martedì 30 aprile 2013

FINALMENTE CON IL DISCORSO DI LETTA STOP ALLE CONTRAPPOSIZIONI



  “Il discorso del Presidente Enrico Letta ha fatto sciogliere come neve al sole contrapposizioni che esistono e si alimentano solo nella sfera delle contrapposizioni politiche e delle dispute ideologiche, frutti avvelenati del Secolo scorso. Il mondo é cambiato e quando si lavora sui contenuti e si rimane in contatto con la realtà, le persone e i partiti di buonsenso non faticano a trovare tanti punti di convergenza nell’interesse dei cittadini”. Così si è espresso Sandro Bondi, senatore del Pdl.

GRAZIE BERLUSCONI!!!!



LO STOP ALL’IMU E’ UNA VITTORIA DI BERLUSCONI E DEL PDL
 “L’annuncio del presidente del Consiglio, Enrico Letta, di sospendere per giugno il pagamento dell’Imu sulla prima casa, in attesa della più complessiva revisione delle tassazioni sugli immobili, é un’importante vittoria del Popolo della Libertà e del presidente Berlusconi, che non a caso avevano messo l’abolizione dell’imposta sulla prima casa fra i punti irrinunciabili per poter partecipare ad un governo di larghe intese e di pacificazione nazionale, nell’interesse dell’Italia e dei cittadini”.

domenica 28 aprile 2013

ELEZIONI. QUIRINALI E GOVERNO: IL TRIONFO DEL CAV. SORNIONE.



ERA MORTO, KAPUT “ARRESTATO”. MA LE URNE LO HANNO “RESUSCITATO”. NON AVEVA LE  CHIAVI IN MANO, MA SILVIO DAI CITTADINI HA ESTRATTO SOLTANTO IL MEGLIO.
Morto. Sepolto. Sbranato. Sparito. Kaputt. Sconfitto. Annullato. Dimenticato. Il passato. Quasi arrestato. Presto in fuga. No, niente di tutto questo. Prendete la penna e tracciate una bella riga nera sulle parole d'ordine della speranza dell'antiberlusconismo militante. C'è un vincitore. Ed è quello che era "morto, sepolto, sbranato, sparito, kaputt" eccetera eccetera. Si chiama Silvio Berlusconi. E' tempo per un primo breve bilancio. Sono passati due mesi da quelle elezioni in cui il Pdl doveva essere spazzato via, superato. Eppure quel Pdl ha preso qualche manciata di voti in meno di quel Pd che aveva già vinto. Un trionfo, per il Cavaliere: gli azzurri sono in crisi nera, rientra in campo, sale su qualche palco e mette a segno la sua classica, strepitosa, rimonta. "Io aspetto" - Dopo il voto, però, non è soddisfatto. "Potevamo vincere, dovevo rimettermi in gioco prima". Ma è l'unico, tra i suoi (loro sì che avevano davvero paura di sparire), a non essere soddisfatto. Le chiavi per il governo, questa volta, non le ha in mano. L'impresa fantascientifica è stata soltanto sfiorata. Restano le basi per ripartire, per ricostruire, per riprendersi il Paese. Da subito, il Cav spiega che il Pdl è pronto all'intesa con il Pd. "L'unica soluzione possibile". Il vincitore sconfitto, Pier Luigi Bersani, però s'impunta. Vuole governare con Beppe Grillo e ne riceve soltanto dei "vaffanculo". Berlusconi, sornione, osserva. Ripete che tanto, prima o poi, anche la sinistra si renderà conto che l'unica strada è quella che porta al governo con gli azzurri. "Tanto Grillo non ci sta".

ABBIAMO IL GOVERNO. BUON LAVORO! SPERIAMO SAPPIA FAR RITROVARE ALL’ITALIA LA STRADA DELLO SVILUPPO, DELLA CONCORDIA E DELLA PROSPERITA’



Pd e Pdl, una nuova stagione. Cosa possono guadagnare i due partiti di governo dalla fine delle ostilità

E’ comprensibile che i dirigenti dei due maggiori partiti, destinati a collaborare dopo essersi combattuti e demonizzati fino a poche settimane fa, siano preoccupati della reazione di un elettorato che può essere sconcertato dalla novità imposta dalla situazione del paese interpretata con vigore coattivo da Giorgio Napolitano. Sbaglierebbero, però, una volta deciso di accettare realisticamente la prospettiva della convergenza, a insistere nel minimizzarne la portata politica innovativa, sottolineando le proprie caratteristiche identitarie. In primo luogo dovrebbero rendersi conto che la crisi ha destrutturato profondamente queste stesse identità, che debbono essere ridefinite in base alla loro idoneità a fornire risposte alla situazione drammatica che vive gran parte della popolazione. Se, com’è risultato alla fine di una gestione travagliata, soprattutto per il centrosinistra, della fase postelettorale, queste risposte possono concretizzarsi solo sulla base di un confronto costruttivo con l’avversario di sempre, sarebbe meglio valorizzare il dato di fondo, cioè l’intervento di un governo in grado di tentare la fuoruscita dalla crisi, che attardarsi in una lacerazione autocritica e retrospettiva. Anche per il centrodestra, che deve rinunciare (almeno formalmente) alla coesione tra Lega e Pdl appena recuperata, la situazione non è semplice, anche se la sensazione di insufficienza è attenuata dalla constatazione dello scampato pericolo. Si tratta di due formazioni politiche che, la prima sei mesi fa, la seconda nei giorni scorsi, hanno rischiato la dissoluzione. Ciò è accaduto proprio perché hanno insistito sull’esibizione identitaria, invece che sulla funzione politica e pratica che possono esercitare. Ora la storia, forse nella sua versione più ironica, li costringe a mettere da parte l’aspetto più esibito della loro identità, l’ostilità nei confronti dell’avversario. Il venir meno (che non sarà solo episodico) di questi collanti negativi apre la questione di quali siano gli elementi di coesione positivi, cioè ideali e programmatici, di questi partiti, nel momento in cui non possono più presentarsi come semplici contenitori dell’antiberlusconismo o dell’anticomunismo. Il fatto che questa verifica concreta si svolga parallelamente nei due campi la rende reciprocamente utile, perché porta a definire le distinzioni e le differenze insieme alla capacità di fare sintesi (o di trovare mediazioni) con gli interlocutori obbligati della nuova maggioranza. Una maggioranza che sussiste anche nell’elettorato, a patto che i contraenti sappiano valorizzare quel che c’è di buono per il paese e quindi per loro stessi nella nuova situazione.

sabato 27 aprile 2013

IL COMUNE DI COTIGNOLA NON RISPETTA LA LEGGE: LA DENUNCIA DELL’OPPOSIZIONE



A Cotignola, la Giunta di Centro-sinistra è stata costretta a spostare l’approvazione del Bilancio Consuntivo 2012, non essendo stati rispettati i tempi stabiliti dal “Regolamento di Contabilità del Comune”, per la  preparazione e la consegna (o invio) della documentazione relativa.   Il gruppo Consigliare Libera Lista (CDX) si è battuto fin dall’inizio di questa legislatura, cioè dal 2009, per far approvare la costituzione di una Commissione Bilancio, commissione che quasi tutti i Comuni hanno e che permette ai Consiglieri di analizzare a fondo le voci del bilancio, alla presenza di un tecnico che può chiarire ed aiutare a comprendere questa delicata materia.  Con scuse a dir poco risibili e al limite del sospetto, questa non ci è mai stata concessa, al contrario di altre commissioni e consulte, francamente non indispensabili e scarsamente produttive.
Il vaso è traboccato qualche giorno prima del Consiglio Comunale che si è tenuto il 22 aprile, quando ci siamo accorti che proprio per l’approvazione del bilancio consuntivo 2012, la documentazione (che per regolamento avrebbe dovuto essere a disposizione almeno 20 giorni prima della data fissata per la sua approvazione), sarebbe stata invece ufficialmente disponibile solamente 10 giorni prima del consiglio comunale, e tale ritardo non poteva che limitare le nostre possibilità di analizzare le voci del bilancio.

BERLUSCONI: SI A LETTA, MA MENO TASSE



L’intervista del Presidente a “Il Giornale”. Non c’è alcun bisogno che io entri nell’esecutivo. Possono farcela benissimo senza di me, purché abbiano come faro il nostro programma fiscale. È quella la nostra vera discriminante. Il gusto della battuta non riesce proprio a perderlo. "Finirà che mi accuseranno anche di strage. Di strage dei leader del Pd...", scherza Silvio Berlusconi strizzando l’occhio al capitombolo di Franco Marini e Romano Prodi durante le votazioni per il presidente della Repubblica.
D’altra parte, è di buon umore il Cavaliere. Lui, unico italiano a Dallas ospite dell’amico George W. Bush, ritratto nella photo opportunity accanto a Jimmy Carter, Bush padre, Bill Clinton e anche Barack Obama. Quattro ex inquilini della Casa Bianca più il presidente in carica, di certo un appuntamento niente affatto scontato. A Roma tornerà stasera e solo allora sarà possibile porre il sigillo a qualsivoglia accordo di governo. E mentre in Texas il Cavaliere passa dalla cena di mercoledì sera con tutta la famiglia Bush al cocktail organizzato ieri pomeriggio dal Partito Repubblicano assieme a Tony Blair e a José Maria Aznar, a Roma Angelino Alfano e i capigruppo del Pdl si consultano con il premier incaricato Enrico Letta. Sarà pure il buon umore, ma Berlusconi ha voglia di parlare. E da Dallas accetta di rispondere al telefono - che gli passa il sempre presente consigliere per le questioni estere Valentino Valentini - alle domande che gli pone il Giornale.
Cosa ne pensa dell’incarico ad Enrico Letta?
"L’ho sentito al telefono e spero davvero riesca a formare un governo di cui il Paese ha davvero bisogno. Siamo in una situazione in cui non si può più continuare ad andare avanti senza un esecutivo che indirizzi la politica economica, altrimenti il rischio è quello di finire in ginocchio".
Quindi lei è pronto a sostenere il governo Letta?
"Certamente sì. Anche se, detto con buon senso e non perché si tratta di un aut aut, è fondamentale che il nuovo esecutivo si faccia carico degli otto punti del nostro programma".
Sei dei quali sono economici...


DOMENICA 5 MAGGIO 2013 A BRISIGHELLA, PRANZO ALL’HOTEL VALVERDE.


 INCONTRO DOPO LE ELEZIONI DI FEBBRAIO: E TUTTO QUELLO CHE E’ SUCCESSO O SUCCEDERA’ ENTRO IL 5 MAGGIO, LA NOMINA DI BAZZONI GIANGUIDO CAPO GRUPPO PDL IN REGIONE EMILIA-ROMAGNA E ALTRO… PRENOTAZIONI 

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giovedì 25 aprile 2013

ATTENTO, ATTENTO PRESIDENTE, SONO SEMPRE COMUNISTI!



Certo, è difficile non imboccare quel tunnel. Perché in fondo con la richiesta a Napolitano di restare per sbloccare lo stallo il Pdl ha già messo un piede dentro. Per fortuna a mettere ostacoli per rendere impervio, quasi impossibile quel cammino ci ha pensato il Pd. Quel partito ha già tradito la prima promessa fatta al capo dello Stato: ha posto sue condizioni, sia sul programma che sugli uomini. Era vietato farlo, come ha spiegato ieri Napolitano alla delegazione di Scelta civica: «In queste condizioni bisogna che tutti rinuncino a quel che hanno promesso in campagna elettorale. Bisogna azzerare tutto». Ma il Pd le sue condizioni le ha avanzate, sia pure in maniera furbesca. Ecco, per evitare che l’incubo diventi realtà bisogna seguire una strada parallela. Emergenze programmatiche? Ce ne è una su di tutte: le tasche degli italiani. Bisogna che restino lì disponibili a disposizione dei consumi i soldi che volerebbero via con il pagamento dell’Imu sulla prima casa. E niente scherzi: questo deve essere deciso nel primo consiglio dei ministri. Uomini? Nessuna pregiudiziale del Pdl nei confronti di chicchessia. Deve accadere così anche a parti inverse. Ecco per essere più sicuri che l’incubo non si materializzi, una soluzione c’è: inserire proprio Berlusconi nella lista dei ministri. Ad esempio all’Economia (quando ha chiesto il voto ai quasi 10 milioni di italiani che glielo hanno dato, il Cavaliere si era proposto per quel ruolo). Non va bene lì? Allora agli Esteri, che così mettiamo fine a questa storia odiosa dell’impresentabilità: Berlusconi diventa il biglietto da visita dell’Italia fuori da questi confini. Ecco, è l’antidoto per evitare che l’incubo diventi realtà: con Silvio dentro l’esecutivo è più difficile fargli scherzetti di qualsiasi tipo. E non si tradirebbe nemmeno la fiducia di Napolitano: chi meglio del fondatore del centrodestra garantirebbe la forza di quell’esecutivo, la possibilità che regga nel tempo per fare le riforme chieste a gran voce dal Colle? In fondo anche il Pd, non avendo più Bersani, punta a irrobustire l’esecutivo con il numero uno attualmente in campo: Enrico Letta. Ecco, a queste condizioni forse la luce in fondo al tunnel potrebbe intravedersi. La ghigliottina pronta al fondo restare solo nel brutto sogno. Potrebbe... E se così non fosse chi mai potrebbe costringere un partito che con nuove elezioni trionferebbe a suicidarsi senza opporre resistenza? Con questi pensieri in testa finalmente questa notte Berlusconi ha dormito tranquillo.


DOPO 68 ANNI L’ATTUALITA’ DEL 25 APRILE PUO’ DIVENIRE SIMBOLO DI UN’ITALIA PACIFICATA.



COME OGNI ANNO, NEL GIORNO DEDICATO ALLA LIBERAZIONE DELL’ITALIA COME PDL ABBIAMO RESO OMAGGIO AI CADUTI ALLEATI NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE AL CIMITERO DI SANTA LUCIA
Rodolfo Ridolfi* Quest’anno il 68° anniversario del 25 aprile assume un particolare significato e ci riporta alla grandissima attualità dei valori espressi, nel mirabile discorso tenuto il 25 Aprile 2009 ad Onna in Abruzzo, dal Presidente Silvio Berlusconi nella parte in cui affermava “….Benché frutto evidente di compromessi, la Costituzione repubblicana riuscì a conseguire due obiettivi nobili e fondamentali: garantire la libertà e creare le condizioni per uno sviluppo democratico del Paese. Non fu poco. Anzi, fu il miglior compromesso allora possibile. Fu però mancato l’obiettivo di creare una coscienza morale “comune” della nazione, un obiettivo forse prematuro per quei tempi, tanto che il valore prevalente fu per tutti l’antifascismo, ma non per tutti l’anti-totalitarismo. Oggi, il nostro compito, il compito di tutti, è quello di costruire finalmente un sentimento nazionale unitario. Dobbiamo farlo tutti insieme, tutti insieme, quale che sia l’appartenenza politica, Se da oggi riusciremo a farlo insieme, avremo reso un grande servizio non a una parte politica o all'altra, ma al popolo italiano e, soprattutto, ai nostri figli che hanno il diritto di vivere in una democrazia finalmente pacificata… “ In Italia il 25 aprile, in Europa l'8 maggio 1945 (giorno della resa del nazismo) è giusto e doveroso ricordare la liberazione dalla guerra, dal nazismo e dal fascismo anche se bisognerà aspettare la notte fra il 9 ed il 10 novembre 1989, momento storico della caduta del Muro di Berlino, per vedere completata la liberazione della parte orientale dell'Europa caduta dopo l'oppressione nazista nell'altrettanto odiosa ed efferata tirannide comunista. E giusto onorare  Infatti come avrebbe riconosciuto per primo Wiston Churchill nel famoso discorso di Fulton: "da Trieste a Stettino una cortina di ferro era calata a separare l'Europa”. Il 25 aprile dobbiamo onorare tutti i resistenti: i nostri giovani combattenti e tutti quegli altri giovani, americani, inglesi, francesi, polacchi, dei tanti paesi alleati, che versarono il loro sangue, senza di loro, il sacrificio dei nostri partigiani sarebbe stato vano. Con rispetto dobbiamo ricordare, anche quelli che hanno combattuto dalla parte sbagliata sacrificando in buona fede la propria vita ai propri ideali e ad una causa già perduta
.*Del Coordinamento Provinciale e Regionale Pdl

GALASSINI INVITA A BRISIGHELLA, DOMENICA 5 MAGGIO 2013 A PRANZO ALL’HOTEL VALVERDE, GLI AMICI



PRIMO INCONTRO DOPO LE ELEZIONI DI FEBBRAIO: E TUTTO QUELLO CHE E’ SUCCESSO O SUCCEDERA’ ENTRO IL 5 MAGGIO, LA NOMINA DI BAZZONI GIANGUIDO CAPO GRUPPO PDL IN REGIONE EMILIA-ROMAGNA E ALTRO…ANCORA..
Vincenzo Galassini consigliere Provinciale, di Brisighella, vi invita Domenica 5 maggio 2013 ad un incontro tradizionale a Brisighella Hotel Valverde, adiacente alla Terme con ampio parcheggio, per un pranzo alle ore 12,30 con un ricco menù, preparato dall’amico Gianni, con le chicche di Brisighella compreso assaggi del “Carciofo moretto” e “Troia Mora” il tutto al  prezzo di €. 18, prenotazione entro venerdi 3  maggio al numero 339 2241934.
Nella mattinata chi è interessato può visitare nel centro di Brisighella la Via degli Asini, la mostra   del Ricamo    e acquistare prodotti gastronomici alla Macelleria Cavallari. All’incontro hanno assicurato la partecipazione  Gianguido Bazzoni nuovocapo Gruppo PDL Regione Emilia-Romagna, Rodolfo Ridolfi coordinatore Regionale Azzurri ‘94, il coordinatore Provinciale e vice Alberto AncaraniPaolo Savelli, vi aspetto numerosi.
MOSTRA DI RICAMI : "Le donne romagnole raccontano..." 
DAL 14 APRILE  AL 12 MAGGIO 2013  Chiesa del Suffragio nel centro storico di Brisighella (RA)



mercoledì 24 aprile 2013

FELICITA’: GIANGUIDO BAZZONI NUOVO CAPOGRUPPO DEL GRUPPO ASSEMBLEARE DEL PDL, DEL CONSIGLIO REGIONALE DELL’EMILIA-ROMAGNA.



LA RICONOSCENZA DI  UN LUNGO E FRUTTIVO LAVORO, PRIMA A RAVENNA E POI A BOLOGNA, BRAVO GUIDO!
Nella riunione di ieri del Gruppo consigliare del PdL alla Regione Emilia-Romagna,  è stato deciso all’unanimità di nominare nuovo capogruppo il Consigliere ravennate Gianguido Bazzoni, in sostituzione del dimissionario Villani. Al nuovo capogruppo sono giunte immediatamente le congratulazioni, oltre che dei colleghi consiglieri, anche del coordinatore regionale di “Azzurri ‘94”, Rodolfo Ridolfi e quelle graditissime del Capogruppo alla Camera dei Deputati, Renato Brunetta, che ha ricordato come Bazzoni sia da sempre una certezza per il partito, nei vari incarichi che ha ricoperto sempre al fianco del Presidente Berlusconi senza esitazioni o tentennamenti. Le congratulazioni della redazione e dai tanti amici dei diciotto  comuni della Provincia di Ravenna. FORZA GUIDO, FORZA ITALIA     


DISCORSO NAPOLITANO STRAORDINARIO, ORA GRANDE COALIZIONE



 “Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con un discorso storico, straordinario e appassionato ha ricollocato la politica al centro della vita pubblica”. Lo afferma il capogruppo del Pdl alla Camera Renato Brunetta. “Adesso – aggiunge- toccherà alle forze parlamentari fare proprio il monito alla responsabilità e alla coesione che ci ha rivolto il Capo dello Stato per un governo forte e di grande coalizione che possa affrontare le urgenze che ha il Paese”.


OSSERVATORIO PROVINCIALE SULL’ IMMIGRAZIONE PERCHÉ AFFIDARE I COMPITI DELLA PROVINCIA ALL’ESTERNO DELL’ENTE?



LA PROVINCIA ASSEGNA PERSONALE PER I GIUDICI POPOLARI, NON DI SUA COMPETENZA, E NON NE’ HA PER QUESTO COMPITO?
Il Consiglio provinciale  ha votato a suo tempo una delibera avente come oggetto l’Osservatorio sulle politiche sociali e socio economiche con il quale si prevedeva una convenzione tra la Provincia e l’azienda Usl. Tale osservatorio non si configura solo come progetto di tipo statistico, bensì per l’impianto metolodologico definito, per l’attenzione  all’ integrazione dei sistemi informativi per l’apertura all’integrazione  con gli aspetti socio sanitari;  si definisce  come strumento in grado di leggere  le dinamiche, il cambiamento della società e comprendere come essa e le sue componenti si evolvono. Ciò premesso, l’Amministrazione provinciale ha ritenuto di procedere a un affidamento a soggetti esterni dai propri servizi per attività finalizzate alla realizzazione dell’Osservatorio, ritenendo che fra i dipendenti dell’ente non vi siano   disponibilità e competenze adeguate allo svolgimento di tale compito.  In definitiva,  si tratta di un affidamento diretto senza gara a una società a responsabilità limitata  di Faenza, pur dotata di esperienza e metodologie avanzate, per un costo di euro 6.895,00, per svolgere queste  attività di supporto allo stesso Osservatorio provinciale. Vale a dire che i materiali prodotti dalla società incaricata a compiere l’attività conoscitiva di analisi e di riflessione, dovranno poi essere successivamente analizzati, valutati ed elaborati dalle persone che concretamente si occupano direttamente dell’Osservatorio. Da quanto sopra si ricava che se tale attività è in capo alla Provincia, andrebbero formate e valorizzate le risorse interne per queste funzioni d’istituto, evitando tali spese, seppur contenute, proprio alla luce  dei  servizi attivi di statistica, di politiche del lavoro e sociali di cui dispone l’ente. Inoltre si affida il presente incarico  per l’anno 2012 quando ancor oggi sono in  fase di elaborazione i dati e le informazioni  riguardanti l’anno 2011. Spadoni, Galassini
   


lunedì 22 aprile 2013

PRESENTABILI



IL PDL E’ UN PARTITO DI NON IMPRESENTABILI MA DI GENTE PER BENE E RESPONSABILE. BERLUSCONI NON HA INFIERITO SUL NEMICO MORENTE, HA MANTENUTO CALMA E BUONSENSO, NON HA DIVISO MA UNITO.
Alessandro Sallusti - Napolitano ha accettato di cavare le castagne dal fuoco a una sinistra che col fuoco delle presidenziali si è arrostita oltre ogni previsione. Dato lo stato confusionale di Bersani e soci, l'iniziativa l'ha presa l'altra sera il Pdl. Dal Colle, anche se non si può dire, hanno posto condizioni durissime per raddoppiare il mandato. Quali? Lo sapremo nei prossimi giorni, ma non è difficile immaginarle. La ricreazione è finita e il Pd se ne deve fare una ragione: o un governo con Pdl e Monti o elezioni subito; meglio la prima ipotesi e poi, semmai, la seconda più in là. Pur se senza precedenti nella storia repubblicana, il bis di Napolitano non è la vera novità. Perché se l'inquilino del Colle non cambia, altre cose non saranno più come prima. Per esempio siamo entrati di fatto in una Repubblica presidenziale. Da ieri il Quirinale, infatti, non ha più solo il ruolo di garante e custode della democrazia, ma è il centro della vita politica: Napolitano darà carte non rifiutabili, deciderà nomi e alleanze indiscutibili. Non è un male, ma meglio sarebbe stato seguire l'appello del Pdl a varare una riforma che avesse dato questi poteri a un presidente eletto dagli italiani tutti, non frutto di paralisi politiche o di improbabili e oscuri sondaggi su internet. La seconda novità è che i rapporti di forza in Parlamento cambiano a soli 50 giorni dal voto. L'alleanza Pd-Vendola non esiste più, così come non esiste più il Pd. Chi verrà dopo Bersani dovrà abbassare le arie e venire a più miti consigli con l'area moderata liberale. Terza novità. Da oggi il Movimento Cinquestelle perde la sua presunta verginità e, come da noi ipotizzato in tempi non sospetti, si svela per quello che è: un partito radicale comunista alleato con Vendola che, infatti, gli si è appiccicato addosso come una cozza, non solo sulla candidatura Rodotà. Centri sociali, comunisti e grillini da ieri sera stanno cercando di organizzare insieme una ridicola marcia su Roma nonostante la sconfessione di Rodotà stesso, che giudica assolutamente democratica, come ovviamente è, l'elezione di Napolitano. Ultima, ma non in ordine di importanza, la conferma per noi moderati che il Pdl è un partito non di impresentabili ma di gente per bene e responsabile. Berlusconi non ha infierito sul nemico morente, ha mantenuto calma e buonsenso, non ha diviso ma unito, si è sostituito ai vertici del Pd offrendo su un piatto d'argento la soluzione Napolitano. Di fatto ha vinto lui. Come recita un tweet che circola in queste ore, speriamo ora che la Boccassini non lo indaghi per strage, accusandolo di aver fatto fuori tra il 1994 ed il 2013 tutti i leader di Pds, Ds, Ulivo e Pd. Il resto, si vedrà.


sabato 20 aprile 2013

GRAZIE BERLUSCONI………. NOI NON ABBIAMO BISOGNO DI PRIMARIE ABBIAMO TE!


Prodi in Africa non ci rimarrà come doveva fare anche il suo vice, Veltroni

 Caro Vincenzo, partendo dallo spirito e dalla lettera dell'articolo 87 della Costituzione, ci eravamo resi disponibili ad una candidatura condivisa, non espressione del nostro Partito. L'onorevole Bersani ci ha sottoposto una rosa di cinque candidature gradite al Partito Democratico. Tra queste candidature abbiamo individuato di comune accordo la candidatura di Franco Marini. Una candidatura che abbiamo lealmente sostenuto, votando Franco Marini nella prima votazione. Tale candidatura è stata invece successivamente accantonata, con palese violazione della parola data, degli impegni assunti con noi dal Partito Democratico, a causa delle faide e delle divisioni interne allo stesso PD. Oggi abbiamo appreso con sconcerto che il PD candida Romano Prodi per 'salvaguardare l'unita' del Partito': come si vede, sacrificano il valore superiore della rappresentanza di tutti gli italiani per tutelare il loro interesse di parte e di Partito. Come è tra l'altro nella tradizione del Partito Comunista italiano, il Pd ha quindi cambiato le carte in tavola, non ha mantenuto i patti, si è dimostrato assolutamente inaffidabile e sta paralizzando il Paese da 53 giorni. Pretende di occupare tutte le istituzioni sulla base di uno 0.3 per cento di voti in più, probabilmente recuperati grazie alla antica "professionalità" della sinistra in sede di scrutinio. L'Onorevole Bersani affermò in campagna elettorale che, se anche avesse ottenuto il 51% dei voti, si sarebbe comportato come se avesse avuto il 49%, ma non ha ottenuto il 51% e neppure il 49%, ma solo il 20%, eppure pretende di sequestrare tutte le prime cinque cariche dello Stato e di bloccare il Paese, mettendo sotto i piedi la democrazia. Noi riteniamo che l'Italia, il nostro Paese, sia più importante degli interessi di fazione della sinistra. Non riconosciamo democraticità e limpidità a questo voto e al comportamento del Partito Democratico. Dinanzi a questa situazione, invito i nostri deputati e senatori, e anche gli altri parlamentari e rappresentanti regionali della nostra coalizione, a non partecipare al voto in questa quarta votazione.


OSPEDALE DI FAENZA: UN MORTO CHE PARLA







venerdì 19 aprile 2013

ADDIO NAPOLITANO, SENZA NOSTALGIA……….



Addio a Napolitano…… la maggiore parte dei commenti  e della sinistra è una  ”dolorosa melensa” per la fine del settennato. Forse, contro corrente, io non  sono stato contento, ricordo il dibattito con Matteucci a Teleromagna del 2006 nei giorni della sua elezioni, in occasione delle elezioni provinciali, nel quale affermavo che la matrice comunista avrebbe sempre dominato nel suo operato. Nella pratica non è stato sopra le parti, e in particolare un giudizio nettamente negativo va dato per l’ultimo anno con la nomina di Monti, a senatore a vita e poi a Presidente del Consiglio non ricordando  il significato della sovranità popolare? Leggendo le cronache di questi giorni e il protagonismo decisorio di Napolitano si fa fatica a ricordarsi che siamo noi, con il voto, a decidere da chi vogliamo essere governati. Un altro esempio, Napolitano auspicava per Berlusconi, nell’occasione di  un suo  processo lo chiedeva  severo ma giusto. Al Quirinale è mancato sempre il coraggio nei confronti della magistratura. Ma state tranquilli, Napolitano parlerà finalmente di accanimento contro Berlusconi e criticherà le toghe. Sì, ma 11 dopo la sua morte. Come con Craxi. Vincenzo Galassini

POVERI NOI: RITORNA PRODI



PD, IL VERO PARTITO DEI COMICI, LE GRANDI MANOVRE DEL QUIRINALE


Il clamoroso flop della candidatura di Franco Marini ha assegnato il ruolo di gruppo dirigente più incapace, ed oggettivamente più ridicolo, della politica italiana ai leader del Partito democratico. L’intera gestione della scelta per il prossimo presidente della Repubblica ha lasciato solo macerie: la rottura plastica del gruppo parlamentare, la divisione con gli alleati di Sel, la ribellione unanime della base del partito. Bersani e gli altri vertici del Pd hanno sostanzialmente deciso di finire in minoranza nel partito perseguendo ciò che fino all’altro giorno hanno sempre negato di voler fare, un’intesa con Berlusconi. Spesso chi snobba il MoVimento 5 Stelle ha definito improponibile un partito guidato da un comico. In questa vicenda però Grillo ha mostrato capacità politiche assai superiori a quelle dei dirigenti democratici. Prima il M5S ha organizzato, con molti limiti, una consultazione tra gli iscritti introdotta nel nostro paese proprio dal centrosinistra. La vittoria, prima della Gabanelli e poi di Rodotà, ha toccato una corda profonda nell’elettorato progressista del nostro paese, che si è riconosciuto in queste due candidature. La risposta di Bersani e dei suoi alleati, dopo il maldestro tentativo degli 8 punti, è stata la nomina di un candidato che aveva rifiutato di fare le primarie per manifesta impopolarità, scelto solo per logiche di alternanza tra ex Dc ed ex Pci, e benedetto da Silvio Berlusconi con tanto di incontro riservato. Il segretario del Partito democratico ha scelto di concludere la sua carriera politica abbracciandosi platealmente nell’emiciclo di Montecitorio con il segretario del Pdl, Angelino Alfano, dopo che in tutti questi mesi si è palesato quanto sia stata impopolare la decisione di accordarsi con il centrodestra per dare il via al governo Monti. Pierluigi Bersani ha così deciso per se un’uscita finale degna di uno show di Crozza, che difficilmente avrebbe saputo scrivere uno svolgimento più comico.

OSPEDALE DI FAENZA: UN MORTO CHE PARLA




L’Ausl Unica della Romagna rischia di essere la pietra tombale per l’ospedale di Faenza a rischio anche neonatologia
Questo è l’Ospedale di Faenza: un morto che parla, nel senso che tutti sanno che la situazione è delicata e sembra anche molto compromessa se la gestione dell’AUSL unica della Romagna non troverà nuovi binari e direttrici.  Ad oggi, in un processo così importante per il territorio, alla minoranza si raccontano belle favolette in pseudo consigli comunali mentre nei corridoi dei Sindaci di Lugo e Faenza si gioca alle figurine su cosa resta e cosa va dai due nosocomi, ormai destinati ad essere un presidio ospedaliero unico con due padiglioni uno appunto a Faenza e uno a Lugo. Nel gioco delle figurine ci sarebbe anche il reparto di ostetricia ginecologia neonatologia, con un Malpezzi che non sa cosa fare.
Noi in questa situazione vogliamo un processo trasparente e partecipato che non si può consumare  nelle segrete stanze della conferenza territoriale socio sanitaria, provinciale o di area vasta che sia, e che quindi secondo noi ha bisogno di alcuni correttivi nella rappresentanza, presenti ad esempio nel modello toscano delle Società della salute.  Non ci bastano smentite in politichese dal Presidente della Provincia Claudio Casadio. Visto che i veri azionisti del sistema sanitario provinciale sono i cittadini e chi li rappresenta, noi al Direttore generale Des Dorides diciamo che vogliamo azioni concrete per l'ospedale di Faenza, prima fra tutte la sostituzione dei primari che sono andati o andranno in pensione con nuovi primari subito, per mantenere il buon livello di sicurezza e qualità dei servizi dell'ospedale . Non siamo interessati a mantenere a livello locale costose direzioni sanitarie, che servano alla gestione burocratica delle direttive dei vertici aziendali ai Responsabili medici ed infermieristici dei reparti, ma siamo interessati a sostenere un Coordinamento Sanitario Locale forte, in grado di rappresentare a tutti i livelli il nostro Ospedale ed i Servizi del territorio. Intervenire sulle decisioni, provinciali o di area vasta che siano, per mettere in relazione le necessità sanitarie dei cittadini con le strutture che debbono dare loro le risposte sanitarie adeguate è un compito che noi non siamo disponibili a delegare ad altri, perché le scelte che stanno facendo ci riguardano tutti. Raffaella Ridolfi

giovedì 18 aprile 2013

AUGURI A GUIDO BAZZONI……




BERSANI CANDIDA MARINI. E IL PD ESPLODE. PERCHE’ SOLO DAL PDL UN VOTO COESO!


Quando domani alle 10 si inizierà a votare per il capo dello Stato, si può stare certi che da un gruppo politico non mancheranno voti né verranno sorprese: il Popolo della Libertà. Al contrario, tutti i dubbi dei commentatori e degli stessi esponenti dei partiti si concentrano sugli altri, a cominciare dalla sinistra. Il discorso riguarda ovviamente il Pd, ormai un campo di battaglia tra ex Ds ed ex margheritini, a loro volta eredi del vecchio Pci e della vecchia Dc. E il bello, anzi il brutto, è che tutti i candidati vengono da quella parte: l'ambizione personale è legittima, ma dov'è finito il senso dello Stato del quale il centrosinistra si è sempre ammantato, quasi fosse un suo patrimonio genetico?
E molto semplice, anche se la cosiddetta grande stampa non lo ammette: il senso dello Stato, il concetto di bene del Paese, lo abbiamo noi, e soltanto noi siamo in grado di garantirlo nelle occasioni più importanti. Ripetiamo: il Pdl non agisce per proprio tornaconto, non abbiamo nessun candidato il lizza. E' ovvio che alcuni dei nomi ci vanno bene, altri meno, altri proprio no. Ma c'è una bella differenza ad essere direttamente parti in causa, oppure contribuire con tutta la forza dei nostri voti.

E IO PAGO: FINALMENTE LA PROVINCIA ESCE DALLE SOCIETA’ PARTECIPATE, ALLE QUALI AVEVA ACQUISTATA QUOTE, SENZA AVERNE COMPETENZA



mercoledì 17 aprile 2013

RITORNIAMO AL 18 APRILE 1948, QUANDO SI SCELSE LA LIBERTA’, QUANDO L’ITALIA DECISE DI ESSERE “LIBERA E FORTE”


Rodolfo Ridolfi* Speriamo che i grandi elettori che si riuniscono proprio giovedì 18 aprile per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica non dimentichino che:

Siamo tutti figli del 18 aprile 1948, perché quel giorno fu il popolo vero, fu l'Italia profonda, dal nord al sud, che seppe difendere, unita, un patrimonio comune di valori ereditato nei secoli; perché quel giorno il nostro popolo seppe dire «no» ad una ideologia che, se avesse vinto, avrebbe portato in Italia il terrore rosso che già aleggiava sui Paesi dell'Est europeo, consegnati a Stalin dagli accordi di Yalta; perché, infine, il 18 aprile non vinse, come invece troppo comunemente si crede, il partito che ci avrebbe portati verso il cattocomunismo e la partitocrazia. Il 18 aprile fu giustamente definito una seconda Lepanto, in quanto se Lepanto ha impedito ai musulmani di invadere l'Europa, il 18 aprile ha impedito ai comunisti di conquistare l'Italia. Se il 25 aprile del '45 segnò la fine del nazifascismo per l'opera determinante delle truppe anglo-americane e dei resistenti, il 18 aprile del '48 fu la data in cui, con il voto, l'Italia decise per la democrazia e la libertà, sconfiggendo il pericolo frontista. Come non sottolineare l'intelligenza politica, la lungimiranza ed il coraggio di Saragat, il quale si staccò da un partito socialista, ormai succube del Pci, per dar vita ad un socialismo liberale e democratico?
Sessantacinque anni sono passati da quel 18 aprile 1948, quando, alle prime elezioni dell'Italia repubblicana, i partiti del centro-destra ottenevano il 48,5% dei suffragi, battendo di oltre diciassette punti la lista di Unità Popolare, formata da Pci e Psi. Il significato della vittoria del 18 aprile va sicuramente al di là del pur considerevole risultato ottenuto dalla Dc, e supera di gran lunga la sigla stessa, sotto la quale tutti quei consensi vennero raccolti. Il 18 aprile vinsero i Comitati Civici, creati pochi mesi prima, che, forti di trecentomila volontari e di ventimila comitati elettorali, intrapresero una politica anticomunista e organizzarono una campagna elettorale nella quale risultò evidente, attraverso slogan e manifesti, che la posta in gioco era la salvezza del Paese dal comunismo. Vinse uno spirito di «crociata» in difesa della civiltà, un anno prima della scomunica lanciata da Pio XII, il 28 giugno del 1949, nei riguardi dei cristiani che aderivano alle dottrine del comunismo e che collaboravano con movimenti comunisti, e undici anni dopo l'enciclica Divini Redemptoris di Pio XI che aveva definito il comunismo «intrinsecamente perverso».

FAENZA: MANTENERE LA POLIZIA, RINEGOZIARE AFFITTO SEDE POLIZIA DI STATO.



 Ritengo prioritario per l'amministrazione comunale faentina adoperarsi ed impegnarsi per mantenere il presidio della Polizia di Stato in città e quindi continuare a stanziare in bilancio i fondi necessari al pagamento dell'affitto dello stesso.  Invito però l'amministrazione Comunale a rinegoziare l'affitto della sede della Polizia di Stato in quanto confrontato con gli attuali affitti risulta essere fuori mercato oltre ad essere il più oneroso per l'amministrazione comunale. Raffaella Ridolfi

TI ASPETTO A UDINE. SILVIO BERLUSCONI


Ti aspetto a Udine, Piazza S. Giacomo, 18 aprile h.18 Non mancare! Silvio Berlusconi

Partenza da RaVENNA dal parcheggio di Pala De Andrè alle ore 10, prenotazione obbligatoria 3398628941 e 3405453813

martedì 16 aprile 2013

BERLUSCONI E’ RISORTO, M5S STA PERDENDO CONSENSI E MONTI E SCELTA CIVICA SONO ECTOPLASMI PRONTI A SCOMPARIRE DALLA SCELTA POLITICA



Berlusconi è risorto e ha i suoi voti. Dobbiamo farcene una ragione e prendere questo fatto come un dato. A Bari per la seconda volta Silvio Berlusconi ha radunato le folle, e ha fatto un discorso potente. Bersani, peggio di Occhetto è riuscito nel capolavoro di fare affondare nei sondaggi una coalizione che solo 3 mesi fa aveva oltre il 40% dei consensi a più di 20 ounti dal PDL. La verità è che se si votasse a stretto giro è certo che il Centro Destra non scenderebbe al di sotto del suo 30% e avrebbe la possibilità di risultare prima coalizione alla camera e sfiorare il colpo anche al Senato. Vediamo le conseguenze, questi i dati: a) Il PD ha la maggioranza assoluta alla camera, dunque nessun governo è possibile se non in coalizione con il PD. b) il PDL, oggi, non teme più le elezioni, può giocare su entrambi i tavoli: o formare un governo alle SUE condizioni o andare alla rottura. c) Il Movimento 5 Stelle sta perdendo consensi perché gli manca un bersaglio facile, ovvero un governo su cui sparare, e non può neppure prendersela con il PD e il PDL perchè non formano un governo, i primi a non averlo voluto formare sono loro. Il Parlamento non funziona ne funzionerà MAI (giunta per le elezioni in primis) prima di una formazione di un qualsiasi governo. d) Monti e Scelta Civica sono ectoplasmi pronti a scomparire dalla scena politica in caso di elezioni. Conseguenze: Il PD e Bersani, nell’attuale forma sono crocifissi, se formano un governo con politico Berlusconi verrebbero distrutti dallo stesso odio che hanno seminato per 2 decenni. E Berlusconi, sapendo di essere vincente in caso di elezioni può alzare il prezzo a suo piacimento, sia nella scelta del presidente del consiglio che dei ministri e del programma di un eventuale coalizione. L’unica via di salvezza per il PD e per Bersani nell’attuale forma è un intesa con l’M5S. Il PDL, anzi Berlusconi è nella condizione ideale, ha mantenuto e ricompattato il suo elettorato, a questo giro NON ha alcuna vera responsabilità nella formazione di un governo,ne nella conduzione dell’attuale governo dimissionario.
Il Movimento 5 stelle è in un vicolo cieco, più passano i giorni senza un governo ne un parlamento e maggiore è la delusione della parte più volatile del suo corpo elettorale, cioè l’elettorato non grillino ma semplicemente “stufo”. E’ stato un grave errore non proporre un governo a 5 stelle con un suo programma, un suo premier e magari suoi ministri. Su quella basa andava cercata e va tutt’ora cercata l’intesa con il PD. Se poi, come probabile, un intesa si rivelasse impossibile (ad esempio la rinuncia del finanziamento ai partiti e ai giornali di partito oltre che a tutti gli altri, tanto per dirne una), quanto meno l’M5S avrebbe assolto pienamente al suo compito potendo dire di averci tentato.

L’UOMO DI BETTOLA



Occorre ricoverarlo d'urgenza !
Per 120 mila voti in più su circa dieci milioni a testa (il famoso 0,3%), crede di essere diventato padrone dell'Italia, tanto da tenerla sulle spine per ormai 50 giorni, mentre tutto va in malora, esclusivamente per i suoi capricci personali. Chi crede di essere, Mussolini, che fa il cavolo che vuole? Il male maggiore é che sia Napolitano, che ormai giustamente se ne frega,  ma sopratutto i suoi, lo lasciano fare nel suo delirio di presunta onnipotenza e non si rendono conto (oppure se ne strafottono) che non solo sta rovinando il Paese, ma anche il suo Partito Democratico.

AL SIGNOR BERSANI E AI SUOI AMICI….. DICIAMO, ALTO E FORTE



1. Non vi è consentito di darci lezioni. 2. Non vi è consentito di stabilire chi è presentabile e chi non lo è. 3. Non vi è consentito di concedere o di negare a nessuno patenti di libertà e di democrazia.  4. Abbiate rispetto di chi ha compreso le cose 50, 60, 70 anni prima di voi, e che voi avete            ripagato con 50, 60, 70 anni di ostilità e di inimicizia e di odio. 5. Avete sbagliato tutte le scelte di fondo della storia, tutte! 6. Non avete alcun titolo per ergervi a maestri di politica, e men che meno a maestri di morale.
“Siamo noi che dovremmo avere  grossi problemi a collaborare con voi”, eppure è tale il dramma
che l’Italia vive, che noi siamo pronti a mettere l’interesse dell’Italia prima del nostro interesse di partito. La casa brucia, altro che pettinare le bambole.


domenica 14 aprile 2013

GOVERNO FORTE O ELEZIONI A GIUGNO. IL MIO DISCORSO DI BARI


"Lo ripeto ancora una volta, in modo che nessuno possa fingere di non aver capito: le strade sono due. O accettate di dialogare con noi, di scegliere con noi il Capo dello Stato e di formare con noi il nuovo governo, oppure l’interesse del Paese e la gravità della situazione esigono che si torni subito al voto. E bisogna farlo già a giugno, senza perdite di tempo che ci porterebbero all’autunno prossimo, o alla primavera 2014, o a chissà quando.  Il Paese, le imprese, le famiglie non possono più aspettare.". Questo il passaggio saliente del mio discorso di Bari, che puoi leggere e commentare qui: https://www.forzasilvio.it/news/4221 Non riusciranno a toglierci la nostra positività, la nostra carica, la nostra passione, la nostra voglia di credere nel futuro, e soprattutto le nostre idee e le nostre proposte per cambiare in meglio il Paese che amiamo.  Ancora grazie per essere in forzasilvio.it. Vi voglio bene, e anche voi continuate a volermi bene! Viva l’Italia, Forza Italia, Viva il Popolo della Libertà! 

BERLUSCONI:”SENZA UN GOVERNO STABILE AL VOTO A GIUGNO”


IN PIAZZA IL “FIUME DELLA LIBERTA’”, BERLUSCONI VUOLE SBANCARE ALLE URNE:”DOBBIAMO VINCERE, COME ABBIAMO FATTO NEL 1994. NOI L’UNICO BALUARDO DELLA DEMOCRAZIA.
UN GRANDE BERLUSCONI, NOI SIAMO PRONTI!  
Oltre 150mila persone in piazza a Bari: è il secondo "bagno di folla", a un mese e mezzo dalle elezioni, dopo quello in Piazza del Popolo a Roma. Berlusconi avverte Bersani: "Non abbiamo l'anello al naso, adesso basta". Poi promette: "Se andiamo al voto, mi candido premier". Il Cav avverte Bersani: "Senza accordi subito al voto". Il Cav mette il Pd con le spalle al muro.
"O c’è subito un governo forte e stabile per l’Italia o è meglio ridare subito la parola agli italiani votando a giugno". Mentre Bari esplode al coro "Un presidente, c'è solo un presidente!", Silvio Berlusconi torna a suonare la carica al popolo del centrodestra e a lanciare un chiaro avvertimento alla sinistra che, dopo aver occupato le principali cariche, adesso punta a prendersi il Quirinale e a governare senza avere la maggioranza.  "Come nel ’94 quando scesi in campo contro il comunismo, allora vincemmo e dobbiamo vincere anche questa volta - ha detto - è difficile non commuoversi, la responsabilità che mi date è così impegnativa da far tremare le gambe". "Grazie siete tanti quasi troppi, stretti l’uno contro l’altro, e siete veramente un fiume che non finisce - ha salutato il Cavaliere - spero che lontano giunga il nostro messaggio siete fiume libertà". Per il leader del Pdl è il secondo "bagno di folla", a un mese e mezzo dalle elezioni, dopo quello in Piazza del Popolo a Roma il 23 marzo scorso, nel quale il popolo del centrodestra ha manifestato "contro l’oppressione fiscale, burocratica e giudiziaria". Oltre 150mila persone. Piazza della Libertà gremita. "Vi sembra possibile che in una crisi così possiamo concederci questa assurda paralisi?", ha chiesto Berlusconi ricordando che, dal giorno del voto, il Pdl si è subito dimostrato disponibile a formare un governo di larghe intese e a individuare di
comune accordo un candidato per la presidenza della Repubblica. "Invece questi signori ci hanno detto di 'no' pur avendo solo lo 0,3% in più - ha continuato - non si sono aperti a nessun accordo con noi e anzi tentano di prendersi tutte le cinque cariche istituzionali dello Stato". Il leader del Pd Pier Luigi Bersani e la sinistra chiedono, infatti, a Berlusconi di regalare a loro i voti del Pdl, cioè il consenso di 10 milioni di italiani, per fare un governo da soli, senza far partecipare il centrodestra. "Ci hanno fatto perdere 50 giorni, Bersani si è messo a fare la sua esplorazione e poi ci ha detto, come stamattina, che vuole i nostri voti ma non gli va bene fare un governo con noi - ha incalzato il leader del Pdl - allora, caro Bersani, siamo assennati, siamo bravi ma non abbiamo l’anello al naso".

venerdì 12 aprile 2013

I GRILLINI: SOPRAVVIVERE CON 11.059 EURO NETTI AL MESE E’ UN’IMPRESA DAVVERO DIFFICILE, IMPOSSIBILE.



Predicare bene e razzolare male, fino a qualche mese fa, era lo sport prediletto dei rappresentanti dell’Italia dei Valori: di giorno dichiaravano una cosa, di notte, puntualmente, ne facevano un’altra. Oggi, invece, pare sia l’attività esclusiva dei Pentacolari. Si prenda la diretta streaming. In campagna elettorale, essi promettevano che, una volta eletti, vi avrebbero fatto ricorso sistematicamente per assumere, assieme agli elettori, in modo partecipato ed autenticamente democratico, e rendere pubblica ogni singola decisione politica. Entrati nel Palazzo, invece, hanno mutato opinione: la diretta streaming si fa solo quando fa comodo loro. Quando erano fuori dai giochi politici, lamentavano che i parlamentari fossero scarsamente produttivi e troppo dediti al cazzeggio; e che pensassero troppo poco alle soluzioni da approntare per superare le difficoltà indotte dalla crisi economica. Scesi in campo, però, hanno dimostrato di prediligere il fancazzismo finanche più dei loro colleghi della Casta: su 1.000 proposte di legge sin qui presentate alle Camere, infatti, solo 3 recano in calce la loro firma; e tutte hanno ad oggetto l’introduzione del matrimonio gay. Non proprio una questione che abbia a che fare con la crisi, si direbbe. Promettevano, poi, ed era il loro cavallo di battaglia, che, se avessero messo piede nel Palazzo, avrebbero incassato solo 5.000 euro lordi al mese (2.500 euro netti), anziché fino a 18.994,56 euro (13.559,56 netti). Adesso, invece,

“TI CONOSCO MASCHERINA”: UNA DELLE TANTE……….DEL GRANDE STATISTA BERSANI!!!



 “Non è che se la paura fa novanta, a novanta mi ci devo mettere io”. Maurizio Crozza, nella sua copertina settimanale a Ballarò di Giovanni Floris, rispolvera la classica imitazione di un Pier Luigi Bersani appena uscito dall’incontro con Silvio Berlusconi. “Gli ho sparato una serie di metafore”, si è beato il finto segretario del Partito democratico, ancora in cerca di una qualche maggioranza a supporto del governo che nascerà dopo l’elezione del presidente della Repubblica. “Mascherina ti conosco, ho detto a Berlusconi. Ma si è girato ed era Alfano”, così Crozza ha ripreso la frase pronunciata dal vero Bersani in mattinata al programma Agorà, sempre in onda su Raitre. “Non è che se hai il foglio rosa ti iscrivi alla 24 Ore di Le Mans, ho detto a Berlusconi no al governissimo. L’incontro è stato fruttuoso, non abbiamo parlato di governo, né di nomi per il Colle. Non è che se a Livorno parcheggi una macchina a spina di pesce ti vien fuori il caciucco”. Questo il retroscena dell’incontro più chiacchierato di ieri, svelato dal comico nei panni di Bersani. Quindi, Crozza ha abbandonato l’imitazione per ironizzare sempre sullo stesso Bersani: “Era carico come una molla: ‘ce lo voglio dire chiaro, ti conosco mascherina’. E’ come un giocatore che parte dalla propria area, scarta tutti e finisce per fare gol nella propria porta. E’ come il cane che abbaia per non disturbare i vicini”.  Uno a Bari, l'altro a Roma. Silvio Berlusconi organizza da tempo una grande manifestazione del Pdl in piazza e il segretario del Pd risponde portando in perifieria roman nel centro policulturale Il Mitreo, l’iniziativa del Pd contro la povertà e per un governo di cambiamento.a i suoi militanti. Una manifestazione "contro la povertà e per il governo del cambiamento".  Vincenzo Gibiino, senatore del Pdl, secondo il quale "il Pd di Bersani, o forse sarebbe meglio dire che fu di Bersani , è un po Dr. Jekill e un po Mr Hide. Gli elettori di centrosinistra, gli italiani tutti, - prosegue - non meritano di essere insultati a tal modo. Silvio Berlusconi, il Pdl, sono pronti a lavorare per rianimare un Italia ormai in stato comatoso. Deve solo essere data loro la possibilità di farlo",

giovedì 11 aprile 2013

LE PRIORITA’: M5S, LE PRIME PROPOSTE DI LEGGE, MATRIONI GAY, LEGGE ANTI OMOFOBIA E CAMBIO DI GENERE. MA COSA HANNO CAPITO?



Dopo alcune polemiche e impasse istituzionali sono arrivati finalmente anche le prime proposte di legge dei parlamentari del Movimento cinque Stelle con tre ddl un po’ a sorpresa. I tre disegni di legge a firma dei tre senatori 5 Stelle Michela Montevecchi, Alberto Airola e Luis Alberto Orellana riguardano infatti temi molto dibattuti in materia di diritti civili come i matrimoni gay, una legge anti omofobia e una sulla possibilità di cambio di genere. I ddl 391, 392 e 393 depositati in Parlamento il 5 aprile riguardano rispettivamente ”disposizioni per il contrasto dell’omofobia e della transfobia”, “norme in materia di modificazione dell’attribuzione di sesso” e “modifiche al codice civile in materia di eguaglianza nell’accesso al matrimonio in favore delle coppie formate da persone dello stesso sesso”. Quest’ultima proposta in particolare fa un passo avanti e scavalca decisamente anche le posizioni del centrosinistra. Oltre a introdurre il “matrimonio egualitario”, quindi non più solo tra uomo e donna, il ddl specifica anche che i figli di un “coniuge” saranno riconosciuti come figli dell’altro coniuge “anche quando il concepimento avviene mediante il ricorso a tecniche di riproduzione medicalmente assistita, inclusa la maternità surrogata”. Per quanto riguarda le altre due proposte di legge, quella contro l’omofobia prevede reati penali punibili fino a quattro anni di carcere, mentre quella sull’attribuzione di sesso fa suo il principio base che ogni persona può sentirsi di non appartenere più al sesso con cui è nato e ha diritto a cambiarlo.

martedì 9 aprile 2013

M5S, ZERO PROPOSTE. ADRIANO ZACCAGNINI: “ DA SOLI NON SIAMO CAPACI”



Prendi 109 deputati aggiungi 54 senatori lasciali lavorare per dieci giorni e cosa ottieni in cambio? Zero proposte di legge. Se fossero dipendenti di un’azienda andrebbero licenziati in tronco. Sono gli eletti nel Movimento 5 Stelle, che hanno stabilito il primato negativo nella storia dell’Italia repubblicana. Mai nessuno prima d’ora era riuscito a fare peggio. Li abbiamo visti scattarsi le fotografie in aula, portare gli apriscatole e fare tutto, tranne quello per cui sono pagati: fare politica. Il confronto con gli altri partiti è impietoso. I provvedimenti presentati alla Camera sono, ad oggi, 379; 258 quelli che attendono di essere assegnati alle commissioni competenti al Senato. Tanto per avere un paragone di queste proposte, 143 sono d’iniziativa del Pdl. Le proposte a carattere ordinario sono 567; 70 quelle di natura costituzionale. Complessivamente, le proposte avanzate da parlamentari sono 618, 18 quelle di iniziativa popolare. E il M5S? Non pervenuto.
Adriano Zaccagnini, uno dei grillini immortalato a pranzo nella buvette della Camera, argomenta su Facebook l’inattività sua e dei colleghi: «Vi spiegherò per filo e per segno perché non abbiamo il personale adeguato per espletare le nostre attività. In particolare la presentazione delle proposte di legge ci è stata difficile senza adeguato personale legislativo. Personale che gli altri partiti hanno. A noi spetta un contributo di 4,2 milioni di euro. Ce lo decurteranno fino a farci rimanere con poco meno di un milione se non assumiamo il nostro personale legislativo (drafting) e amministrativo da due liste». «O assumi la gente delle liste o ti tolgono il contributo per il personale. Liste di nomi di amici e parenti, ma anche di professionisti, un macello creato dai partiti del potere e dal Palazzo della Camera». Insomma colpa della Casta, delle lobby e forse pure della Cia. I grillini vedono complotti dovunque. Eppure Zaccagnini, che ha una laurea in Scienze politiche, dovrebbe conoscere i rudimenti della materia e fare benissimo da solo. E come lui tanti altri colleghi “preparatissimi”, secondo quanto garantito da Grillo in campagna elettorale. E poi basterebbe affidarsi all’ufficio legislativo della Camera (analogo servizio c’è al Senato) che è a disposizione (gratuita) dei parlamentari per fornire indicazioni su come si scrive un disegno di legge.Troppo complicato?