venerdì 30 settembre 2011

IL 31 OTTOBRE SCADE L’ISCRIZIONE AL PDL. RICORDATI DI ADERIRE, LA QUOTA E’ DI 10 EURO

CLICCA SULLA FOTO PER VEDERE IL VIDEO


CLICCA PER ISCRIZIONE ON LINE:


http://adesioneonline.ilpopolodellaliberta.it/

OPPURE CONTATTA VINCENZO GALASSINI

3474309838
v.galassini@gmail.com

I RIFIUTI DI NAPOLI, L’UE METTE IN MORA L’ITALIA.

DE MAGISTRIS SI CONCENTRA SULLE BICI.
PRESIDENTE BERLUSCONI PAGHI DE MAGISTRIS NON GLI ITALIANI!


Come aveva già minacciato di fare, alla fine la Commissione europea ha deciso di avviare una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per la questione dei rifiuti in Campania. Il commissario all’Ambiente Janez Potocnik ha deciso di inviare all’Italia una lettera di notifica formale, ricordandole l’obbligo di rispettare una sentenza della Corte Ue di Giustizia del 2010. Se l’Italia non si adeguerà, la Commissione di Bruxelles potrebbe portare il caso di nuovo davanti alla Corte e chiedere che venga comminata una multa. Secondo Bruxelles "la crisi dei rifiuti a Napoli e nelle aree circostanti costituiscono una preoccupazione particolare, in quanto hanno già messo a rischio la salute umana e l’ambiente" da diversi anni. Nel 2008 era già arrivato un primo richiamo dall’Ue che aveva dettato un cronoprogramma per scongiurare la lettera di messa in mora che è il passo immediatamente precedente al deferimento alla Corte di giustizia e infine alla multa. Trovare soluzioni efficaci. Inoltre, continua la Commissione, "nonostante alcuni miglioramenti dalla sentenza della Corte Ue del 2010, la regione Campania manca ancora di una rete di installazioni per la gestione dei rifiuti" ed "esistono problemi ricorrenti con la raccolta e lo smaltimenti dei rifiuti a Napoli e in diversi altri Comuni della Campania". La Commissione europea preme sull’Italia affinché trovi soluzioni efficaci a breve e lungo termine per la gestione dei rifiuti in Campania, regione che su questo fronte è stata al centro di ripetute crisi. Le emergenze rifiuti verificatesi a Napoli e nelle zone circostanti destano non poche preoccupazioni in quanto ormai da vari anni stanno mettendo in pericolo la salute umana e l’ambiente.

TAGLI AGLI OSPEDALI, MA L’USL DI CESENA SPENDE 500.000 EURO PER UNA STAMPANTE

L’AZIENDA SANITARIA CONFERMA IL NOLEGGIO DELL’APPARECCHIO E IL PREZZO AL QUALE VA AGGIUNTA L’IVA, MA PARLA DI BUON INVESTIMENTO. IL CASO PORTATO IN CONSIGLIO REGIONALE DAL PDL



Il governatore Vasco Errani si lamenta dei tagli del Governo? Peccato che per la sanità a Cesena si spenda mezzo milione di euro solo per una fotocopiatrice e stampante a colori, senza bando. Possibile? Pare proprio di sì, dato che l’Ausl – che ha un deficit di quasi nove milioni di euro – conferma tutto e parla di “buon investimento”. La denuncia del “caso stampante” arriva dal consigliere regionale del Pdl forlivese-cesenate, Luca Bartolini, che così fa approdare il curioso caso tra gli uffici regionali di viale Aldo Moro.“Si vuol chiudere l’ospedale di Mercato Saraceno, si ridimensiona quello di Cesenatico, i servizi sanitari in periferia sono a rischio e al nosocomio Bufalini non accennano a diminuire le liste d’attesa. Eppure l’Ausl di Cesena spende la bellezza di mezzo milione di euro per una fotocopiatrice a colori”, evidenzia il consigliere. Ecco i dettagli sulla mega stampante: durante il mese di agosto c’è stata una procedura negoziata, cioè senza nessun bando pubblico, con cui l’Ausl ha raggiunto un accordo con una nota azienda per la fornitura in noleggio di un nuovo sistema di stampa a colori. Il contratto, che è partito questo mese, sarà valido fino al 2017 e avrà un costo vicino al mezzo milione di euro: per l’esattezza 468.640 euro più Iva. “Il nuovo strumento in dotazione al Centro stampa dell’Ausl di Cesena- attacca il consigliere regionale – ha un costo notevole, in un periodo in cui le stampe

IL PDL INIZIATIVA A FAENZA IL 21 OTTOBRE CON L’ON.LE ROBERTO ROSSO SOTTOSEGRETARIO ALL’AGRICOLTURA

giovedì 29 settembre 2011

BASTA ALLA CACCIA ALL’UOMO CON USO DELLA GIUSTIZIA COME ASCIA DI GUERRA POLITICA

IL PDL PRONTO A REAGIRE IN TUTTA ITALIA

"I giornali di oggi registrano le ultime mosse del campionato dei ’bounty killer’: la magistratura di Napoli e’ in gara con quella di Milano per avere lo scalpo del presidente Berlusconi. Lo aveva previsto Cossiga gia’ nell’estate del 2008". Lo ha affermato Renato Farina, parlamentare del Pdl. "Quel che Cossiga non aveva profetizzato e’ la bassezza delle menzogne distillate dai giudici del Riesame di Napoli che gonfiano quelle già prodotte dai pm locali. Fino a quando sarà consentita questa caccia all’uomo con uso della giustizia come ascia di guerra politica?"

PILLOLE


di Vincenzo Galassini

BUON COMPLEANNO PRESIDENTE!

“Dario Franceschini – 26 Settembre 2011 Ormai va bene tutto, basta che Berlusconi se ne vada. Meglio di così anche un governo Pdl ma senza Silvio. Ogni giorno di Berlusconi al governo costa miliardi di euro”

Che grande politica! Che ragionamento elevato! Che eccezionale alternativa offre la sinistra! Che idee che programma! Franceschini rileva completamente e definitivamente la strategia sinistrata: qualsiasi cosa ma via Silvio!.

Auguri Presidente Berlusconi per il suo compleanno, arriverà alla fine della legislatura del 2013 e auspico possa continuare, altri cinque anni, per difenderci da questi “comunisti…”. Grazie e auguri!

MA L’OPPOSIZIONE FA IL MALE DEL PAESE

NON C’E’ UNA PROPOSTA, FANNO PROPAGANDA NEGATIVA SULL’ITALIA

Ieri le borse sono andate bene. Quella di Milano benissimo. I giornali – tutti – riconoscono che le misure europee, nel cui contesto si situa pienamente la manovra italiana, hanno generato una grande fiducia nei mercati che si è riflessa dovunque. Lo spread è sceso a 326. Tutto questo proprio mentre gli attacchi al presidente Berlusconi aumentavano di volume. Vediamo – digitando su Google news, le ultime dichiarazione dei leader dell’opposizione, per vedere come si accordano con gli eventi reali. Pierluigi Bersani, segretario Partito democratico, 1- “Ogni giorno che passa siamo messi peggio. Il problema è che di manovra in manovra stiamo scivolando sempre più giù. Siamo su un fronte esposto, non so quello che accadrà domani, so solo che c'è una drammatica sottovalutazione della situazione". Bersani, 2 – “Non c’è il diluvio dopo Berlusconi, adesso c’è il diluvio!”. Pierferdinando Casini, presidente Unione di Centro: «Noi nella maggioranza? Prima via Berlusconi.Il Premier è il responsabile degli errori di Tremonti. Legge elettorale? Non abbiamo tempo per queste buffonate. Fiducia a Romano? L'unico che conosco è Prodi...» Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori: “E' inutile sperare che il dittatorello asserragliato nel bunker si fermi qui. Bisogna fermarlo, e c'è un modo solo. Che i cittadini, civilmente e pacificamente, ma con determinazione, si facciano sentire in tutti i modi possibili. Fino a che la loro voce non troverà ascolto anche nell'unica sede che può dire basta a questo scempio, la presidenza della Repubblica''.

Che cosa si può notare?

- Non c’è una proposta, neanche mezza, che non ripeta la tiritera che tutto va male, malissimo, che Berlusconi deve andarsene.

- Fanno propaganda negativa sull’Italia. Se i mercati li prendessero sul serio, ieri sarebbe dovuta crollare la Borsa e lo spread salire a 500.

- La crisi non è determinata da Berlusconi o dal nostro governo, e neanche dallo stato della nostra economia, ma dagli attacchi speculativi e dalle incertezze (speriamo passate) delle politiche econo-miche europee.

- Forse sarebbe il caso che i tre moschettieri dell’opposizione facessero un passo indietro. O magari in avanti, cercando di offrire un contributo costruttivo in una fase drammatica per tutto il mondo occidentale e non solo.

MARIO ADINOLFI ESCE DAL PD E SBATTE LA PORTA. L’ACCUSA A BERSANI: “SIETE DIVENTATI COM IL PDS”

UN’ALTRA FUORIUSCITA DAL PD. L’EX GIORNALISTA CANDIDATO ALLE PRIMARIE.SE NE VA IN POLEMICA CON BERSANI


 
Milano - Il Pd è una nave da cui tutti vogliono scendere, perchè alla deriva. E adesso il nuovo naufrago è Mario Adinolfi. E se a lasciare è un super cattolico come lui vuol dire che per Bersani c'è di che preoccuparsi. In una lettera inviata al segretario Bersani il giornalista ed ex candidato alle primarie per la segreteria del Pd attacca la leadership del partito e restituisce la tessera: "Un Pd così non è una speranza per il paese. Spero che tu te ne renda conto, che tu possa rinunciare dunque all’idea di candi-darti premier, lasciando spazio a una nuova generazione di leader democratici non cooptati". Tutto è cambiato Adinolfi parla con Bersani ma affonda anche sulla stessa natura del partito e pensa di tornare al giornalismo per poter dire ciò che veramente pensa del Pd. "Poichè mi accorgo di non essere d’accordo con la strategia complessiva del partito, poichè ormai mi sembra un partito intriso di confor-mismo conservatore, poichè le ultime scelte (dalla partecipazione alla piazza della Cgil, alla ricetta di politica economica e del lavoro, all’orizzonte politico complessivo indicato dalla tua foto recentissima con Di Pietro e Vendola, con annuncio di posti in lista persino per Diliberto) mi vedono disperatamente contrario, non posso che prendere atto di questa distanza e misurarla con responsabilità. Sono un gior-nalista e mi riprendo completamente quella libertà che un giornalista militante non può avere". Sono come il Pds Adinolfi nella sua lunga lettera accusa il Pd di essere cambiato molto e di essere tornato addirittura come il Pds. "Ho partecipato con entusiasmo all’esperienza fondativa-spiega- del Pd nel 2007 e ho condiviso pienamente la scelta del partito a vocazione maggioritaria che alle elezioni del 2008 ha cambiato il panorama politico italiano ma quel respiro si è accorciato con le primarie del 2009, ora il Pd è ritornato ad essere il Pds: i cattolici più impegnati nella fede sono stati marginalizzati e co-stretti ad andare altrove, stessa sorte per il co-fondatore leader della Margherita". Largo ai giovani e a... Renzi E criticando il Pd Adinolfi strizza l'occhio a Renzi. "Per le giovani generazioni, poi, si è of-ferta la trafila appartenenza-fedeltà-cooptazione come percorso a cui ambire, rovinando completamen-te qualsiasi dinamica di rinnovamento, con la felice eccezione di Matteo Renzi e pochi altri, che si sono affermati avendo contro la quasi totalità dei leader della nomenklatura di partito. Dopo la rapina subita dalla mia generazione io di un politico sessantenne non mi fido più", conclude. Beh se si riferisce a Ber-sani&company come criticarlo...

MOZIONE PER MODIFICARE LA DELIBERA CHE ISTITUISCE I TIKET REGIONALI

PRESENTATA IN COMUNE A FAENZA E IN TUTTI I COMUNI DELLA PROVINCIA DI RAVENNA


La gravissima crisi mondiale costringe tutti gli stati a rivedere le politiche del welfare, soprattutto nei campi dell’assistenza, sanità e previdenza, dove, a fianco di giuste e sacrosante tutele, convivono anche sprechi, disfunzioni e costi da razionalizzare; In questo ambito il Governo ha deciso di chiedere alle Regioni una compartecipazione alle spese per la salute; La Regione E-R, dopo aver proclamato che avrebbe trovato soluzioni alternative, ha deciso di estendere l’applicazione dei ticket, già in vigore per tutte le prestazioni sanitarie, anche alla vendita di farmaci;La Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, con delibera 1190/2011 ha assunto alcune determinazioni per l’applicazione della legge nazionale 15 luglio 2011, n° 111, individuando una fascia di cittadini esente dal ticket e tre fasce con importi differenziati in base al reddito; che per determinare le fasce viene assunto il reddito complessivo familiare, individuando 36.000 euro come limite esente e 70.000 euro e 100.000 euro come ulteriori soglie per tre livelli di ticket; ritenuto che l’utilizzo del reddito famigliare, nella delibera in questione, non sia equa perché fa ricadere i costi della manovra sanitaria prevalentemente sui nuclei familiari “regolari”, dal momento che prevede il cumulo dei redditi dei singoli componenti del nucleo familiare senza tener conto della composizione del nucleo stesso e dei figli o anziani a carico;In questo modo tutti i componenti delle famiglie formate da coppie di fatto e tutte le coppie legalmente separate con i relativi figli, risultano agevolate sia nell’esenzione sia nella progressione del ticket; Una famiglia formalmente costituita e mantenuta rappresenti un atto di grande responsabilità pubblica anche sul piano fiscale e che pertanto a ciò debba corrispondere da parte delle istituzioni un corrispondente riconoscimento sullo stesso piano fiscale del nucleo famigliare, in coerenza con gli artt. 29 e 31 della Costituzione italiana; pertanto impegna il Sindaco e la Giunta: A farsi promotore nei confronti del Presidente e della Giunta della Regione Emilia-Romagna affinché le scelte, di cui alla delibera 1190/2011 della Giunta regionale, siano riviste urgentemente, nella direzione di prevedere una diversa valutazione dei carichi e componenti famigliari, ad esempio prevedendo riduzione o suddivisione del reddito complessivo familiare utilizzando il quoziente familiare o il fattore famiglia, come è nelle possibilità formali ed attuative della Regione in questa materia;Affinché in questo modo venga dato un segnale, con valenza nazionale, di reale equità e lungimiranza, essendo l’opzione qui richiamata di più facile e immediata applicazione rispetto alla pur auspicata introduzione dell’ISEE.

mercoledì 28 settembre 2011

STANDARD AND POOR’S TAGLI AL RATING DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA

BAZZONI E RIDOLFI: CHI DI AGENZIE DI RATING FERISCE DI AGENZIE DI RATING PERISCE. BERSANI NON NE INDOVINA MAI UNA


 
Gianguido Bazzoni: ”dalle parole del Governatore Vasco Errani nessun shock dopo il taglio del rating della Regione Emilia-Romagna, quasi fosse una decisione attesa, copertosi con la solita foglia di fico ovvero il solito scarica barile sul Governo, Errani sostiene che la nostra Regione ha in sé le risorse per ripartire, assolutamente vero se Il buon Errani ed il PD riuscissero a non far danni vedi ad esempio il nostro turismo vittima di vari cambi di marchio promozionale. Fa specie che gli enti locali odierne “vittime di Standard and Poor’s” non abbiano capito, nonostante la batosta presa, che a forza di giocare al massacro di Berlusconi e conseguentemente dell’Italia ci rimangono incastrati anche loro come appunto successo in questo caso”. Continua Rodolfo Ridolfi: “Bersani ora da quel coerente dirigente ex comunista formatosi a Bettola, Bobbio e nella montagna piacentina prima di approdare in Regione Emilia-Romagna e poi a Roma chiederà le immediate dimissioni del Presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani e del Sindaco di Bologna Merola responsabili secondo i parametri ossessivamente ripetuti dal segretario del PD del declassamento degli Enti che amministrano. Oppure applicherà la filosofia comunista “la verità è ciò che conviene al partito” e ignorerà il taglio del rating ed i pesanti giudizi dell’agenzia Standard and Poor’s sulla solvibilità dell’Emilia Romagna e di Bologna magari sostenendo che il modo in cui le finanze del Comune di Bologna e della Regione Emilia-Romagna sono amministrate non ha un peso molto importante. «Oh ragassi, non siamo mica qui a farci prendere in giro da Bersani” che vorrebbe farci credere che i suoi discorsi valgono solo per chiedere le dimissioni di Berlusconi”.

….SI PERO’, CARO ALFANO, INTANTO QUESTI LI BUTTIAMO TUTTI FUORI DAL PDL SENZA SE E SENZA MA.

SE NON HANNO COLPE – E PURTROPPO LO SAPREMO SOLO TRA QUALCHE ANNO GRAZIE ALLA SOLERTE GIUSTIZIA ITALIA

ALEMANNO IMPARI A STARE ZITTO: HA DETTO BASTA CON LE MINETTI, REPLICA: TUA MOGLIE E’ COME LEI

IL SINDACO DI ROMA ATTACCA LA CONSIGLIERA LOMBARDA. MA MANTOVANI: ANCHE ISABELLA RAUTI E’ NEL LISTINO



Alemanno nel listino della Regione Lazio ha messo sua moglie, Isabella Rauti. Per cui stia zitto". Sintetico, chiaro, immediato. Ai microfoni della "Zanzara" su Radio 24, il coordinatore regionale del Pdl della Lombardia, Mario Mantovani attacca il sindaco di Roma che si era lanciato in un "Mai più Minetti nei consiglio regionali perché in questo modo offendiamo Silvio Berlusconi e tutto il Pdl". Mantovani tesse le lodi della consigliera Minetti: "Fa bene alla Lombardia, è una consigliera di tutto rispetto. è laureata con il massimo dei voti presso l'Università di Milano ed è stata scelta in Regione per le sue competenze nelle professioni della sanità- La maglietta con la scritta "senza sono ancora meglio" era forse inopportuna". Mantovani replica ad Alemanno.

martedì 27 settembre 2011

I NOSTRI SOLDI

Giornalmente rendiamo pubbliche molte delle spese effettuate dal nostro Comune affinché i cittadini possano valutare in piena autonomia l’uso del pubblico denaro

IL PARCO DEI GESSI E’ APPENA NATO MA GIA’ SI METTE IN CAUSA


Come avevamo previsto la vicenda dell’appalto del Rifugio Parco Carnè è finita in tribunale. Nelle nostre interrogazioni non siamo riusciti a chiarire se veramente il sig. Marco Fantinelli, il vecchio gestore, avesse o non avesse ragione lamentando di essere stato buttato fuori in malo modo per far posto al guardiaparco, molto più ben voluto di lui – dice - dai nuovi amministratori del Consorzio che gli avrebbero confezionato un appalto su misura. Sta di fatto che ora deciderà il giudice. Nel frattempo il Fantinelli non lascia liberi i locali del rifugio. Il Parco ha nominato come proprio legale l’avvocato Isotta Farina di Ravenna dopo avere acquisito anche i preventivi di spesa da parte degli avvocati Paolo Gambi di Ravenna e Lorenzo Valgimigli di Faenza. In caso di contenzioso davanti al giudice la spesa che sosterrà il Parco sarà di circa 25mila euro con esiti economici diversi in rapporto al pronunciamento
CLICCA AL SEGUENTE LINK:
http://pdlravenna.blogspot.com/2011/04/perche-il-parco-dei-gessi-romagnoli.html

STANDARD AND POOR’S: LA SCURE SI ABBATTE SUGLI ENTI LOCALI

NON ERANO I MIGLIORI? E IMPATISCONO LEZIONI A TUTTI



Standard & Poor's. L'implacabile scure dell'agenzia di rating internazionale si abbatte di nuovo sull'Italia. Dopo la bocciatura della Repubblica Italiana, e le sforbiciate selvagge ai rating delle maggiori banche italiane, S&P esprime l'ennesimo giudizio negativo. La pagella è negativa per 11 enti locali italiani, a cui l'agenzia ha abbassato il rating di lungo termi-ne, portandolo da A ad A, mantenendone invariato l'outlook negativo. Bocciature per il Comune di Bologna, di Milano e di Genova, per le regioni Emilia-Romagna, Marche, Liguria, Umbria, Sicilia e per la regione autonoma del Friuli-Venezia Giulia, per la provincia di Mantova e quella di Roma. Standard & Poor's ha inoltre rivisto l'outlook sul debito di lungo termine della città di Torino da stabile a negativo, e ne ha confermato il rating A." ufficiale è stato rivisto da A ad A". Alcune dichiarazioni: Fassino sia coerente, se S&P ha ragione deve averla sempre E allora quella subita dal Comune di Torino e’ una sonora bocciatura". Cosi’ si e’ espresso Enzo Ghigo, coordinatore regionale del Pdl in Piemonte, in una nota re-plica al sindaco di Torino che ha dichiarato come il declassamento subito da Torino sia figlio dei danni dovuti alle misure del governo. "La realta’ dei fatti e’ che Fassino si esercita nell’arte dello struzzo, cioe’ quello di far finta di non aver ereditato una situazione disastrosa dalla Giunta che l’ha preceduto. Una situazione che ha deteriorato i conti e che ha un’aggravante: l’attuale amministrazione non fornisce adeguate rassicurazioni alle agenzie di rating sul rientro dei suoi conti. Fassino eviti il doppiopesismo tipico delle sinistre e si assuma le sue responsabilita’. La manovra correttiva di Berlusconi chiede un ri-sparmio di circa 210milioni di euro, cifra pressoche’ identica a quella licenziata da Prodi nel 2007, una manovra alla quale l’attuale primo cittadino diede il suo voto con l’allora Chiamparino che minacciava di riconsegnare le chiavi del Comune".

LA SCOMUNCIA DI BERLUSCONI E’ RINVIATA

LA PUNTATA DI RADIO LONDRA

lunedì 26 settembre 2011

ABBIAMO DECISO DI NON STARE FERMI A SUBIRE……….

NON INTENDIAMO RESISTERE, MA GOVERNARE. RICOMINCIAMO A VOLARE ALTO.


 
Non abbiamo nessuna intenzione di restare a palazzo Chigi solo per resistere. Ci rimarremo, fino alla fine della legislatura e finché avremo la fiducia del Parlamento, per un solo motivo: governare il Paese. Questo è il mandato ricevuto dagli elettori: questo, e non occupare delle poltrone di governo e di partito. La sinistra politica e giornalistica le studia tutte per costringere Silvio Berlusconi ad abbandonare il governo con metodi che definire poco ortodossi è un eufemismo. Prima le pressioni sul capo dello Stato, respinte con fastidio da Napolitano. Poi addirittura un editoriale di Repubblica, a firma di Barbara Spinelli, che “suggerisce” alla Chiesa di scomunicare il premier. E’ incredibile: coloro che si considerano gli eredi illuminati di Ernesto Rossi evocano metodi golpisti o da Inquisizione.

Ma se la sinistra agisce così il motivo è semplice: non vogliono governare, vogliono il potere. Poi si vedrà, l’azione e il programma di governo, per loro, sono un optional: come hanno dimostrato con Prodi, D’Alema, Amato e nuovamente con Prodi. Al contrario, per noi governare è il fine, la missione. Di più: il servizio che dobbiamo a chi ci ha eletto. Lo abbiamo fatto nella buona e nella cattiva sorte, resistendo a crisi mondiali senza precedenti, come in questa legislatura, e ad un opposizione di piazza e giudiziaria egualmente senza precedenti, dal ’94 ad oggi.

 La mobilitazione contro la prima, lungimirante riforma delle pensioni.

 Il no preconcetto alle riforme fiscali, previdenziali, alle opere pubbliche ed infine al grande riasset-to istituzionale che avrebbe già ridotto il numero dei parlamentari ed i costi della politica, nella le-gislatura 2001-2006.

 Il no alla riforma della scuola con le arrampicate sui tetti di questa legislatura.

 Il no ad ogni ipotesi di riforma della giustizia, civile e penale.

 Il no alle leggi sulla sicurezza e l’immigrazione. Il no del Pd e della Cgil ad ogni misura economica.

Questi sono i nostri atti di governo. Queste sono le risposte dell’opposizione.

Ecco che cosa ci legittima a governare: lo abbiamo sempre fatto. Il lavoro, quello duro e scomodo, è nel nostro Dna. Il no sempre e comunque, il tanto peggio tanto meglio, è il fine e il mezzo della sinistra. Per questo andiamo avanti: non per resistere, ma per continuare a governare. ECCO COSA FAREMO

Governare significa naturalmente avere un’agenda di governo. Un elenco di cose da fare da qui al 2013. Noi lo abbiamo.

 Mantenere scrupolosamente gli impegni presi con l’Europa, a difesa non solo nostra ma dell’intera impalcatura dell’euro. E quindi giungere nei prossimi due anni al pareggio di bilancio.

E NOI DOVREMMO FIDARCI DELL’ANCI (Associazione Comuni Italiani): QUEL SINDACO CHE SI LAMENTA DEI TAGLI POI SPENDE 40 MILIONI PER RIFARE IL COMUNE


Roberto Reggi (Pd) svolge l’incarico di vicepresidente dell’Associazione nazionale del comuni d’Italia (Anci) ed è sempre a capo delle proteste quotidiane contro il Governo per i tagli agli enti locali. Manife-stazioni con il tricolore alla spesa per denunciare i vincoli alla spesa e la stretta sui bilanci comunali. Lamentele sulla stampa, iniziative nei propri comuni per accusare l’esecutivo Berlusconi aizzando i cit-tadini prefigurando tagli ai servizi essenziali come l’assistenza agli anziani e gli asili nido. Poi però si scopre che proprio lui, integralista dei sindaci che si lamentano, non ha alcuna intenzione di rinviare la spesa per la nuova sede del Municipio di Piacenza che, già di partenza e sulla carta, costerà 25 milioni di euro ma che gli esperti stimano che, non verrà a costare meno di 40 milioni di euro.

TELEVISIONE ITALIANA: MINZOLINI NON PUO DIRE NULLA, VIENE CENSURATO MENTRE TUTTI GLI ALTRI DICONO QUELLO CHE VOGLIONO…

BERLUSCONI E STRAUSS-KAHN. GUARDA IL VIDEO DELL’ELEFANTINO A TV TALK


Com’è tristo, facile e disgustoso il pensiero unico. In una trasmissione tv cui ha partecipato anche il direttore di questo giornale, in onda alle 14 e 50 su Rai Tre oggi, è stato riproposto il paragone tra Strauss-Kahn e Berlusconi. Il testo e il sottotesto dicono questo: quello sì che è un uomo, un socialdemocratico elegante incappato in una vicenda giudiziaria dalla quale è uscito, ma capace di esprimere la sua contrizione in tv per la sua colpa morale, altro che il nostro presidente del Consiglio. Quando sentite queste cose – è il consiglio di questa ditta – fate così: sparate a pallettoni. Colpirete in fronte la cattiva coscienza di gente che ha venduto all’ammasso la merce della sua intelligenza, e anche del suo cuore. Dominique Strauss-Kahn è un beniamino della gauche che è stato accusato da una cameriera del Sofitel di New York di averle usato violenza. Violenza, è chiaro? Non di averla invitata a cena e di averla coperta di regali e gentilezze e altri ammennicoli di gioco e di piacere. No, violenza. Per la giustizia penale (pende ancora il giudizio civile) la teste d’accusa non poteva reggere un processo, in cui potenti avvocati avrebbero dimostrato che era una donna piena di contraddizioni, una persona di carattere e di vita debole e forse addirittura una mitomane. Strauss-Kahn è stato liberato dalle accuse del procuratore distrettuale, per una legittima e sana decisione garantista, è tornato in patria e in prime time ha detto di aver fatto un errore, di sentire su di sé una colpa morale, e si è scusato con sua moglie e con i francesi. Poi ha aggiunto, l’ineffabile, che forse dietro tutta questa roba c’è un complotto. Chissà. Strauss Kahn è un noto rapace. In Francia era stato accusato da un’altra donna di tentata violenza, e tutti speriamo che sia una calunnia. Una funzionaria del Fmi, di cui era presidente, ha scritto che il suo stalking sessuale, di cui la funzionaria era stata testimone diretta e vittima, non era compatibile con la sua funzione. Questo è DSK, il pupillo del pensiero unico, l’eroe filosofico delle mezze calze di sinistra, che ne hanno protetto la privacy francese anche quando era un segreto di Pulcinella che fosse un cacciatore molesto di femmine. Berlusconi è uno che ha fatto bisbocce e vanterie a casa sua, e al telefono. Che ha alimentato la propria passione per donne giovani e avvenenti, trattate con munifica gentilezza spesso dispensata in lungo e in largo anche ad altri, anzi con la tenerezza dimostrata nelle intercettazioni con la D’Addario. Questo giocoliere galante, cui nessuno ha mai imputato la rapacità e men che meno la minima forma di violenza, è sotto spionaggio, pedinamento e intercettazione da tre anni, da tre anni una giustizia sotto-borbonica cerca di incastrarlo per reati infamanti dopo avere devastato la sua privacy. Un uomo di destra è perseguitato perché si fa come crede gli affari suoi, il campione della sinistra europea che si piace è considerato il prototipo della dignità personale, e tra tante scuse ha anche dimenticato di scusarsi con la cameriera. Ma vaffanculo.

BAZZONI CHIEDE LUMI ALLA REGIONE DI QUANTO STA AVVENENDO A BRISIGHELLA: SI VUOLE COSTRUIRE IN UN PARCO DEDICATO AI CADUTI DELLA GRANDE GUERRA. VINCOLATO PER LEGGE.

MA TUTTI ZITTI

domenica 25 settembre 2011

L’agenda di Governo fino alla naturale scadenza della legislatura


  • Mantenere scrupolosamente gli impegni presi con l’Europa, a difesa non solo nostra ma dell’intera impalcatura dell’euro. E quindi giungere nei prossimi due anni al pareggio di bilancio.
  • Affiancare le misure di rigore con quelle per la crescita e lo sviluppo. Abbiamo un elenco di otto opere pubbliche di importanza nazionale, ed alcune decine di importanza locale, già finanziate, che attendono solo il via.
  • Abbiamo il ricavato dell’asta delle frequenze digitali – tre miliardi – che intendiamo utilizzare non per fare cassa ma per finanziare lo sviluppo della banda larga di internet ed il suo progressivo accesso a tutta la popolazione.
  • Completeremo l’alta velocità e vi introdurremo la concorrenza, ma senza mai dimenticare che il primo dovere di una rete ferroviaria è garantire la mobilità di pendolari, studenti, lavoratori.
  • Faremo la riforma fiscale: le delega è già stata votata all’interno della manovra. I fondi verranno certo dalla lotta all’evasione, che con noi ha dato risultato che nessun governo Visco può vantare: 53,4 miliardi recuperati in 3 anni, ed un trend in ulteriore crescita a fine 2011. Ma soprattutto la riforma, che ridurrà le aliquote per le persone e le imprese, si finanzierà con il disboscamento di trattamenti di favore anacronistici e di forme di assistenza clientelare.
  • Ridurremo la spesa pubblica là dove è spreco, non più con la logica dei tagli lineari necessaria in questi tre anni, per rimettere a posto i conti, ma con quella degli interventi selettivi, in accordo con la Banca d’Italia.
  • Completeremo la riforma delle pensioni, senza logiche punitive per nessuno. Potremo farlo perché il nostro sistema è già tra i migliori d’Europa, e non ci sarebbe stato bisogno di altri interventi se la sinistra non avesse cancellato la legge che porta la firma di Roberto Maroni.
  • Abbiamo riformato la giustizia civile in accordo con la magistratura e le altre parti. Faremo la riforma della giustizia penale in accordo con la parte illuminata e riformista dei magistrati, che possiamo con cognizione definire una maggioranza silenziosa.
  • Assieme a tutto questo porteremo l’Italia fuori dalla crisi, difendendo i risparmi ed i redditi di tutti, difendendo la proprietà conquistata con il lavoro. L’Europa, la Bce, la Banca d’Italia, riconoscono in noi i soli interlocutori. E’ a noi che vengono chieste le misure di crescita e sviluppo, non a un altro governo e non alla sinistra. E questo significa qualcosa.

Stia attenta la sinistra, domani saranno per loro



Monetine come venti e più anni fa. Monetine (da 5 centesimi) scaraventate simbolicamente contro le impenetrabili mura di Montecitorio. Appena avuta notizia dell’esito dello scrutinio che ha salvato Milanese dalla galera, è stato questo lo spettacolo andato in scena nel cuore di Roma. Il “Popolo viola”, ribelli perennemente incazzati contro tutto e contro tutti, ha espresso così tutta la propria indignazione per il no alle manette nei confronti dell’ex braccio destro di Tremonti. Un coro di rabbia, un lancio di centesimi, urla. Una scena penosa e pericolosa. Una manifestazione cavalcata da tutta l’opposizione, da Bersani a Di Pietro, da Vendola alla sinistra extraparlamentare. In pratica, tutto il carrozzone che giorno e notte chiede e pretende le dimissioni di Berlusconi per ridare serietà all’Italia, appoggia e gode nel lancio di monete contro la Camera dei deputati.
Ecco la serietà, il rigore e il contegno da mostrare all’Estero. Ecco il biglietto da visita che la minoranza manda alle cancellerie straniere in vista di un futuribile cambio alla guida del Paese: monete tirate in piazza contro il Parlamento e forche invocate a furor di popolo. E tutto questo senza dimenticare la minaccia dipietresca di guerra civile con tanto di morto ammazzato se Berlusconi non se ne andasse da Palazzo Chigi. Il senso di democrazia, evidentemente, manca anche a chi oggi denuncia come peccati inverecondi i comportamenti del Presidente del Consiglio.
In pratica, secondo lo schema dell’opposizione credibile, seria e responsabile, Di Pietro che minaccia morti in strada se non cambierà il Governo allarma meno il Mondo di un Berlusconi che confessa di voler andare a letto con la Arcuri.
In quel lancio di monete, in quel torbido ed allucinante condividere questi revival dei tempi andati c’è tutto il dramma di una minoranza incapace di comprendere la piazza. Non hanno capito che la rabbia non è diretta solo ed esclusivamente contro Berlusconi e il governo, contro gli Scilipoti e i Bossi, ma è una rabbia che ha come obiettivo tutta la casta. Non fa differenza chi sia il frequentatore della buvette, di che colore sia il deputato che va allo stadio gratis perché membro del Parlamento. L’importante, la colpa, è che appartiene a quel mondo, a quell’ammasso di privilegiati sempre più chiuso dentro il suo fortino.
Tutto questo, Bersani e la Bindi, Vendola e Di Pietro, non l’hanno capito. Pensano di essere visti come i salvatori, come l’ancora di salvezza per la Patria distrutta da Berlusconi. La realtà è ben diversa, e appena saranno al governo se ne renderanno conto. E allora sarà peggio per loro. Quelle monetine potrebbero assumere le sembianze di tanti frisbee.

venerdì 23 settembre 2011

Deputati a 18 anni, senatori a 25. Bene così!


Largo ai giovani, anzi ai giovanissimi, in politica. La Camera ha approvato, con uno slancio bipartisan, il ddl costituzionale presentato dal ministro della Gioventù Giorgia Meloni, abbinato ad altre proposte di maggioranza e opposizione, che consente di essere eletti deputati a 18 anni e senatori a 25. Un via libera che indirizza il provvedimento all'aula di palazzo Madama e che ha incontrato il favore della stragrande maggioranza dei deputati, con 455 voti a favore, 11 contrari e 25 astenuti. Soddisfatto, naturalmente, il ministro Meloni: "abbiamo scritto una straordinaria pagina di vita di questo Parlamento: essere riusciti a superare per un giorno le divisioni per pensare ai giovani è qualcosa di cui andare fieri". ''E' un atto fondamentale e dovuto in un Paese in cui c'è una vera e propria apartheid politica e sociale, la cui vittime sono i giovani e le donne", commenta il deputato del Pd Sandro Gozi, tra i promotori dell'iniziativa parlamentare bipartisan a favore dell'abbassamento dell'età minima dei parlamentari. Commenti favorevoli anche nella maggioranza, come quello del vice presidente dei senatori del Pdl Gaetano Quagliariello: "la modernizzazione delle istituzioni e la speranza per il futuro passano anche dal coraggio di spalancare ai giovani le porte della rappresentanza democratica e dall'affermazione del principio dell'equità fra le generazioni che troppo spesso in passato è stato trascurato con conseguenze che oggi sono sotto gli occhi di tutti".

giovedì 22 settembre 2011

Nessuno ha in tasca la ricetta sicura per risolvere il dramma dei nomadi clandestini, ma quella scelta dalla Regione Toscana unisce il danno alla beffa

Dalla regione Toscana arriva un esempio di gestione assai poco oculata di denaro pubblico e di politica fallimentare sull’immigrazione. Il presidente Enrico Rossi ha più volte espresso parole molto dure nei confronti dei tagli imposti dal Governo nazionale, arrivando addirittura ad ipotizzare riduzioni di mezzi di trasporto, asili e servizi sanitari regionali per colpa della manovra correttiva. Eppure, per finanziare un progetto di sgombero di un campo Rom con relativo rimpatrio, la Regione non ha esitato a mettere sul piatto la somma di 400.000 euro. Metà da destinare al Comune di Firenze e l’altra metà alla Società della Salute Fiorentina. Il progetto prevedeva lo sgombero del campo Rom di Quaracchi, nel Comune di Sesto Fiorentino, alle porte del capoluogo toscano, agevolato da un bonus di 1.500 euro per ogni singolo nomade da rimpatriare, il quale oltre alla somma di denaro poteva disporre di un pullman messo a disposizione dall’amministrazione comunale di Firenze per fare ritorno nel Paese di origine. Gli spostamenti, o per meglio dire i presunti spostamenti, sono avvenuti tra maggio e giugno. Lo sgombero definitivo del campo è stato annunciato a fine giugno, con discreta eco sui giornali locali.Il problema è che oggi quasi tutti i Rom sono tornati. Hanno intascato i soldi, sono passati in Romania solo per fare atto di presenza, e ora sono di nuovo in Italia. Anzi, in Toscana. Anzi, a Firenze e a Sesto Fiorentino, e dormono tranquillamente nei giardini pubblici. Si sono spostati solo di qualche metro, isolato, chilometro, ma sono rimasti nella loro “patria adottiva” cui evidentemente si sono affezionati. Con 1500 euro in più in tasca. E 400.000 euro in meno nelle casse della Regione. Una spesa che si poteva evitare perché l’epilogo era già scritto.

..e intanto Hera non giudica sufficiente l’aumento del 7,1% per le tariffe dei rifiuti che avrebbero proposto i sindaci


Il Pdl riparta dalla politica


L’attesa. E’ questa la condizione in cui ci troviamo, nostro malgrado. Non c’è alcuna certezza sulla quale proiettare le nostre speranze politiche. Si resta aggrappati, con ansia, alla prossima intercettazione divulgata, alle scomposte mosse nella maggioranza, ai personalismi che potrebbero far da miccia ad una situazione potenzialmente esplosiva.
Che la telefonata più intima e fosse pure la più volgare tra Berlusconi ed un qualche prosseneta, tra le ragazze ingaggiate per tener compagnia al premier o tra quelle tra lenoni e lestofanti possano piegare un Paese per l’utilizzo improprio che se ne fa, è da brivido. Non c’è grandezza nella lotta politica in Italia, soltanto miseria. E chi ne paga le conseguenze è un Paese piegato, incredulo, sfiduciato. Scoprire che le vite degli altri, dove non si annidano peraltro neppure ipotesi di reato, vengano scoperchiate da investigatori senza scrupoli, che centinaia di migliaia di intercettazioni – o forse milioni, chi può dirlo? – vengano effettuate per mettere in piazza il mondo “peccaminoso” (ma per chi? Per i credenti, forse) del premier è semplicemente deprimente.Oddio, ognuno è libero di farsi l’opinione che vuole dei costumi di Berlusconi, così come in passato se l’è fatta di quelli di Kennedy o di un’infinità di personaggi pubblici, fino ad Eliogabalo ed oltre. Legittimo. Ma che la rivelazione di private storie debba diventare il pilastro per la costruzione di un teorema senza reato, tuttavia efficace per distruggere non solo un uomo bensì una parte politica che bene o male egli ha rappresentato, è francamente mostruoso.E’ questo che autorizza chicchessia a declassarci agli occhi del mondo. A considerare l’Italia come una sorta di corte bizantina dove si consumano le più atroci nequizie, dominata da un manipolo di barbari che fanno corona al Caimano. Il danno che il circo mediatico-giudiziario,

mercoledì 21 settembre 2011

Anche nel 2006 l’Italia venne declassata dalle solite agenzie. Ma allora il premier era Prodi e, naturalmente, la colpa era di Berlusconi


Titoloni, proclami, note dettate alle agenzie in fretta e furia. Standard&Poor’s, l’agenzia di rating che un mese e mezzo fa era riuscita nell’impresa di sbagliare i calcoli matematici sui conti americani, ha declassato l’Italia. Era nell’aria, lo si sapeva, c’era ben poco da fare. Subito le opposizioni hanno alzato la voce, indignate e sconvolte per l’infausta notizia. E’ tutto un coro unanime nel chiedere, nell’esigere le dimissioni di Silvio Berlusconi, colpevole di aver indotto S&P a tagliare il nostro rating. Sì, il Premier assassino dell’Italia, uomo che ci sta facendo precipitare nelle torbide acque del default. Finiremo come la Grecia!, urlano i Bersani e i Belisario della situazione.Se si conservasse un po’ di memoria, come ha fatto Ignazio Stagno sul Giornale, probabilmente si eviterebbe di alzare troppo la voce e di urlare al fallimento, nonché di accusare il Governo (che le sue colpe le ha, vista la manovra che qui più volte abbiamo contestato) per tutto il male del Mondo. Sì, perché nell’ottobre del 2006, quando a Palazzo Chigi sedeva Romano Prodi, Standard&Poor’s e Fitch fecero esattamente la stessa cosa che oggi ha fatto S&P: ci declassarono. Allora, però, Mortadella sentenziò che “i prossimi giudizi, quelli cioè che terranno conto delle politiche economiche di questo governo e non di come il Paese è stato lasciato dal precedente, vedranno registrare un segno positivo”.Insomma, anche quella volta la colpa era tutta di Berlusconi che però, essendo all’opposizione, non poteva dimettersi. Finocchiaro e Bersani, Di Pietro e Belisario, in quell’ottobre di cinque anni fa, non aprirono bocca, non accusarono Prodi e Padoa Schioppa di portarci verso il default né di essere scarsamente credibili sul piano internazionali. Colpa di Berlusconi, dissero all’unisono.Eppure, andando a leggere la nota che giustificò il declassamento, si scopre che “la riduzione del rating sull’Italia riflette la risposta inadeguata del nuovo governo alle sfide strutturali dell’economia e del bilancio dell’Italia. La Finanziaria fa poco per avanzare significativamente sulla strada di riforme sul lato dell’offerta e nei fatti porterà ad un aumento netto della spesa in percentuale del PIL invece di ridurre l’alta spesa, che è la causa di fondo degli squilibri di bilancio italiani”.Più chiaro di così, non si può. Ma fare orecchi da mercanti, tra gli alti esponenti della sinistra, è una consuetudine assodata.

lunedì 19 settembre 2011

Al rogo il libro scomodo sulle coop




Al rogo. Quel libro è scomodo. Non deve essere letto, non deve essere venduto, non deve e non può restare nelle librerie di alcun cittadino. Via, va ritirato dal mercato. E poi bruciate tutte le copie, al rogo, al rogo.
Non stiamo rievocando la storia, non stiamo ricordando tutte le volte che il fanatismo ideologico, sia esso religioso o politico, ha violentato la cultura, i libri, le stampe. No. Non stiamo parlando del “Falò delle Vanità” di Savonarola, o dell’editto di Atanasio, e nemmeno del rogo dei libri di scrittori ebrei in epoca nazista.
No. Stiamo parlando dell’ultima follia del Tribunale di Milano. Dove è stato deciso di bruciare il libro ”Falce & Carrello – le mani sulla spesa degli italiani”, di Bernardo Caprotti, che racconta di come la sua Esselunga sia stata danneggiata dalle Coop “rosse”, in un clamoroso intreccio tra politica e “commercio”.
Così ha ordinato il Tribunale di Milano, nuova casa dei nuovi Savonarola, dei nuovi Atanasio e dei nuovi nazisti che bruciano i libri scomodi. E’ una decisione assolutamente inconcepibile, che dovrebbe scatenare un sentimento di indignazione collettivo. Ma che ovviamente non accadrà.
Perché, in questa Italia, si possono pubblicare centinaia di libri per dire che Berlusconi è un dittatore, un porco, un razzista, un pedofilo, uno schifoso criminale, un fascista, un puttaniere, ma dire che le Coop hanno qualche intreccio con la politica no, non si può. E se lo scrivi il tuo libro viene bruciato. Viva l’Italia. Viva le Coop

A proposito del premio di 60mila euro all’ex direttore generale della Provincia di Ravenna, già ex sindaco di Lugo. La casta non si smentisce mai


Comincia la scuola: buon lavoro agli studenti e a tutto il personale

sabato 17 settembre 2011

ABBIAMO DECISO DI NON STARE FERMI A SUBIRE……….

INVIA E-MAIL AL PRESIDENTE NAPOLITANO



Per scrivere a Napolitano bisogna  usare solamente il form che si trova qui: https://servizi.quirinale.it/webmail/  semplicissimo, ti risponde di averla ricevuta
OGGETTO: BASTA CON QUESTE INTERCETTAZIONI A SENSO UNICO. BASTA CON QUESTO USO POLITICO DELLA MAGISTRATURA
Signor Presidente,
 siamo stanchi dei due pesi e due misure da parte di questa magistratura. Come mai ci viene chiesto di rispettare le Istituzioni ma poi non si rispetta il Presidente del Consiglio, unica istituzione democraticamente eletta?  La situazione è molto grave e preoccupante, e chiediamo a Lei Presidente e al Vicepresidente del Csm di esercitare la massima vigilanza e di intervenire energicamente per fermare questo scempio e questa continua violazione delle più elementari regole sulla privacy. Lei deve intervenire per il bene del popolo italiano, noi di centrodestra, noi moderati e di buon senso non accettiamo piu' queste prevaricazioni e neppure queste situazioni anomale e distorte da parte della magistratura e che hanno anche un costo elevatissimo per l'intera comunità.  Non abusate oltremodo della moderazione di questa parte del popolo italiano. Con stima. Vincenzo Galassini Via Rosetti, 2 48013 Brisighella (Ra)

Entro dieci anni il 50% della domanda energetica italiana sarà coperta dalle fonti di energia rinnovabili

e' questo il 'messaggio' emerso da ZeroEmission Rome 2011, il tradizionale appuntamento che si svolge alla Fiera di Roma, nel cui ambito

Follia. Delirio. Cose da pazzi. Non ci sono altre parole. Eh sì, perché leggere che sono state impiegate 100.000 (in lettera: centomila) intercettazioni nell’inchiesta di Bari è qualcosa di sconvolgente. Centomila (in numeri: 100.000) intercettazioni per sapere con chi è andato a letto Berlusconi. Incredibile. Due domande: 100.000 intercettazioni. Quanto sono costate?  100.000 intercettazioni. Quanto personale hanno tenuto occupato? E magari tra un po’ scopriremo che in Puglia sono finiti i soldi per fare altre intercettazioni, magari su casi veri, su cose concrete, sui mafiosi, sulle truffe, sui criminali, sugli assassini. O su altri politici… per carità. Tutto è stato speso per intercettare le donne di Berlusconi. Centomila intercettazioni per compilare l’interessante e indispensabile lista.  Vi rendete conto? Che poi, a pensarci bene, ad avergliela chiesta, l’avrebbe fornita direttamente lui quella lista. Anche la vanità non gli manca

LA MODIFICA NELLA MANOVRA APPROVATA

LA LEGA COOP HA UN GIRO D’AFFARI DI ALMENO 50 MILIARDI (ALTRO CHE MEDIASET) CON IN PIU’ UN CONFLITTO D’INTERESSI DA PAURA




Già piangono: non sopportano di vedere leggermente più in difficoltà i finanziatori di tante campagna elettorali. Eppure per le Coop può essere veramente se non la fine, almeno un inizio di una fase con meno privilegi. Premettiamo che siamo contro a qualsiasi aumento delle tasse ma il sistema di favori di cui godono le Coop è veramente senza senso, considerato che spessissimo sono veri e propri giganti sul mercato. Contano su un trattamento normativo e fiscale che le pone in situazione di vantaggio e gli stretti rapporti con gli enti locali governati dalla sinistra spiegano molto della loro crescita. Riporto inoltre un trafiletto di Facci sulla questione Nacquero per aiutare i contadini a comprarsi il trattore, sono diventate una multinazionale che ha un giro d’affari spaventoso (8 per cento del Pil) e che razzola nella grande finanza e si immischia in banche e finanziarie: in sostanza la cosa più capitalista che esista, ma fondata su un principio anti-capitalistico che alcune imprese siano più legittimate di altre a stare sul mercato. Le coop sono dei colossi con le agevolazioni riservate ai piccoli: non pagano le tasse sul 70 per cento dell’utile purché sia reinvestito, ma riescono ad aggirare il problema distribuendo benefit o stipendi stellari ai soci amministratori.  Solo la Legacoop ha un giro d’affari da almeno 50 miliardi (altro che Mediaset) con in più un conflitto d’interessi da paura, perché oltre a fare i prezzi che vogliono – muovendosi in monopolio nelle regioni rosse, e facendo fuori tutti gli altri, vedi caso Esselunga – le coop finanziano regolarmente il Pd che le ripaga rifinanziandole e intruppandole nei grandi appalti: capita che gli stessi uomini siano dirigenti nei Ds e nelle coop, le quali in pratica godono delle agevolazioni riservate ai piccoli ma hanno imbastito un capitalismo di Stato e di Regione, un capital-comunismo che introita ricavi e paga meno tasse rispetto a noi poveri deficienti. «La Coop sei tu» un accidente: sono loro.

ED ORA GUARDIAMO AVANTI CON FIDUCIA

NO A GOVERNO DI UNITA’ NAZIONALE



Macché governo “di unità nazionale”. L’occasione d’oro affiorata dalla melma della crisi è troppo importante per affogarla nell’inconcludenza degli auspici retorici. Sarebbe come se il 31 maggio 1947 De Gasperi e Einaudi avessero commesso l’errore di identificare la rinascita nazionale con la corresponsabilizzazione della sinistra socialcomunista. Scopo sacrosanto, ma mezzo sbagliato. Il mezzo giusto fu invece identificato con la cacciata della sinistra all’opposizione, per dar luogo alla nascita di un credibile “governo di rinascita nazionale” composto da democristiani e indipendenti liberali. La destra fornì alla Costituente gli 8 voti di maggioranza indispensabili per la nascita del governo destinato a intercettare la volontà di riscossa degli italiani e ad aprire le sue vele al vento del 18 aprile. Ci risiamo. Vi sono le condizioni perché il governo di centrodestra, provato dalla sventura e dalla predicazione sfascista degli avversari, conosca la sua primavera nell’inverno del finale di legislatura. Passata la manovra che ha corrisposto alle attese dell’Europa, placati i mercati dal fiume di dollari deviato dalle maggiori banche centrali del mondo per dissetare gli istituti di credito europei, si apre il varco all’iniziativa del governo per velocizzare la ripresa della crescita. Tutti i contributi al successo dell’impresa sono graditi, nessuno è indispensabile. Libera la sinistra, ossessionata da Berlusconi, di riporre ogni sua speranza in continui rilanci della scommessa catastrofista sull’esito mortale della crisi italiana. Gli elettori giudicheranno, a tempo debito.

venerdì 16 settembre 2011

MANOVRA BIS: SI CAMBIA. CHI PIU’ SPENDE MENO GUADAGNA

L’IMPERATIVO E’ RIDURRE I COSTI. DAL TAGLIO DEGLI ORGANICI SI RISPARMIERA’ IL 10% DELLA MASSA SALARIALE. AL DIRIGENTE IL 30% IN MENO DELLA RETRIBUZIONE DEL RISULTATO. FINALMENTE PAGANO I VERI RESPONSABILI!. SINDACI FATELI LAVORARE E CONTROLLATE, DATE SOLO LE LINEE POLITICHE, RIDUCE GLI ASSESSORI E LE TANTE SPESE SUPERFLEE.


 
Rispetto al testo di Ferragosto, per le amministrazioni statali che non conseguono gli obiettivi di risparmio non si toccherà più la tredicesima dei dipendenti, bensì si opererà un taglio del 30% della retribuzione di risultato del dirigente responsabile del mancato risparmio. I dipendenti delle p.a., tranne il personale non contrattualizzato, potranno essere destinati ad effettuare la prestazione di lavoro in altra sede sulla base di motivate esigenze produttive. Un trasferimento solo in ambito regionale, tranne che per il personale del Viminale. Si prevede una riduzione del 10% degli statali. In pratica, si dovrà operare un taglio degli organici che permetta un risparmio di spesa della massa salariale del 10%, rispetto a quella attuale. Restano festive le solennità civili del 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno e quella relativa al Santo Patrono di Roma. Anche gli enti tra 1.000 e 5.000 abitanti saranno soggetti al patto di stabilità. Inoltre, le regioni del meridione, potranno escludere dal Patto i finanziamenti del Fondo Fas. Dal 2012, i sindaci potranno diversificare l'addizionale Irpef secondo scaglioni di reddito.

giovedì 15 settembre 2011

DENUNCIA DI BAZZONI: LA PROVINCIA DI RAVENNA DÀ SPAZIO A DISOBBEDIENZA ISLAMICA»


«La Provincia di Ravenna concede spazio su un dominio internet di sua proprietà a un'associazione islami-ca che nel suo sito web incita alla disobbedienza delle leggi in contrasto con la legge islamica della Scia-riah». È la denuncia di Gianguido Bazzoni, consigliere regionale del Popolo della libertà, che ha presenta-to un'interrogazione alla giunta regionale per valutare le responsabilità dell'ente ravennate ed even-tualmente intervenire. «Sul sito dell’Islamoteca di Ravenna nella sezione “I diritti del fanciullo del-l'Islam» è scritto che “ogni persona ha diritto di disobbedire a qualsiasi ordine contrario alla Sciarìah da chiunque esso sia dato”. Vorrei conoscere se è opportuna la presenza di un tale sito su un dominio di proprietà della Provincia di Ravenna (racine.ra.it, ndr) e se si ravvedano delle responsabilità da parte della Provincia posto che l’istigazione alla disobbedienza alle leggi è un reato di pericolo e che la lettura di un sito può essere fatta da un numero indeterminato ed indeterminabili di fedeli». Bazzoni interroga la giunta «per oscurare la pagina in questione e vigilare su tali siti in considerazione dei pericoli deri-vanti dal terrorismo di matrice fondamentalista anche nel nostro Paese».

VERGOGNA ITALIANA: TARANTINI UN CASO MEDIATICO


Il Sole 24 Ore (Stefano Folli) - Al punto in cui siamo, l'enfasi del procuratore Lepore, unita a una certa astuzia della procedura, contribuisce alla consueta "impasse". È ovvio, ad esempio, che non ci sarà alcun «accompagnamento coatto» del testimone recalcitrante. La frase è piuttosto a effetto, ma Berlusconi non è solo il capo del Governo: è un deputato e come tale le questioni giudiziarie che lo riguardano sono soggette all'autorizzazione della Camera. Si può prevedere che non sarà data … Dunque la vicenda Tarantini è soprattutto un caso mediatico che si consuma sulle pagine dei giornali. Il che comporta le solite fughe di notizie, lo stillicidio delle intercettazioni, le infinite polemiche che ne derivano. Il tutto in un quadro che si va progressivamente logorando con esiti ancora imprevedibili. Il castello di carte sta ancora in piedi, ma offre l'impressione di una crescente fragilità …

COMMENTI: Silvio non si tocca. La base berlusconiana insorge contro i magistrati «golpisti» e i «traditori» del Pdl, gli Alemanno, i Formigoni e le Polverini che, contestando la manovra …

«Accompagnamento coatto per Berlusconi? Ma si rendono conto che l’Italia è popolata di assassini a piede libero e loro si occupano di questo? Vergogna, ribelliamoci!» scrive un anonimo fan del premier,… E un altro, anche lui senza nome:

«Basta. Devono rispondere alla legge. Non sono gli intoccabili». «Non paghiamo più le tasse se i nostri soldi (di sacrificio) servono ai giudici per accanirsi su Silvio». E Giorgio To `64 chiede «tribunali popolari per processare Pm e giudici».

mercoledì 14 settembre 2011

INTITOLAZIONE PIAZZA ALLA CONTESSA BEATRICE MANZONI: BRAVO IL SINDACO AMADEI DI S.AGATA SUL SANTERNO



 
Sono felice che il Sindaco Amadei abbia raccolto il testimone, da noi forzatamente lasciato dopo il voto contrario espresso dal Consiglio Comunale di Lugo alla nostra proposta di intitolare una via alla contessa Beatrice Manzoni,trucidata insieme ai tre figli e alla domestica da un commando di partigiani comunisti il 7 luglio 1945, in quel tragico clima di epurazione che, tra le jacquerie contadine , le liste di proscrizione e le esecuzioni sommarie delle volanti rosse, rappresenta uno dei più inquietanti capitoli della nostra storia. Sono felice perché il piccolo comune di Sant’Agata sta compiendo il primo, faticoso passo lungo la strada dell’onestà intellettuale e di quella pacificazione che, nel ravennate, tarda ad arrivare. Beatrice Manzoni Ansidei è stata una donna dal profilo civile, etico e religioso indiscutibile, al punto che la Chiesa Cattolica ne ha avviato il processo di beatificazione. Disconoscerlo in nome dell’opportunismo politico significa respingere il legittimo bisogno di verità a cui tanta della nostra gente ancora aspira, dopo più di 60 anni, e significa ostinarsi a non voler prendere le distanze da quella vulgata resistenziale che continua a sopravvivere, tra reticenze e mezze verità. Quelle che, di sicuro, non rendono giustizia ai meriti dell’antifascismo, vero e ideale, nella costruzione della nostra democrazia. Significa chiudere l’ennesima porta allo spirito di riconciliazione, che si alimenta e cresce soltanto grazie alle conoscenze fondate, alle realtà innegabili, capaci di andare oltre il politicamente corretto. Riconoscere dunque i meriti di Beatrice Manzoni significa isolare il suo profilo umano da quello scenario di fanatismo politico e negare legittimità alla logica di chi, sulle ferite della violenza subita,vuole innestare altra violenza, in una catena deterministica di odio e di vendetta dalla quale ognuno di noi, oggi, deve saper prendere le distanze. Anche l’ipotesi, ventilata in passato e mai realizzata, della creazione di un comitato di partecipazione popolare, finalizzato alla ricerca storica ed all’analisi critica e comparata di quei tragici fatti, può diventare uno strumento utile ad oltrepassare i muri di silenzio e di omertà, a vincere la difficoltà di fare i conti con il passato, per ricostruire, finalmente, una vera koinè nazionale, una memoria pubblica univoca e pacificata. Ma finchè non si arriverà a questo traguardo la nostra democrazia sarà condannata ad accontentarsi di una memoria parziale e omissiva ed a sentire sempre incerto e provvisorio il suo presente, proprio come incerto e provvisorio è il suo passato. E’ bello che il comune di Sant’Agata sappia cogliere questa occasione. E’ triste che il comune di Lugo non abbia saputo farlo.

Laura Baldinini Capo Gruppo PDL Comune di Lugo

I MIGLIORI: ANCHE LA “CASTINA” CONSIGLIERI COMUNALI DEL pd BOLOGNA ARRAFFA LA SUA PARTE



Si chiama Simona Lembi ed è presidente del Consiglio comunale di Bologna. Eletta in quota Pd, si è subito inserita senza difficoltà nei meccanismi di Palazzo d’Accursio. Forse esagerando un po’, perché in questi giorni alcuni giornali locali e nazionali hanno parlato di lei: la Procura ha aperto un fascicolo su alcuni rimborsi anomali, ed in quelle carte c’è anche il nome di Simona Lembi. La consigliera del Pd avrebbe chiesto e ottenuto un rimborso dal Comune per essersi recata alla manifestazione “Se non ora quando” di Siena, il corteo di “donne indignate dal caso Ruby”. Chiara la connotazione politica anti-berlusconiana dell’evento. La manifestazione si è tenuta il 9 e 10 luglio scorsi, e la giovane esponente del Pd ha chiesto un rimborso particolarmente elevato: 450 euro. La determina dirigenziale che stabilisce di imputare tale spesa al bilancio comunale 2011 è datata 6 uglio, ossia tre giorni prima della “trasferta”. Tale determina è firmata dalla direttrice dello staff del Consiglio comunale, Maria Pia Trevisani, ma non specifica alcuna causale: come parziale spiegazione è riportata solo una generica e non meglio precisata missione a Siena. Peccato che partecipare ad una manifestazione come “Se non ora quando” difficilmente possa ritenersi “missione istituzionale”. Il Comune di Bologna evidentemente non ha avuto nulla da obiettare, anche perché il 5 luglio c’è stata l’autorizzazione da parte del presidente del Consiglio comunale. Chi é? Simona Lembi, in persona. Che si è auto-concessa, con ogni evidenza, tale autorizzazione. Al momento non sussiste ancora un’ipotesi di reato, ed il caso potrebbe pure finire con un’archiviazione o con una semplice segnalazione alla Corte dei Conti. Questo dal punto di vista giudiziario. Ma i bolognesi saranno contenti di sapere che c’è una consigliera comunale che spende soldi pubblici per recarsi a cortei e manifestazioni come “Se non ora quando”? Bella “missione istituzionale”!