lunedì 5 settembre 2011

BAGNACAVALLO: LA MEMORIA STORICA IL NOSTRO CAMPIONE DAMIANI

PUGILATO, IL 22 SETTEMBRE A BAKU I MONDIALI DI PUGILATO


 
(InsideTheSport) 01 settembre - La terza edizione del campionato mondiale dilettanti va di scena a Monaco dal 4 al 15 Maggio del 1982, nell’allora Germania Ovest. Un’edizione svoltasi in piena guerra fredda, a cavallo tre le due Olimpiadi divenute tristemente famose per i boicottaggi (65 nazioni non parteciparono a Mosca 1980 tra cui gli Stati Uniti, la Germania Ovest ed il Giappone, mentre 19 paesi del blocco comunista diedero forfait a Los Angeles 1984, con la sola eccezione di Jugoslavia, Romania e Cina), che vide ai blocchi di partenza solamente 32 squadre, anche se con un numero di atleti partecipanti maggiore rispetto alla precedente edizione. Assoluti protagonisti di questa rassegna iridata furono ancora una volta gli arbitri, con gli azzurri particolarmente agguerriti nelle proteste, e la nazionale americana, che si affermò a suon di trionfi come principale alternativa al duopolio russo-cubano. I caraibici anche questa volta trionferanno nel medagliere principale, con 5 ori, un argento ed un bronzo, seguiti a ruota dagli statunitensi (3-2-2) e dai sovietici (3-1-1). Prima storica medaglia per l’Italia, grazie all’argento di Francesco Damiani nella neonata categoria dei supermassimi. Agguerrita la compagine tricolore, con ben sette elementi di spicco agli ordini di Franco Falcinelli e Nazzareno Mela. Oltre al già citato atleta di Bagnacavallo, furono della spedizione Damiano Lauretta (mosca), Giuseppe Ferracuti (piuma), Carlo Russolillo (leggeri), Maurizio Ronzoni (superleggeri), Natale Scapellato (welter) ed Efisio Galici (superwelter). Ottimo il Mondiale azzurro, anche se il buon livello generale passò in secondo piano grazie al fantastico torneo di Damiani. Il campione romagnolo, complice un sorteggio sfortunato, si trovò a combattere nei quarti di finale contro l’atleta peggiore del lotto, quel Teofilo Stevenson di cui abbiamo già ampiamente raccontato, ed a sorpresa lo sconfisse con un perentorio 5-0,


che non lasciò dubbi sul dominatore della contesa. Fu un risultato fantastico, complice il valore assoluto del cubano (considerato uno dei pugili dilettanti più forti di sempre), ancora più importante della vittoria in semifinale sul bulgaro Petar Stoymenov. In finale, Damiani incontrò lo statunitense Tyrell Biggs, che vinse (e che lo batterà anche nella finale delle Olimpiadi di Los Angeles ’84) col verdetto di 4-1, che molti dei presenti a bordo ring giudicarono ingiusto e che lasciò l’amaro in bocca a tutta la nostra spedizione. La soddisfazione per la prima medaglia italiana nella storia dei mondiali venne così soffocata dal rammarico per un oro meritato, che ci sfuggì ed andò ad arricchire il copioso bottino della nazionale americana.

Damiani, due volte oro europeo e duplice medaglia d’argento mondiale ed olimpica, passò al professionismo, arrivando a sconfiggere la sua bestia nera Biggs al Palatrussardi di Milano per ferita al quinto round, in un match largamente dominato. Conquisterà anche il campionato europeo ed il titolo mondiale dei pesi massimi per la sigla WBO come campione inaugurale, in un periodo in cui nella sua categoria trionfavano campioni dello spessore di Myke Tyson, Lennox Lewis ed Evander Holyfield.

Altro medagliato a Monaco 1982 che avrà una luminosa carriera tra i pro sarà l’americano Pernell Whitaker, argento tra i leggeri e futuro campione olimpico a Los Angeles nella stessa categoria. Tecnica sopraffina, velocità incredibile, punch di rilievo ed un’abilità difensiva considerata tra le migliori di tutti i tempi le qualità principali di “Sweet Pea”, che grazie anche a sei cinture mondiali in quattro distinte categorie di peso (dai leggeri ai medi jr), viene ricordato come uno dei pugili più amati e vincenti della storia della boxe.

Ma eccezionale anche la carriera dell’americano bronzo tra i pesi medi Iran Barkley, 3 volte campione mondiale di sigla (medi, supermedi e mediomassimi) ed avversario di fenomeni del calibro di Thomas Hearns, Roberto Duran e James Toney ed anche quella dell’oro tra i welter Mark Breland, che bisserà due anni dopo ai Giochi Olimpici di Los Angeles e che conquisterà due volte la cintura iridata dei welter WBA. Da ricordare in quell’edizione di Monaco anche il portoricano Sammy Fuentes, campione WBO dei pesi superleggeri, cintura che perderà al Palalido di Milano a favore del nostro Giovanni Parisi.

Degni di nota anche i tornei del bulgaro oro tra i minimosca, Ivailo Marinov (oro olimpico a Seul ’88), l’unico gradino più alto del podio non occupato dal trittico Cuba-USA-URSS, e del cubano Angel Herrera, questa volta trionfatore tra i leggeri, uno che nella sua carriera vincerà due Olimpiadi (Montreal ’76 e Mosca ’80) e due Mondiali (nella precedente edizione ed in questa).

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