lunedì 31 ottobre 2016

FORZA ITALIA TERREMOTO: CHIEDIAMO A RENZI DI RISPONDERE A NOSTRE DOMANDE



Caro Presidente del Consiglio Matteo Renzi,
in merito al suo appello alla coesione e condivisione, su cui siamo pienamente e assolutamente d'accordo, Le chiediamo di rispondere a queste nostre semplici domande:
1) Perché dopo il terribile terremoto del 24 agosto il suo governo ha impiegato quasi due mesi per approvare un decreto legge recante interventi urgenti in favore delle popolazione colpite? Il decreto è stato approvato il 17ottobre, il 18 è arrivato in Senato e dal 25 giace presso la Commissione Bilancio di Palazzo Madama;
2) Perché, sempre senza polemica, dopo la disponibilità dimostrata da tutti i partiti di opposizione e dopo il suo impegno a formare un tavolo comune di lavoro, questo tavolo non è mai stato convocato?
3) Perché anche per la nomina di Vasco Errani non ha consultato i gruppi parlamentari d'opposizione?
4) Perché, ampliando il discorso all'emergenza immigrazione, ha deciso la nomina di Piero Fassino senza fare alcun passaggio politico o parlamentare?
Tutti i partiti d'opposizione, Forza Italia in primis col suo presidente Berlusconi, si sono sempre mostrati disponibili a dialogare e collaborare in questi tragici momenti. Ma caro Presidente del Consiglio per collaborare e dialogare bisogna essere almeno in due, e lei ha fatto, e continua a fare, invece tutto da solo. Vorremmo infine porle un'ultima domanda, sempre senza polemica. Forse la mancata consultazione dei partiti, soprattutto quelli di opposizione, è dovuta ad una mancanza di tempo da parte sua? Essendo lei impegnato in una campagna referendaria forsennata che le fa girare tutta l'Italia e la porta ad occupare giornali, televisioni e radio? Campagna referendaria da cui tra l'altro, secondo gli insegnamenti del grande Calamandrei, il Governo avrebbe dovuto tenersi fuori?
Nel ribadirle la nostra disponibilità a collaborare, signor Presidente del Consiglio le chiediamo però di fare un po' di autocritica e di cambiare comportamento: parli di meno, meno interviste, meno televisioni, meno conferenze stampa, meno propaganda e più buon governo nell'interesse del Paese. Buon lavoro e buon silenzio signor Presidente del Consiglio.

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