NON INTENDIAMO RESISTERE, MA GOVERNARE. RICOMINCIAMO A VOLARE ALTO.
Non abbiamo nessuna intenzione di restare a palazzo Chigi solo per resistere. Ci rimarremo, fino alla fine della legislatura e finché avremo la fiducia del Parlamento, per un solo motivo: governare il Paese. Questo è il mandato ricevuto dagli elettori: questo, e non occupare delle poltrone di governo e di partito. La sinistra politica e giornalistica le studia tutte per costringere Silvio Berlusconi ad abbandonare il governo con metodi che definire poco ortodossi è un eufemismo. Prima le pressioni sul capo dello Stato, respinte con fastidio da Napolitano. Poi addirittura un editoriale di Repubblica, a firma di Barbara Spinelli, che “suggerisce” alla Chiesa di scomunicare il premier. E’ incredibile: coloro che si considerano gli eredi illuminati di Ernesto Rossi evocano metodi golpisti o da Inquisizione.
Ma se la sinistra agisce così il motivo è semplice: non vogliono governare, vogliono il potere. Poi si vedrà, l’azione e il programma di governo, per loro, sono un optional: come hanno dimostrato con Prodi, D’Alema, Amato e nuovamente con Prodi. Al contrario, per noi governare è il fine, la missione. Di più: il servizio che dobbiamo a chi ci ha eletto. Lo abbiamo fatto nella buona e nella cattiva sorte, resistendo a crisi mondiali senza precedenti, come in questa legislatura, e ad un opposizione di piazza e giudiziaria egualmente senza precedenti, dal ’94 ad oggi.
La mobilitazione contro la prima, lungimirante riforma delle pensioni.
Il no preconcetto alle riforme fiscali, previdenziali, alle opere pubbliche ed infine al grande riasset-to istituzionale che avrebbe già ridotto il numero dei parlamentari ed i costi della politica, nella le-gislatura 2001-2006.
Il no alla riforma della scuola con le arrampicate sui tetti di questa legislatura.
Il no ad ogni ipotesi di riforma della giustizia, civile e penale.
Il no alle leggi sulla sicurezza e l’immigrazione. Il no del Pd e della Cgil ad ogni misura economica.
Questi sono i nostri atti di governo. Queste sono le risposte dell’opposizione.
Ecco che cosa ci legittima a governare: lo abbiamo sempre fatto. Il lavoro, quello duro e scomodo, è nel nostro Dna. Il no sempre e comunque, il tanto peggio tanto meglio, è il fine e il mezzo della sinistra. Per questo andiamo avanti: non per resistere, ma per continuare a governare. ECCO COSA FAREMO
Governare significa naturalmente avere un’agenda di governo. Un elenco di cose da fare da qui al 2013. Noi lo abbiamo.
Mantenere scrupolosamente gli impegni presi con l’Europa, a difesa non solo nostra ma dell’intera impalcatura dell’euro. E quindi giungere nei prossimi due anni al pareggio di bilancio.
Affiancare le misure di rigore con quelle per la crescita e lo sviluppo. Abbiamo un elenco di otto opere pubbliche di importanza nazionale, ed alcune decine di importanza locale, già finanziate, che attendono solo il via.
Abbiamo il ricavato dell’asta delle frequenze digitali – tre miliardi – che intendiamo utilizzare non per fare cassa ma per finanziare lo sviluppo della banda larga di internet ed il suo progres-sivo accesso a tutta la popolazione.
Completeremo l’alta velocità e vi introdurremo la concorrenza, ma senza mai dimenticare che il primo dovere di una rete ferroviaria è garantire la mobilità di pendolari, studenti, lavoratori.
Faremo la riforma fiscale: le delega è già stata votata all’interno della manovra. I fondi verran-no certo dalla lotta all’evasione, che con noi ha dato risultato che nessun governo Visco può van-tare: 53,4 miliardi recuperati in 3 anni, ed un trend in ulteriore crescita a fine 2011. Ma so-prattutto la riforma, che ridurrà le aliquote per le persone e le imprese, si finanzierà con il di-sboscamento di trattamenti di favore anacronistici e di forme di assistenza clientelare.
Ridurremo la spesa pubblica là dove è spreco, non più con la logica dei tagli lineari necessaria in questi tre anni, per rimettere a posto i conti, ma con quella degli interventi selettivi, in accordo con la Banca d’Italia.
Completeremo la riforma delle pensioni, senza logiche punitive per nessuno. Potremo farlo per-ché il nostro sistema è già tra i migliori d’Europa, e non ci sarebbe stato bisogno di altri inter-venti se la sinistra non avesse cancellato la legge che porta la firma di Roberto Maroni.
Abbiamo riformato la giustizia civile in accordo con la magistratura e le altre parti. Faremo la riforma della giustizia penale in accordo con la parte illuminata e riformista dei magistrati, che possiamo con cognizione definire una maggioranza silenziosa.
Assieme a tutto questo porteremo l’Italia fuori dalla crisi, difendendo i risparmi ed i redditi di tutti, difendendo la proprietà conquistata con il lavoro. L’Europa, la Bce, la Banca d’Italia, rico-noscono in noi i soli interlocutori. E’ a noi che vengono chieste le misure di crescita e sviluppo, non a un altro governo e non alla sinistra. E questo significa qualcosa.
Ci sono tutte le condizioni: avanti con le riforme:
Ci sono tutte le condizioni, se lavoriamo con unità d’intenti e sappiamo cogliere l’attimo, per uno scatto in avanti. Il voto di ieri alla Camera a cui tutti sono costretti a riconoscere una valenza politica di consolidamento della maggioranza, non va sprecato. Ci sono delle fasi in cui non solo è utile ma è doverosa una dose di cinismo per riprendere il cammino delle riforme e per toglierci di dosso una volta per tutte l’impostura di un governo che dura al solo scopo di “tirare a campare”.
Naturalmente va evitato l’errore di sopravvalutare l’esito positivo di una prova di forza numerica a cui ci hanno costretto le Procure con la complicità di una opposizione irresponsabile. Noi siamo chiamati a farlo, e solo noi possiamo farlo. Pensate che oggi anche i soloni della politica fatta sui giornali sono costretti ad ammettere che Berlusconi e il suo governo continuano a “vincere” perché manca un’alternativa! Ma è proprio quello che noi denunciamo quando, irridendo ai continui richiami del Capo dello Stato, l’opposizione blatera sulla propria disponibilità ad intervenire mentre resta incapace di dare un contributo positivo e ancor più di unirsi in un progetto di competizione che rafforzi il bipolarismo.
Ieri la bella notizia di avere tagliato la strada ai giustizialisti d’accatto è stata turbata dall’ennesimo tonfo dei mercati europei e dalla criticità della zona euro. Abbiamo questo inizio d’autunno per far vedere che questo governo lavora sulle emergenze europee e mondiali che riguardano l’economia e dunque la vita dei cittadini. Se altri inseguono intercettazioni, gossip e i litigi corporativi delle Procure che vogliono sostituirsi al Parlamento facciano pure. Ricominciamo a volare alto.
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