lunedì 31 ottobre 2016

FORZA ITALIA TERREMOTO: CHIEDIAMO A RENZI DI RISPONDERE A NOSTRE DOMANDE



Caro Presidente del Consiglio Matteo Renzi,
in merito al suo appello alla coesione e condivisione, su cui siamo pienamente e assolutamente d'accordo, Le chiediamo di rispondere a queste nostre semplici domande:
1) Perché dopo il terribile terremoto del 24 agosto il suo governo ha impiegato quasi due mesi per approvare un decreto legge recante interventi urgenti in favore delle popolazione colpite? Il decreto è stato approvato il 17ottobre, il 18 è arrivato in Senato e dal 25 giace presso la Commissione Bilancio di Palazzo Madama;
2) Perché, sempre senza polemica, dopo la disponibilità dimostrata da tutti i partiti di opposizione e dopo il suo impegno a formare un tavolo comune di lavoro, questo tavolo non è mai stato convocato?
3) Perché anche per la nomina di Vasco Errani non ha consultato i gruppi parlamentari d'opposizione?
4) Perché, ampliando il discorso all'emergenza immigrazione, ha deciso la nomina di Piero Fassino senza fare alcun passaggio politico o parlamentare?
Tutti i partiti d'opposizione, Forza Italia in primis col suo presidente Berlusconi, si sono sempre mostrati disponibili a dialogare e collaborare in questi tragici momenti. Ma caro Presidente del Consiglio per collaborare e dialogare bisogna essere almeno in due, e lei ha fatto, e continua a fare, invece tutto da solo. Vorremmo infine porle un'ultima domanda, sempre senza polemica. Forse la mancata consultazione dei partiti, soprattutto quelli di opposizione, è dovuta ad una mancanza di tempo da parte sua? Essendo lei impegnato in una campagna referendaria forsennata che le fa girare tutta l'Italia e la porta ad occupare giornali, televisioni e radio? Campagna referendaria da cui tra l'altro, secondo gli insegnamenti del grande Calamandrei, il Governo avrebbe dovuto tenersi fuori?
Nel ribadirle la nostra disponibilità a collaborare, signor Presidente del Consiglio le chiediamo però di fare un po' di autocritica e di cambiare comportamento: parli di meno, meno interviste, meno televisioni, meno conferenze stampa, meno propaganda e più buon governo nell'interesse del Paese. Buon lavoro e buon silenzio signor Presidente del Consiglio.

venerdì 28 ottobre 2016

IL FAENTINO, IL LUGHESE E RUSSI OSPITANO CIRCA 600 PROFUGHI.




“L'informazione ai cittadini ha evitato problemi e disagi” Tutti d’accordo?  (n.R)
NON DESTA allarme il possibile arrivo di nuovi profughi nel faentino, nel lughese e a Russi, territori che complessivamente ospitano oltre 600 persone. Perché, sottolineano i gestori dell'accoglienza. Asp della Romagna Faentina, Unione dei Comuni della Bassa Romagna e Comune di Russi, «siamo preparati, ben organizzati e abbiamo un buon rapporto con la prefettura». «Nel faentino accogliamo 287 persone - spiega Giuseppe Neri, direttore dell’Asp della Romagna Faentina e la convenzione con la prefetturs  ci impegna per 353 persone. Nuovi arrivi sono possibili e ci stiamo  attrezzando», e aggiunge: «Delle 287 persone presenti sul territorio,  120 le seguiamo direttamente noi, l'arrivo di nuovi richiedenti asilo mentre noi Asp, altri gestori si occupano degli altri. Dal 1° gennaio l'Asp sarà l'unico gestore». Nel faentino sono una dozzina le realtà che si occupano dei profughi. Alcuni di loro sono alloggiati in grandi strutture, è il caso dei 40 profughi all'hotel Antica Corona di Casola Valsenio, 40 i posti a Pieve Corleto, 20 al Fontanone, nell'ex geriatria, «temporaneamente - ribadisce Neri - destinata all'accoglienza». I profughi sono prevalentemente uomini. Alcune donne, con bimbi in età prescolare, sono ospiti a Reda e Fognano. «L' INFORMAZIONE preventiva ai cittadini, - continua il direttore dell'Asp della Romagna Faentina - in particolare ai residenti vicino alle strutture, ha evitato problemi, le persone accolte non sono abbandonate a loro stesse, ma accompagnate da mediatori e noi lasciamo ai cittadini i nostri riferimenti per qualsiasi segnalazione. Qualche divergenza c'è stato, ma lo abbiamo risolto. Faccio presente che queste persone sono assistite, ricevono vitto e alloggio e servizi, ma sono sottoposte a un regolamento giuridico molto rigido, ad esempio chi tiene birra in casa è sanzionato con l'espulsione. I comportamenti contrari alle regole dell'accoglienza e della convivenza vengono segnalati al prefetto». L'arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi , con il vescovo di Faenza Mario Toso, ieri ha visitato il centro di formazione Cefal di Villa San Martino che si sta occupando dell'ospitalità dei richiedenti asilo a Lugo e Cotignola. Sono 31, fra cui due i nati qui, i richiedenti  accolti a Russi, e affidati alla Cooperativa sociale il Molino, molto attiva a Bagnacavallo e alla Caritas diocesana. E quattro i profughi attesi. Claudia Liverani Resto del Carlino

MANOVRA “CONTI FALSI E CAOS, E’ QUESTA LA CIFRA DEL GOVERNO RENZI


Conti falsi e caos. È questa la cifra del governo Renzi. Non solo l’Europa ha detto chiaramente al presidente del Consiglio che non si fida del governo italiano perché fissa obiettivi che sa già di non poter rispettare e gonfia i conti pubblici a suo gradimento per far tornare i calcoli. Ma è scoppiato anche il caos interno sulle clausole di salvaguardia, che il governo Renzi ha abolito facendo approvare dal Parlamento le nuove procedure di redazione della Legge di bilancio (articolo 17), ma a cui esso stesso ricorre per far quadrare i conti. Si tratta, nel caso specifico, di 1,6 miliardi di euro che potrebbero venire meno se, come è molto probabile che accada, nel 2017 non si realizzeranno gli introiti sperati dalla Voluntary disclosure. Piuttosto il governo rispetti la Legge e cerchi coperture serie, credibili, che non necessitino di ‘piani B’. Oppure, quanto meno rispetti le nuove norme che prevedono che nel caso si verifichino scostamenti negativi rispetto alle entrate previste, il governo interviene tempestivamente con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri per ridurre o cancellare del tutto le corrispondenti spese non coperte. In altre parole, per rispettare la Legge Renzi dovrebbe già da oggi eliminare dalla Legge di bilancio, ancora in gestazione dopo quasi quindici giorni dalla (finta) approvazione in Consiglio dei ministri, le uscite che sa di non potersi permettere per mancanza di risorse. Vale a dire tutte quelle mance e mancette che ha promesso agli elettori per comprarsi il consenso per il referendum del 4 dicembre. Altrimenti è fuori Legge. Se non lo farà lui, più interessato al potere che al bene del Paese, ci penserà il Parlamento, dove ci sarà un vero e proprio Vietnam in difesa degli italiani per la cancellazione non solo delle clausole di salvaguardia ma anche delle relative spese. Siamo alla farsa. Lo ha detto Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati

MANOVRA’, DI LEGGE DI BILANCIO E’ FUORI LEGGE: CLAUSOLE DI SALVAGUARDIA NON PIU’ PERMESSE. BOCCIA (PD):”SARA’ DI UN ALTRO PAESE…….


Le bozze prevedono un aumento delle imposte su benzina, alcol e tabacchi se gli introiti della nuova voluntary disclosure saranno inferiori a 1,6 miliardi. La riforma della contabilità dello Stato varata a luglio, però, non lo consente. Il presidente della commissione Bilancio della Camera ironizza: "Non può essere la legge di Bilancio italiana, sarà di un altro Paese Ue"

REFERENDUM 4 DICEMBRE VOTA NO


Forza Italia aveva creduto al Nazareno, finché Renzi non l'ha cambiato per ben 17 volte - sia sull'Italicum, sia sulla riforma costituzionale -, la 18esima volta con l'elezione di Mattarella al Colle. Berlusconi ha capito l'imbroglio e Renzi è rimasto solo con Alfano e Verdini. Renzi è un imbroglione

mercoledì 26 ottobre 2016

GORO, LE BARRICATE DEI CITTADINI CONTRO L’ARRIVO DEI MIGRANTI.


Non volevano profughi in paese e, per adesso, non ne avranno. La clamorosa protesta degli abitanti di Gorino e Goro, piccoli centri sul Delta del Po ferrarese, con tanto di barricate tirate su per le strade del paese, ha ottenuto che gli ospiti in arrivo finissero altrove, dopo una giornata (e una nottata) convulsa. Il pullman che stava portando i migranti sul posto ha fatto marcia indietro. Fiscaglia, Ferrara e Comacchio: in quei tre centri un tetto gliel'hanno dato. Quello che doveva accoglierle inizialmente era un ostello di Gorino, requisito dal Prefetto di Ferrara, per affrontare l’emergenza.
C’è stata però, lunedì pomeriggio, la novità traumatica dei blocchi stradali, eretti a Gorino con bancali di legno in tre punti d’accesso al paese (e allargati poi anche a Goro) per bloccare il convoglio, scortato dalle forze dell’ordine. E questa protesta ha sortito effetti: prefettura, carabinieri, polizia, sindaco di Ferrara e di altri comuni della provincia hanno convenuto in tarda serata di dirottare i profughi in altre strutture della provincia ferrarese.




martedì 25 ottobre 2016

DELL’UTRI: UN’ INGIUSTIZIA CHE NESSUNO VUOL VEDERE.


Qualche giorno fa la prima sezione penale della Corte di Cassazione ha respinto - tra poche righe vedremo perché - un ricorso dell'ex senatore Marcello Dell'Utri, il quale è in carcere da circa due anni e mezzo e dovrà restare in cella, se nessuno interviene, per altri cinque. Uscirà a ottant'anni suonati. Dell'Utri chiedeva l'applicazione, a suo favore, di una sentenza della Cedu (Corte Europea dei diritti dell'uomo) che esclude l'esistenza del reato per il quale Dell'Utri è stato condannato ("concorso esterno in associazione mafiosa") all'epoca dei fatti che gli sono contestati. Ieri è uscita la motivazione della sentenza ed è una motivazione che lascia molte perplessità. Proviamo a riassumere i fatti e poi a trarre qualche conclusione. Dell'Utri è stato accusato di essere stato per molti anni un punto di riferimento per Cosa Nostra. Si sono svolti molti processi e ci sono state molte sentenze, anche contrastanti tra loro. Alla fine Dell'Utri è stato assolto per tutti i fatti successivi al 1988, e condannato invece - a sette anni e mezzo - per concorso esterno, e cioè per avere stabilito rapporti con la mafia siciliana tra il 1979 e il 1988. Il problema è che il reato per il quale Dell'Utri è stato condannato - oltre ad essere difficilmente comprensibile nella sua stessa definizione certamente arzigogolata - non esiste nel nostro codice penale. Nel quale invece esiste, all'articolo numero 1, una precisa disposizione: «Nessuno può essere punito per un fatto che non sia espressamente preveduto come reato dalla legge, né con pene che non siano da essa stabilite».

SEGRETARIO COLTIVATORI DIRETTI MILIONI DI EURO DI COMPENSO



Segretario #Coldiretti, milioni di #euro di compenso. I suoi associati a zappare la terra per mantenere i figli. SERVE ALTRO PER VOTARE #NO?

sabato 22 ottobre 2016

LE BUGIE DI RENZI: CNEL, “ABOLIRLO FA RISPARMIARE 20 MILIONI”. NON E’ VERO: COSTA 8,7 MILIONI, 4 DEI QUALI DI PERSONALE (CHE VERRA’ SOLO TRASFERITO)


L'Ente, di fatto, è già svuotato. E il suo costo è più che dimezzato: la ministra Boschi parla di super-risparmio riferendosi al bilancio di 5 anni fa, mentre oggi è più che dimezzato. "Fabbrica di aria fritta e consulenze d’oro". Gli hanno detto di tutto. Ecco la storia del Consiglio nazionale per l'economia e il lavoro, e le ragioni per cui, anche in caso di vittoria del Sì, la sua fine non sarebbe davvero scritta
Ai primi di novembre ci sarà l’audizione in Senato per il rituale parere sulla Legge di stabilità. E poi: va’ a sapere. Potrebbe essere l’ultimo parere prima del requiem definitivo. O forse no. Perché una cosa c’è da dire sul Cnel, il Consiglio nazionale per l’economia e il lavoro previsto dall’articolo 99 della Costituzione: dal 1957, anno della sua istituzione, ad oggi ha dimostrato di avere più vite dei gatti. Sprecone, sciupone, inutile. Fabbrica di aria fritta e di consulenze d’oro. Gli hanno detto di tutto. Ma più lo volevano riformare o sopprimere – in prima fila pure Massimo D’Alema, ai tempi della Bicamerale – e più quello risorgeva. Adesso il Cnel è già svuotato, ma sono Matteo Renzi e Maria Elena Boschi a darlo per morto e sepolto. Annunciando risparmi che vanno ben oltre il possibile.
Dal 2015 a oggi, da quando cioè Renzi ha annunciato la soppressione e tagliato i finanziamenti, ben 40 consiglieri sono fuggiti (oggi sono ridotti a 24) e l’attività del Cnel è quasi paralizzata, le commissioni smembrate, i consulenti e gli esperti volatilizzati. «Potrebbe essere l’occasione giusta per azzerare tutto e ripartire, grazie a una legge ordinaria, con una nuova governance, nuovi obiettivi e nuovi meccanismi di rappresentanza», riflette il neo-vicepresidente Gian Paolo Gualaccini, esponente del terzo settore e grande fustigatore, negli anni passati, dei vizi e degli sprechi di Villa Lubin. «Il modello, magari, potrebbe essere il Comitato economico e sociale europeo (Cese), che a Bruxelles, coi suoi 350 membri, è l’organo consultivo in materia di lavoro per l’Unione europea e le maggiori istituzioni Ue».
Di certo nulla, dopo il 4 dicembre, potrà essere come prima. E giustamente. Basta dire che in quasi 60 anni di vita il Consiglio ha partorito solo undici proposte di legge, e mai nessuna è stata approvata. Molto più numerose, invece, le proposte per strangolarlo, o come minimo riformarlo. Cominciando dal

giovedì 20 ottobre 2016

ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE EQUITALIA = CONDONO


 Paolo Savelli: Credo che sia andata così. Renzi: "Signorimiei, bisogna che ci inventiamo una marchetta elettorale nuova che gli 80 Euro non tirano più come prima. Che ne dite, facciamo un bel condono senza precedenti?". Membro direzione PD: "Sì, dai, bellissima trovata. Però ti ricordi che noi ci indignavamo per i condoni e avevamo detto che non ne avremo fatti mai più?". Renzi: "maledetta minoranza del PD quando era maggioranza del PD e anche a me su sto tema è toccato andargli dietro a quelli là. Mi danno solo un gran fastidio loro e i loro principi". Membro direzione PD: " Magari gli cambiamo nome e così non se ne accorge nessuno. Tipo col Jobs Act o con l'ASPI e dai, tutte quelle trovate lì che fregano bene". Renzi: "Idea! La chiameremo "rottamazione delle cartelle di Equitalia". E quando diranno che è un condono, noi gli risponderemo che vogliono rubare il racconto del futuro degli italiani e che è ora di inventare un nuovo percorso nei rapporti tra Fisco e cittadini". Membro Direzione PD: "Grande Matteo, ci sta bene anche sui manifesti e credo che anche Orfini e Giachetti possano ricordare ste due parole dello slogan". Padoan: " Matteo, lo sai, io firmo tutto quello che mi dici, ma gli uffici dicono che parliamo di 100 miliardi di Euro di accertamenti, sanzioni e mora, tutti a ruolo. Come facciamo?". Renzi: "togliamo sanzioni e mora e chiediamo solo le imposte non versate. Poi gli facciamo rateizzare anche quelle fino a 36 rate mensili. Vedrai che successone". Padoan: "rimane il fatto che nella legge di bilancio ci mettiamo la chiusura di Equitalia che riappare dentro Agenzia delle Entrate, ma per le cartelle ci vuole un decreto attuativo, lo sai?. Renzi: "sì, sì, il decreto quello lì. Inizia a farlo scrivere a uno dei tuoi, tanto per noi l'importante è stare tranquilli fino a dopo il 4 dicembre, dire agli italiani che noi li aiutiamo e che a sto punto - è anche un fatto di gentilezza, per la miseria - un aiutino ce lo devono dare pure loro. Poi, passata la bufera del referendum, facciamo come le altre volte: un decreto attuativo che non si capisce niente, pieno di errori, tiriamo fuori che è l'UE che è cattiva e che mi impedisce di regalare soldi, faccio due o tre dichiarazioni contro gli Euroburocrati e poi, Carlo, ci vai tu a Bruxelles a dirgli che era sempre il solito giochino che faccio io e che va tutto bene. Intesi?". #condonorenziano




mercoledì 19 ottobre 2016

BERLUSCONI TORNA IN VIDEO AL TG5: “NO AL REFERENDUM E POI UNANUOVA RIFORMA CONDIVISA”


Silvio Berlusconi p rla al Tg5. L'ex premier rilancia la campagna per il No al referendum del 4 dicembre. Dall'altra parte dell'Oceano Matteo Renzi cena con Barack Obama alla Casa Bianca. Ma il Cavaliere ha pronta la contromossa. Tutti sono abituati a vederlo parlare davanti alla libreria bianca della sua casa (quella del famoso video della discesa in campo ndr). Dietro di lui libri e foto. Ma una più di tutte balza all'occhio: Berlusconi tra Vladimir Putin e George Bush. Un momento storico con i due che si stringono la mano. Un tempo che, visto oggi, appare lontanissimo. E su Twitter è il senatore di Forza Italia, Lucio Malan, non perde occasione per sottolinearlo. In tv l'uomo che aveva riavvicinato Russia e Usa. In America il premier che, in tempi di rinnovata Guerra Fredda, ha scelto di schierarsi con Obama, contro Putin. Referendum Costituzionale  Dopo mesi di assenza, l'ex cavaliere concede un'intervista al Tg5: "Il ddl Boschi? Rischia di consegnare l'Italia a un uomo solo e un solo partito". L'ex premier indica "cinque punti" che dovrebbero essere previsti nel riassetto costituzionale da approvare con un largo consenso, tra i quali l'elezione diretta del Presidente della Repubblica, il vincolo di mandato e il dimezzamento dei parlamentari. “Diciamo No a questa riforma costituzionale, per poi approvare, tutti insieme, una riforma vera, diversa, una nuova riforma“. Torna a parlare di persona Silvio Berlusconi, e lo fa a meno di 50 giorni dall’appuntamento cruciale nel calendario politico: quello del referendum del 4 dicembre. Termina così la lunga assenza dell’ex cavaliere dalle reti televisive. L’occasione scelta dal leader di Forza Italia per mostrarsi di nuovo in video, dopo il colloquio per Chi con Alfonso Signorini in occasione del suo 80esimo compleanno e dopo l’inatteso ricovero a New York il 3 ottobre scorso, è un’intervista concessa al Tg5. E l’argomento trattato non poteva che essere quello della riforma costituzionale. Una riforma che, spiega Berlusconi, “potrebbe consegnare a un solo uomo e a un solo partito l’Italia e gli italiani. Con appena il 15% degli aventi diritto al voto, quindi con una esigua minoranza, Grillo ad esempio, già padrone del Suo partito, potrebbe diventare anche col 55% padrone dell’unica Camera che farà le leggi ordinarie”. Il che equivarrebbe, secondo l’ex cavaliere, a farne il “padrone dell’Italia e degli italiani”. “Questo governo – attacca Berlusconi – punta su una riforma costituzionale mal scritta e pericolosa per ritrovare quel consenso che non ha più. Anche per questa ragione dobbiamo rispondere con un forte, deciso e responsabile No a questa riforma che favorirebbe una deriva autoritaria, davvero con il rischio di un uomo solo al comando. Il contrario del governo del popolo – si chiede polemicamente il leader di Forza Italia – è il contrario della democrazia?”.
La bocciatura al ddl Boschi, precisa comunque Berlusconi, non va considerato come un desiderio di “lasciare le cose come stanno”. Votare No, “un forte, deciso e responsabile No”, è invece necessario, nei disegni dell’ex premier, per poi trovare un accordo condiviso su un riforma diversa da quella proposta. Una “nuova riforma” che, secondo il leader di Forza Italia, dovrebbe contenere “cinque punti”. Innanzitutto, “la scelta da parte degli elettori del Presidente della Repubblica”; in secondo luogo, “un vero taglio dei parlamentari, che vanno ridotti di oltre la metà”, e “il vincolo di mandato, per cui un eletto non può cambiare bandiera senza dimettersi. Altro elemento imprescindibile del nuovo disegno costituzionale, spiega Berlusconi, dovrebbe essere “un limite costituzionale alle imposte, alla pressione fiscale che nessun governo può superare” e, infine, “una vera riforma delle Regioni, che oggi sono diventate un’altra grande e costosa burocrazia”.
LA FOTO “MALIGNA” DIETRO SILVIO BERLUSCONI. UN MESSAGGIO  A RENZI E OBAMA?
Silvio Berlusconi parla al Tg5. L'ex premier rilancia la campagna per il No al referendum del 4 dicembre. Dall'altra parte dell'Oceano Matteo Renzi cena con Barack Obama alla Casa Bianca. Ma il Cavaliere ha pronta la contromossa. Tutti sono abituati a vederlo parlare davanti alla libreria bianca della sua casa (quella del famoso video della discesa in campo ndr). Dietro di lui libri e foto. Ma una più di tutte balza all'occhio: Berlusconi tra Vladimir Putin e George Bush. Un momento storico con i due che si stringono la mano. Un tempo che, visto oggi, appare lontanissimo. E su Twitter è il senatore di Forza Italia, Lucio Malan, non perde occasione per sottolinearlo. In tv l'uomo che aveva riavvicinato Russia e Usa. In America il premier che, in tempi di rinnovata Guerra Fredda, ha scelto di schierarsi con Obama, contro Putin.   


martedì 18 ottobre 2016

OSPEDALE FAENZA, “SERVE UNO SCATTO D’ORGOGLIO”


“Siamo la terza città non capoluogo più grande della regione dopo Imola e Carpi” Li nessuno taglia i servizi; Sassuolo è più piccola e ha una Pediatria con primario proprio. Interviene l’ex sindaco Boscherini.
di FRANCESCO DONATI -  FAENZA. L'ospedale di Faenza è sempre nel mirino per via delle penalizzazioni che potrebbe subire nel riordino della rete ospedaliera della Romagna. Non sono bastati i chiarimenti portati da Marcello Tonini, direttore generale dell'Ausl Romagna, durante la recente assemblea dei Consigli comunali dell’ Unione della Romagna Faentina. La parola fine non esiste ancora. Pare invece in atto una negoziazione all'ultimo sangue. «Questo traspare. Mi auguro che Faenza possa ancora far valere la sua rilevanza m Regione, e pretendere quei servizi che altre realtà simili o più piccole conservano, mentre qui è sempre tutto in discussione». Con questa "overture", si inserisce nel dibattito l'ex sindaco Giorgio Boscherini: «La mia non è una polemica - dice -: è un contributo, m virtù dell'esperienza amministrativa e della conoscenza della sanità pubblica».
Per Boscherini «la città a tutti i numeri per "rivendicare un ospedale degno di un bacino' molto vasto e particolare che, a rigor di logica, e non di interessi, deve essere tenuto in considerazione. Sulla sanità non sì scherza, gli interessi andrebbero lasciati da parte». A cosa si riferisce? «Si parla di Ausl Romagna, ma la sanità è regionale, perciò è in tale ambito che bisogna ragionare, perché i cittadini di Faenza non sono diversi da quelli del Modenese, deIl'Emilia, di Imola». Cosa non torna? «Non toma la differenza di trattamento. Mi spiego: siamo piccoli in Romagna, ma siamo grandi in regione. Se si escludono le città capoluogo di provincia (o ex che siano) tutte con ospedali importanti, e tutte con oltre lOOmila abitanti (solo Cesena ne ha meno: 96.716), ci sono solo altre tre realtà con una popolazione compresa trai 50 e i lOOmila: sono (Carpi 70.726), Imola (69.705) e Faenza (58.549). Ebbene, di queste solo Faenza ha visto penalizzato il suo ospedale; al contrario addirittura Sassuolo – che di abitanti ne ha solo 40.873 ha conservato un ‘signor’ ospedale, che si trova a soli 8 chilometri da quello di Modena. A Sassuolo vi sono otto unità operative in una area medica; dieci in area chirurgica; due in area materna infantile con una pediatria dotata di primario esclusivo e un'équipe di  otto medici. Ci sono paesi nell’Appennino emiliano che hanno ospedali funzionanti mentre noi li abbiamo chiusi trent'anni fa». "Quindi quale deduzione ne trae? «Che Faenza è come Carpi, Imola, Sassuolo. Credo che m una trattativa questo debba essere fatto pesare in nome dell'uguaglianza dei diritti di tutti gli emiliano-romagnoIi». Secondo lei perché Faenza sarebbe penalizzata? «Per vari motivi. il potere dei politici ha privilegiato altre zone. Faenza è in provincia dì Ravenna, che è decentrata rispetto alla sua estensione; per mantenere un alto livello nel suo ospedale, sì è dovuto tagliare a Faenza che però è centrale, quindi più raggiungibile da ogni parte. Adesso comunque Ravenna perderà anche lei nella riorganizzazione, perché è decentrata, rispetto a Cesena». Proprio Cesena infatti pare essere la più tutelata. «Beh è qui che sorgerà il nuovo Bufalini, affare da qualche centinaia di milioni di euro, non si potrà lasciarlo vuoto, da qualche altra parte bisognerà pure tagliare, non certo dall'Emilia che è lontana, ma dalla stessa Romagna». In uno scenario simile allora cosa propone per ridare dignità e servizi a Faenza? « Il suggerimento è quello di restare uniti sulla base del documento approvato all’unanimità dal consiglio comunale, con organici sufficienti e dare risposte adeguate come succede nei comuni enunciati. Vorrei che si diventasse protagonisti delle scelte, mettendo sul tavolo i numeri di cui sia detentori. Da questo si evince la disparità di trattamento. Chi non capisce è lampate che ha interessi di altro tipo e dovrà assumersene le responsabilità. Bisogna considerare anche le comunicazioni: il fatto di avere un nodo ferroviario in cui convergono cinque linee e un traffico passeggeri notevole. Così l’autostrada. Inoltre Faenza fornisce un servizio in service a paesi di altre regioni e altre province. Non credo che Sassuolo, Carpi e Imola abbiano più motivi di noi»


lunedì 17 ottobre 2016

BERLUSCONI: “AL REFERENDUM NO CONVINTO RIFORMA CONTRO DEMOCRAZIA”


"Convinzione e determinazione". Silvio Berlusconi indica chiaramente la strada da seguire in vista del referendum del 4 dicembre sulle riforme.
Il leader di Forza Italia ribadisce la sua posizione per il "No" è invita il partito a mobilitarsi per spiegare agli elettori le motivazioni di questa scelta da fare alle urne. In una nota affidata alla deputata azzurra Elvira Savino, Berlusconi sottolinea le ragioni del "No" e l'impegno di Forza Italia: "Quella del NO è una battaglia che ci vede impegnati con convinzione e con determinazione. Nelle prossime settimane in tutt’Italia daremo vita ad una serie di manifestazioni per spiegare sempre più a fondo le ragioni del nostro impegno, che è per una riforma vera, profonda, radicale delle nostre istituzioni", ha affermato. Poi il Cavaliere ha aggiunto: "Una riforma, quella che abbiamo in mente, molto diversa da quella imposta dal Governo al Parlamento, che non cambia nulla in termini di efficienza e di risparmi, ma è pericolosa perché riduce gli spazi di democrazia a tutto vantaggio di un solo partito e di una sola persona. È per questo che, dopo aver tentato di collaborare al processo riformatore, ci siamo chiamati fuori quando abbiamo capito che non c’era buona fede da parte dei nostri interlocutori, non c’era una vera volontà di cambiamento, ma solo quella di assicurarsi il potere senza il consenso degli italiani".
"La nostra idea di riforma -spiega il Cav- comprende l'elezione diretta del presidente della Repubblica, cosicchè siano i cittadini a scegliere davvero; il dimezzamento -e non una semplice riduzione- del numero dei parlamentari; il vincolo di mandato, per cui sia vietato agli eletti di cambiare schieramento (chi cambia idea deve dimettersi); poteri più forti al premier, per esempio quello di cambiare un ministro che non funziona; una vera riforma delle regioni nello spirito di un autentico federalismo; un limite in Costituzione alla pressione fiscale in rapporto al pil''. "Su questi contenuti, che abbiamo confrontato e condiviso con i nostri alleati -assicura- potremo costruire istituzioni più moderne, più efficienti e soprattutto più vicine ai cittadini". Infine Berlusconi mette nel mirino Renzi: "Solo con una vittoria del No, che elimini questa finta riforma, ci sarà spazio per lavorare ad una riforma vera. E naturalmente il presidente del Consiglio, per sua stessa ammissione, dovrà trarre le conseguenze del fallimento di un progetto al quale ha legato la sua intera azione politica. Noi - aggiunge - non diciamo No alla riforma per ostilità preconcetta a Renzi e al Pd, se la riforma fosse utile agli italiani la appoggeremmo anche se siamo profondamente contrari a questo governo e alle sue politiche. Però è innegabile che il voto del 4 dicembre sarà anche un voto sul governo e sul Presidente del Consiglio. Dunque ci sono tutte le condizioni per una svolta, sul piano istituzionale e politico".


A PROPOSITO DI VOTO AL REFERENDUM IN PROVINCIA DI RAVENNA


Qui Provincia di Ravenna, territorio governato dal medesimo partito dal 1946. Qui quelli del suddetto medesimo partito fanno a gara per spiegare che "oh, è ora di cambiare, se no c'è la palude" e "oh, ma come fai a votare NO, bisogna cambiare, vota SÌ". E io li guardo un po' stranito, perchè poi quando c'è da votare di solito vanno in giro a dire "oh, ma sei matto a cambiare? Bisogna che rimaniamo noi" e "oh, ma vuoi mettere in mano la città a loro? Ma non vedi quanto stai bene con noi che governiamo da sempre?". E allora io penso "oh, ma come vi si mette state, eh?". #imaestrinidallapennarotta


martedì 11 ottobre 2016

EDILIZIA CRISI INFINITA…..DRAMMATICO PER LE AZIENDE SINGOLE PICCOLISSIME


Ravenna. Nel pieno del suo ottavo anno, continua ad imperversare nel nostro paese la grave crisi del settore edile e del suo indotto, dovuta ad un immobiliare poco più che fermo e alla scarsità di investimenti pubblici e privati. Una crisi dura che colpisce in maniera particolare la provincia di Ravenna e che non ha risparmiato e non risparmia tuttora imprese grandi o piccole o imprese cooperative o private, in questo quadro l'unica impresa che sembra non soffrire più di tanto di tale crisi è la cooperativa CMC di Ravenna, ma va precisato che gran parte del suo fatturato è fatto all'estero.

I numeri della grave crisi edilizia in provincia di Ravenna parlano chiaro, in otto anni le imprese iscritte alla Cassa Edile sono passate da oltre 1.000 a poco più di 500 e si sono persi 3.500 posti di lavoro, e purtroppo in questo settore il peggio sembra senza fine. In questi giorni, dopo 70 anni di attività, è stata messa in liquidazione l'impresa di costruzioni Gallileo Pasini di Ravenna con i lavoratori che sono stati tutti licenziati, questa è l'ultima di una serie di chiusure e ridimensionamenti di tante imprese edili piccole o grandi, tra cui hanno spiccato il fallimento della Bentini di Faenza, che era la più grande azienda privata del settore in provincia e la chiusura della cooperativa muratori di Cotignola, mentre continua l'agonia in liquidazione della ormai ex Iter di Lugo e prosegue la grave crisi in concordato della Acmar di Ravenna. Non dimentichiamo anche le numerosissime aziende artigianali anche di solo una o due persone che si trovano senza lavoro…..

BRAVO VITTORIO SGARBI!!! DICIAMOLO CHIARO!!



COME ABBIAMO FATTO A SOPRAVVIVERE NOI BAMBINI DEGLI ANNI 50 - 60 - 70 - 80 ?


1.- Da bambini 🙇 andavamo in auto https://www.facebook.com/images/emoji.php/v5/uee/1/16/1f699.png🚙 che non avevano cinture di sicurezza né airbag…
2.- Viaggiare nella parte posteriore di un furgone aperto 🚛 era una passeggiata speciale...
3.- Le nostre culle erano dipinte con colori vivacissimi 🔯https://www.facebook.com/images/emoji.php/v5/u8f/1/16/2734.png, con vernici a base di piombo.
4.- Non avevamo chiusure di sicurezza per i bambini nelle confezioni dei medicinali https://www.facebook.com/images/emoji.php/v5/u2e/1/16/1f633.png😳, nei bagni https://www.facebook.com/images/emoji.php/v5/u10/1/16/1f6bd.png🚽, alle porte 🚪 , alle prese 🔌.
5.- Quando andavamo in bicicletta https://www.facebook.com/images/emoji.php/v5/ude/1/16/1f6b2.png🚲 non portavamo il casco 🏮.
6.- Bevevamo l’acqua https://www.facebook.com/images/emoji.php/v5/uc1/1/16/1f4a6.png💦 dal tubo del giardino invece che dalla bottiglia https://www.facebook.com/images/emoji.php/v5/u6a/1/16/1f376.png🍶 dell’acqua minerale…
7.- Uscivamo a giocare con l’unico obbligo di rientrare prima del tramonto https://www.facebook.com/images/emoji.php/v5/u90/1/16/1f305.png🌅. Non avevamo cellulari… https://www.facebook.com/images/emoji.php/v5/u57/1/16/1f4f1.png📱 cosicché nessuno poteva rintracciarci. Impensabile .😮
8.- La scuola 🏤durava fino alla mezza 🕜, poi andavamo a casa https://www.facebook.com/images/emoji.php/v5/uf6/1/16/1f3e0.png🏠 per il pranzo https://www.facebook.com/images/emoji.php/v5/u5a/1/16/1f35d.png🍝🍗🍌 con tutta la famiglia 👪 (si, anche con il papàhttps://www.facebook.com/images/emoji.php/v5/ue/1/16/1f468.png👨).
9.- Ci tagliavamohttps://www.facebook.com/images/emoji.php/v5/u14/1/16/1f628.png😨 ci rompevamo un osso perdevamo un dentehttps://www.facebook.com/images/emoji.php/v5/u73/1/16/1f616.png😖 e nessuno faceva una denuncia per questi incidenti. La colpa non era di nessuno, se non di noi stessi.
10.- Mangiavamo biscotti 🍪, pane olio https://www.facebook.com/images/emoji.php/v5/udb/1/16/1f35e.png🍞e sale, pane e burro, bevevamo bibite zuccherate e non avevamo mai problemi di sovrappeso, senza palestra, ma sempre in giro a giocare…
11.- Condividevamo una bibita in quattro… bevendo dalla stessa bottigliahttps://www.facebook.com/images/emoji.php/v5/u32/1/16/1f637.png😷 e nessuno moriva per questo.
12.- Non avevamo Playstation 📟, Nintendo 64, X box, Videogiochi , televisione via cavo 📺 con 99 canali, videoregistratori📼, dolby surround, cellulari personali📱, computer💻, chatroom su Internet...
… Avevamo solo tanti AMICI 👭 👬👬👭👭👭
13.- Uscivamo, montavamo in bicicletta 🚲 o camminavamo fino a casa dell’amico 🏡, suonavamo il campanello semplicemente per vedere se lui era lì e poteva uscire.
14.- Si! Lì fuori! Nel mondo crudele 🌍! Senza un guardiano! Come abbiamo fatto? Facevamo giochi con bastoni e palline da tennis 🎾, si formavano delle squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti per giocare e gli scartati dopo non subivano un trauma.
15.- Alcuni studenti 👦👧 non erano brillanti come altri e quando perdevano un anno lo ripetevano. Nessuno andava dallo psicologo, dallo psicopedagogo, nessuno soffriva di dislessia 😙 né di problemi di attenzione 😘 né d’iperattività;😜 semplicemente prendeva qualche scapaccione e ripeteva l’anno, perché gli insegnanti avevano ragione.
16.- Avevamo libertà, fallimenti, successi, responsabilità … e imparavamo a gestirli.
La grande domanda allora è questa:
💥💥 Come abbiamo fatto a sopravvivere? a crescere e diventare grandi?


venerdì 7 ottobre 2016

REFERENDUM, BRUNETTA RIBALTA LO SCENARIO: “CON LA VITTORIA DEL SI CI SARA’ IL CAOS” E SPIEGA PERCHE’

Alla Camera dei Deputati, durante la presentazione del ‘Riformisti per il No‘, comitato referendario promosso da Stefania Craxi e Stefano Caldoro, Renato Brunetta ipotizza che con la vittoria del Sì al Referendum: “Renzi si monterà la testa e vorrà andare ad elezioni anticipate e mettiamo che però vinca il M5S: a quel punto avremmo una Camera ‘grillina’ ed un senato del Pd, cioè due maggioranze diverse, sarebbe il caos. Immaginatevi cosa farrebbero i ‘piddini’ al Senato: ci sarebbe la guerra costante contro la Camera M5S”. Poi il capogruppo azzurro però non nasconde anchel’obiettivo politico del suo ‘No’: “Certo che voglio mandare a casa Renzi. Sarebbe così costretto a cercarsi un lavoro, lui che non ha mai lavorato in vita sua. Sarebbe una soddisfazione troppo bella e gli italiani se la sognano anche la notte”

giovedì 6 ottobre 2016

RENZI CI STA INGUAIANDO : IL DEBITO PUBBLICO SCHIZZA A OLTRE IL 133 %


La politica economica di Renzi ci proprio inguaiando. Il debito italiano salirà infatti al 133,2% nel 2016 dal 132,7% del 2015. Nel 2017 il debito crescerà al 133,4%. E’ quanto prevede il Fmi, che rivede al rialzo le stime sul debito italiano rispetto ad aprile, quanto aveva previsto un debito al 133% nel 2016 e al 131,7% nel 2017. Le stime sono superiori a quelle contenute nella Nota di aggiornamento al Def, dove ò previsto un debito al 132,8% nel 2016 e al 132,2% nel 2017.
Debito più alto, crescita più bassa
Oltre che sul debito, arrivano brutte notizie anche sul fronte della crescita.  Il Fmi lima le stime  per l’Italia. Dopo il +0,8% nel 2015, nel 2016 il pil italiano salirà dello 0,8% e nel 2017 dello 0,9%, rispettivamente 0,1 punti percentuali in meno rispetto alle stime di luglio e 0,2 punti percentuali rispetto ad aprile. Nella nota di aggiornamento al Def il governo ha previsto un pil in crescita dello 0,8% nel 2016 e dell’1,0% nel 2017. E fortuna che il governo Renzi doveva essere quello della ripresa italiana…


IL FINANCIAL TIMES STRONCA RENZI E LA SUA RIFORMA


Secondo il premier, si legge nell'editoriale, il bicameralismo paritario "produce ritardi inutili che fanno zoppicare anche i governi benintenzionati come il suo. Eppure nel dopoguerra il Parlamento italiano ha approvato un numero maggiore di leggi di quelle passate in Francia, Germania, Regno Unito e Usa", scrive Tony Barber sottolineando i pericolo di vittoria del No al referendum. Ma "dall'altro lato una vittoria (del Sì, ndr) potrebbe rivelare la follia di voler anteporre l'obiettivo tattico della sopravvivenza del governo alla necessità strategica di una democrazia robusta" 
una cattiva riforma“.   
 IL FINANCIAL TIMES STRONCA RENZI E LA SUA RIFORMA
Tony Barber ha cambiato idea sull’ex sindaco di Firenze, dirà chi ricorda un editoriale del 2015 in cui il giornalista definiva Renzi come “l’ultima speranza per l’Italia”. Ma nell’ultimo paragrafo dell’articolo, Barber riprende il concetto. Con un distinguo: “Nelle capitali europee si ha la sensazione che Renzi meriti di essere sostenuto. Un’Italia senza timone, esposta a una crisi delle banche e al Movimento 5 Stelle, comporterebbe guai”, continua ilFinancial Times sottolineando i pericolo che una vittoria del No al referendum del 4 dicembre comporterebbe. 
 IL FINANCIAL TIMES STRONCA RENZI E LA SUA RIFORMA
Ma “dall’altro lato una vittoria (del Sì, ndr) potrebbe rivelare la follia di voler anteporre l’obiettivo tattico della sopravvivenza del governo alla necessità strategica di una democrazia robusta“.  
 Financial Times cambia verso. E' un'inversione di 180 gradi quella di Tony Barber. L'editorialista del quotidiano economico aveva scritto a luglio scorso un articolo in cui la pensava diversamente. "La sconfitta rischierebbe di gettare l’Italia in uno stato di prolungata instabilità politica ed economica", aveva scritto Barber. Non solo: la sconfitta di Renzi "potrebbe mettere l’Italia, paese cruciale per la sopravvivenza dell’unione monetaria, nelle mani di un partito idiosincratico, del tutto inesperto a livello nazionale e che vuole far uscire il paese dall’eurozona". E infine concludeva: "Numerose bucce di banana si trovano lungo il cammino dell’UE nei prossimi 12 mesi, da una potenziale vittoria dell’estrema destra in Austria alle elezioni in Olanda e Francia. Ma il referendum costituzionale italiano potrebbe essere la più scivolosa di tutte".  La preoccupazione dei Paesi e degli investitori stranieri, stando ai report di Barber, sembra quindi essere scemata in questo lasso di tempo. Il quotidiano della City ora lancia una sorta di allerta nel caso di vittoria del Sì. Qualcosa è cambiato.


mercoledì 5 ottobre 2016

L’ISLAM E’ UN PERICOLO: VOGLIONO SOTTOMETTERCI CON LE ARMI E CON I FIGLI


Il prelato: "Quando saranno maggioranza imporre la sharia al mondo sarà un obbligo" Trieste L'Islam che vuole conquistare il mondo, le bandiere nere che puntano su Roma, l'immigrazione che sovverte la maggioranza, i cristiani sotto tiro pure in Occidente, nessuna alternativa alla famiglia tradizionale e Vladimir Putin «convertito» sono solo alcune risposte forti del cardinale Raymond Leo Burke nell'intervista esclusiva a il Giornale. Patrono del Sovrano Militare Ordine di Malta e membro della Congregazione delle cause dei santi, il porporato del Wisconsin, classe 1948, è lo stendardo della chiesa tradizionale. Non pronuncia mai una parola contro Papa Francesco, ma durante tutta l'intervista naviga fuori dal coro del politicamente corretto a cominciare dalla difesa a spada tratta della famiglia classica.

VATICANO E PD ACCOLGONO I PROFUGHI PER INTERESSE



Cresce di giorno in giorno la quantità di chiacchere sul problema dei  profughi. Vorrei ricordare che la larghezza del Mar Rosso è la metà della distanza tra la Libia e l'Italia; che attraversare il Mar Rosso è due volte più agevole che attraversare il Mediterraneo; e che il 90 per cento dei clandestini è musulmano. Di conseguenza, mi chiedo perché i clandestini non attraversano il Mar Rosso e si fanno accogliere dai loro fratelli islamici. La risposta è che noi garantiamo a loro il servizio taxi gratuito con le nostre navi militari perché il Vaticano e la sinistra hanno bisogno della riconoscenza dei migranti per fare opera di proselitismo. Purtroppo il costo economico e sociale di tale follia lo paghiamo soltanto noi sudditi. Marco de Leone


martedì 4 ottobre 2016

RITORNO, NON FERIE, NUOVO COMPUTER ABBANDONATO DAL THOSIBA DOPO 10 ANNI


IL BUCO NERO DI MPS


A PROCESSO MUSSARI E ALTRI 15 PER LA SCANDALOSA ACQUISIZIONE DI ANTONVENETA, ORIGINE DEL CRAC DELLA BANCA (E DELLA MORTE DI DAVIDE ROSSI) – FURONO PAGATI DIECI MILIARDI DI EURO AL SANTANDER DI BOTIN PER 1.003 SPORTELLI IN PIÙ, IL CUI VALORE SECONDO MOLTI ANALISTI ERA DI APPENA 3 MILIARDI (TANGENTI PER I PARTITI?)

IL PAESE HA LE IDEE CHIARE: CON IL NO RENZI CADE


Il 55% degli italiani è convinto che Renzi debba lasciare Palazzo Chigi in caso di ko al referendum
La campagna elettorale per il voto al referendum costituzionale è ormai entrata nel vivo. La data fissata il 4 dicembre è ancora molto lontana (per la prima volta nella storia della Repubblica si voterà a dicembre), ma il dibattito è già acceso. Anche sulla stessa scelta del giorno del voto: lo spostamento in avanti ha visto molti accusare il presidente del Consiglio Renzi di avere prolungato troppo la campagna elettorale per favorire il Sì. E anche la formulazione del quesito ha suscitato discussioni, in quanto, secondo le opposizioni, pure esso avvantaggerebbe il voto a favore della riforma. Ma la gran parte del dibattito avviene nel merito di quest'ultima. Anche se, per la verità, molti italiani non sembrano padroneggiare a fondo i contenuti della proposta (le argomentazioni sono spesso dense di tecnicismi e richiedono approfondimenti) e interpretano sin qui il voto per lo più come un pronunciamento favorevole o contrario al governo e, in particolare, a Matteo Renzi. Fare previsioni sull'esito della consultazione è oggi assai problematico. Gli esiti di buona parte dei sondaggi condotti sino a questo momento sembrano suggerire una prevalenza dei No, accreditati dal 52% al 55%, a seconda delle rilevazioni. E, peraltro, anche le ricerche che vedono, invece, una prevalenza dei Sì, rilevano una progressiva diminuzione di questi ultimi. Ma la grande quantità di indecisi tuttora presente (dal 30% al 40%) e l'incognita dell'affluenza alle urne (reputata oggi tra il 50% e il 60%) costringono ad effettuare le stime su una porzione relativamente limitata dei campioni intervistati, ciò comporta un significativo margine di errore statistico e, specialmente, una potenziale grande variabilità dei risultati. Insomma, il risultato pare tutt'altro che consolidato.

E’ UFFICIALE: C’E’ IL PARTITO DEI PM


Piero Sansonetti  - Dunque il partito dei Pm c'è. E' reale, organizzato, ha una sua rete di comunicazione. Ieri avevamo scritto di partito dei Pm dopo la dichiarazione di resa di Matteo Renzi (che aveva rinunciato a porre la fiducia sulla riforma del processo per "rispetto" verso l'Anm). Usavamo però il termine "partito" come una metafora, ci riferivamo a un partito virtuale. Oggi invece il nostro giornale è venuto in possesso di una mail inviata a centinaia di Pm da uno dei magistrati più vicini a Piercamillo Davigo, nella quale si esulta per il successo politico ottenuto dalla Anm che ha costretto Renzi a dichiarare la subalternità del governo al potere della magistratura. La mail non è pubblica, e in teoria avrebbe dovuto restare segreta. Sfortunatamente - diciamo così: sfortunatamente - proprio noi del Dubbio siamo entrati in possesso di questo documento e oggi ve lo proponiamo. La "segretezza" non toglie nulla alla realtà di un vero e proprio partito politico che si considera tale e che si organizza per influire direttamente sull'attività legislativa e per condizionare la politica ai suoi massimi livelli.
Questo partito trova la sua forza da una parte nella struttura dell'Anm (che formalmente è un sindacato), dall'altra in una vastissima rete di sostegno parlamentare diffusa in tutti i partiti e in tutti gli schieramenti, che gli permette, su un certo numero di argomenti, di avere il pieno controllo dell'attività legislativa. L'esistenza di un partito dei Pm - che agisce sia orizzontalmente rispetto ai partiti tradizionali, Pd, Forza Italia, 5 Stelle, Lega, eccetera, sia "verticalmente", cioè da una posizione di evidente superiorità sugli altri partiti - pone tre problemi. Il primo riguarda lo squilibrio dei mezzi nella lotta politica. Il secondo riguarda la legittimità costituzionale di questo partito. Il terzo problema riguarda la sua linea politica. Lo squilibrio dei mezzi è evidente. I Pm hanno poteri infinitamente