ERA MORTO, KAPUT “ARRESTATO”. MA LE
URNE LO HANNO “RESUSCITATO”. NON AVEVA LE
CHIAVI IN MANO, MA SILVIO DAI CITTADINI HA ESTRATTO SOLTANTO IL MEGLIO.
Morto. Sepolto. Sbranato.
Sparito. Kaputt. Sconfitto. Annullato. Dimenticato. Il passato. Quasi
arrestato. Presto in fuga. No, niente di tutto questo. Prendete la penna e
tracciate una bella riga nera sulle parole d'ordine della speranza
dell'antiberlusconismo militante. C'è un vincitore. Ed è quello che era
"morto, sepolto, sbranato, sparito, kaputt" eccetera eccetera. Si
chiama Silvio Berlusconi.
E' tempo per un primo breve bilancio. Sono passati due mesi da quelle elezioni
in cui il Pdl doveva essere spazzato via, superato. Eppure quel Pdl ha preso
qualche manciata di voti in meno di quel Pd che aveva già vinto. Un trionfo,
per il Cavaliere: gli azzurri sono in crisi nera, rientra in campo, sale su
qualche palco e mette a segno la sua classica, strepitosa, rimonta. "Io aspetto" - Dopo il voto,
però, non è soddisfatto. "Potevamo vincere, dovevo rimettermi in gioco
prima". Ma è l'unico, tra i suoi (loro sì che avevano davvero paura di
sparire), a non essere soddisfatto. Le chiavi per il governo, questa volta, non
le ha in mano. L'impresa fantascientifica è stata soltanto sfiorata. Restano le
basi per ripartire, per ricostruire, per riprendersi il Paese. Da subito, il
Cav spiega che il Pdl è pronto all'intesa con il Pd. "L'unica soluzione
possibile". Il vincitore sconfitto, Pier
Luigi Bersani, però s'impunta. Vuole governare con Beppe Grillo e ne riceve soltanto dei
"vaffanculo". Berlusconi, sornione, osserva. Ripete che tanto, prima
o poi, anche la sinistra si renderà conto che l'unica strada è quella che porta
al governo con gli azzurri. "Tanto Grillo non ci sta".
Balletto
al Colle - Falliscono le
consultazioni di Pier. La pratica governativa viene parzialmente congelata. Ora
si parla di Colle, di Quirinale, del successore di Giorgio Napolitano. Il Cav vuole
Napolitano. Ma Napolitano dice di no: "Troppo vecchio, non ho l'età".
Si tratta. Ci si scanna. Si discute. Silvio sventola lo spettro
dell'occupazione delle cariche istituzionali: "Dopo Grasso
e la Boldrini...". La spunta. Ecco il "nome condiviso": Franco Marini. Ma il Pd, mentre il Pdl
risale nei sondaggi e si ricompatta, silura uno dei suoi fondatori. Berlusconi
ridacchia: "Questi si sfasciano".. Bersani, irritato, allora rilancia
il piano di "occupazione istituzionale". Per restare in vita mette in
campo il "nemico assoluto", Romano
Prodi. Il Pdl e Silvio insorgono. La paura dura poco: il Pd
uccide il segretario, impallina anche Prodi, lo umilia. Anzi umilia entrambi.
Il Pd si autodistrugge. Berlusconi continua a ridere sotto i baffi. Chi
eleggono? Napolitano. Chi vince? Inutile dirlo.
"Per
il bene di tutti" - Torna Re Giorgio e tira le
orecchie ai "compagni" democratici. "Ora basta, di tempo ne
avete perso abbastanza. Mi avete rivoluto al Colle? Fate come dico io. Fate il
governo. Con il Pdl". Tanto - questo il sottointeso - Grillo vi continuerà
soltanto a mandare laddove non batte il sole. E al voto, spiega Napolitano, ora
non si torna. Il Cav ripete: "No, niente voto". Anche se gli
converrebbe: i sondaggi lo danno in testa, e per distacco. Silvio fa un
figurone: "Per il bene del Paese meglio un governo col Pd che un'altra
campagna elettorale". Riprendono le trattative. Fuori Bersani, stoppato il
"pericoloso" Matteo Renzi,
entra in campo Enrico Letta
(che al Cav non dispiace). Ora ci si gioca tutto in poche ore: ci sono i
ministri da pescare dal mazzo.
Ministri
sì, ministri no - Il Pd, distrutto, vorrebbe salvarsi la faccia
con una sorta di nuovo governo tecnico. In assemblea, la presidente
dimissionaria Rosy Bindi lo
dice chiaro e tondo: "Bassa caratura politica". Oddio, chiaro e
tondo. Lo dice con una frase peculiare che le è costata non pochi sfottò. Ma
che comunque è una frase chiara: Rosy non vuole "mischiarsi" con gli
azzurri. Silvio, invece, vuole nomi pesanti, vuole un governo con i pezzi da
novanta dei due partiti, un governo che duri. Indovinate come va a finire? Va a
finire che nell'esecutivo Letta i pezzi da novanta ci sono (più del Pdl che del
timoroso Pd, questo va detto, anche se i democrat "schierano" niente
meno che il premier, oltre a Orlando,
Franceschini e altre
pedine di secondo piano). Silvio voleva cinque o sei ministeri. E cinque o sei
ministeri li ha avuti. Compreso Quagliariello alle Riforme Istituzionali.
Compreso Alfano agli
Interni e alla vicepremiership. Compresa la Sanità, compreso Lupi. Mancano il fido Brunetta (che però era stato messo sul
piatto solo per ampliare i margini di trattativa). C'è Saccomanni all'Economia: Berlusconi
non avrebbe voluto tecnici. Ma tant'è. All'Economia, almeno, non c'è un
ministro del Pd. Secondo voi, a distanza di due mesi dal voto e con i sondaggi
che accordano agli azzurri iperuranici vantaggi, chi è che ha vinto?
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