La propaganda di Renzi sulle imposte in calo
smascherata dai numeri: la pressione fiscale mette in fuga chi vuole investire "È innegabile, col nostro governo le tasse
sono scese". Parole e musica di Matteo
Renzi. Lo scorso febbraio il premier si affannava a sottolineare l'operato
del suo governo ed etichettava come "raccontatori di balle" ch
provava a sostenere il contrario. Ma adesso arrivano alcuni dati che
sconfessano ancora una volta le parole del premier. In Italia le tasse non sono
diminuite e di fatto il nostro Paese non riesce ad attrarre gli investimenti
dall'estero. Il tutto per un peso fiscale che toglie il fiato al tessuto
economico. E a sottolineare questo aspetto è lo studio "International tax
competitiveness index 2016" sui Paesi Ocse. E così in una classifica di 35
Paesi, l'Italia si posiziona al 34esimo posto per quanto riguarda
l'attrattività del Paese per gli investimenti basandosi sulla pressione
fiscale. Peggio di noi solo la Francia. Insomma la competitività dell'Italia
non è ripartita e il governo Renzi ha affossato quel poco di investimenti che
restavano nel nostro Paese. Come ricorda Italia Oggi, per competitività si
intende un'aliquota fiscale bassa capace di "sedurre" chi vuole
investire in Italia. L'indice di competività, l'Itci di fatto viene rilevato su
cinque variabili: tassa sull’impresa, Iva, l’imposta patrimoniale, le imposte
individuali e quelle internazionali.
L'Italia ad esempio è uno dei Paesi con la più alta tassazione sulle
imprese, ovvero al 31,3 per cento. Se si guarda invece all'Iva l'italia si piazza
al 24esimo posto con il 18 per cento. Ma le noti dolenti arrivano sulle imposte
individauli. L'Italia è al penultimo posto, mentre al primo c'è la Nuova
Zelanda. Sul fronte anche della tassazione internazionale, ovvero le tasse
applicate sui profitti delle aziende straniere in Italia, l'Italia si colloca
al 28esimo posto. Nelle prime posizioni invece troviamo Paesi Bassi, Lettonia e
Gran Bretagna. Tutti dati questi che di fatto mettono in discussione l'operato
del governo per stimolare la crescità che per forza deve passare dalle imprese.
Imprese che però devono fare i conti con un Fisco che lascia pochissima libertà
di manovra e che erode il profitto. L'Italia fanalino di con una pressione
fiscale alle stelle, si fa battere anche da Paesi come Slovacchia, Slovenia o
Ungheria che hanno avviato politiche concrete per abbassare la pressione della
mano del Fisco su chi vuole fare impresa. Una circostanza questa che in Italia
è ormai diventato un lusso. E se l'imprenditoria deve sottostare a un regime
fiscale asfissiante, la ripresa di cui tanto parla il governo è destinata a
restare solo nelle slide del presidente del Consiglio.
Nessun commento:
Posta un commento