giovedì 30 giugno 2011

VOLTAGABANNA, DE MAGISTRIS BLOCCO’ I FONDI UE MA ORA CHE E’ DIVENTATO SINDACO LI RIVUOLE


VOLTAGABANNA, DE MAGISTRIS BLOCCO’ I FONDI UE MA ORA CHE E’ DIVENTATO SINDACO LI RIVUOLE

In gennaio all’europarlamento pur di boicottare il governo Berlusconi riuscì a far approvare una risoluzione in cui chiedeva di congelare 145 milioni per l’emergenza rifiuti in Campania. Adesso come sindaco si batte per riaverli. Mentre la Ue minaccia sanzioni. Rimane in atto il ricorso al TAR Lazio della Regione Puglia.

Acrobazie napoletane. Scaduti ormai i famosi «cinque giorni di De Magistris», ovvero il termine entro il quale l’ex pm aveva promesso di risolvere l’emergenza rifiuti nella città partenopea, è ormai scattato il tempo delle lamentele a tutto campo, delle nuove spericolate promesse («porterò la differen-ziata al 70% entro l’anno»), dello scaricabarile in direzione del governo, dei deci-bel in libertà con cui deviare l’attenzione generale e sfuggire alle proprie responsabilità accreditando la tesi di una sorta di complotto antinapoletano. Purtroppo, però, le promesse del « sindaco- spazzino » - proprio ieri mattina con un colpo di teatro è salito all’alba su un camion per la raccolta dell’immondizia - sono destinate a infrangersi contro una realtà che rischia di complicarsi giorno dopo giorno. Ieri, infatti, è arrivato un nuovo pesantissimo richiamo da par-te dell’Europa che ha paventato «sanzioni pecuniarie » se non ci sarà un cambio di passo. «Le autorità italiane non hanno ancora fatto quanto necessario per trovare una soluzione definitiva al problema», ha detto il commissario Ue all’Ambiente Janez Potocnik. A meno di un cambio di rotta, la Commissione avrà «poca scelta se non quella di proseguire con la procedura d’infrazione». Una vera mazzata per il neosindaco che alcuni giorni fa aveva annunciato un’imminente missione a Bruxelles per cercare di ottenere almeno uno sblocco parziale dei 145 milioni del Piano regionale. Impresa resa ancora più ardua dalla sua decisione di fermare la costruzione del termovalorizzatore di Napoli Est. Il paradosso è che, nel gioco delle demagogie incrociate e dell’opposizione a testa bassa contro il governo messa in campo a Strasburgo, il parlamentare europeo

mercoledì 29 giugno 2011

BUFFERA ENAC, APPALTI E TANGENTI: PRESO L’EX CONSULENTE DI BERSANI

IN MANETTE FRANCO PRONZATO, CONSIGLEIRE DELL’ENAC. NEL MIRINO PER UNA TANGENTE DA 40 MILA EURO PER AGEVOLARE LA PARTECIPAZIONE AGLI APPALTI



Bufera nel Pd. Inchiesta su presunte irregolarità legate a un appalto del settore aereo per il collega-mento dell'Isola d'Elba con l'aeroporto di Roma Urbe. A Pronzato è contestata una tangente da 40mila euro: il dirigente si sarebbe "messo a disposizione" della Rotkopf, per il tramite di Vincenzo Morichini, imprenditore vicino a Massimo D’Alema, per agevolare la partecipazione della Rotkopf all’appalto dell’Enac. Spunta anche un appunto, dove accanto a sei-sette nomi, anche di politici e di soggetti istitu-zionali, ci sono scritte somme di danaro.

martedì 28 giugno 2011

NO TAV: I SOLITI PACIFISTI IN AZIONE

Bombe carta, molotov, spranghe, massi di pietra, bastoni, mazze chiodate, caschi, estintori. Ecco gli strumenti pacifici con cui i pacifici manifestanti no tav hanno espresso il loro pacifico dissenso in questa giornata molto pacifica in Val di Susa. Fieri dei propri valori pacifici, i no global esponenti dei centri sociali già protagonisti di altri numerosissimi casi di atti di pacifismo contro le forze dell’ordine hanno voluto aspettare polizia e carabinieri con atteggiamento assolutamente pacifista e rispettoso delle leggi. In un tripudio di gioia, felicità, rispetto e sempre pacifismo hanno buttato addosso di tutto alle forze dell’ordine, provocando (non si sa come visto che sono pacifici) 25 feriti. Bisogna ammetterlo come sono pacifisti loro non c’è nessuno. Andrebbero premiati per questa lodevole caratteristica che dimostrano in ogni occasione. Auguro a loro un po’ di severità repubblicana. Oops…. mi sa che sono stato troppo pacifista pure io.

lunedì 27 giugno 2011

MAGGIORANZA FORTE E COESA, AVANTI CON LE RIFORME

"ASCOLTA L'AUDIO CLICCANDO SULLA FOTO"

Care amiche e cari amici,
il Consiglio Europeo dei Capi di Stato e di Governo venerdì ha nominato Mario Draghi, che è il nostro go-vernatore della Banca d'Italia, alla Presidenza della Banca Centrale Europea, che è, come sapete, l'isti-tuzione finanziaria più importante dell'Unione Europea. E' una decisione assunta all'unanimità dai 27 Paesi dell'Unione, una decisione che dimostra il prestigio e la stima di cui gode il nostro governo ed an-che, se permettete, la capacità che abbiamo di tenere i rapporti con i nostri colleghi europei. Il giorno dopo, il Consiglio permanente dell'OSCE, che è l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa a cui partecipano 56 Stati, ha approvato la nomina dell'italiano Lamberto Zanier alla massima carica dell'OSCE, cioè Segretario Generale dell'Organizzazione. Zanier è oggi il rappresentante spe-ciale per il segretario generale per le Nazioni Unite, Ban Ki-moon per il Kosovo. Quindi un'altra decisio-ne che conferma come siamo considerati da tutti gli Stati che appartengono a questa organizzazione. La settimana poi era una settimana per molti altri versi assolutamente importante e soddisfacente per noi e abbiamo provato molto orgoglio, negli ultimi due giorni, per quello che è successo in Parlamento. Ed io sono stato chiamato, come sapete, dal Capo dello Stato a riferire in Parlamento delle nomine di nove Sottosegretari che hanno sostituito quelli di Fini che avevano dato le dimissioni, e in questa occasione, durante la seduta parlamentare, io avrei dovuto, secondo l'opposizione, subire una sconfitta tanto da essere costretto alle dimissioni. Invece questo passaggio, che loro consideravano una sciagura per noi, si è rivelato assolutamente positivo e ci ha dato una duplice vittoria, perché: la Camera ha approvato in prima lettura il Decreto sviluppo per il rilancio dell'economia. Lo ha fatto con 317 voti, dandoci quindi una fiducia che non solo è superiore alla maggioranza assoluta, ma è anche la più elevata dopo il passag

domenica 26 giugno 2011

NOMINE SAPIR: UTILIZZATO DAL PD IL SOLITO SISTEMA.

"La Società per Azioni SAPIR, di proprietà pubblica ma di uso privato, ha cambiato il Presidente su precisa disposizione del Sindaco Matteucci.Lo stesso che più di un anno fa aveva obbligato Angelini a restare, come aveva pomposamente dichiarato alla stampa, per dimostrare il suo potere" afferma    Gianguido Bazzoni, consigliere regionale Pdl. "Il Sindaco deve spiegare come mai aveva chiesto questo anno di attesa; era questo forse legato ad un piano industriale non pubblicizzato o altri motivi di compensazione politica? Sia ben chiaro che anche noi ringraziamo l'ex sottosegretario Angelini per essere finalmente uscito, sanando anche un equivoco di rappresentanza, dalla folta schiera dei politici "agèe" riciclati in tutte le società che la sinistra controlla attraverso gli Enti locali: da HERA, ai trasporti locali, alle ferrovie, alle farmacie, ai servizi sociali e molte altre. Fra l'altro Angelini sembra non aver fatto nulla per arginare il calo di traffici della società, soprattutto di containers ed è stato il Presidente della crisi più buia del porto di Ravenna; inesistente per Ravenna anche la sua opera precedente come sottosegretario. Quello che suona scandalo è che un sindaco iper moralista (solo con gli altri) come Matteucci si permetta di disporre platealmente su chi resta, chi attende, chi va e chi viene e che nel fare questo, ovviamente, disponga accuratamente i "suoi" uomini in funzioni più o meno pubbliche, alla faccia della trasparenza, del rigore amministrativo e della democrazia.

giovedì 23 giugno 2011

sabato 18 giugno 2011

MI DISPIACE, COCCHI DI MAMMA, MA BRUNETTA HA RAGIONE

Ora che Brunetta ha detto a dei fastidiosissimi e beceri “Precari Organizzati” ciò che moltissimi, a destra come a sinistra, pensano, e cioè che sono la parte peggiore del Paese, apriti cielo. Condanne da tutte le parti, perché i precari italiani sono diventati come i “Disoccupati Organizzati” napoletani, una categoria di Madonne Pellegrine che la demagogia cattocomunista, da Santoro a Ballarò, porta in giro per colpevolizzare l’egoista Società capitalistica di non aver abbastanza a cuore i loro destini. Non se ne può più di gente che ti prende d’assalto e ti piazza le proprie telecamerine in faccia convinta di esser gli inviati di Striscia la Notizia, per poi mandarti su internet a raccogliere sputi e sberleffi da parte di una categoria tra le più socialmente inutili: quella di coloro che si sentono importati perché pubblicano i loro onanistici filmati su YouTube.
D’altronde non a caso Andy Warhol profetò che “La Televisione è quella cosa che renderà tutti (quasi tutti), famosi per quindici minuti”. Figuriamoci Internet.
Ma cosa volete che risponda uno come Brunetta che non ha fatto obiezioni a dare una mano fin da ragazzino e suo padre, ambulante veneziano, mentre studiava e si faceva largo nella vita, a piangenti italiche mamme che gli chiedono cosa possano fare i loro superdotati figlioli, che a petto del loro quoziente intellettivo, secondo le mamme, che Einstein era un minorato mentale, non trovano lavoro? Esattamente quello che risponderei io: vadano a scaricare frutta e verdura ai mercati generali. Poi da cosa nasce cosa. Visto che a petto di tanta piangente disoccupazione giovanile, godiamo di più di quattro milioni di immigrati che fanno lavori che i nostri cocchi de mamma si schifano di fare. E la matematica non è un’opinione. Chi, come un superintelligente e pozzo infinito di cultura del calibro di Oscar Giannino, si è fatto il culo partendo da condizioni sociali disperate, non può rispondere che la stessa cosa a beceri disoccupati palermitani che durante una trasmissione de “L’Ultimaparola” battevano i piedini per terra perché non volevano andare a lavorare fuori città. In una trasmissione successiva Giannino venne insultato e minacciato da un esponente della categoria di tali “disoccupati-precari”. Perché questi disoccupatosi e precariosi hanno in comune che sono maleducati e violenti, per il fatto che trasmissioni del cosiddetto “Servizio

venerdì 17 giugno 2011

APPLICHIAMO LA VOLONTA' DEI CITTADINI CHE HANNO VINTO IL REFERENDUM

ACQUA PUBBLICA MOZIONE CHE SARA’ PRESENTATA IN TUTTI I CONSIGLI COMUNALI DELLA PROVINCIA DI RAVENNA


Per l’assunzione gestionale diretta da parte del Comune di Casola Valsenio dei servizi idrici già svolti da Hera S.p.A. in conformità al pronunciamento referendario del 12 e 13 Giugno 2011; Premesso che con i referendum sulla legge 3 aprile 2006 n° 152 (Prodi-Bersani-Di Pietro) e la legge 25 settembre 2009 n° 135 (disposizioni per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze di giustizia della Comunità europea) gli elettori hanno deciso che il servizio di distribuzione dell’acqua non possa essere affidato a privati dietro regolare gara e che ogni investimento che viene fatto non possa essere remunerato, ma debba avere una natura non finalizzata al conseguimento di utili;; Constatato che il Sindaco di Casola Valsenio, così come la generalità dei sindaci del nostro territorio, si è battuto in prima fila, nelle occasioni ufficiali e non, per convincere quanti più cittadini ad esprimersi favorevolmente per l’abolizione delle leggi oggetto di quesito; A conoscenza che sul territorio comunale di Casola Valsenio tutti i servizi idrici di acquedotto, depurazione e fognatura sono affidati ad Hera S.p.A.: Considerato che Hera è una Società per Azioni quotata in borsa e come tale con l’obbligo di profitto e di remunerazione del capitale immesso dagli investitori secondo obiettivi e finalità che risultano essere in evidente conflitto con quanto sostenuto dai promotori e sostenitori del referendum, fra cui si annoverano i succitati sindaci; Dato atto che stante la soppressione della legislazione a suo tempo voluta, con rara unità di intenti e di vedute, sia dal centrosinistra sia dal centrodestra, il sindaco è "fuori dalla legge" se non riporta subito il servizio di distribuzione dell’acqua sotto la gestione comunale e se non fa ricadere gli oneri per eventuali interventi ed investimenti sotto la fiscalità generale e non nelle tariffe, si impegna il signor Sindaco: a disporre il ritiro dell’affidamento ad Hera SpA della gestione dei servizi idrici di acquedotto e depurazione svolto sul territorio comunale nelle more dei provvedimenti attuativi da assumersi dal Governo a seguito del pronunciamento referendario del 12 e 13 Giugno 2011ad assumere in house la gestione del servizio e comunque provvedendo al controllo diretto del servizio stesso in conformità allo spirito e alla lettera del responso dei cittadini

QUESTO IL VIDEO RIMANEGGIATO.

LA MIA RISPOSTA AD UN SPORCO MONTAGGIO


 
Faccio seguita al mio commento pubblicato ieri sull’edizione online, all’articolo sulle presunte offese del Ministro Brunetta ai precari. “Renato Brunetta è un grande Ministro, uno dei migliori del Governo. Ha ottenuto ottimi risultati su un terreno difficilissimo, quello dei dipendenti pubblici, alcuni dei quali lavorano per l'opposizione perché collocati dall'opposizione. Prima di prendere per vera la versione dei fatti della squadra di provocatori, di disturbatori del convegno, consiglio tutti di riflettere un attimo. A volte, di fronte alla malafede, e meglio reagire subito e picchiare forte. Brunetta non ha ne tempo ne voglia di frasi prendere in giro. Se si facesse prendere in giro non farebbe un buon servizio agli italiani che lo sostengono, che, fino a prova contraria sono la maggioranza!” scrivevo. Poi avvisavo che “… il video proposto anche qui sul Giornale, dove Brunetta dice "questa è la peggiore Italia", l'avete scaricato da youtube? Non vi siete accorti che il labiale non corrisponde? Evidentemente la frase è stata pronunciata molto dopo, a seguito di una provocazione e montata sull'immagine del Ministro che scende dal palco! Occhio” Poi ho rimaneggiato il video in questione con questo commento: “Quattro immagini video, un po' di taglia e cuci, tre piste audio e il gioco è fatto! Ho ricostruito il video che accusa il Ministro Renato Brunetta di maleducazione perché potesse aderire perfettamente alla sua versione dei fatti. Una versione dei fatti a cui io credo! E' evidente che il video che lo accusa è stato rimaneggiato. Tanti registratori in sala per carpire ogni parola. Parole che poi sono state rimontate, nemmeno senza tanta cura, per forzare una situazione che doveva scattare come una trappola. Ho fatto questo montaggio per dimostrare come sia facile fare i montaggi. Per dimostrare come le persone perbene possano essere infangate. D'altra parte gli intellettuali di sinistra sono artisti della letteratura, del cinema, del teatro. A maggior ragione sono artisti dei montaggi audio e video! Coraggio Renato Brunetta, che un video col computer lo sappiamo lavorare anche noi! E, se ci fanno arrabbiare, potremo diventare più perfidi di loro.” Daniele Leoni

giovedì 16 giugno 2011

NELLA REPUBBLICA DELLE BANANE

INTERVENTO DEL PROF FRANCO BATTAGLIA.

Di Franco Battaglia – Nella Repubblica delle Banane hanno vinto i sì. Sì, in risposta a questa domanda: «Volete voi abrogare il comma 1 dell’art. 5 del decreto n. 34 del 31.3.2011?». Recita il comma abrogato: «Resta sospesa per un anno l’efficacia delle disposizioni del decreto n. 31 del 15.2.2010, in relazione alla localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti elettronucleari». Il risultato del referendum ha così revocato la temporanea sospensione dei provvedimenti per la localizzazione e realizzazione degli impianti nucleari. Il risultato del referendum imporrebbe che si proceda speditamente e senza alcuna sospensione, alla localizzazione e realizzazione degli impianti nucleari. Ma siamo nella Repubblica delle Banane. Ove c’è una Costituzione che, prevedendo un quorum per le consultazioni referendarie, riconosce, solo per esse, il diritto di non andare a votare, il Presidente della Repubblica delle Banane invita i cittadini a compiere il loro dovere andando a votare. Così come, nella Repubblica delle Banane è possibile, senza che alcuno dica nulla, che vi siano supermercati che offrono pacchi di pasta gratis e cinematografi che offrono il biglietto d’ingresso gratis a chi mostra la scheda elettorale timbrata. Ove vi sarebbe l’obbligo del silenzio nelle ore immediatamente precedenti e nelle ore durante le elezioni, nella Repubblica delle Banane, in quelle stesse ore, si svolgono copiose manifestazioni, nelle città e sulle spiagge, per la partecipazione al voto e per esprimerlo in un modo preciso. E sulle spiagge della Repubblica delle Banane sono concesse gratuitamente le sdraio a chi mostra la scheda elettorale timbrata. Un pacco di pasta, il biglietto del cinema, una sdraio, è il prezzo dei cittadini della Repubblica delle Banane.

martedì 14 giugno 2011

CONSIDERAZIONI SUL MASTERPLAN LUGO 2011


Considerazioni sul Masterplan Lugo 2011Questo Masterplan ci sembra rappresenti l’ennesima occasione in cui esibire una progettualità tanto altisonante quanto utopica e irrealizzabile. La storia dei sogni rimasti nel cassetto è cominciata, infatti, già nel 2001, con gli studi di fattibilità sul recupero del Pavaglione, affidati all’architetto Cervellati, al cui quadro di pianificazione (celebrato dalla giunta Roi e ben presto relegato nell’oblio) si è sovrapposto, qualche anno più tardi, lo studio, puntualmente disatteso dalla realtà dei fatti, degli architetti Stanghellini e Tampieri che, soltanto per il recupero del Pavaglione, hanno ipotizzato un investimento di 12 milioni di euro. Diverse le professionalità coinvolte, diverse le amministrazioni… ma identico il risultato: tutto sembra finito nel nulla… Sogni, progetti e… denaro pubblico.

Ed ora, a soli tre anni dall’ultimo lavoro, con un’improvvisa accelerazione, ecco spuntare l’operazione Masterplan, uno strumento informale di governance dello scenario urbanistico lughese, destinato ad integrarsi con gli strumenti normativi e formali del PSC, del RUE e dei futuribili POC.

Le idee messe in campo da questo decantato progetto condiviso, gestito dalla società torinese “Avventura Urbana”, per la cifra di 128.000 euro, sono tante, anche se molte, in verità, sembrano ripescate da un repertorio rispolverato e riadattato alle circostanze. Il denaro da investire nella realizzazione delle 54 azioni, volte a concretizzare le 5 linee strategiche e i 18 obiettivi (di cui ha parlato il relatore) è davvero tanto, e se “la storia è maestra di vita”, è dunque lecito porsi seri dubbi sulla fattibilità dei tanti progetti ipotizzati che coinvolgono edifici pubblici e privati di Lugo 1 (centro) e Lugo 2 (parte sud della città).


ECCO QUANTO CI COSTANO LE FAVOLE AMBIENTALISTE





PER RENDERE EFFICIENTI LE RETI IDRICHE I COMUNI AUMENTERANNO LE TASSE. E GLI INCENTIVI ALLE ENERGIE “PULITE” CI COSTERANNO CENTO MILIONI IN 20 ANNI.
La pubblicità di oggi in Francia

Di Nicola Porro. E adesso questo benedetto referendum ce lo paghiamo. Le folle festanti che gioi­scono per l’acqua pubblica e l’energia finalmente verde hanno inconsapevolmente scelto per tutti noi: più tasse. Non penseranno mica che il conto sia gratis. Destra e sini­stra qua c’entrano poco: Zaia, il governatore veneto, co­me Bonelli, il leader verde, pa­ri sono. «Il buon senso c’era, ma se ne è stato nascosto per paura del senso comune»; è l’atteggiamento bipartisan che in molti hanno avuto. Il trucchetto grazie al quale i costi della scellerata scelta sono stati nascosti sotto il tappeto si chiama illusione finanziaria, come la definì un grandissimo economista italiano di inizio Novecento, Amilcare Puviani. Semplificando, si tratta di quella trappola che tendono con abilità i politici quando un costo per la collettività - invece di cancellarlo - lo spostano in un anfratto ben poco visibile. Il referendum appena passato sull’acqua è un caso di scuola. Vediamo. I nostri tubi perdono come un colapasta: più si scende e peggio è. Nei prossimi trent’anni sarà necessario investire 60miliardi di euro per ridurre decisamente le perdite. Da oggi in poi il costo di questi investimenti non sarà più possibile comprenderlo nelle tariffe dell’acqua stessa.

Ma siccome Babbo Natale da queste parti non si è fatto vedere, da qualche parte questi quattrini toccherà tirarli fuori. La procedura è semplice: con le tariffe ci paghiamo, se va bene, la gestione ordinaria dell’acqua e gli investimenti verranno invece scaricati nelle casse comunali. Et voilà l’illusione è fatta: il coniglio è uscito fuori dal cappello. Poi però non lamentiamoci quando i nostri amministratori locali alzeranno al massimo l’Irap e l’addizionale Irpef (lo ha appena fatto Nichi Vendola in Puglia). Sarà interessante assistere tra qualche anno ai favolosi vincitori referendari quando in piazza sfileranno per la riduzione della pressione fiscale arrivata ormai a livelli insopportabili o quando urleranno contro i tagli dello Stato centrale, che ovviamente non ha alcuna intenzione di coprire a piè di lista i costi dei propri enti locali. Certo un’alternativa c’è. Non fare investimenti e piano piano aumentare le tariffe locali. Esattamente quanto è avvenuto fino ad oggi. Chissà perché nessuno ha messo in rilievo come quest’anno le tariffe dell’acqua siano aumentate del 10 per cento, contro un’inflazione del 2,5 per cento? E anche sugli investimenti basta fare come si è fatto sino ad oggi: cioè poco o nulla. Disperdiamo il 40 per cento dell’acqua e un italiano su tre si trova in zone non trattate da depuratori. Continuiamo così: tutti felici. I cittadini festanti votano per la loro condanna fiscale e i politici altrettanto festanti brindano per il mantenimento delle loro 24mila poltrone nei consigli di amministrazione delle società pubbliche locali

lunedì 13 giugno 2011

REFERENDUM, AFFLUENZA AL 57% RISULTATO NETTO ORA IL CENTRODESTRA DEVE AVERE IL CORAGGIO E URGENZA DI ANDARE AVANTI CON LE RIFORME!

DAI FINIANI A VELTRONI, L’OPPOSIZIONE FESTEGGIA E CHIEDE LE DIMISSIONI DI BERLUSCONI
Il risultato è netto ed è incontestabile. Forse nemmeno i promotori del referendum osavano sperare in un'affluenza superiore al 57% e ora possono festeggiare l’approvazione dei 4 referendum con maggioranze plebiscitarie.  I partiti di centrodestra non si sono impegnati nella campagna elettorale lasciando di fatto libertà di voto. Formalmente non possono essere associati alla sconfitta, ma nella realtà dei fatti sì. Questo è stato anche – e forse soprattutto – un voto che la sinistra ha strumentalizzato contro il governo, sull’onda dei risultati delle amministrative, mostrando evidente ipocrisia e notevole cinismo (perchè su almeno 3 dei 4 quesiti il Pd fino a poche settimane era favorevole alle leggi che ora gli elettori hanno abrogato), ma con indiscutibile efficacia politica. Ora si annunciano settimane difficili per la coalizione, che si trova in una situazione di oggettiva e soprendente debolezza. Berlusconi vive il momento meno felice della sua lunga carriera politica e per la prima volta sembra aver smarrito la capacità di essere in sintonia con i suoi elettori; ma Bossi pare persino più in difficoltà. La Lega non è più credibile come forza di fronda e di protesta, ma non risulta convincente nemmeno come forza di governo. Sembra aver smarrito la sua identità e questo spiega il nervosismo del suo vertice.

Nei prossimi giorni sono in calendario il 16 la sentenza sul Lodo Mondadori, il 19 l’adunata leghista a Pontida, il 22 il voto alla Camera. Passaggi insidiosi di cui la sinistra tenterà di approfittare, magari con la complicità dei Responsabili. Il governo riuscirà a resistere? Forse sì perché in questo momento né la Lega né il Pdl hanno interesse ad affrontare una crisi da una posizione di debolezza e senza avere un’idea del dopo. Di certo, però, non possono accontentarsi di misure tampone. Gli italiani, che restano in maggioranza moderati e conservatori, non si riconoscono in Vendola, Di Pietro e nemmeno in Bersani, ma al contempo non sono soddisfatti di come il centrodestra ha gestito il Paese negli ultimi anni. Gli italiani chiedono fatti. E il Pdl e Lega con i fatti devono rispondere, recuperando una capacità comunicativa che oggi appare compromessa ed elaborando un progetto ambizioso, identitario imperniato su poche, nette, condivisibili riforme. Insomma, abbinando immagine e sostanza. Auguri di buon lavoro Presidente Berlusconi

AFFLUENZA ALLE URNE PROVINCIA DI RAVENNA

PERCENTUALE PIU ALTA ALFONSINE, PIU BASSA CASOLA VALSENIO

sabato 11 giugno 2011

GUARDA UN PO’ A MILANO L’ACQUA COSTA 115, 36 EURO L’ANNO MENTRE A RAVENNA 414,70 EURO

Per queste ragioni l’indicazione che noi diamo agli elettori che si riconoscono nel Popolo della Libertà è quella di rigettare le proposte conservatrici dei referendari non partecipando al voto per invalidare alla radice una consultazione strumentale e sbagliata.

Federconsumatori ha presentato l’indagine nazionale sui servizi e le tariffe idriche. Dai dati riferiti alle 93 città campione emerge che nel 2010, per un consumo annuo pari a 200 m3 (ovvero il consumo medio di una famiglia tipo) si è pagato mediamente 310,99 euro l’anno. La città in cui l’acqua risulta più economica è Milano, con una bolletta annua di 115,36, la più cara, invece, è Firenze dove per la stessa quantità di acqua si spendono 478,05 euro. Anche a Ravenna, tuttavia, l’acqua è piuttosto salata. Sempre prendendo a riferimento i consumi di una famiglia tipo (200 m3), il capoluogo si piazza al 17° posto nazionale, guadagnando la testa della classifica regionale. La bolletta media annuale in quel di Ravenna è - secondo le rilevazioni di Federconsumatori - pari a 414,70 euro (2,07 euro al m3). Al totale della bolletta concorrono 5 diverse componenti: la quota fissa, il costo del servizio acquedottistico; il costo del servizio di fognatura, il costo del servizio di depurazione e l’IVA (pari al 10% dell’imponibile). A Ravenna, come nella maggior parte delle città emiliano-romagnole, il peso del servizio acquedottistico è superiore al 50% del costo totale. Su di una bolletta media annuale di 414,70 euro a Ravenna abbiamo questi singoli costi dei servizi: 10,55 euro di quota fissa, 240, 28 per l’acquedotto, 30,91 per la fognatura, 95,28 di depurazione e 37,70 di Iva. La bolletta media del 2010 a livello nazionale si è rivelata più cara, rispetto al 2009, del + 6,85%. A Ravenna, tuttavia, l’incremento è stato superiore alla media toccando il 7,74% (peggio hanno fatto Cesena e Forlì con l’11,75%, Parma +10,25% e Bologna +7,83%). Per consumi annui pari a 100 metri cubi (quello di un single o di una coppia di pensionati con consumo moderato) la bolletta media nazionale è di 137,07 euro l’anno. In questa classifica Ravenna si piazza al 22° posto con una tariffa media di 165,39 euro (1,65 al m3) facendo meglio di Parma e di Forlì-Cesena (178,98 euro di bolletta media annuale).

L’indicazione che noi diamo agli elettori che si riconoscono nel Popolo della Libertà è quella di rigettare le proposte conservatrici dei referendari non partecipando al voto per invalidare alla radice una consultazione strumentale e sbagliata.

venerdì 10 giugno 2011

SILVIO BERLUSCONI E MARIASTELLA GELMINI: NON VOTEREMO AL REFERENDUM”

COME BOSSI, BRUNETTA, GIOVANARDI, LUPI, ECC.

ROMA / Silvio Berlusconi non andrà a votare al referendum di domenica 12 e lunedì 13. Il Presidente del Consiglio ha dichiarato questo pomeriggio la sua intenzione a non presentarsi alle urne per votare i quesiti relativi al nucleare, all’acqua pubblica e al legittimo impedimento. “Referendum? Non penso andrò a votare”, ha dichiarato Silvio Berlusconi, dopo che, nei giorni scorsi, aveva liquidato i 4 quesiti come “inutili”.“E’ diritto dei cittadini decidere se votare o meno per il referendum” aggiunge il Cavaliere. Come Berlusconi, anche il ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini ha palesato la stessa intenzione: “Non andrò a votare perché ritengo i quesiti inutili”. Il ministro ha dichiarato durante la conferenza stampa a palazzo Chigi: “i quesiti servono solo alla sinistra per mettere in difficoltà il governo in carica, per ostacolare ancora una volta le riforme del presidente Berlusconi e non servono al paese”.

IL TERRORISTA CHE PIACE AI CATTIVI MAESTRI

Cesare Battisti, dunque, non sconterà i suoi ergastoli da assassino in Italia né in alcun’altra parte del mondo. Il Brasile nelle sue supreme istanze, prima quella politica poi quella giudiziaria, ha confermato che non darà l’estradizione per questo terrorista mai pentito. Sarà il caso di pensare un momento ai soggetti di questa vicenda. Lasciamo perdere Battisti, la cui foto con il sorriso sfottente sulle labbra è un manifesto dell’odio impunito, interessiamoci di chi lo tutela e lo ha tutelato. 1) I cattivi maestri italiani e francesi. Gli intellettuali di rango per anni hanno guardato con sommo apprezzamento alla colonia di latitanti brigatisti e simili traslocati a Parigi. Per decenni abbiamo letto e visto servizi giornalistici che ritraevano i vari Scalzone e Toni Negri (l’unico che alla fine si è consegnato in Italia) come veri e propri guru. Pietrostefani, condannato per l’omicidio Calabresi, è riparato di là dal confine e non è che si sia scatenata una campagna perché pagasse il suo debito con la giustizia. Questi intellettuali medesimi che minacciano tutte le volte di volersi esiliare dall’Italia berlusconiana, hanno sempre trovato magnifico l’ambiente parigino che consentiva questa dittatura dell’impunità assassina. 2) I politici di sinistra di tutte le parti del mondo alla fine obbediscono al riflesso condizionato teorizzato da Lenin: mai nemici a sinistra. Ingraziarseli. Dimostrare che una volta al potere garantiscono comunque la creazione di un porto franco per qualsiasi compagno che sbaglia. Il caso di Lula è lampante. Nessuna persona onesta intellettualmente può ritenere giusto che le vittime di efferati delitti, dinanzi a prove indiscutibili, non ottengano giustizia. Eppure si è preferito trattare l’Italia che si è opposta con successo, e senza violazione di diritti umani, alle bande terroristiche come un Paese che non rispetta le prerogative degli imputati (di sinistra, ovvio).

giovedì 9 giugno 2011

POVERA ITALIA: LIBERIZZANO I FARMACI ALLE COOP MA L’ACQUA NO!

MEMORIA CORTA SUI REFERENDUM LA MEMORIA DI UN CITTADINO

Per commentare il discorso sul referendum dell'acqua e delle pagliacciate di Bersani & c,quello che mi lascia perplesso non sono i loro attacchi pregiudiziali e preconcettuosi, demagogici alla destra, i politici fanno il loro mestieri, ma l'ignoranza e la mancanza di coerenza degli stessi elettori e sostenitori del PD. Ricordo bene la campagna liberalizzatrice sui farmaci (solo alle coop, già pronte prima della legge), è sotto gli occhi di tutti la gestione della res pubblica (della Hera e altri) da società pubbliche/private rette da politici (di sinistra) e tutto il resto che può immaginare faccia parte del mio bagaglio culturale non proprio filo staliniano,ma non capisco come gli elettori di sinistra possano conciliare e non vedere le contraddizioni interne del partito che sostengono. Tanto per fare un esempio:.. i farmaci si possono liberalizzare, l'acqua no! Credo non sappia che a Pesaro, città in cui vivo, negli anni 90 ci fu un referendum su un parco (la destra voleva fosse lasciato naturale, la sinistra, sempre per l'ambiente, chiedeva fosse trasformato in parco e una parte data come terreno edificabile, sic!) e la sinistra allora fece di tutto per non mandare a votare i cittadini (il quorum non fu raggiunto, e ora c'è un bel parco costruito secondo i criteri di architetti rossi, una bella casa del mezzopopolo, e tanti bei condomini vicino)... ma sti caproni dei miei concittadini che vanno dietro ai loro discorsi sul dovere del cittadino a votare (come ultimamente dice anche Napolitano, che si dimentica che anche in Ungheria nel 56 volevano votare, e forse vorrebbero anche in Cina e a Cuba) non si ricordano di quel referendum? Pensiamo se fosse successo a Berlusconi, quanti ANNIZERI e quante telesate, santorate, ienate, ballarate, travagliate...mah...

mercoledì 8 giugno 2011

REFERENDUM 2011: NESSUNA INDICAZIONI DEL PDL

UN VOTO ANTIDEMOCRATICO, ECCO LE PROVE, UN MOTIVO PER NON ANDARE A VOTARE


Nessuna indicazione dal Pdl in merito ai quesiti referendari del 12 e del 13 giugno. Anche se, ovviamente, il parere non può che essere negativo (non a caso si tratta di quesiti contro leggi approvate dal governo di cui il Pdl è il partito di maggioranza), il Popolo della Libertà lascerà che i propri elettori votino senza condizionamenti. «Il governo rispetterà il volere dei cittadini», ha dichiarato il premier Silvio Berlusconi. «Non daremo nessuna indicazione ai nostri sostenitori che avranno anzi libertà di scelta anche se questi referendum nascono da iniziative demagogiche», ha aggiunto. Entrando nello specifico, ha precisato che «il quesito sull'acqua è del tutto fuorviante perché non è vero che la legge che si vuole abrogare voglia privatizzarla ma solo porre fine a sprechi». Sul nucleare, invece, «le norme sulla localizzazione delle centrali sono state già abrogate e quindi si chiede ai cittadini di votare sul nulla». Anche qui «ci asteniamo – ha detto - dal prendere posizione e ci adegueremo alla volontà dei cittadini». Il voto, qualunque dovesse essere l’esito, «non avrà nulla a che vedere sul governo». Secondo il senatore del Pdl, Lucio Malan, «Va ricordato che entro i 200 km dai nostri confini funzionano 50 centrali nucleari, e che oggi più che mai c’e’ bisogno di una strategia energetica», mentre Giorgio Stracquadanio è convinto che «la decisione della Corte di Cassazione (che ha dato l’ok al quesito sul nucleare, nonostante la sospensione delle norme relative) avrà come unico effetto quello di lasciare un vuoto normativo nella costruzione del futuro energetico del nostro Paese». ».Sulla posizione pidiellina in merito ai quesiti è intervenuto anche il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi, sottolineando che, comunque vada, il Pdl non farà l’errore della amministrative, quello di caricare il voto di significato politico. «Sulla questione dell'energia nucleare il Pdl ha deciso per la libertà di voto. Comunque riteniamo sia meglio non affrontare una materia di questa delicatezza tramite il referendum».

POVERA ITALIA: SI BARATTA LA SPALLATA COL FUTURO ITALIANO

NICOLA ROSSI –PD- SUL SOLE 24 ORE PARLA DEI REFERENDUM

Nicola Rossi, caso unico nella storia, senatore dimissionario del Pd, (ma il Senato respinse le dimissioni), conosciuto un tempo come “l’economista di D’Alema”, sul referendum parla chiaro: un errore appoggiarli: «Sotto questi sì ai referendum il Pd fauno scambio di piccolo cabotaggio: baratta un risultato politico di oggi - la spallata a Berlusconi - contro un obiettivo futuro di crescita del Paese».

Una decisione, quella del Pd che conferma la sua ipotesi: «sono stati riformisti per tattica». Nessuna contraddizione, spiega, con le famose lenzuolate di Bersani: «le scelte della fine degli anni`9o a favore di liberalizzazioni e privatizzazioni furono tattiche. Non a caso, si parlò di riformismo dall`alto perché la sinistra non fece nulla per alimentare quella che era una svolta culturale profonda né per spiegarne le ragioni e creare consenso in una base che era ostile». Il riferimento agli anni ’90, secondo Rossi, è obbligatorio. Perché allora si parlava di «cose serie», «di energia, di gas». Nella seconda fase, «si passò ai farmacisti e taxisti. Ma così le liberalizzazioni sono diventate un modo per differenziare l`elettorato: colpire quello di centro-destra e tutelare l`altro». Sui quesiti sull’acqua, poi, Rossi non ha dubbi. Rappresentano «la fine del processo di liberalizzazione, un altolà al mercato». Al contempo, mostrano la vera natura del Pd, che si mostra «coerentemente socialdemocratico».  Si tratta di un problema enorme perché «se siamo cresciuti poco in questi ultimi 15 anni molto è dovuto all`assenza di liberalizzazioni e di mercato» e i referendum spingono proprio in questa direzione. La questione sulla privatizzazione dell’acqua, inoltre, è fuorviante. «non c`è scritto da nessuna parte. Un conto è la proprietà un conto è la gestione». Nessuno, inoltre, «ha spiegato che la rete idrica è largamente inefficiente al Sud e che tra alcuni anni serviranno investimenti nell`ordine di decine di miliardi». Ovvero, «tasse per i cittadini». Lo scopo del sostegno ai referendum.

martedì 7 giugno 2011

LA RAI “LIBERATA” DA SANTORO

Santoro lascia la Rai senza attendere la sentenza della Cassazione: il programma non sarà inserito nel palinsesto autunnale di Rai2. Da settimane si parla di portare Annozero su La7. Ma Mentana prima frena, poi nel suo tg fa sapere che l'accordo è vicino. Vauro pronto a seguirlo. L'intellighenzia di sinistra subito all'attacco. Travaglio accusa: "La tv pubblica ha coronato il suo sogno". E l'Annunziata invita tutti i giornalisti a dissentire. Ma non è stata una separazione consensuale?

ALCUNE RIFLESSIONI

Finalmente, senza Santoro, c'è la speranza di avere meno conformismo in TV. Auspichiamo che facciano le valige, per solidarietà anche Vauro, Dandini, Annunziata, e tanti altri milionari rossi. Corre voce che Santoro devolverà metà della sua buonuscita RAI ai precari e extracomunitari per i quali con Annozero si è sempre tanto battuto.’Santoro ha forse fiutato o capito che col seguito dei Sinistri al governo di due grandi città, come Milano e Napoli, avrà poco da raccontare e fare servizi giornalistici con i suoi amici, e poi ha fallito il compito, perchè il governo Berlusconi non è crollato, dopo tutti questi casini, quindi meglio tirare a bordo, e cambiare aria, perchè ci sono nubi fitte e nere all'orizzonte della sinistra italiana. La sinistra poteva e potrà vincere solo su spallata con dimissioni del governo, cosa impossibile, l'ultima spallata se la giocheranno al Referendum, che comunque andrà non sortirà gli effetti sperati dall'opposizione, i cui attori principali nei prossimi due anni, offriranno comiche indimenticabili al popolo italiano, e tutto a gratis.

venerdì 3 giugno 2011

IL PDL DEVE DIMOSTRARE LA PROPRIA CAPACITA’ DI TRASFORMARE LA SOCIETA’ ITALIANA

QUESTE LE STORTURE GENERATE DA UNA CULTURA DI GOVERNO CENTRALISTA E INEFFICIENTE.

giovedì 2 giugno 2011

TERREMERSE LA REGIONE AVEVA CONCESSO UN MILIONE ALLA COOP DEL FRATELLO DEL GOVERNATORE: FINE LAVORI, MA SENZA CANTINA

GIANNI ERRANI CERTIFICO’ CHE ERA ULTIMATA LE FOTO DICONO DI NO

I documenti e le date inerenti la costruzione della cantina ad Imola in Via Bicocca da parte della Cooperativa Terremerse non tornano, lo abbiamo sempre sostenuto studiando con cura tutto l’incartamento, se si configurano poi delle fattispecie di reato questo spetta alla magistratura verificarlo. Alla luce però anche delle recenti notizie riguardanti il caso ciò che ci preoccupa ulteriormente è il fatto che su quell’impianto, come sostenuto dal sottosegretario regionale alla Presidenza della Regione Emilia-Romagna Alfredo Bertelli in Consiglio regionale, è stato eseguito un controllo da parte di AGREA, l’agenzia regionale per le Erogazioni in Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, organismo Pagatore Regionale, riconosciuto dall’Unione Europea, che ha competenza relativamente all’erogazione di aiuti, contributi e premi previsti da disposizioni comunitarie, nazionali e regionali a favore degli operatori del settore agricolo.

Ci sembra anche che con il passare del tempo le versioni ufficiali che si sono susseguite sul caso, e prendiamo spunto proprio da quanto sostenuto nel caso della certificazione di AGREA, si modifichino per aggiustare ogni volta il tiro su un gran pasticcio: questo l’intervento del Sottosegretario Berteli del 24 novembre 2009: - Una curiosità che val la pena conoscere, anche per stemperare il clima artatamente strumentale che in queste settimane si è alimentato, è che all'interno degli iter dei finanziamenti dei fondi comunitari la stessa Commissione Europea chiede l'attivazione dei controlli a campione (previsto all'art. 58 del Regolamento della Commissione Europea). Ora, si dà il caso che proprio per quanto riguarda i finanziamenti del Programma di sviluppo rurale, in particolare di questa tranche, è stato attivato, attraverso sorteggio, il meccanismo del controllo richiesto dalla Commissione. Tra i progetti estratti per il controllo c'era anche quello di Terremerse , controllato su mandato dell'organismo deputato alla liquidazione del contributo con un procedimento che è agli atti e che testimonia il pieno rispetto della legittimità degli atti e delle procedure.- Questo invece quanto riportato sul sito della Regione nell’archivio notizie in data 24 agosto 2010: - Il verbale dei tecnici di AGREA, che viene citato in diversi articoli di stampa, è riferito a controlli a campione finalizzati a verificare il rispetto delle normative ambientali da parte dei soggetti beneficiari di contributi comunitari. I tecnici accertatori si sono limitati a constatare una condizione di fatto che non ha influito sull’esito positivo della verifica. - L’altro aspetto curioso è che risultano dagli incartamenti le bolle di consegna di alcuni materiali che stando alle foto che ritraggono lo stabilimento nel marzo 2007 non vi sono più o non vi sarebbero mai stati. Gianguido Bazzoni consigliere Regionmale PDL

mercoledì 1 giugno 2011

NIKI VENDOLA ORA E’ CAMBIATO IL VENTO: ORA PIU’ TASSE PER TUTTI.

IN PUGLIA NEL SISTEMA SANITARIO. VENDOLA AUMENTA L’IRPEF PER TUTTI PURE AI MENO ABBIENTI- LUNEDI GIURAVA: E’ UNA NUOVA ERA. ECCOLA


E ‘cambiato il vento. E' cambiato davvero, gridava lunedì dal palco improvvisato in piazza Duomo Nichi Vendola. Il leader di Sinistra e Libertà arringa la folla e prepara la sua scalata ai vertici del Partito Democratico. E quindi l'attacco a Palazzo Chigi. Perché quel vento che cambia è carne e ossa, ed è proprio Nichi Vendola. Oggi, però, il suo feudo è solo e soltanto la Regione Puglia. E' in Puglia che Vendola decide, e dalla Puglia arriva un chiaro avviso su che cosa possa significare Vendola al governo: tasse più alte. Da oggi, martedì 31 maggio e per tutto il 2011, la Regione aumenta l'addizionale regionale sull'Irpef: ecco la ricetta di Nichi. SANITA' FA ACQUA - Nichi spiega che la manovra servirà a colmare la parte non coperta dal disavanzo sanitario maturato nel 2010, che tradotto significa: la sanità pugliese fa acqua da tutte le parti e per metterci una pezza si ficcano le mani nelle tasche dei contribuenti. Così Nichi prende la penna e firma il decreto: con la massima urgenza, perché deve essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale entro il 31 maggio. Pena, altre sanzioni. SINDACATI CONTRO NICHI - Anche i sindacati hanno fatto la guerra al buon Vendola, e così le sigle hanno ottenuto che il provvedimento venga modulato in modo tale che l'aggressività fiscale non morda le tasche dei meno abbienti. O che quantomeno dia loro un po' di tregua. Parlano però le cifre: l'aumento dell'Irpef sarà dello 0,30% per i redditi che non superano 28mila euro, dello 0,50% per chi invece guadagna di più. Ma considerando pure la base ordinaria dello 0,90 prevista dalle norme statali, complessivamente, l'Irpef arriva all'1,20% per i redditi fino a 28mila euro e all'1,40% per quelli superiori. 'NIET' AI PIU' POVERI - I sindacati chiedevano l'esenzione totale delle fasce di reddito più basse, ma Nichi - l'uomo del popolo - ha detto di no. Niet. "Aumentare l'Irpef solo sulle fasce più alte non avrebbe consentito di colmare la parte non coperta dal disavanzo sanitario", hanno spiegato gli assessori al Bilancio, alla Salute e al Programma della Regione Puglia. Quindi anche i più poveri dovranno contribuire a coprire quello che in politichese si chiama "disavanzo sanitario" e che in parole povere si chiama "buco in bilancio". Il "disavanzo" da coprire ammonta a 93,6 milioni, ai quali se ne aggiungono altri 8,4 a scopo prudenziale: un totale di 102 milioni (la cifra totale arriva a 335,5 milioni).