lunedì 26 settembre 2011

ABBIAMO DECISO DI NON STARE FERMI A SUBIRE……….

NON INTENDIAMO RESISTERE, MA GOVERNARE. RICOMINCIAMO A VOLARE ALTO.


 
Non abbiamo nessuna intenzione di restare a palazzo Chigi solo per resistere. Ci rimarremo, fino alla fine della legislatura e finché avremo la fiducia del Parlamento, per un solo motivo: governare il Paese. Questo è il mandato ricevuto dagli elettori: questo, e non occupare delle poltrone di governo e di partito. La sinistra politica e giornalistica le studia tutte per costringere Silvio Berlusconi ad abbandonare il governo con metodi che definire poco ortodossi è un eufemismo. Prima le pressioni sul capo dello Stato, respinte con fastidio da Napolitano. Poi addirittura un editoriale di Repubblica, a firma di Barbara Spinelli, che “suggerisce” alla Chiesa di scomunicare il premier. E’ incredibile: coloro che si considerano gli eredi illuminati di Ernesto Rossi evocano metodi golpisti o da Inquisizione.

Ma se la sinistra agisce così il motivo è semplice: non vogliono governare, vogliono il potere. Poi si vedrà, l’azione e il programma di governo, per loro, sono un optional: come hanno dimostrato con Prodi, D’Alema, Amato e nuovamente con Prodi. Al contrario, per noi governare è il fine, la missione. Di più: il servizio che dobbiamo a chi ci ha eletto. Lo abbiamo fatto nella buona e nella cattiva sorte, resistendo a crisi mondiali senza precedenti, come in questa legislatura, e ad un opposizione di piazza e giudiziaria egualmente senza precedenti, dal ’94 ad oggi.

 La mobilitazione contro la prima, lungimirante riforma delle pensioni.

 Il no preconcetto alle riforme fiscali, previdenziali, alle opere pubbliche ed infine al grande riasset-to istituzionale che avrebbe già ridotto il numero dei parlamentari ed i costi della politica, nella le-gislatura 2001-2006.

 Il no alla riforma della scuola con le arrampicate sui tetti di questa legislatura.

 Il no ad ogni ipotesi di riforma della giustizia, civile e penale.

 Il no alle leggi sulla sicurezza e l’immigrazione. Il no del Pd e della Cgil ad ogni misura economica.

Questi sono i nostri atti di governo. Queste sono le risposte dell’opposizione.

Ecco che cosa ci legittima a governare: lo abbiamo sempre fatto. Il lavoro, quello duro e scomodo, è nel nostro Dna. Il no sempre e comunque, il tanto peggio tanto meglio, è il fine e il mezzo della sinistra. Per questo andiamo avanti: non per resistere, ma per continuare a governare. ECCO COSA FAREMO

Governare significa naturalmente avere un’agenda di governo. Un elenco di cose da fare da qui al 2013. Noi lo abbiamo.

 Mantenere scrupolosamente gli impegni presi con l’Europa, a difesa non solo nostra ma dell’intera impalcatura dell’euro. E quindi giungere nei prossimi due anni al pareggio di bilancio.



 Affiancare le misure di rigore con quelle per la crescita e lo sviluppo. Abbiamo un elenco di otto opere pubbliche di importanza nazionale, ed alcune decine di importanza locale, già finanziate, che attendono solo il via.

 Abbiamo il ricavato dell’asta delle frequenze digitali – tre miliardi – che intendiamo utilizzare non per fare cassa ma per finanziare lo sviluppo della banda larga di internet ed il suo progres-sivo accesso a tutta la popolazione.

 Completeremo l’alta velocità e vi introdurremo la concorrenza, ma senza mai dimenticare che il primo dovere di una rete ferroviaria è garantire la mobilità di pendolari, studenti, lavoratori.

 Faremo la riforma fiscale: le delega è già stata votata all’interno della manovra. I fondi verran-no certo dalla lotta all’evasione, che con noi ha dato risultato che nessun governo Visco può van-tare: 53,4 miliardi recuperati in 3 anni, ed un trend in ulteriore crescita a fine 2011. Ma so-prattutto la riforma, che ridurrà le aliquote per le persone e le imprese, si finanzierà con il di-sboscamento di trattamenti di favore anacronistici e di forme di assistenza clientelare.

 Ridurremo la spesa pubblica là dove è spreco, non più con la logica dei tagli lineari necessaria in questi tre anni, per rimettere a posto i conti, ma con quella degli interventi selettivi, in accordo con la Banca d’Italia.

 Completeremo la riforma delle pensioni, senza logiche punitive per nessuno. Potremo farlo per-ché il nostro sistema è già tra i migliori d’Europa, e non ci sarebbe stato bisogno di altri inter-venti se la sinistra non avesse cancellato la legge che porta la firma di Roberto Maroni.

 Abbiamo riformato la giustizia civile in accordo con la magistratura e le altre parti. Faremo la riforma della giustizia penale in accordo con la parte illuminata e riformista dei magistrati, che possiamo con cognizione definire una maggioranza silenziosa.

 Assieme a tutto questo porteremo l’Italia fuori dalla crisi, difendendo i risparmi ed i redditi di tutti, difendendo la proprietà conquistata con il lavoro. L’Europa, la Bce, la Banca d’Italia, rico-noscono in noi i soli interlocutori. E’ a noi che vengono chieste le misure di crescita e sviluppo, non a un altro governo e non alla sinistra. E questo significa qualcosa.

Ci sono tutte le condizioni: avanti con le riforme:

Ci sono tutte le condizioni, se lavoriamo con unità d’intenti e sappiamo cogliere l’attimo, per uno scatto in avanti. Il voto di ieri alla Camera a cui tutti sono costretti a riconoscere una valenza politica di consolidamento della maggioranza, non va sprecato. Ci sono delle fasi in cui non solo è utile ma è doverosa una dose di cinismo per riprendere il cammino delle riforme e per toglierci di dosso una volta per tutte l’impostura di un governo che dura al solo scopo di “tirare a campare”.

Naturalmente va evitato l’errore di sopravvalutare l’esito positivo di una prova di forza numerica a cui ci hanno costretto le Procure con la complicità di una opposizione irresponsabile. Noi siamo chiamati a farlo, e solo noi possiamo farlo. Pensate che oggi anche i soloni della politica fatta sui giornali sono costretti ad ammettere che Berlusconi e il suo governo continuano a “vincere” perché manca un’alternativa! Ma è proprio quello che noi denunciamo quando, irridendo ai continui richiami del Capo dello Stato, l’opposizione blatera sulla propria disponibilità ad intervenire mentre resta incapace di dare un contributo positivo e ancor più di unirsi in un progetto di competizione che rafforzi il bipolarismo.

Ieri la bella notizia di avere tagliato la strada ai giustizialisti d’accatto è stata turbata dall’ennesimo tonfo dei mercati europei e dalla criticità della zona euro. Abbiamo questo inizio d’autunno per far vedere che questo governo lavora sulle emergenze europee e mondiali che riguardano l’economia e dunque la vita dei cittadini. Se altri inseguono intercettazioni, gossip e i litigi corporativi delle Procure che vogliono sostituirsi al Parlamento facciano pure. Ricominciamo a volare alto.

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