Il governo supera l’esame dei conti pubblici: l’Italia è uscita dalla crisi con un aggravio del debito pubblico (tra il 2009 e il 2010) di meno di tre punti, metà delle media dell’Eurozona e molto meglio di altri grandi Paesi come la Germania e la Gran Bretagna. Secondo i dati Eurostat, infatti, il deficit tedesco è cresciuto di ben 319 miliardi (dal 73,5% all’83,2% del Pil) salendo così in termini assoluti a 2.080 miliardi, sorpassando a tutto gas quello italiano e diventando il terzo deficit pubblico lordo più alto del mondo, naturalmente in valore assoluto e non percentuale. Anche il debito della Gran Bretagna è salito dal 69,6% all’80%. Inoltre, durante la crisi, molti paesi hanno accumulato le cosiddette “passività contingenti”: cioè quelle garanzie ed emissioni a favore delle banche che per il momento non sono considerate deficit pubblico ma che potrebbero diventarlo in futuro, anche soltanto in parte, se le cose dovessero andare storte. In Germania valgono il 9% del Pil. L’Italia, per inciso, non ha “passività” di questo tipo. D’altronde quest’anno l’Italia sarà l’unico paese del G7 a presentare un avanzo primario (0,2 per cento del Pil). Tutti gli altri Stati, invece, dopo i già disastrosi 2009-2010, avranno ancora dei deficit primari, nella maggior parte dei casi assai consistenti, come ad esempio gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. Qualche giorno fa è arrivato l’“ok” ai conti pubblici italiani da parte del Fondo Monetario Internazionale. Il Fondo ha anche espresso apprezzamento sul lavoro fatto dal governo circa la spesa pubblica, che nel 2011 si attesterà al 49,8 per cento del Pil, in calo rispetto al 50,5 registrato lo scorso anno. La tenuta del debito pubblico si conferma uno dei fiori all’occhiello fra i tanti successi del governo Berlusconi.
Nessun commento:
Posta un commento