lunedì 19 settembre 2011

Al rogo il libro scomodo sulle coop




Al rogo. Quel libro è scomodo. Non deve essere letto, non deve essere venduto, non deve e non può restare nelle librerie di alcun cittadino. Via, va ritirato dal mercato. E poi bruciate tutte le copie, al rogo, al rogo.
Non stiamo rievocando la storia, non stiamo ricordando tutte le volte che il fanatismo ideologico, sia esso religioso o politico, ha violentato la cultura, i libri, le stampe. No. Non stiamo parlando del “Falò delle Vanità” di Savonarola, o dell’editto di Atanasio, e nemmeno del rogo dei libri di scrittori ebrei in epoca nazista.
No. Stiamo parlando dell’ultima follia del Tribunale di Milano. Dove è stato deciso di bruciare il libro ”Falce & Carrello – le mani sulla spesa degli italiani”, di Bernardo Caprotti, che racconta di come la sua Esselunga sia stata danneggiata dalle Coop “rosse”, in un clamoroso intreccio tra politica e “commercio”.
Così ha ordinato il Tribunale di Milano, nuova casa dei nuovi Savonarola, dei nuovi Atanasio e dei nuovi nazisti che bruciano i libri scomodi. E’ una decisione assolutamente inconcepibile, che dovrebbe scatenare un sentimento di indignazione collettivo. Ma che ovviamente non accadrà.
Perché, in questa Italia, si possono pubblicare centinaia di libri per dire che Berlusconi è un dittatore, un porco, un razzista, un pedofilo, uno schifoso criminale, un fascista, un puttaniere, ma dire che le Coop hanno qualche intreccio con la politica no, non si può. E se lo scrivi il tuo libro viene bruciato. Viva l’Italia. Viva le Coop

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