martedì 31 maggio 2011

SERVE DISCUSSIONE PROFONDA MA NON AUTODISTRUTTIVA

"Ragionevolezza vuole che si comprenda e si riconosca ciò che sembra emergere: il centrodestra ha raccolto un risultato negativo, soprattutto legato alla scelta di non partecipare al voto di quote rilevanti del nostro elettorato. E’ a questi cittadini e alle loro ragioni che occorre rispondere. Una parte significativa del Paese non ha alcuna intenzione di mandare al governo la sinistra (un’armata Brancaleone che andrebbe da Di Pietro a Fini, senza progetto e senza prospettive), ma - al tempo stesso - esprime un richiamo severo e fortissimo a noi.  E’ accaduto in numerosi Paesi occidentali in questi anni: le elezioni di medio termine hanno determinato nette sconfitte dei partiti di governo, dagli Stati Uniti alla Francia alla Germania. Ora tocca anche a noi, che per di più dobbiamo misurarci con un fattore tutto italiano ed endogeno rappresentato dal vero e proprio assedio mediatico e giudiziario in corso da anni contro Silvio Berlusconi. In quei Paesi, nessuno ha chiesto o sollecitato crisi di Governo, ma tutti hanno ascoltato fino in fondo il messaggio venuto dalle urne: lo stesso dobbiamo fare qui in Italia. Il Governo Berlusconi ha il diritto-dovere di governare fino a fine legislatura: poi saranno gli elettori a giudicare. Quindi, serve una discussione profonda ma non autodistruttiva. Occorre sostenere la leadership di Silvio Berlusconi, assicurare una nuova spinta liberale all’azione di governo dei prossimi due anni (in particolare sul terreno economico e fiscale, dopo che per un triennio l’Esecutivo ha avuto il grande merito di tenere i conti pubblici sotto controllo, nel pieno di una tempesta mondiale), e far crescere e articolare un partito che - va ricordato - ha appena due anni di vita ed e’ ancora saldamente il primo partito d’Italia (dopo avere vinto le politiche del 2008, le europee del 2009 e il turno amministrativo del 2010). Non e’ il momento delle colpevolizzazioni reciproche, ma della lucidità e delle risposte urgenti legate ai temi concreti che importano ai cittadini. La fatica della politica e’ quella di tentare di trarre da un male un bene, ascoltando la voce degli elettori, e accelerando il cammino per la modernizzazione liberale del Paese". Daniele Capezzone, portavoce Pdl.

sabato 28 maggio 2011

LA REGIONE ABBIA PIU’ INTERESSE PER I PROBLEMI LOGISTICI DEL PORTO DI RAVENNA.

"Sono rimasto molto stupito", afferma il Consigliere regionale Bazzoni, "nel leggere giovedì sui quotidiani una dichiarazione dell'Assessore Peri di attacco al Governo per un presunto mancato finanziamento della bretella ferroviaria porto-linea per Faenza. I problemi del porto di Ravenna, per colpa della Regione che non l'ha mai riconosciuto e promosso, sono tali e tanti che Peri non può cavarsela scaricando su altri un piccolo intervento che potrebbe fare la FER (Ferrovie emiliano- romagnole). Nel Piano regionale integrato dei trasporti sono previsti ingenti investimenti stradali e ferroviari in tutta l'Emilia e niente in Romagna; significativamente non si prevede nulla per il trasporto merci a Ravenna. Il neoeletto Presidente della Provincia, Casadio, si è distinto come Sindaco di Faenza per non avere fatto lo scalo merci in 10 anni ed essere riuscito a far prendere, a causa di ciò una multa di 500.000 euro alla società pubblica costituita. Nè la Regione, né la Provincia ed il Comune hanno minimamente preso in considerazione la mia proposta di un treno diretto Ravenna-Faenza-Firenze, che poteva chiamarsi "il treno di Dante" e per il quale giace inevasa dal 2010 una mia mozione al Consiglio

venerdì 27 maggio 2011

POVERA ITALIA COME ANDREMO A FINIRE:TERREMOTO DELL’AQUILA, L’ULTIMA DEI GIUDICI PROCESSARE CHI NON SA PREVEDERE IL SISMA

UN GUP RINVIA A GIUDIZIO I MEMBRI DELLA COMMISSIONE GRANDI RISCHI PER NON AVER FATTO EVACUARE L’AQUILA. MA I GEOLOGI NON SONO COME OTELMA.


Mi sia consentito, come ultima annotazione di rivolgere un pensiero solidale a tutti i tecnici che osser­vano terra, mare, ruscelli e fiumi. Anche se non hanno fantasie catastrofiche si devono attivare, pensando al peggio e al reato di procurato allarme. Sono vasi di coccio fra vasi di ferro costituiti da una magistratura occhiuta e da una natura imprevedibile come nei millenni passati. Si mettano a tremare anche quando la terra non tremerà.

giovedì 26 maggio 2011

mercoledì 25 maggio 2011

L’ARROGANZA DEL PD: FAENZA LA FESTA DEL PD IN PIAZZA NENNI: IL PDL ANNUNCIA UN BANCHETTO

"Il centro storico, la Piazza, è il cuore di una città,  il salotto buono di una cittadina; utilizzato per le feste e le occasioni di una comunità intera è messo a disposizione di eventi che coinvolgono tutti - osserva  il gruppo Pdl di Faenza - Partendo da questi presupposti diciamo un no forte all'utilizzo della Piazza e del centro storico di Faenza per la festa del PD. La festa del PD infatti non sarebbe una semplice manifestazione della durata di un giorno, non è una festa partecipata da tutti, non è una festa gradita a tutti e neppure da tutti i commercianti". "La "nipote" della festa dell'unità sarebbe intesa come una vera e propria oKKupazione politica, tanto più odiosa se si tiene conto proprio delle scelte politiche amministrative del PD a danno del centro storico e dei suoi commercianti; sarebbe una festa con il sapore amaro di una cura palliativa e della beffa. La Piazza non è il luogo per la festa di un partito che si svolge su più giornate. Ciò che resta della festa dell'Unità non è la festa di tutti anche se già in questi anni si è tentato di spacciarla come una festa cittadina chiamandola "Faenza in festa", la festa è del PD e non di tutti i faentini e neppure di Faenza, è una festa di parte, alla quale chi non si riconosce nelle idee politiche che sottendono alla stessa ha il sacrosanto diritto di non partecipare.
Fare la festa del PD in centro significa costringere tutti in un modo o in un altro a parteciparvi  e ci sembra onestamente un po' troppo audace, verrebbe vissuta da tanti come una vera oKKupazioni di spazi e di libertà, come una manifestazione ridondante di un orgoglio che ha la presunzione di essere un pensiero dominante che in tanti non condividiamo. Se si farà la festa del PD in Piazza ci faremo promotori di un banchetto del PDL permanente per tutti i giorni della festa con gigantografia di Berlusconi".

venerdì 20 maggio 2011

PINI ABBATTUTI A BAGNACAVALLO

INTERPELLANZA DI ZANNONI

Francesco Zannoni capogruppo di PdL-Lega Nord a Bagnacavallo ha presentato un' interpellanza al Sindaco in merito all'abbattimento di oltre una decina di pini lungo il viale della Pieve. "Il valore commerciale di tale alberi, una volta abbattuti, viene calcolato in base al diametro e alla lunghezza - afferma Zannoni - Nel nostro caso il diametro misurato risultava non inferiore ai 43 cm e la lunghezza 5 metri circa, valore commerciale circa 800 euro cadauno, la somma totale è presto fatta".
"Chiedo pertanto a questa Amministrazione se il materiale ligneo è servito per ottenere uno sconto dalla Ditta che ha effettuato i lavori, se è stato commercializzato e come è stata inserita nel bilancio questa entrata, a quanto è ammontato il costo dell'abbattimento dei suddetti pini, e quale è il numero esatto dei pini tagliati".

Commenti (1)

Mi permetto di fare una precisazione sui numeri citati nella richiesta del capogruppo del PDL- Lega Nord di Bagnacavallo Francesco Zannoni, premetto che sono favorevole alla richiesta di Zannoni. I pini abbattuti in viale della Pieve sono esattamente 30, ai quali vanno aggiunti i 10 di Borgo Farini.
19/05/2011 - inviato da: Gabriele Tamburini

martedì 17 maggio 2011

ELEZIONI PROVINCIALI: I RISULTATI

BRUTTO RISULTATO PDL: SOLO 15.1% (2006 FI 14,35%, AN 7,91%) .
I CONSIGLIERI ELETTI: MASSIMO MAZZOLANI, MARTA FAROLFI, GIOVANNA BENELLI
IDEM IN COMUNE DI RAVENNA PDL 13,31% (2006 FI 14,30%, AN 6,10%)
I CONSIGLIERI ELETTI : FOSCHINI,BUCCI, BALDINI, ANCARANI E GRAZIANI.



BAZZONI: COMUNICATO STAMPA

Il voto amministrativo nella provincia di Ravenna rivela un dato complesso e molto articolato. Da un lato vi è comunque un grosso calo della coalizione che sosteneva Claudio Casadio, con addirittura alcuni partiti che non saranno rappresentati in Consiglio come quello dei repubblicani, che pure avevano un assessore nella giunta precedente. Dall’altro dobbiamo ammettere che l’estremo frazionamento delle liste che si ponevano come alternativa alla sinistra e che è stato determinato dalla discesa in campo di ben sei candidati a presidente, ha causato una dispersione di voti ed un disorientamento dell’elettorato.
Per quel che riguarda il voto di lista del Popolo della Libertà, che non è certamente esaltante, dobbiamo considerare che veniamo da un periodo molto turbolento della nostra storia: le polemiche dell’ultimo anno e la scissione di Futuro e Libertà, il partito di Fini, non hanno certo giovato alla nostra immagine, anche se dobbiamo considerare il clamoroso fallimento del progetto di Futuro e libertà in provincia di Ravenna che pur essendo stato sostenuto da tutti i big nazionali venuti in processione fino all’ultimo giorno della campagna elettorale non riesce comunque a sfiorare neppure il due per cento dei consensi. Inoltre la Destra di Storace ha voluto presentare a tutti i costi una lista, pur sapendo che avrebbe tolto voti al PdL; il risultato ottenuto è irrilevante ma sufficiente a sottrarci un seggio. Nei prossimi giorni, anche alla luce del risultato che si avrà per il Comune capoluogo, ci riuniremo per trarre le valutazioni e gli insegnamenti che ci derivano da questo voto amministrativo. Gianguido Bazzoni

giovedì 12 maggio 2011

IL POTERE DELLA SINISTRA IN EMILIA ROMAGNA NON HA NULLA DA INVIDIARE -PER IL CONTROLLO SULLA REALTA’ ECONOMICA E SOCIALE- A QUELLO DELLE MAFIE

IL PD SI INDIGNA MA CHI VIVE IN QUESTA REGIONE SA BENE CHE C’E’ UNA VERITA’ DI FONDO CHE SPERIMENTIAMO OGNI GIORNO.

 

intanto nella sola provincia di Bologna 20.000 perone, direttamente o indirettamente, vivono di politica con una spesa pubblica annuale di molti milioni di euro per incarichi, nomine consulenze….


mercoledì 11 maggio 2011

IL GOVERNO DEL FARE. INTERNET WI-FI A SCUOLA: PARTE L’OPERAZIONI DI BRUNETTA


Il progetto per Internet Wi-Fi in tutte le scuole, fortissimamente voluto dal ministro Renato Brunetta, parte formalmente oggi alle 12 con l’iter che dovrebbe portare entro il 2012 alla copertura totale di tutti gli istituti scolastici italiani. Questa, almeno, è la speranza di un intervento e di un investimento importante che richiederà la spesa di diversi milioni di euro e l'abbandono di una filosofia di intendere e spesso demonizzare la rete. I primi dati parlano di già 800 prenotazioni, una buona idea con qualche chiaro-scuro e tante inevitabili polemiche. Polemiche che lasciamo a chi ne è direttamente coinvolto e a chi vuole esprimere la propria opinione. Quella più diffusa va a riprendere i vasti tagli nel budget che forse avrebbe meritato più attenzione. E’ vero così come è vero che entro il 2012 tutti gli istituti saranno dotati di Internet Wi-Fi, una via obbligata per un paese moderno. Internet e la scuola sono due mondi più che compatibili, se disciplinati da regole affidabili e il progetto di Brunetta ha scatenato un grande entusiasmo con già 800 scuole prenotate. Nei prossimi sei mesi saranno collegate 5.000 scuole, mentre entro la fine del 2012 dovrebbero completarsi i lavori in tutti e 14.000 gli edifici italiani. Le scuole riceveranno uno speciale kit con tutto il necessaire. A proposito di wi-fi, finalmente dopo anni, il decreto Pisanu (che limitava l'utilizzo del Wi-Fi a scopi di antiterrorismo) è decaduto a inizio 2011. Daniele Leoni

martedì 10 maggio 2011

BERLUSCONI. DOPO LE ELEZIONI UNA LEGGE POPOLARE PER DIMEZZARE I PARLAMENTARI

NOI CI SIAMO PER RACCOGLIERE LE FIRME

"I team della libertà potrebbero cominciare a raccogliere le firme per arrivare ad una legge di iniziativa popolare che dimezzi il numero dei parlamentari".  Lo ha ribadito, dopo averlo annunciato al Palasharp di Milano, il presidente Berlusconi, in occasione di un comizio ad Olbia. "Naturalmente e’ impossibile chiedere ai tacchini di raddoppiare il Natale e quindi questa modifica si potrà chiedere per la prossima legislatura".

domenica 8 maggio 2011

IL DECRETO SVILUPPO PER IL RILANCIARE E SEMPLIFICARE IL SISTEMA ITALIA

Principali novità


Bonus assunzioni nel Sud. Ripristinato il credito d’imposta per le imprese che assumono dipendenti a tempo indeterminato nei territori del Sud dal 2011 al 2013: sarà di 300 euro al mese per ogni lavoratore assunto. Scuola: assunzione 65 mila precari. Si tratta di un piano riguardante le assunzioni a tempo indeterminato dei precari della scuola, vale a dire l’immissione a ruolo di personale docente e personale ausiliario ATA. Il decreto prevede che le assunzioni siano compatibili con i vincoli di finanza pubblica e si prevedono circa 65 mila assunzioni. Rinegoziazione mutui a tasso variabile. Viene data la possibilità alle famiglie più deboli di chiedere di rinegoziare i mutui casa fino a 150 mila euro. Si potrà porre un tetto massimo al tasso variabile del mutuo, che diventa fisso per la durata residua del mutuo. La condizione è che il mutuatario abbia un reddito Isee (indicatore di reddito fornito dall’Inps) non superiore a 30.000 euro e che non abbia ritardi nei pagamenti. Nuovo “Piano casa” e costruzioni case. Si tratta di un piano per l’edilizia privata che agevoli la riqualificazione di aree urbane degradate. Per le regioni c’è la possibilità di approvare leggi la riqualificazione anche con demolizione e ricostruzione e sarà consentito aumentare la volumetria del 20% per gli edifici residenziali e del 10% per gli edifici non residenziali. Viene introdotto il silenzio-assenso per il rilascio del permesso di costruire (90-100 giorni o 180-200 giorni per le città oltre 100 mila abitanti).

Le misure fiscali e la semplificazione

Contabilità semplificata estesa. Per le imprese arriva l’estensione della contabilità semplificata a

venerdì 6 maggio 2011

TANGENZIALE DI BAGNACAVALLO ENNESIMO ESEMPIO DI SPERPERO DI DENARO PUBBLICO DA PARTE DELLA PROVINCIA DI RAVENNA: SPENDONO 13 MILIONI QUANDO NE POTEVANO BASTARE 2.

COSA E’ RIMASTO DE L CARTELLO DEL 2006. ATTENTI A VOLTARE A SINISTRA

COSA DICEVA FI-PDL DELLA PROVINCIA NEL 2006
 
 
Bagnacavallo: 13 milioni di euro per collegare le due provinciali Naviglio. Un errore fondamentale, non accolta la proposta alternativa del PDL 2006

La Giunta Provinciale di Ravenna ha approvato il progetto definitivo di collegamento costerà 13 milioni 100mila euro il nuovo collegamento tra la strada provinciale n. 8 Naviglio Sud e la provinciale n. 8 Naviglio Nord, funzionali alla nuova circonvallazione esterna all'abitato di Bagnacavallo. Di questi, 7 milioni 600mila euro verranno stanziati dalla Provincia e 5 milioni 500mila euro dalla Regione. "La SP Naviglio Sud (1° tratto) collega, con un tracciato di 7,8 km, la città di Faenza alla periferia sud dell'abitato di Bagnacavallo; la SP Naviglio Nord (2° tratto) collega, con un tracciato di 15,2 km, la periferia nordest dell'abitato di Bagnacavallo al Comune di Alfonsine. Come si evidenzia bene nella foto il primo tratto è un doppione della liberalizzata A14 bis. Ridolfi, Galassini, Zannoni, hanno sempre contrastato tale progetto nel primo tratto perché era un doppione, una vera miopia politica e sperpero di denaro e, nell’agosto 2006 con un’iniziativa pubblica dicevamo: “ in omaggio alla trasparenza ed alla chiarezza che manca alla maggioranza che governa Provincia e Comune di Bagnacavallo ricordiamo come grazie al Decreto del Ministra Lunardi del 19 aprile 2006 nulla osta alla realizzazione di un secondo svincolo, rispetto al tratto di autostrada liberalizzata, che anche il Sindaco dice di condividere. Se queste fossero le reali intenzioni del Sindaco di Bagnacavallo riteniamo si potrebbe procedere rapidamente alla modifica del progetto dell’Amministrazione Provinciale in corso di elaborazione che ha già previsto di utilizzare per l’anno 2006 5.500.000 euro di contributi regionali ricorrendo ad un indebitamento della Provincia per mutui di altri 5.500.000 euro e per gli anni 2007/2008 2.849.500 di contributi regionali ed altrettanti ricorrendo ad indebitamento. Offriamo la nostra proposta alternativa al progetto della Provincia (che assomma solo per il primo lotto ad oltre 7 milioni di euro e che comporta espropri di terreni coltivati a frutteto per circa 10 Ha)che prevede un costo di soli 2 milioni di euro un impatto ambientale molto ridotto una maggiore utilità e l’esproprio di 1 Ha soltanto. Le altre risorse possono essere meglio utilizzate per l’eliminazione di passaggi a livello compresi quelli sulla Via Naviglio e sulla Via Bagnoli e per la realizzazione di barriere anti-rumore ed anti smog. La Signora Rossi (Sindaco di Bagnacavallo) abbandoni “il politichese” e dica se condivide o non condivide la nostra proposta che rispetto alle sue impacciate parole ed alle sue illusorie furbizie ha un pregio l’assoluta chiarezza.” Sono passati oltre 3 anni e una proposta valida per realizzare maggiori lavori e non realizzare un tratto di strada parallela all’A14 bis, purtroppo non siamo stati ascoltati




PRONTI A BLOCCARE IL PROGETTO E PORTARE I PROGETTI ALLA CORTE DEI CONTI PER CHIEDERE I DANNI

Rudi Capucci Candidato presidente provincia di Ravenna PDL- LegaNord "Questo Pd che vanta un lungo elenco di errori e sprechi macroscopici nel ravennate e in tutta la Romagna - attaccano - vuol farci la paternale anche di fronte a un errore e spreco di milioni di euro talmente evidente che anche un bambino, mappa alla mano, lo capirebbe". "La nostra opinione è suffragata da esperti le cui opere funzionano, non da quelli che hanno sulla coscienza nella nostra provincia errori come il Pala piano, il by-pass sul Candiano o la circonvallazione nord di Ravenna. E il cosiddetto 'rifiuto' della Società Autostrade riguardo l'eventuale nuovo svincolo sull'incrocio con la San Vitale non ha ragion d'essere da un punto di vista legale, quindi in questo caso vale la regola che 'per ottenere una buona risposta bisogna fare una buona domanda'. E siccome il Pd aveva già deciso che la tangenziale doveva essere fatta in quel modo assurdo, costoso e invasivo, la domanda è stata posta con quell'entusiasmo e convinzione di chi chiede ad un ospite sgradito se per caso desidera ancora restare un altro giorno in casa". "Se l'alleanza LegaNord - Pdl vincerà queste elezioni faremo tutto ciò che è in nostro potere per fermare quest'opera sbagliata e realizzare la variante meno costosa ed invasiva; inoltre porteremo la spesa sostenuta per questa assurda progettazione sul tavolo della Corte dei conti per chiederne i danni

giovedì 5 maggio 2011

COOP. TERREMERSE: SOLDI DA REGIONE E PROVINCIA CONTRIBUTI COMPATIBILI?

Ferrara, 4 maggio 2011 - Capire se i contributi pubblici erogati dalla Provincia di Ferrara sono incompatibili con quelli della Regione, se altre Province ne hanno erogati e anche cosa significa “spese non previste” accanto a una di 129.000 euro. Il Pdl torna all’attacco sulla cooperativa, ormai chiusa, guidata da Giovanni Errani fratello del presidente della Regione, Vasco. E presenta un’interpellanza e un’interrogazione alla Giunta regionale. Non c’e’ solo la questione del certificato di collaudo, che il consigliere Fabio Filippi ha chiesto ben quattro volte (seguito dal collega in Consiglio comunale a Imola, Simone Carapia, al quale e’ stato risposto picche), ma ora spuntano due nuove faccende. Oltre i contributi della Regione per un totale di un milione di euro, spiega oggi il consigliere regionale Mauro Malaguti in una conferenza stampa, la cooperativa Terremerse, tra il 1998 e il 2008, quando Giovanni Errani ne era presidente, ha ricevuto altri 600.000 euro dalla Provincia di Ferrara. Terremerse che a Ferrara aveva dei terreni, “e’ la sola, assieme ad una di Argenta, ad avere ricevuto cosi’ tanto denaro in dieci anni in quel territorio”. Quei soldi sono stati erogati sotto diverse voci, una delle quali (“assistenza produzioni vegetali”) per 136.800 euro, ricade nella stessa legge che ha permesso a viale Aldo Moro di erogare 313.000 (sotto la voce “Programmazione e acquisizioni beni e servizi”). La prima domanda che Malaguti e Filippi pongono alla Giunta regionale e’ se “quei fondi sono compatibili tra loro, visto che i bandi sono sempre molto rigidi, e se altre Province ne hanno erogati”, visto che Terremerse aveva terreni anche nei territori di Forli’-Cesena e Bologna, pur avendo la sua sede a Bagnacavallo (Ravenna). “Sarebbe molto grave se si scoprisse che proprio la cooperativa del fratello del governatore avesse avuto contributi tra loro incompatibili”, afferma Filippi. Altra cosa, poi, emerge dal verbale di accertamento di avvenuta esecuzione dei lavori del 20 settembre 2006, nel quale e’ stato inserito il capitolo “Spese non previste”, ma “ammissibili” per un importo di 129.000 euro.  “Si tratta di documenti che servono per la quantificazione in via definitiva del contributo pubblico- spiega Filippi- e quindi non puo’ essere cosi’ generico”. Anche perche’, aggiunge Malaguti “a tanti piccoli produttori alcuni fondi sono negati, mentre la coop di Giovanni Errani e’ stata molto fortunata”. Infine c’e’ il famoso certificato di collaudo, che Filippi vuole vedere per capire se e’ successivo alll’agibilita’ (“in quel caso sarebbe irregolare”) e che anche Carapia ha chiesto tre volte al Comune di Imola. Nell’interpellanza, infine, i consiglieri chiedono la restituzione di parte del finanziamento, nel caso venga chiarito che alcuni fondi non sono stati utilizzati da Terremerse per un arco temporale di dieci anni, come previsto dalle norme.

mercoledì 4 maggio 2011

UNA CITTA’ NE’ CARNE NE’ PESCE, RAVENNA DEVE CAMBIARE

"Mezzo secolo di dominio della sinistra - commenta Nereo Foschini, candidato sindaco di Ravenna per Popolo della Libertà e Lega Nord) - ha tolto ogni caratteristica positiva ad una grande città che in passato è stata due volte capitale. Dietro un antifascismo conclamato buono solo per le celebrazioni e lo "spirito di corpo" dei tanti comunisti camuffati da democratici, Matteucci ed il PD tentano di nascondere un fallimento gestionale ed un sordo dominio ferreo su tutta la vita civile, che ha fatto perdere ogni identità a Ravenna.

Ravenna non è più una città agricola, perché l'agricoltura è stata intesa, dai compagni di Matteucci, solo come un serbatoio di voti da controllare attraverso le organizzazioni professionali e le cooperative rosse e nulla il Comune ha mai messo in atto per favorirne lo sviluppo e trasformazione anche in senso industriale;
Ravenna non è più una città industriale, perché il grande insediamento petrolchimico è in crisi da anni, nelle sue varie espressioni ed il Comune ha sempre osteggiato uno sviluppo nel senso delle risorse energetiche, opponendosi anche alla costruzione di un rigassificatore, che voleva dire lavoro, tecnologie, ruolo primario della città nella regione;

Ravenna non è più una città dei trasporti e della logistica, anche perché La Regione, governata dai compagni di Matteucci e dal ravennate Errani, ha sempre disconosciuto il porto di Ravenna, preferendo rapportarsi ed investire verso i porti di Livorno e La Spezia. Lo stesso hanno fatto con le ferrovie, consentendo alla Regione di non occuparsi della Romagna e di Ravenna in particolare; e pensare che la FER (ferrovie emiliano-romagnole) ha come Presidente il ravennate compagno Maioli;

martedì 3 maggio 2011

VENGONO I BRIVIDI A PENSARE COSA SAREBBE SUCCESSO AL DEBITO PUBBLICO ITALIANO SE AVESSO GOVERNATO LA SINISTRA.

Il governo supera l’esame dei conti pubblici: l’Italia è uscita dalla crisi con un aggravio del debito pubblico (tra il 2009 e il 2010) di meno di tre punti, metà delle media dell’Eurozona e molto meglio di altri grandi Paesi come la Germania e la Gran Bretagna. Secondo i dati Eurostat, infatti, il deficit tedesco è cresciuto di ben 319 miliardi (dal 73,5% all’83,2% del Pil) salendo così in termini assoluti a 2.080 miliardi, sorpassando a tutto gas quello italiano e diventando il terzo deficit pubblico lordo più alto del mondo, naturalmente in valore assoluto e non percentuale. Anche il debito della Gran Bretagna è salito dal 69,6% all’80%. Inoltre, durante la crisi, molti paesi hanno accumulato le cosiddette “passività contingenti”: cioè quelle garanzie ed emissioni a favore delle banche che per il momento non sono considerate deficit pubblico ma che potrebbero diventarlo in futuro, anche soltanto in parte, se le cose dovessero andare storte. In Germania valgono il 9% del Pil. L’Italia, per inciso, non ha “passività” di questo tipo. D’altronde quest’anno l’Italia sarà l’unico paese del G7 a presentare un avanzo primario (0,2 per cento del Pil). Tutti gli altri Stati, invece, dopo i già disastrosi 2009-2010, avranno ancora dei deficit primari, nella maggior parte dei casi assai consistenti, come ad esempio gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. Qualche giorno fa è arrivato l’“ok” ai conti pubblici italiani da parte del Fondo Monetario Internazionale. Il Fondo ha anche espresso apprezzamento sul lavoro fatto dal governo circa la spesa pubblica, che nel 2011 si attesterà al 49,8 per cento del Pil, in calo rispetto al 50,5 registrato lo scorso anno. La tenuta del debito pubblico si conferma uno dei fiori all’occhiello fra i tanti successi del governo Berlusconi.

domenica 1 maggio 2011

SONDAGGIO CENTRO SINISTRA FERMO, CALA IL CENTRO DESTRA.

IL PD AL 56%, 15 GIORNI DI CAMPAGNA ELETTORALE POTREBBERO MODIFICARE GLI EQUILIBRI IN CAMPO, IMPEGNAMOCI PER MANDARE A CASA LA SINISTRA IN COMUNE E PROVINCIA DI RAVENNA.

 Ravenna, 30 aprile 2011 - IL CENTROSINISTRA fermo al 56 per cento, con il Partito democratico in flessione. Il Pdl in difficoltà, abbondantemente sotto il 20 per cento, con la Lega Nord che invece sarebbe intorno al 10. Alvaro Ancisi che tiene, ma nella corsa ai seggi in consiglio deve fare i conti con il boom del Movimento cinque stelle. Sono questi i risultati di un sondaggio commissionato dal Pd, ma noto per ora solo ai dirigenti, e ancora da discutere in direzione provinciale: numeri che vanno presi con le molle, considerato che mancano ancora tre settimane alle elezioni. IL SONDAGGIO riguarda solo il voto di lista, e non quello per l’elezione diretta del sindaco. Nel centrosinistra, l’indagine rileverebbe un ulteriore calo del Partito democratico rispetto al già non entusiasmante 42,6 per cento ottenuto alle regionali del 2010. In calo anche l’Idv, che un anno fa ottenne il 6,8 e che invece, nei sondaggi per il consiglio, si fermerebbe sotto il 5. Più o meno sulle stesse cifre Sel, che invece è in crescita rispetto alle regionali: con questi risultati, quindi, sia i dipietristi che i vendoliani avrebbero un seggio sicuro in consiglio (tra i 19 che spettano alla coalizione vincente), e si disputerebbero sul filo di lana il secondo. Il Pri gravita intorno al 3 per cento, mentre la Federazione della sinistra rischierebbe di rimanere fuori dall’assemblea. Il sondaggio parla insomma di un centrosinistra ben lontano dalla super-maggioranza ottenuta nel 2006, quando i voti per la coalizione di Fabrizio Matteucci avevano sfiorato il 70 per cento: con questo scenario — e in virtù della riduzione dei seggi da 40 a 32 — il vantaggio passerebbe dallo schiacciante +20 del consiglio uscente a un vantaggio di sei consiglieri, determinato dal solo premio di maggioranza. PASSIAMO al centrodestra: a quanto si sa, l’indagine registra una consistente flessione della coalizione Pdl-Lega, rispetto al 35,2 per cento delle regionali. Calo che riguarda soprattutto il Pdl, mentre la Lega mantiene le sue posizioni, pur con un certo arretramento rispetto all’11,2 delle regionali: potrebbe bastare per eleggere tre consiglieri. Il Polo civico di Ancisi si attesta tra il 4 e il 5 per cento delle preferenze, tre quarti delle quali a Lista per Ravenna, mentre Fli è sopra il 3 per cento. DEGNA di nota l’ascesa del Movimento 5 stelle, che già un anno fa, nel capoluogo, aveva superato il 6 per cento: il sondaggio assegna ai grillini quasi l’8 per cento. Considerando che in questo caso i seggi da spartire saranno 13, i Cinque stelle potrebbero quindi puntare a due consiglieri, mentre Lista per Ravenna e Fli si fermerebbero a uno. Ravenna punto a capo, infine, sembra lontanissima dalla quota minima necessaria per entrare a palazzo Merlato. Tutto questo solo sulla carta, naturalmente: 20 giorni di campagna elettorale potrebbero modificare, anche di molto, gli equilibri in campo. di FRANCESCO MONTI dal Resto del Carlino del 30 aprile 2011