giovedì 3 novembre 2016

L’ITALIA E’ IL PAESE DELLE TASSE: PENULTIMA PER COMPETITIVITA’ FISCALE.


La propaganda di Renzi sulle imposte in calo smascherata dai numeri: la pressione fiscale mette in fuga chi vuole investire "È innegabile, col nostro governo le tasse sono scese".  Parole e musica di Matteo Renzi. Lo scorso febbraio il premier si affannava a sottolineare l'operato del suo governo ed etichettava come "raccontatori di balle" ch provava a sostenere il contrario. Ma adesso arrivano alcuni dati che sconfessano ancora una volta le parole del premier. In Italia le tasse non sono diminuite e di fatto il nostro Paese non riesce ad attrarre gli investimenti dall'estero. Il tutto per un peso fiscale che toglie il fiato al tessuto economico. E a sottolineare questo aspetto è lo studio "International tax competitiveness index 2016" sui Paesi Ocse. E così in una classifica di 35 Paesi, l'Italia si posiziona al 34esimo posto per quanto riguarda l'attrattività del Paese per gli investimenti basandosi sulla pressione fiscale. Peggio di noi solo la Francia. Insomma la competitività dell'Italia non è ripartita e il governo Renzi ha affossato quel poco di investimenti che restavano nel nostro Paese. Come ricorda Italia Oggi, per competitività si intende un'aliquota fiscale bassa capace di "sedurre" chi vuole investire in Italia. L'indice di competività, l'Itci di fatto viene rilevato su cinque variabili: tassa sull’impresa, Iva, l’imposta patrimoniale, le imposte individuali e quelle internazionali.
L'Italia ad esempio è uno dei Paesi con la più alta tassazione sulle imprese, ovvero al 31,3 per cento. Se si guarda invece all'Iva l'italia si piazza al 24esimo posto con il 18 per cento. Ma le noti dolenti arrivano sulle imposte individauli. L'Italia è al penultimo posto, mentre al primo c'è la Nuova Zelanda. Sul fronte anche della tassazione internazionale, ovvero le tasse applicate sui profitti delle aziende straniere in Italia, l'Italia si colloca al 28esimo posto. Nelle prime posizioni invece troviamo Paesi Bassi, Lettonia e Gran Bretagna. Tutti dati questi che di fatto mettono in discussione l'operato del governo per stimolare la crescità che per forza deve passare dalle imprese. Imprese che però devono fare i conti con un Fisco che lascia pochissima libertà di manovra e che erode il profitto. L'Italia fanalino di con una pressione fiscale alle stelle, si fa battere anche da Paesi come Slovacchia, Slovenia o Ungheria che hanno avviato politiche concrete per abbassare la pressione della mano del Fisco su chi vuole fare impresa. Una circostanza questa che in Italia è ormai diventato un lusso. E se l'imprenditoria deve sottostare a un regime fiscale asfissiante, la ripresa di cui tanto parla il governo è destinata a restare solo nelle slide del presidente del Consiglio.

 




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