci ma anche fatti. Credo che Berlusconi abbia fatto il possibile, bloccato purtroppo da Casini, Follini, Fini e anche in parte da Bossi, non è arrivato però il momento di farsi da parte,  perché é sempre il miglior leader del Pdl anche se la stampa, la sinistra, la Giustizia,  anche per colpa sua (predellino e donne), e i  troppi i nemici e l’odio. Berlusconi giustamente ascoltando tutti deve dare un “colpo di reni” per tirarci fuori da questa gravissima crisi finanziaria con l’approvazione di atti coraggiosi (come dice Giannino) oppure andare alle elezioni anche da soli ma con il programma adeguato del 1994 che abbiamo presentato e che non siamo riusciti a realizzare per intero,  sostituendo chi non ha fatto nulla. Vincenzo Galassini

martedì 19 giugno 2012

L'INVERNO DEL NOSTRO SCONTENTO


L’IMU HA IL FIATO GROSSO ED E’ EVIDENTE IMPOSTATA- QUESTA TASSA NON REGGE

Attorno all'IMU c'è un malessere che non riguarda solo la complessità del nuovo tributo ma è legato anche al venir meno del "patto" per un Fisco più equo, più leggero, più semplice. La crisi è autentica e non consente distrazioni purtuttavia non basta a giustificare manovre timidissime sul fronte di tagli e risparmi, ma spavalde nell'aumento del prelievo.
CHE-COSI’COM’E’

In quattro punti il nostro dissenso:

Primo

L'Imu è figlia di un'emergenza globale che non accenna ad arretrare e che, al contrario, sembra aggravarsi giorno dopo giorno: sarebbe ingiusto ignorare il contesto che ha portato alla sua introduzione. L'imposta municipale doveva debuttare solo nel 2014, confermando peraltro l'esenzione della prima casa. L'emergenza ha però imposto scelte diverse e urgenti. Mario Monti annunciò fin dal suo discorso programmatico in Senato (era il 17 novembre scorso) che si doveva rimediare alla peculiarità tutta italiana di «un'imposizione sulla proprietà immobiliare particolarmente bassa», aggravata dall'«esenzione Ici per le abitazioni principali».
L'equazione era semplice: più tasse sul patrimonio (la casa, ma non solo) e sui consumi (l’Iva), contro una riduzione del peso di imposte e contributi sul lavoro e sulle attività produttive. Quel che è accaduto lo sappiamo: è arrivata l’Imu, anche sulla prima casa, insieme all'aumento dell'Iva (senza pensare a quelli ulteriori sempre in agguato). Per il resto nulla, non c'erano e non ci sono risorse da destinare al Fisco. Solo il rigore dettato dalla crisi del debito. 

Secondo

L'Imu si è rivelata più complessa dell'Ici. Anzi, molto più complessa, oltre che generalmente più pesante: il gettito crescerà di n miliardi rispetto al ton, di cui solo 3,4 derivanti dall'abitazione principale, prima esente. Non c'è dubbio che qualcosa, sotto il profilo tecnico-normativo, non abbia funzionato come avrebbe dovuto…

Terzo

L'Imu continua a soffrire in modo evidente il suo "peccato originale". Quello di un'imposta comunale il cui gettito finisce per poco meno della metà allo Stato (9 miliardi sul totale atteso di 21,4). È un paradosso che disorienta tutti I cittadini («a chi vanno i miei soldi?») e anche gli amministratori locali. I quali possono "manovrare" - pur con molti limiti - l'imposta, ma se lo fanno al ribasso, riducendo le aliquote, devono accollarsi per intero la quota dello Stato, che ai suoi 9 miliardi non è proprio disposto a rinunciare. È evidente che il sistema così non va… 

Quarto

L'Imu è probabilmente l'unica imposta al mondo di cui nessuno conosce il peso effettivo. Non è un dettaglio: perché impedisce ai contribuenti (i cittadini, gli imprenditori, le aziende) una corretta e legittima pianificazione e previsione dei costi. Un esempio per capire: l'aliquota del comparto non abitativo può passare dallo 0,76% base all'1,06% (livello massimo su scelta del comune)… Forse davvero troppo anche per un'imposta nata per tamponare un'emergenza. 

AVETE PRESENTE I REALI DEI PAESI NORDICI?



Maurizio Lupi, vice presidente della Camera, arriva a Lugo e non trova nessuno ad aspettarlo perchè erano tutti a Faenza, pancia a terra, in attesa di Fini. E allora?! Non sarebbe meglio che i politici quando si muovono per visite "non istituzionali" come queste sfoggiassero una doverosa sobrietà e che i codazzi ridicoli delle cosìddette autorità avessero a finire? Avete presenti i reali dei paesi nordici che vanno a fare la spesa con la loro sportina? Li avete presenti?

lunedì 18 giugno 2012

IL GOVERNO MONTI SI DEDICA ORMAI SISTEMATICAMENTE ALLA PRODUZIONE DI FALSI. DIMOSTRATI E DIMOSTRABILI DELLA NOMENKLATURA


“Nel giugno 1981, una commissione di studio, presieduta da Paolo Baffi, direttore generale di Bankitalia, deliberò di seguire lo schema d’un giovanotto, molto stimato dai Rothschild, tale Mario Monti, il quale propose l’emissione di titoli a lungo termine, con aste mensili e quindicinali, in modo… che il rendimento cedolare fosse fissato dal mercato, con scadenze tra i 5 e i 7 anni. Il che, a detta del professorino, garantiva il potere d’acquisto e, secondo gli esiti delle aste, un piccolo rendimento dell’1-2%. Il Tesoro, zufolò Monti, avrebbe avuto da 5 a 7 anni per programmare e finanziare meglio la spesa pubblica. La proposta passò con standing ovation. Il deficit andò su come un proiettile. Le spese aumentarono invece di diminuire. Mentre Mario Monti procurava il credito a tassi impossibili, aumentarono tasse e benzina, le spese sanitarie sfondarono di mille miliardi di lirette il finanziamento statale. “ SI RIPRESENTA, COME UNA “ZECCA” APPASSIONATA DALLA PROPRIA INFEZIONE, NEL 1989 COME “CONSULENTE ESPERTO” DEL MINISTRO DEL BILANCIO CIRINO POMICINO:
“… Eppure,il premier Mario Monti, chiamato a salvare l’Italia dai gorghi del default, tra il 1989 e il 1992, erano i tempi del sesto e settimo governo Andreotti, non riuscì a impedire il peggio. Cioè l’esplosione del rapporto tra debito e pil preludio della grande tempesta finanziaria che al principio degli anni Novanta costrinse Giuliano Amato alla manovra da 103.000 miliardi di vecchie lire. In quei tre anni il peso del debito balzò dal 93,1% del 1989 al 98% del 1991 e al 105,2% del 1992. Un vero boom, insomma, pari al 12,9% in termini relativi e al 44,5% in cifre assolute, da 533,14 miliardi di euro a 799,5 “

venerdì 15 giugno 2012

CONAMI REGISTRA UN UTILE DI 8.672.000 EURO NEL 2011



E PER NON SMENTIRSI SI SOSTITUISCE NEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI HERA SPA IL DIMISSIONARIO NICODEMO MONTANARI CON IL PRESIDENTE DANIELE MONTRONI. TUTTO NELLA PIU’ RIGIDA ORTODOSSIA DI PARTITO E ALL’INTERNO DELLE FERRE REGOLE DELLA NOMENKLATURA




IL PRESIDENTE DELLA CAMERA GIANFRANCO FINI IN VISITA A FAENZA, LA SERA ALLA FESTA DELLA POLITICA EX FESTA UNITA’.


CHI PAGA LE SPESE DI VIAGGIO?

Precedendo il confronto con l’On. Veltroni sulla figura di Leo Longanesi in programma domani venerdì 15 giugno a Bagnacavallo, il Presidente della Camera dei Deputati On. Gianfranco Fini sarà a Faenza per una breve visita alla città.  Proveniente dall'aereoporto di Forlì, il Presidente Fini è atteso a Palazzo Manfredi alle ore 16.00 per un incontro istituzionale alla presenza del Sindaco Giovanni Malpezzi e della Giunta comunale, del Prefetto Bruno Corda, del Presidente della provincia Claudio Casadio, dei Sindaci dell'Unione della Romagna faentina. Al termine dell'incontro, il Presidente della Camera si recherà al Museo internazionale delle Ceramiche dove, oltre alle collezioni permanenti, avrà occasione di ammirare la mostra personale dell’ artista campano Mimmo Paladino, Guarda il caso l’ invito del Comune di Faenza  è arrivato all’improvviso, in occasione della serata per la Festa della politica a Bagnacavallo (ex Festa Unità), una curiosità chi paga la spesa del trasporto da Roma a Faenza. Il comune di Faenza, la Festa della Politica o i cittadini?


giovedì 14 giugno 2012

LA LOBBY IRRIFORMABILE E’ QUELLA DEI MAGISTRATI.


Mario Monti non ha avuto bisogno, beato lui, di incorrere personalmente in alcuna iniziativa giudiziaria, almeno sino a questo momento, per sperimentare quanto forte, decisamente il più forte dei cosiddetti poteri forti su cui lui forse scherza troppo, sia in Italia quello dei magistrati.
Mario Monti non ha avuto bisogno, beato lui, di incorrere personalmente in alcuna iniziativa giudiziaria, almeno sino a questo momento, per sperimentare quanto forte, decisamente il più forte dei cosiddetti poteri forti su cui lui forse scherza troppo, sia in Italia quello dei magistrati. Se avesse avuto ancora qualche dubbio in materia, può avere contribuito a farglielo passare ieri, a chiusura di un'acida polemica durata due giorni, Eugenio Scalfari. Che è tornato sulla richiesta, avanzatagli domenica, di tagliare la testa al suo sottosegretario Antonio Catricalà precisandone meglio la colpa: quella di essere entrato in conflitto politico, chiamiamolo così, con la potentissima casta giudiziaria. In un primo momento, nel consueto editoriale festivo, il fondatore de "La Repubblica" se l'era presa con Catricalà per i suoi rapporti troppo consolidati di amicizia con Gianni Letta, il braccio destro dell'odiatissimo Cavaliere. Così come se l'era presa con il capo di Gabinetto di Monti al Ministero dell'Economia, Vincenzo Fortunato, e con il Ragioniere Generale dello Stato, Mario Canzio, per i loro passati rapporti di collaborazione, e per quelli di perdurante amicizia o stima, con l'ex ministro Giulio Tremonti. Che è inviso a sinistra quasi quanto Silvio Berlusconi, pur essendo stato per un po' corteggiato da quelle parti,

mercoledì 13 giugno 2012

BAGNACAVALLO, A VIDEO REGIONE MARTEDI PROSSIMO PER L’ANTENNA, INTERVISTA A FRANCO ZANNONI PDL



Il Comune di Bagnacavallo con delibera del 17 novembre 2011 ha approvato un contratto di locazione con la società ERICSSON TLC per l’installazione di un nuovo impianto fisso di telefonia mobile, presso il parcheggio pubblico, piazzale Baden Powel. Il citato parcheggio risulta essere tale in seguito ad esproprio da parte del comune di una porzione di terreno di proprietà dei F.lli Tarlazzi e che l’area abbia  vincoli e ha creato  dubbi che il comune potesse tranquillamente disporne a suo piacimento in quanto l’antenna grava sul valore commerciale dell’area e sull’area circostante area abitata. I cittadini che hanno raccolto le firme e il capo gruppo Zannoni sono stati intervistati da Video regione.


E IO PAGO: LA PROVINCIA E IL COMUNE DI FAENZA SCIOLGONO LA FONDAZIONE MUSICALE “INO SAVINI”, COSTITUITA NEL 2004.



IN NOVE ANNI MANGIATI 64.918 EURO, OLTRE AI CONTRIBUTI ANNUALI, COME SEMPRE NON CI SONO RESPONSABILI E NESSUNO PAGA PER GLI ERRORI!
CulturaIl consiglio provinciale ha approvato a maggioranza lo scioglimento  della Fondazione musicale Ino Savini di Faenza in qualità di socio fondatore. Contestualmente è stato approvato la spesa di saldo del debito di 1.862 euro (quota parte Provincia) sulla somma di 7.168 euro.
La Fondazione  “Ino Savini” è nata con  le associazioni "Faenza Lirica" e "Gabriele Fattorini", con lo scopo di favorire la conoscenza e la diffusione della musica classica, il rilancio della lirica nella città di Faenza e fuori di essa, la promozione dei giovani talenti locali, la programmazione, rappresentazione e diffusione di manifestazioni e spettacoli a livello locale, nazionale e internazionale, grandi obiettivi. La spesa per la costituzione è stata di 57.750euro oltre ai contributi annuali della Provincia, Comune di Faenza, Regione e alle spese di liquidazione (7.168) sono stati tutti fondi buttati al vento. Ma come sempre nessuno ne risponde e “paga pantalone”. Impossibile che non ci siano dei responsabili dagli amministratori ai revisori dei conti o c isono i soliti “furbetti”?.
I soci che hanno pagato per la chiusura: Comune di Faenza  43,10% €. 3.103,77, Provincia di Ravenna 25,98% €. 1862,26, Fondazione Banca del Monte 17,32% 1.241,51, Associazione  Faenza Lirica  4,32% 309,66, Associazione Gabriele Fattorini 4,32% €. 309,66, Sintoni Ruggero  0,44% €. 31,54, Comune di Solarolo 3,32% €. 309,66.


martedì 12 giugno 2012

BAGNACAVALLO, COSA SUCCEDE IN COMUNE ?


Nei mesi scorsi in comune di Bagnacavallo si sono presentati due ispettore uno della Funzione Pubblica e uno della Corte dei Conti. Nella sostanza non si è ben capito il motivo e i risultati della visita attenderemo le risposte ufficiali dei due enti considerato che il Sindaco Laura Rossi ha risposto in “politichese”.

LE PROPOSTE DEL PDL PER RIFORMARE L’ITALIA


SEMIPRESIDENZIALISMO, RIFORMA DE LCSM, ETA’ MINIMA A 40, MANDATO DI 5 ANNI. IL PDL HA PRESENTATO AL SENATO I SUOI EMENDAMENTI AL TESTO DI FIROMA COSTITUZIONALE. BRUNETTA: “SENZA PRESDIENZIALISMO NIENTE LEGGE ELETTORALE
Semipresidenzialismo e Csm non legato al Capo dello Stato. Sono queste le riforme costituzionali proposte dal Pdl. Oggi l'ex ministro Renato Brunetta ha ripreso l'idea lanciata da Silvio Berlusconi sulla forma istituzionale della Repubblica. In particolare per il deputato è importante introdurre il semipresidenzialismo prima della riforma elettorale: "Le due cose vanno di pari passo, sono le facce della stessa medaglia. Dare il disco verde ad una riforma e poi bloccare l'altra sarebbe demenziale". La proposta è stata poi presentata al Senato con un emendamento firmato da Maurizio Gasparri. Nel testo, oltre a stabilire il suffragio universale diretto, si abbassa anche a 40 anni l'età minima del Capo dello Stato, il suo mandato passa da 7 anni a 5, sarà lui a nominare il premier e presiederà il Consiglio dei ministri. Ma alle riforme già annunciate negli scorsi giorni, il Pdl vuole aggiungerne un'altra. In un altro emendamento, il partito propone che a capo del Consiglio Superiore della Magistratura non ci sia il Presidente della Repubblica, ma il primo presidente della Cassazione. Del Csm farebbe parte, inoltre, anche il procuratore generale presso la Corte di Cassazione

lunedì 11 giugno 2012

TERMO-VALORIZZATORI E MEMORIA STORICA.


Questa mattina, a Prima Pagina, la rassegna stampa di Radio 3, un ascoltatore consigliava, a proposito di rifiuti e termo-valorizzatori, di seguire l'esempio di Svizzera, Francia, Germania e nord Europa. Lì tutto ciò che non è riciclabile passa all'incenerimento e, se l'impianto è ben condotto, dalle ciminiere esce solo vapor d'acqua e anidride carbonica. Tant'è che all'incenerimento passa oltre il 50% dei rifiuti e gli impianti in questione sorgono nelle vicinanze delle grandi città. Elisa Calessi di Libero, conduttrice di questa settimana, rispondeva dando ragione all'ascoltatore ma non andava oltre. Ebbene si dimenticava di dire che noi italiani siamo stati gli apripista della termo-valorizzazione dei rifiuti, con la storica esperienza del teleriscaldamento a Brescia. Poi in Lombardia e in Emilia Romagna. A Torino è in completamento in impianto all'avanguardia pronto a sostituire quello vecchio. In tutto il centro-nord si continua a seguire questa strada come fanno i nostri vicini svizzeri, francesi e tedeschi. Si dimenticava, Elisa Calessi, di recensire la notizia della relazione all'Antimafia di Anna Maria Tarantola, Vice Direttore di Banca d'Italia, che denunciava il fortissimo inquinamento della criminalità organizzata nei procedimenti di smaltimento dei rifiuti, soprattutto al sud. Ebbene, secondo voi, è più facile seppellire in discarica i rifiuti tossici oppure incenerirli in moderni impianti, con la certezza di mandare in allarme i sensori che rilevano le anomalie nel ciclo dei fumi? Nella risposta a questa domanda troviamo la spiegazione della virulenta opposizione ai termo-valorizzatori da parte di cittadini disinformati e strumentalizzati. Una disinformazione, messa in atto dalla criminalità organizzata, che purtroppo non è sufficientemente contrastata dai giornalisti. Non per malafede ma per insufficiente cultura tecnico-scientifica e per scarsa memoria storica. 120607 Daniele Leoni



MEMORIA STORICA : QUEL PASSATO DA COMUNISTA IMBARAZZA NAPOLITANO.


NEL ’56 L’INTERVNETO IN URSS IN UNGHERIA. OGGI SCARICA LE COLPE SUL PCI
Quello stesso uomo che nel 1956, al congresso del Pci, aveva difeso l’invasione dell’Ungheria da parte dell’Urss polemizzando con i compagni che volevano prenderne le distanze. Col passare dei decenni Giorgio Napolitano farà autocritica ed etichetterà come prodotto di "zelo conformistico" quel suo intervento in cui aveva detto che in Ungheria l'Urss portava pace. Adesso è un altro Napolitano. Almeno è così che il presidente della Repubblica prova a descriversi in una lunga intervista alla Gazeta Wyborcza pubblicata oggi su Repubblica alla vigilia delle visita del capo dello Stato in Polonia. Alle domande di Adam Michnik, uno dei fondatori di Solidarnosc ed oggi direttore del quotidiano, il numero uno del Quirinale ci tiene a rispondere come garante della Costituzione. Così, ripercorre con tranquillità il proprio passato, fa mea culpa ricordando Enrico Berlinguer e Michail Gorbaciov, analizza il berlusconismo e l'attuale situazione politica. Il mio cammino verso il Quirinale attraversando la storia d'Italia è il titolo dell'intervista fiume. Ma sono le parole sull'invasione di Budapest nel 1956 e sulla primavera di Praga nel 1968 a stridere con la militanza di Napolitano nel Partito comunista"Il sentiero della mia vita è un processo passato attraverso prove ed errori - spiega a Michnik - sono partito dagli ideali che in gioventù ho sposato, più che per scelta ideologica, per impulso morale e sensibilità sociale, guardando alla realtà del mio Paese. Nell’arco dei decenni, ho cercato di andare al di là degli schemi entro i quali all’inizio era rimasta chiusa la mia formazione. Ho attraversato delle revisioni profonde, molto meditate e intensamente vissute". Alla Gazeta Wyborcza il capo dello Stato racconta del periodo in cui era membro attivo di un Pci, un partito che portava nel suo dna il mito dell’Unione

LEGGINA PER SALVARSI LA PAGA. L’ULTIMA FURBATA DELLA CASTA.


AUMENTANO I DEPUTATI CHE POSSONO ESSERE GIUSTIFICATI: COSI EVITANO I TAGLI ALLA DIARIA
Hanno tirato la cinghia sotto il pressing dei media e dell’opinione pubblica, ma a un certo punto non ce l’hanno più fatta. I deputati hanno chiesto e ottenuto dal presidente della Camera Gianfranco Fini un ammorbidimento delle regole che portano a togliere loro una quota della diaria (3.500 euro al mese) per ogni seduta di aula in cui  non partecipano ad almeno un terzo delle votazioni o per le sedute di commissione in cui non siano riusciti a fare rilevare la loro presenza (o attraverso la tessera digitale o firmando un registro). Lo sconto che il preside ha concesso alla sua scolaresca è stato approvato a metà marzo lontano dai riflettori, ma questa settimana è stato pubblicato nel bollettino sommario degli organi collegiali che riporta tutte le riunioni del collegio dei questori e dell’ufficio di presidenza della Camera dei deputati. Proprio qui alla presenza di Fini è stato approvato questo sostanziale sconto ai monelli che bigiano scuola (anche chi preferisce non perdere tempo in lavori parlamentari spesso inconcludenti e dedicarsi alla propria e più redditizia professione). Con un mini regolamento sono state definite le cause di assenza che possono ogni mese essere giustificate dal collegio dei Questori. Le

sabato 9 giugno 2012

SPESE DI RAPPRESENTANZA DEL COMUNE DI BAGNACAVALLO



POVERA BRISIGHELLA COME TI HANNO RIDOTTO!


Anche Brisighella si accoda alle tante feste della birra che si vanno diffondendo ovunque, ma la cosa grave è che alla manifestazione è stato concesso il patrocinio del Comune di Brisighella e della Pro Loco. Si deduce quindi che tale patrocinio incoraggia i tanti giovani e anche meno giovani, che già hanno la cattiva abitudine di bere birra in eccesso, ponendosi poi nella condizione di violare la legge che giustamente limita il tasso alcoolico di chi si pone alla guida di un veicolo. Non solo mentre da ogni parte si vuole tutelare lì immagine della donna deprecandone l’uso e lo sfruttamento a fini commerciali, il manifesto della festa in parola, patrocinata ripeto da Comune e Pro Loco, esibisce un’immagine accattivante e di dubbio gusto del corpo femminile, basata solo sulla suggestione sessuale senza alcune attinenza con la festa pubblicizzata. Infine cosa ancora più grave è che, mentre il paese s’impegna per la promozione dei prodotti locali, il Comune e la Pro Loco, anziché incorragiare il consumo dell’ottimo vino delle nostre colline, preferiscono sponsorizzare un prodotto che nulla a che fare con la nostra tradizione. Il consigliere provinciale pdl Vincenzo Galassini

venerdì 8 giugno 2012

LE TARIFFE DEI SERVIZI PUBBLICI DELLA ROMAGNA LE DECIDONO I SINDACI DI BOLOGNA, MODENA, REGGIO EMILIA.


Dopo avere salvato i maxi stipendi dei manager Hera, il Pd centralizza tutte le funzioni di controllo degli ex Ato (ambiti territoriali ottimali che funzionavano senza costi) in Atersir i cui vertici escludono ogni rappresentanza della Romagna



MA CHI L’HA DETTO CHE LA SINISTRA SA AMMINISTRARE?


All'aeroporto "Ridolfi" di Forlì regalano 9 milioni di biglietti e spendono a più non posso su ogni fornitura. Risultato: lo scalo fallisce

AUSL RAVENNA: RIATTIVATO IL SERVIZIO DI PRONTA DISPONIBILITA’ PEDIATRICA A FAENZA E LUGO


Come annunciato da alcuni mesi fa dalla Direzione Generale dell'Ausl di Ravenna e dal Direttore dell'U.O. di pediatria aziendale, dott. Federico Marchetti, avendo superato le criticità date dalla carenza di organico, è stato riattivato dal 4 giugno, il servizio di pronta disponibilità pediatrica per le consulenze nelle ore notturne ai Pronto Soccorso degli ospedali di Faenza e Lugo. Come si ricorderà, il servizio era stato momentaneamente sospeso a fronte di una carenza significativa di pediatri e oggetto di raccolta di firme e ordini del giorno in tutti i comuni.


giovedì 7 giugno 2012

PARTITI I LAVORI PER IL GAS STOCCATO NEL SOTTOSUOLO A COTIGNOLA.


Un grande "serbatoio" di stoccaggio di gas nel sottosuolo? Non esiste solo quello di Rivara, nel comune terremotato di San Felice sul Panaro, ma anche a Cotignola e Bagnacavallo
Un grande "serbatoio" di stoccaggio di gas nel sottosuolo? Non esiste solo quello di Rivara, nel comune terremotato di San Felice sul Panaro, il cui iter autorizzativo, dopo dieci anni, è stato improvvisamente bloccato dal Ministero dello Sviluppo ufficialmente per il parere negativo della Regione Emilia-Romagna. Venerdì 1 giugno, dopo i due forti terremoti del 20 e 29 maggio in Emilia è arrivato il 'niet' alla Erg, che sostiene il progetto. LO STOP A RIVARA In una zona ancora più sismica dell'Emilia, la Bassa Ravennate - tra i Comuni di Bagnacavallo, Cotignola, Faenza e Castelbolognese -, la Edison Stoccaggi sta costruendo un impianto simile. A Rivara l'Erg aveva intenzione di stoccare 3,7 miliardi di metricubi di gas attraverso 19 pozzi di iniezione ed estrazione, per stipare la risorsa a quasi tre chilometri di profondità. Perché questa necessità di stoccaggio? Per creare riserve e acquistare il metano quando costa meno, vale a dire in estate. In Italia la domanda di stoccaggio è pari 15 miliardi di m3 degli operatori contro un'offerta effettiva di soli 8,5 miliardi di m3. E Rivara sembrava un posto sicuro, anche per l'effetto della scarsa sismicità. STOCCAGGIO DI GAS A SAN POTITO - COTIGNOLA. E il sito di San Potito di Bagnacavallo e Cotignola? La pianura ravennate nella carta del rischio sismico ricade nella quinta fascia di rischio su una scala di 12, ben due "fasce" più rischiose rispetto alle aree colpite dal terremoto del 20 e 29 maggio 2012 in Emilia. Che cosa prevede il progetto di Edison Stoccaggi? Secondo una sintesi della valutazione di impatto ambientale di fine 2005, si prevede lo stoccaggio di un miliardo di metricubi di metano due km sotto il livello del mare, nel sottosuolo. Il progetto trova il suo centro nella centrale di compressione San Potito di Bagnacavallo, a cui sono collegati i pozzi di Cotignola e San Potito stesso nel raggio di 10 km. IL PROGETTO. Si tratta, in altre parole, di riutilizzare dei campi per l'estrazione di gas di Cotignola, sfruttati dal 1956 al 2005 e a San Potito, utilizzati dal 1988 al 2000. Nel 2001 il Ministero delle Attività Produttive ha ritenuto il sito idoneo allo stoccaggio di gas naturale. Nel progetto la centrale di compressione è prevista lungo via San Vitale, nel comune di Bagnacavallo, che dovrebbe rimettere nel sottosuolo il metano alla pressione originaria. Oltre ai pozzi dell'epoca ne saranno scavati altri 10, oltre ad un metanodotto di una decina di chilometri e altre strutture connesse. I lavori sono già partiti, confermano dal Comune di Cotignola.
Lo stoccaggio sotterraneo di Edison ha portato nelle casse dei comuni interessati 3.700.000 euro complessivi così distribuiti: 1.624.470,08 a Bagnacavallo, 349.550,98 a Lugo, 696.276,14 a Cotignola, 642.106,66 a Faenza, 193.798,07 a Castel Bolognese, 193.798,07 a Solarolo".
Di fronte al dramma che si è consumato in Emilia e al potenziale rischio i sindaci dell'Unione dei Comuni che comprende l'area interessata di Cotignola e Bagnacavallo chiederanno un supplemento di indagini: "Ci sono dati nuovi, che derivano in gran parte dal fatto che il sisma dell'Emilia è un evento diverso da quello prevedibile nella mappa del rischio sismico, per cui è intenzione chiedere un supplemento di istruttoria, anche per iscritto se necessario", spiega il sindaco di Cotignola Antonio Pezzi. I Comuni dell'area hanno già preso contatti con la Regione Emilia-Romagna per un confronto di tipo tecnico "e le valutazioni del caso". Di sicuro c'è la volontà di andare più a fondo per capire il rischio reale in caso di terremoto. In ogni caso si tratta, è bene precisarlo, di un iter aggiuntivo non sospensivo dei lavori. Lo spiega anche Pezzi: "L'iter si è concluso già alcuni anni fa e le autorizzazioni, che dipendono dal ministero, considerata la rilevanza nazionale del progetto, sono presenti e regolari. All'epoca, tutto un iter di valutazione ambientale senza particolare clamore o dissenso da parte dei cittadini".