lunedì 31 maggio 2010

LE MISURE ECONOMICHE CONVICONO GLI ITALIANI

AVANTI PRESIDENTE BERLUSCONI!
Il sondaggio curato dall’Ispo di Renato Mannheimer, pubblicato ieri dal Corriere della Sera, dimostra, ancora una volta, la maturità degli italiani che, nella misura del 69%, approvano la manovra economica, ritenendola molto o abbastanza necessaria. Solo il 28% la giudica poco o per nulla necessaria. C’è un altro dato interessante, che conferma sia la valutazione generale di Silvio Berlusconi sia la soluzione tecnica adottata dal Giulio Tremonti: il 61% degli intervistati ritiene che sia opportuno ridurre i finanziamenti per i servizi sociali pur di non aumentare le tasse. La preoccupazione del Premier di "non mettere le mani nelle tasche dei cittadini" è quindi largamente condivisa e questo significa anche un’altra cosa: gli italiani continuano a giudicare negativamente le prestazioni della Pubblica Amministrazione e preferiscono spendere in modo autonomo. La crisi greca è stata seguita dal 71% degli intervistati, che si sono dichiarati preoccupati per i loro risparmi, condividendo implicitamente la linea seguita dal governo fin dall’inizio della crisi finanziaria: garantire i risparmi. Il livello disapprovazione della manovra, rileva Mannheimer, cresce con il crescere del titolo di studio. Nel centrodestra, il consenso raggiunge l’80%, ma nel centrosinistra esso arriva comunque al 65%. Ci sono differenze di valutazione nei singoli provvedimenti, ma la misura prevista per accrescere la tracciabilità dei pagamenti è quella più apprezzata. Seguono la riduzione dei costi della politica e i tagli agli stipendi pubblici sono i 90 mila euro. Prevedibilmente poco apprezzati gli aumenti delle tariffe autostradali. La maggioranza è largamente compatta nel respingere ipotesi di aumenti della pressione fiscale. La traduzione di questi dati in consenso elettorale è stata effettuata da Euriomedia Research di Alessandra Ghisleri, secondo la quale la somma delle intenzioni di voto per il Pd, l’Idv e le altre formazioni di sinistra non raggiunge il 40%, per cui la maggioranza è intorno al 53%. Sebbene la fiducia nel Governo sia un po’ calata, quella nei confronti di Silvio Berlusconi supera il 60%.
Ma, secondo un sondaggio Swg, dopo l’approvazione della manovra, la fiducia degli elettori di centrodestra nel governo resta invariata. Confermati i giudizi positivi sui singoli punti della manovra rilevati da altri sondaggisti: in testa, infatti, risultano i provvedimenti a favore della tracciabilità dei pagamenti.

I MAGISTRATI SONO UNA CASTA DI INTOCCABILI

"I magistrati spiegassero agli italiani perché, in un periodo di crisi in cui tutti accettano di fare sacrifici, solo loro dovrebbero essere esentati. Come i parlamentari e i dirigenti dello Stato fanno parte dei privilegiati, ed oggi chi ha di più’ deve sentirsi obbligato a non cedere all’egoismo. Così’ facendo, invece, i magistrati rivendicano un ruolo di casta di intoccabili". Lo ha affermato Jole Santelli, vicepresidente della  Commissione della Camera.

ARRIVA UNA SERIE DI SCIOPERI CHE NON SERVONO A NULLA

DI FRANCESCO FORTE

La manovra di finanza pubblica non è ancora ufficialmente nota, ma già si annuncia un’ondata di scioperi organizzati dalla Cgil che si incroceranno con altri scioperi, decisi per altre ragioni, dagli stessi burattinai e da altre single sindacali, con una particolare concentrazione nel settore dei trasporti. Essi tormenteranno gli italiani e i turisti stranieri per tutto giugno, in modo «articolato»: quando uno sciopero sarà cessato, ci sarà l’altro. L’antipasto è costituito dallo sciopero del 7 giugno di 4 ore, dalle 14 alle 16, del personale di assistenza a terra degli aeroporti. Il giorno dopo sciopera Tirrenia, la società di navigazione, che esercita i traghetti per la Sardegna e la Sicilia, che dovrebbe essere privatizzata. Invece l’11 di giugno ci sarà lo sciopero dei servizi di trasporto pubblico locale di 24 ore destinato a provocare disagi in particolare nei grandi agglomerati urbani. La controversia riguarda le aziende di trasporto degli enti locali, ma i danneggiati veri sono gli utenti dei servizi. Appena terminato questo sciopero, il giorno dopo avrà luogo una nuova tortura di carattere generalizzato, quella causata dallo sciopero di tutti i lavoratori pubblici e della scuola indetto dalla Cgil.

CORDATA DI PROTESTA PER LA SCUOLA

ESEMPLARE RISPOSTA DI PIOLANTI (PDL) AL SINDACO DI CASOLA VALSENIO

Caro Sindaco,
accolgo con moderata insofferenza il tuo cortese invito a costruire una cordata di protesta contro il Governo per quelli che tu chiami i tagli alla scuola e che io invece chiamo la sacrosanta e doverosa necessità di governare processi epocali dei quali, è evidente, non vi è consapevolezza da parte della tua giunta. 
Non siamo dentro una di quelle solite congiunture negative, che tante volte abbiamo visto nei decenni passati. Siamo a un tornante della storia e quello che sta maturando in progressione, via via che passano i giorni, via via che si formano i fatti, dovrebbe aiutare una riflessione più misurata e meno impregnata di contesa politica.
E’ vero che la scuola pubblica di Casola Valsenio, così come quella della Provincia di Ravenna, della Regione Emilia Romagna, dell’intero paese subisce, dopo tanti anni di allegra e incontrollata espansione della spesa, uno stop all’aumento dei costi di personale ed è vero che le quasi inevitabili rimostranze degli operatori e delle famiglie vengono spesso enfatizzate dalla tua parte politica per dimostrare la malvagità di questo governo contrapposto ad un ipotetico governo delle sinistre che nulla di tutto ciò avrebbe fatto. Appunto.
Sono convinto che tu sia consapevole del trapasso storico che sta investendo il nostro paese e l’Europa  e che la sponsorizzazione che voi fate di ogni protesta, presente e futura, è solo il gioco delle parti che impone una brutta fattezza della politica. Oggi abbracciate la scuola, domani i dipendenti pubblici, poi i tagli agli enti locali, poi la rudezza del federalismo, poi il patto di stabilità, poi i Fas, la sanità, etc ..etc. Tutto è buono per cercare qualche consenso a scapito di chi cerca di tenere ben saldo il timone della spesa e del debito pubblico che sono il vero cancro contro il quale mai vi abbiamo sentito spendere una parola lungimirante. Tutto quello che avete saputo esprimere sono state le lenzuolate di Bersani che pur nelle loro generose intenzioni sono servite a poco perché erano disegnate all’interno del sistema non in trasformazione del sistema.
Per queste ragioni, caro Sindaco, non posso accogliere il tuo invito a denunciare le politiche di contenimento in corso che, tra l’altro, non rappresentano in alcun modo un pericolo per la sussistenza del sistema scolastico casolano, come inopportunamente paventi. Ed anzi per queste ragioni, caro Sindaco, rilancio a te l’invito a sottoscrivere l’azione stabilizzatrice e di risanamento del bilancio dello stato operata dal governo in carica che, ancora una volta, sembra avere la capacità di guardare oltre nell’interesse dell’Italia.

ALLA FACCIA DELLA DEMOCRAZIA

LA MINORANZA VUOLE LE DIMISSIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI BAGNACAVALLO


LE SCELTE URBANISTICHE SBAGLIATE LASCIANO IL SEGNO

CONFERMA ALL’ASSURDITA’ DI REALIZZARE LA TANGENZIALE EST 

 

LA DISCARICA DI VOLTANA LA TERREMO ANCHE DOPO IL 2018?

IL PARERE DEL PDL DI LUGO DI DONATELLA DONATI

 

S.AGATA SUL SANTERNO: SPORTELLO HERA

Le auto che non sentono la crisi: sempre più folte le flotte blu dei politici

IL MESSAGGERO

Nei garage istituzionali l'Italia è leader: 624.330 auto blù contro le 72.00 degli Usa. E in Abruzzo arrivano le Audi A6

di Mario Ajello
ROMA - Autoblù... mi piaci tu. E non c’è manovra ”etica” che tenga, non c’è taglio economico che regga, non c’è stangata controsterzata che funzioni, non c’è esempio virtuoso che valga (ai ministri inglesi è stata tolta la Jaguar e girano in metropolitana) davanti al parco macchine della ”casta” che in questi anni è cresciuto come un soufflè assai difficile da sgonfiare. Ci vorrebbe un terremoto per eliminare la montagna di autoblù (sarebbero addirittura 624.330, secondo il ministro Brunetta che ne ha sette) che portano a spasso i potenti a spese dei contribuenti in preda a rabbia e fatalismo alla Totò: «E io pago....»? Macchè, il sisma c’è stato, e la Regione Abruzzo ha reagito regalandosi nuove e fiammanti quattro ruote, con tanto di vetri oscurati, sedili in pelle e tivvù analogica con navigatore, computer di bordo e telecamerina e questi optional possono arrivare a costare - in listino - fino a tremila euro. Gli assessori abruzzesi potrebbero dire: ma noi mica abbiamo la metropolitana o quei bus rossi a due piani che fanno tanto swinging London, quindi....

Quindi, con apposita delibera della giunta, ecco arrivate per la Regione, disastrata di suo e in un contesto di disastro economico generale, undici Audi A6, grazie a una sorta di affitto triennale con la Consip, la Spa del ministero dell’economia. La berlina del presidente Chiodi costerà 1.791,85 euro al mese. Le altre dieci: 1.579,38 euro mensili a testa. Totale: 21.102,78 euro ogni trenta giorni. Che è più di quanto paga il Veneto, territorio assai più esteso dell’Abruzzo. Siccome le vecchia autoblù avevano 190.000 chilometri sulle spalle, ecco il ricambio in salsa aquilana. Col sovrappiù di 43,75 euro mensili per la tivvù analogico-digitale piazzata nell’abitacolo e che tornerà utilissima a «lorsignori» - come li chiamava il mitico Fortebraccio - per gustarsi i Mondiali sudafricani di quest’estate.

Il rischio Grecia e l’austerity si fermano insomma davanti ai garage istituzionali. Perchè è tutto da dimostrare che il taglio del 20 per cento delle autoblù, previsto dalla manovra economica, riesca a superare la prova parlamentare. Anche se ci riuscisse, il super-record italico non verrebbe insidiato. Guidiamo largamente la classifica delle autoblù nel mondo, con le nostre quasi seicentocinquantamila, e dietro il Belpaese (anzi Blùpaese) arrancano con abissale distacco gli Stati Uniti (appena 72mila macchine istituzionali), la Francia (63mila) e l’Inghilterra (56mila). Il cameo di Giulio Andreotti, nel film con Alberto Sordi, «Il tassinaro», non ha fatto scuola. La bici di Cameron qui verrebbe investita da una delle 175mila macchine in dotazione dei Comuni, delle Regioni e delle Province (che non solo non verranno abolite loro ma neppure le loro autovetture) e, se fosse passata la proposta del senatore pidiellino Gallo, neppure verrebbero tolti i punti alla patente dell’autista della berlina istituzionale - magari in dotazione di un peone - che investisse il premier britannico.

Ogni tanto, simbolicamente, c’è un sindaco che fa il beau geste. Alemanno rinuncia alle due Lancia Thesis che aveva Veltroni e gira con una Croma presa in comodato d’uso dalla Fiat. Un primo cittadino agrigentino, Zambuto, consegna una Thesis al concessionario, si fa dare in cambio uno scuolabus per i bimbi della città e guida la sua Panda senza autista. Quelli del Siar (il Sindacato italiano autisti di rappresentanza) sostengono che le autoblù sono soltanto 3.420, e sarebbero diminuite rispetto alla vecchia cifra di 3.850. Ma basta dare un’occhiata a Palazzo Chigi, per vedere - oltre al ridicolo dei papaveri di governo che per percorrere cento metri s’infilano in un bolide super-corazzato - questa cifra choc: fra affitto dei veicoli, carburante, parcheggi e manutenzione, più di nove milioni di euro all’anno costano le quattro ruote dell’esecutivo.

Se a queste si aggiungono tutte le altre della flotta tricolore in blù che parlano ogni lingua della politica e ogni dialetto delle contrade italiane (nella Campania di Bassolino gli innumerevoli autisti regionali arrivavano a guadagnare 3.000 euro netti al mese e nessuno glieli può toccare, mentre nel Lazio è capitato che l’ex autista di Nicola Mancino sia diventato un capopopolo dei voti berlusconiani nel Basso Lazio, e stiamo parlando del senatore Fazzone), si arriva a un costo per le casse dello Stato di 21 miliardi di euro, cioè quasi il costo dell’attuale manovra economica che è di 24, fra affitto, pedaggi, guidatori, benzina. E a poco finora sono serviti i ”vaffa” dei passanti (mescolati però all’esercizio del vip watching), o le adunate internettiane del gruppo su Facebook intitolato «Basta alle troppe autoblù», di fronte alla carovana di Audi A 6 (le predilette della ”casta”), Bmw, Alfa e Lancia che costituiscono tanti Palazzetti mobili attraverso la Capitale e lungo la Penisola, sorvolanti sul traffico e in fondo parlanti. Raccontano di una crisi che, da dietro i vetri oscurati, forse non si riesce a vedere come meriterebbe. 
 
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MANAGER PUBBLICI, ECCO CHI RISCHIA DI VEDERE GLI STIPENDI TAGLIATI

COMUNI, PROVINCIA E SOCIETA’ PUBBLICHE: NEL MIRINO CHI GUADAGNA PIU’ DI 90 MILA EURO LORDI

Si parte con il Comune: potrebbero arrivare tagli allo stipendio del direttore generale Carlo Boattini che percepisce uno stipendio annuo lordo di 140mila euro (in questo come nei dati seguenti viene indicata la cifra lorda, che comprende anche retribuzioni di risultato e anzianità, in attesa che il ministro Tremonti detti le linee guida della ‘manovra’). Si passa poi a Carlo Neri, segretario generale: il suo stipendio di quasi 119mila euro troverà la scure del governo. Sul filo del rasoio Claudio Bondi, dirigente del servizio edilizia: 90mila euro annui lordi; Alberto Mutti, del servizio progettazione urbanistica evita il taglio per un soffio, Non così Walter Ricci, Capo Area Infrastrutture Civili, che supera i 103mila euro. Ben lontano Stefano Rossi, comandante della Municipale, che si ferma a quota 78mila. Se la ‘manovra’ andrà a raccogliere frutti in Provincia il direttore generale Domenico Randi vedrà decurtato del 10 per cento il suo stipendio annuale di 133.156 euro lordi.
Tagli per Arrigo Antonellini, dirigente del settore Ambiente e Territorio che ne guadagna 96.619. Per poco è esente Andrea Morandi, dirigente in staff con i suoi 89.505euro annui. Alberto Rebucci, dirigente Settore Attività Produttive e Politiche Comunitarie rientrerà nella decurtazione del 5 per cento con 95.328 euro annui, come Claudio Savini, dirigente settore lavori pubblici che arriva all’anno a 100.012 euro. Poco meno Antonio Venturi,dirigente del settore politiche agricole con 95.523 euro.
Negli altri comuni della provincia non si risparmieranno tagli: Anna Boschi, segretario comunale di Cotignola dovrà fare i conti con i suoi 117.533 euro, Angela Grattoni, segretario comunale di Bagnacavallo e Russi con 103.134. Marco Mordenti, segretario comunale di Lugo, Fusignano e Unione si ‘salva’ dsal meno 10 per cento per poco: percepisce annualmente 125.594 euro lordi. Valeria Villa, segretario comunale di Conselice e Sant’Agata rientrerà nel taglio del 5 per cento con 108.648 euro, così come Enrica Bedeschi Direttore, generale Comune di Lugo (93.954 euro). Supera i centomila ma non abbastanza per il taglio del 10 per cento Francesco Raphael Frieri, direttore generale Unione dei comuni (115.000 euro), così Daniele Garelli Direttore generale Comune di Bagnacavallo (107.250 euro). A Faenza si parlerà probabilmente di tagli per Deanna Bellini del settore legale (110mila euro annui). A Cervia Margherita Campidelli, segretario generale con 96mila euro. Ed ora i manager delle società partecipate: Filippo Brandolini che percepiva un’indennità di presidente di Hera Ravenna di 100mila euro è sotto la scure dei tagli. All’Autorità portuale: i tagli dovrebbero arrivare per il presidente Giuseppe Parrello che percepisce 340mila euro lordi l’anno e Guido Ceroni, direttore operativo: 209mila euro lordi annui. Si sale con gli stipendi e con i probabili tagli anche all’Ausl: per il direttore generale Tiziano Carradori si parla di 177mila euro annui e di poco più di 140mila per Savino Iacoviello.  Resto del Carlino Cronaca di Ravenna

QUANDO SI DICE DI PREDICARE BENE E RAZZOLARE MALE. LA PRIMA SEDUTA DEL CONSIGLIO REGIONALE DELL’EMILIA-ROMAGNA CI COSTA 1,3 MILIONI DI EURO

Guadagnare senza fare niente è il sogno di molti e la realtà di pochi: precisamente dei neo eletti consiglieri della Regione Emilia Romagna. In due mesi, dal giorno delle elezioni a quello dell’insediamento della nuova assemblea legislativa, sono stati spesi 1,3 milioni di euro. Spesi per una riunione di un’ora in aula.  A fare i conti è Galeazzo Bignami, consigliere regionale del Pdl. La cifra si ricava facilmente: dal 29 marzo al 9 maggio, data dell’insediamento dell’assemblea, non si è letteralmente fatto niente. E per quel niente sono stati tutti pagati: i consiglieri uscenti e quelli eletti. Sempre secondo le stime di Bignami un consigliere regionale costa 13mila euro lordi al mese: moltiplicando 13mila per 50, il numero dei consiglieri, si arriva a 650mila. I mesi in questione sono due e si arriva a 1milione e 300mila euro. Il fatto curioso è che non c’è niente di irregolare: le norme che regolano il passaggio da una assemblea all’altra sono tutte rispettate. È la lentezza che fa lievitare i costi. I primi a indignarsi per lo spreco sono stati i consiglieri Giovanni Favia e Andrea Defranceschi del Movimento 5 stelle, che in una nota hanno invitato i consiglieri inoperosi a restituire lo stipendio o devolverlo a qualche iniziativa benefica.

UN SUCCESSO PER LA ROMAGNA

IL CESENA CONQUISTA LA SERIE A
Vent'anni di attesa per una corsa fantastica, che in pochi avrebbero pronosticato a inizio stagione. Il Brescia, invece, è stato sconfitto a Padova (1 a 2) sotto il diluvio. Anche la provincia ravennate ha diversi seguaci bianconeri... Ragioni di campanile a parte, il versante cesenate ha cominciato ad esultare: la squadra allenata da Bisoli ha vinto a Piacenza grazie a un gol di Parolo, bravissimo ad insaccare con un destro al volo al 2' della ripresa.
I Romagnoli sono felici di festeggiare dopo vent'anni per il Cesena la gloria della Serie A!

sabato 29 maggio 2010

LICEO SCIENTIFICO LUGO. LAVORI ANCORA BLOCCATI: ORA ANCHE AZIONE PENALE?

COSA SUCCEDE A LUGO

Ristrutturazione del Liceo Scientifico “Ricci Curbastro” di Lugo . Oltre un mese fa la ditta “Il Poligono” aveva chiesto un incontro fra i suoi tecnici e i tecnici della Provincia per tentare di sbloccare i lavori e garantire il regolare inizio dell’anno scolastico e non ha ricevuto risposta. Questa settimana c’è stato invece un incontro fra gli avvocati della ditta “Il Poligono” e quelli della Provincia, penalisti e amministrativi che si è risolto con un nulla di fatto. La Provincia è più interessata agli aspetti penali e amministrativi di cui tutti conosciamo i tempi biblici o a garantire l’agibilità della scuola in tempo utile, fermo restando che la giustizia faccia il suo corso?  Giovanna Maria Benelli consigleire provinciale

E' IL PORTO LA VERA CHIAVE DELLO SVILUPPO DI RAVENNA

"Già nei giorni scorsi abbiamo avuto occasione di confrontarci con gli Industriali sui temi principali che sono oggetto del documento presentato dall'Associazione". Lo dichiara il consigliere regionale e coordinatore provinciale del Pdl Gianguido Bazzoni.  "Apprezzo molto l'impegno di Confindustria Ravenna che ha deciso di confrontarsi sulle tematiche più importanti della nostra provincia - spiega Bazzoni -, rifuggendo qualsiasi particolarismo, per porre all'attenzione i temi cardine inerenti lo sviluppo del nostro territorio. Tra questi ritengo sia fondamentale il ruolo che le forze politiche e sociali possono assegnare al porto che oggi soffre di un calo costante di movimentazione delle merci pari al 30%, a causa della crisi generale che a Ravenna si fa sentire in maniera particolare per le note carenze infrastrutturali che tendono ad allontanare gli operatori e i traffici". "Al contrario, il porto potrebbe essere il vero volano dello

venerdì 28 maggio 2010

LA DEMOCRAZIA DELLA SINISTRA NELL’ASSOCIAZIONE DEI COMUNI LUGHESI SNOBBA LE MINORANZE PER IL RUE

IL RUE (REGOLAMENTO UNICO EDILIZIA): DOCUMENTO FISCALE PER NORME CHE RESTANO IN VIGORE 15 ANNI

CORSI DI MUSICA: SCUOLA MEDIA STROCCHI MISTIFICAZIONI E PROPAGANDA I VERI MALI DELLA NOSTRA SCUOLA

LA RESPONSABILE.

La conduzione della vicenda riguardante i tagli ai corsi di musica alla Scuola Strocchi da parte della dirigente dell’ufficio scolastico provinciale Prof. Martinez è veramente incresciosa. In prima battuta, e qualcuno continua a farlo, si è cercato di buttarla in politica addossando le responsabilità di questa scelta sul Ministro Gelmini, unica motivazione politica che ormai anima e scalda il PD.
Si è lasciato intendere ciò che in realtà non era con una campagna sibillina di disinformazione fatta di cose dette e non dette (vedi dichiarazioni riportate nell’articolo comparso sul Resto del Carlino il 23 maggio scorso a pag. 31), campagna alla quale non si è estraniata neppure la CGIL che con le dichiarazioni del 21 maggio non ha definito con rigore le responsabilità della vicenda. Grazie a dichiarazioni ed articoli tesi a riportare la realtà dei fatti si è poi compreso  che la decisione era tutta da addebitare alla volontà e alle valutazioni della dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale e che anzi dal Ministero alla pubblica istruzione era pervenuta una circolare nell’aprile scorso dove si ribadiva la fondamentale importanza delle scuole di formazione musicale, confermandone il mantenimento. Una situazione paradossale dove finalmente chi ha inteso fare della mera propaganda e ha cercato di rappresentare la realtà dei fatti in modo diverso è stato smentito. Con l’auspicio che vengano riconfermati i corsi di musica nelle scuole della provincia ci auguriamo che d’ora in poi ci sia più attenzione nel collocare le responsabilità dell’agire amministrativo e si censurino con forza quei comportamenti che strumentalizzano la scuola. Dopo tutta questa confusione sarebbe opportuno che la dirigente dell’ufficio scolastico provinciale spiegasse apertamente quali costi intende o intendeva sostenere con il taglio dei corsi di musica?

CORSI DI MUSICA IL PARERE DEL PROF. STEFANO TRAMONTI DI RAVENNA

INQUINAMENTO, OVVERO: NUMERI A CASO



Mentre ero ospite di Bruno Vespa a Porta-a-Porta lo scorso 10 maggio, mi è toccato sentire la seguente affermazione da Ermete Realacci, dirigente storico di Legambiente ed esponente del Pd, anch’egli tra gli ospiti: «le polveri sottili, dice l’Oms, causano ogni anno, in Europa, 350.000 morti». Siccome troppo spesso si sentono affermazioni del genere, val la pena dirlo forte e chiaro: il numero di morti causate dalle polveri sottili sospese nell’aria è zero. Ecco, invece, come risulta l’allarmante numero citato.
Dovete sapere che se ingoiate una pozione contenente la caffeina (bei cristallini, bianchi e profumati) estratta da 200 tazzine di caffé, avete la certezza di morire. Una pozione contenente la caffeina da 100 tazze vi dà probabilità di sopravvivenza al 50%, e da 50 tazze la probabilità di morire è del 25%. Continuando con questo ragionamento, potete valutare che la probabilità di morire intossicati dalla caffeina dopo aver consumato una tazzina di caffé è di 1/200. Continuando ancora, potreste dire che se 200 individui assumono una tazzina di caffé, allora 1 di essi deve essere per ciò deceduto. E se questa mattina sono stati 2 milioni i milanesi che hanno consumato una tazzina di caffé, allora questa mattina sono morti 10mila milanesi intossicati dalla caffeina.

UN ALTRO CASO REGIONALE? (DELBONO 2): STAVOLTA VIENE DALLA PROVINCIA DI RAVENNA (EX FUNZIONARIO) ?

FESTIVAL DELL'ARTE CONTEMPORANEA: UN FLOP MA ALTI COSTI


Totalmente mancato il grande pubblico al Festival dell'Arte Contemporanea
Si è rivelato decisamente un flop di pubblico l'edizione 2010 del FAC. Nonostante il fiume di denaro pubblico investito sull'iniziativa è stato praticamente irrilevante il ritorno economico per la città. Pochissimi infatti gli spettatori/turisti che sono venuti in città appositamente per il Festival con i ristoranti che non solo non hanno incrementato le presenze ma, complici le giornate di sole che hanno portato tanti clienti manfredi finalmente al mare, sono stati addirittura inferiori al solito i pasti consumati. Anche il via vai per la città era composto quasi esclusivamente da faentini.
Prendendo per buone le dichiarazioni degli organizzatori riguardo le stagioni precedenti ("25.000 visitatori"), nel 2010 non hanno superato le 1000 unità, addetti ai lavori compresi -relatori, volontari,ecc.- con un clamoroso balzo all'indietro.
E probabilmente proprio un volontario burlone ha apposto il curioso cartello ripreso a lato con la C magenta protagonista.
A questo punto appare normale e scontato il 'taglio' dell'iniziativa dal bilancio municipale, la cui convenzione scade proprio quest'anno.
Sempre in tema di cultura e fondi, è prevista per mercoledì l'iniziativa di protesta della scuola Strocchi del cui importante e meritorio corso di musica è stata annunciata la chiusura dal 2010/11 da parte del Provveditorato agli Studi di Ravenna. Inferociti genitori e studenti.
Certamente il contrasto è clamoroso: mentre la (precedente) Amministrazione ha allegramente destinato 500.000 euro ad un festival di 3 giorni faentino, per mancanza di fondi deve chiudere invece un corso che probabilmente dava molto di più alla "cultura" della città....

Basta con uno stato da socialismo reale. La manovra del Governo per ridurre il peso dello Stato nell'economia e nella società

mercoledì 26 maggio 2010

SANITA’ IN EMILIA-ROMAGNA:AD OGNI CITTADINO COSTA PIU’ DI 2.000 EURO

PER L’ISTRUZIONE SOLO 18 EURO

Nella graduatoria nazionale la nostra regione è quinta, mentre per l'istruzione si spendono appena 18 euro. La cifra precisa, pro capite, è di 2.031,9 euro all'anno, leggermente al di sotto della media italiana di 2.175,9 euro). Fatto sta che, per quanto riguarda la spesa da dedicare alla sanità l'Emilia-Romagna è quinta, tra le Regioni a statuto ordinario. In testa figura il Lazio, con un'allarmante situazione che rivela 3.172,9 euro a persona, seguita da Calabria (3.110), Molise (2.849) e Lombardia (2.614). Le performance regionali emergono dai conti della Commissione tecnica per l'attuazione del federalismo fiscale, appena pubblicati dal Sole 24Ore.
Si tratta di numeri significativi, dal momento che le "uscite" alla voce sanitaria, da sole, assorbono quasi il 95% nelle spese delle Regioni nell'ambito delle tre cosiddette "funzioni fondamentali" previste dalla riforma. Infatti, oltre a quella della sanità, figurano l'assistenza (l'Emilia-Romagna è quella che spende meno, con 21,69 pro capite: quasi un decimo rispetto ai 204,4 euro del Molise) e l'istruzione (ogni contribuente versa 18,1 euro all'anno, che collocano la Regione in 11ma posizione). Nella spesa complessiva pro capite l'Emilia-Romagna è quinta, con 2.071,6 euro; in testa, ancora una volta, il Lazio con 3.246,2 euro.

IL QUOZIENTE FAMILIARE ADOTTATO DA CINQUANTA SINDACI: UN NUOVO MODO DI FARE PAGARE TASSE E SERVIZI

QUESTE SONO LE AZIONI DI CONCRETA SOLIDARIETA’ SOCIALE CHE DOVREBBERO SPERIMENTARE ANCHE I NOSTRI COMUNI

Cinquanta sindaci, da ogni parte d’Italia, da Roma a Bari, da Varese a Trapani, e in rappresentanza di giunte di vario colore politico (destra, centro, sinistra) sono andati ieri a Parma per siglare un importante accordo. Il patto bipartisan che hanno sottoscritto i cinquanta è un impegno a sostenere la famiglia e costituisce la miglior risposta ai problemi sociali del Paese, perché è sulle famiglie che si forma il reddito reale italiano. Insieme al collega di Parma, Pietro Vignali (Pdl) di Varese, Attilio Fontana (Lega) , Bari, Michele Emiliano (Pd), il primo cittadino di Roma, Alemanno, è tra i fondatori del “Network italiano di città per la famiglia”, battezzato ieri a Parma, capitale del buon vivere è ora anche della famiglia.  Lo era già prima dell’intesa perché la città emiliana è stata la prima in Italia ad applicare il “quoziente familiare”, ribattezzato appunto “quoziente Parma”. Già, un marchio sociale che nelle speranze di Vignali, sindaco PdL, dovrebbe diventare sinonimo di eccellenza e qualità. Come il parmigiano e il prosciutto crudo. Nel difficile panorama nazionale dove il governo spende solo lo 0,7% del Pil, Parma si piazza al secondo posto nella classifica della città che destina più soldi al sociale (377 euro pro capite, la prima è Modena con 407).


FEDERALISMO FISCALE, ATTO PRIMO,APPROVATO IN VIA DEFINITIVO IL DLGS SUL TRASFERIMENTO DEL DEMANIO

I BENI DELLO STATO A REGIONI ED ENTI LOCALI. PER ESSERE VALORIZZATI

Il federalismo demaniale taglia il traguardo al fotofinish. L'approvazione definitiva da parte del consiglio dei ministri è giunta ieri, giusto in tempo prima che scadesse il termine affidato al governo dalla legge n. 42/2009 per emanare il primo atto concreto del federalismo. Un passaggio solo formale quello in cdm dopo l'accordo politico raggiunto in Commissione bicamerale dove il testo è stato profondamente rivisto accogliendo molti dei rilievi delle opposizioni.
Passeranno dunque gratuitamente a comuni, province, città metropolitane e regioni, i beni demaniali e quelli del patrimonio disponibile dello stato (che valgono 3,2 miliardi di euro). Saranno gli enti a decidere cosa farne: se tenerli e farli fruttare oppure cederli, dopo averli valorizzati. In questo caso il 75% dei proventi realizzati dovrà essere destinato a ridurre l'indebitamento o, se non ci sono debiti, per spese di investimento. Il restante 25% confluirà nel Fondo per l'ammortamento dei titoli di stato.
In ossequio al principio di sussidiarietà i beni del demanio saranno attribuiti prioritariamente ai comuni salvo che, si legge nel dlgs, «per l'entità o tipologia del singolo bene o del gruppo di beni, esigenze di carattere unitario richiedano l'attribuzione a province, città metropolitane o regioni».
I beni trasferibili. Alle regioni andranno i beni del demanio marittimo (spiagge, porti, rade, lagune, le foci dei fiumi che sboccano in mare e i canali utilizzabili ad uso pubblico marittimo) e quelli del demanio idrico (fiumi, torrenti, laghi e isole al loro interno) ad eccezione dei fiumi di ambito sovraregionale (il Po, per esempio, ma anche il Tevere, l'Adige etc.) e dei laghi di ambito sovraregionale (lago di Garda e lago Maggiore). Ma per quest'ultima ipotesi un'intesa tra le regioni interessate potrà sbloccare la cessione dei laghi.
Alle province andranno i laghi chiusi privi di emissari di superficie racchiusi nel territorio di una sola provincia. E anche le miniere (con le relative pertinenze ubicate su terraferma) ad eccezione dei giacimenti petroliferi e di gas.
Le regioni dovranno devolvere alle province una quota dei proventi ricavati dall'utilizzazione del demanio idrico. In assenza di accordo tra le regioni e le province interessate sarà il governo a intervenire, fissando la quota da destinare agli enti intermedi. 

martedì 25 maggio 2010

CONSELICE: VIA GARDIZZA MANCA LA VOLONTA POLITICA DI TROVARE I SOLDI

REGIONE ROMAGNA UNICA VIA PER PESARE DI PIU’

NO ALLA PROPOSTA DEL SINDACO DI FORLI DI ACCORPARE TRE PROVINCE

"La terza via auspicata dal sindaco di Forlì Roberto Balzani, cioè di creare una maxi provincia della Romagna, non è la soluzione che vogliamo perché non risolverebbe i problemi legati alla scarso peso che la Romagna ha nelle scelte legate allo sviluppo e alle infrastrutture". Lo dichiara il coordinatore provinciale e consigliere regionale del Pdl Gianguido Bazzoni.  "Non ha senso accorpare le tre province di Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena - spiega Bazzoni - creando una sola provincia perché questa non avrebbe comunque il peso che ha un ente come la Regione, l'unica che, avendo rapporti diretti con Bruxelles, può attingere ai fondi dell'Unione europea. Il problema della rappresentatività della Regione resterebbe lo stesso. L'ipotesi di superare le tre province potrebbe essere al massimo essere presa in considerazione dopo, in un quadro di rivisitazione e rafforzamento delle autonomie locali, progetto di cui la Regione Romagna potrebbe essere capofila".  "A breve - spiega Bazzoni - presenterò il mio progetto di legge per la definizione dei confini della Romagna, la quale includerebbe tutte le aree che vanno dal monte di Gabicce, alla foce del Reno, fino al corso del fiume Sillaro". "Quanto alla proposta della Lega di modificare l'articolo 132 della Costituzione, sostituendo la Regione Emilia Romagna con due Regioni distinte - conclude il consigliere regionale - non ci trova pregiudizialmente contrari in quanto convinti che non sia tanto importante il metodo quanto l'obiettivo da raggiungere, purché lo schieramento che appoggia la proposta in Parlamento sia il più largo possibile, al fine di evitare contraccolpi".

AOSTA PASSA AL CENTRO DESTRA

Il risultato elettorale in Val d’Aosta e’ molto positivo e dimostra che quando il centro-destra non si divide il trend rimane molto positivo. Il nuovo sindaco e’ Bruno Giordano eletto con il 59,7 per cento dei consensi.

domenica 23 maggio 2010

E IO PAGO: SERIE DI ARTICOLI IN MERITO AL CON.AMI SULLA STAMPA

AUTODROMO DI IMOLA:PAGA CON.AMI, INSORGE IL PDL FAENTINO

ASCOLTA L‘INTERVISTA DEL CAPO GRUPPO COMUNE DI FAENZA RIDOLFI.

Anche il Popolo della Libertà di Faenza insorge contro la procedura di salvataggio dell’Autodromo di Imola dal fallimento. Depositata un’interrogazione in Regione, e si punta a parlarne in Parlamento.
Arrivano sui banchi del Consiglio provinciale di Ravenna gli strascichi del fallimento dell’Autodromo di Imola. Il Comune di Faenza è, infatti, il secondo socio pubblico per importanza del Consorzio Azienda Municipalizzata di Imola che sta tentando di salvare la società che gestisce il circuito sulle rive del Santerno.
E se l’operazione di pagare tre milioni di euro per tacitare i creditori puzza gia di marcio per i gruppi dell’opposizione imolese, pronti a preparare un fascicolo da presentare alla Procura, qualche chilometro più lontano si pensa di portare la questione in Regione e in Parlamento (cfr. intervista a Raffaella Ridolfi, Consigliere del Popolo della Libertà della Provincia di Ravenna).
E se è vero che l’unione fa la forza, i gruppi di opposizione di Faenza sono pronti ad unirsi ai colleghi di tutti i comuni soci di ConAmi (cfr. intervista a Raffaella Ridolfi, Consigliere del Popolo della Libertà della Provincia di Ravenna).









IMOLA, E’ UFFICIALE: IL CON. AMI SI ACCOLLA I DEBITI DELL’AUTODROMO

IMOLA - All'ordine del giorno del Consiglio comunale di Imola di mercoledì prossimo c'e' un punto che prevede la discussione "in merito al pagamento del debito di Formula Imola" nei confronti del Comune e alla "richiesta di autorizzazione all'aumento della partecipazione societaria di ConAmi in caso di ritorno 'in bonis' della società". Quando Simone Carapia, consigliere comunale del Pdl e presidente della commissione Bilancio, ha letto queste parole non ha piu' avuto dubbi. Era la conferma che aspettava.  
"Ora non e' più ufficioso ma e' ufficiale: il ConAmi vuole accollarsi il debito. I rappresentanti dei Comuni che siedono nel cda del Consorzio pubblico delle altre Province si sono dovuti adeguare e chinare la testa. Siamo alle comiche finali", scrive il berlusconiano in una nota. Per Carapia, "e' scandaloso che per la 'malagestio' del centrosinistra imolese tutto il territorio che coincide con il Consorzio pubblico ci debba rimettere. Ad essere coinvolti, infatti, sono i 23 Comuni delle province di Bologna, Ravenna e Firenze, che fanno parte del ConAmi". L'uso delle risorse pubbliche per evitare il fallimento di Formula Imola configura una vicenda "talmente torbida e intricata che mette in cattiva luce Imola e il suo Circondario e la colpa e' unicamente di chi governa il territorio imolese", accusa Carapia.  Senza dimenticare di assicurare, mentre monta la protesta del Pdl ravvennate, che il Pdl di Imola non e' stato a guardare in tutto questo tempo, ma "ha subito preteso chiarezza nelle varie sedi istituzionali, ma non e' arrivata". Carapia fa anche l'esempio delle commissioni sull'Autodromo a cui la maggioranza non ha voluto prendere parte. (Dire)

SINDACI IN PIAZZA CONTRO I TAGLI AGLI ENTI LOCALI

A BAGNACAVALLO RACCOLTE 175 FIRME E 70 A LUGO! UN FLOP?

Dopo Lugo e Cotignola, ieri Sindaci e rappresentanti delle amministrazioni comunali della Bassa Romagna si sono ritrovati in piazza della Libertà a Bagnacavallo, durante il mercato settimanale, per raccogliere firme contro i tagli ai finanziamenti per gli enti locali e il rispetto della Costituzione in merito ai trasferimenti ai Comuni. Moltissime le firme raccolte-175- che dopo le 100 di Cotignola e le 70 di Lugo in un giorno di maltempo portano il totale a 345.

A PROPOSITO UN INTERESSANTE COMMENTO: ”PORTAFOGLIO PIENO E TASCHE BUCATE”

GIUSTIFICATI I PICCOLI MA NON I MEDI. DI GABRIELE CANE’


STIAMO CON I PIEDI PER TERRA: BASTA FALSITA’ OCCORRE LA VOLONTA’ POLITICA

VIA GARDIZZA

L’UNIGRA, una delle aziende più grandi della bassa Romagna che da lavoro a circa 350 dipendenti (come l’ex OMSA a Faenza) credo meriti per la strada Gardizza un’attenzione particolare anche dopo il decesso dell’autotrasportatore Antonio Marasca e quindi l’urgenza della Provincia di compiere interventi di messa in sicurezza giudicati dai cittadini, dai trasportatori e dall’amministrazione comunale non più rinviabili, in proposito presenterò un’interpellanza alla provincia chiedendo se il progetto è già redatto e la spesa necessaria per un lavoro completo o solo parziale nei punti emergenti per sapere quanto costa.
L’assessore ai lavori pubblici Fiorentini della Provincia di Ravenna dichiara che per la Via Gardizza non si potrà fare niente perché il “Governo con i tagli e il patto di stabilità” ha creato difficoltà di bilancio, la stessa manutenzione ordinaria delle strade nel bilancio 2010 si è contratta di 600 mila euro, un quinto degli anni passati. Un amministratore invece di lamentarsi in sede di bilancio dovrebbe fare un’autocritica e pensare a tagliare il superfluo prima del necessario e rivedere il piano degli interventi dei lavori pubblici in tutto il territorio preferendo le urgenze contro la realizzazione di ”marciapiedi” all’interno dei centri abitati spacciandoli per piste ciclabili e tante tante altre spese di non competenza della Provincia.
I fondi se esiste la volontà politica si trovano, l’altro giorno in occasione della nomina di tre nuovi assessori, disoccupati dal Comune di Faenza, ho proposto di abbinare le deleghe agli assessori esistenti ottenendo così un risparmio di circa di circa a 500 mila euro (circa i mancati fondi per la manutenzione come dice l’assessore?), ma altri fondi possono essere ricava dai contributi erogati ai privati vedi sito:
http://pdlravenna.blogspot.com/  e cercando “Trasparenza” la voce Provincia di Ravenna si leggono i fondi che la Provincia ha erogato ai privati per tante iniziative di carattere clientelari a scapito della Via Gardizza.
Occorre in tutto la volontà politica, in questo caso manca e manca anche il rispetto per le vite umane.
Vincenzo Galassini Capo Gruppo FI-PDL Provincia di Ravenna


UNIONE DEI COMUNI APPROVA IL PIANO DI ZONA PER LA SALUTE E BENESSERE

IL PDL CONTRO LA LISTA DELLA SPESA

Il pdl dell’Unione dei comuni della Bassa Romagna ha votato contro che prevede una spesa di 31 milioni di euro stanziati per il sociale, con una cifra del genere si potrebbe fare molto di più. Risparmiando.

Con 31 milioni d i euro, si potrebbe ottenere un risparmio del 20% andando a riguardare i costi sostenuti per i lavoratori esterni del sistema welfare. E con un 20% di risparmio sul personale , si potrebbero investire maggiori risorse nei servizi.
La proposta operativa del PDL appena ottenuto tutti i conti , proporrà un modello alternativo, ragionando sui risparmi, e quindi maggiori servizi.
 Il Piano di Zona è lo strumento con cui i Comuni, in collaborazione con gli altri soggetti del territorio, programmano il sistema integrato dei servizi e degli interventi sociali per anziani, dipendenze e salute mentale, disabili, benessere giovanile, immigrazione, infanzia e adolescenza, povertà ed esclusione sociale, scuola, e e prevede 77 progetti sulle varie aree di intervento.
La progettualità 2010 si è sviluppata in continuità con l'anno precedente, da un approfondito lavoro di analisi degli obiettivi e delle priorità individuate con la programmazione triennale 2009-2011 Dal punto di vista delle risorse finanziarie, il Piano prevede di utilizzare in modo fortemente integrato le risorse dei Comuni e dell'Unione, una parte delle risorse dell'Azienda Sanitaria Locale destinate ai servizi territoriali socio-sanitari, i finanziamenti provinciali finalizzati a sostenere alcune politiche settoriali (immigrazione, infanzia e adolescenza, dipendenze etc.), i finanziamenti regionali riguardanti il Fondo Sociale Locale, il Fondo Regionale Non Autosufficienza, e, infine, i finanziamenti nazionali destinati al Fondo nazionale Non Autosufficienza. L'ammontare complessivo delle risorse programmate riguardanti il Programma attuativo 2010 è di 31milioni e 272 mila euro, cui quasi 12 milioni destinati alle persone non autosufficienti (Fondo Regionale Non Autosufficienza e Fondo Nazionale N.A.); oltre 10 milioni sono le risorse comunali investite nelle varie aree di intervento. 6 milioni a carico dell'Ausl come quota socio-sanitaria, 325.000 euro dalla Provincia per i progetti di diritto allo studio, l'integrazione dei minori stranieri e la tutela dell'infanzia.



SITUAZIONE CON.AMI E FALLIMENTO AUTODROMO IMOLA, IL PDL IN PROVINCIA DI RAVENNA VUOL VEDERCI CHIARO DOPO LE NUMEROSE RICHIESTE GIA’ PRESENTATE

I CAPITALI INVESTITI DAI 10 COMUNI DELLA PROVINCIA DI RAVENNA
 Dopo la conferma delle notizie apparse sulla stampa riguardante la volontà di CON.AMI di accollarsi 3.000.000 di euro di debito della società Formula Imola s.p.a. in fallimento e verificata la mancanza di comunicazione dei rappresentanti dei Comuni che siedono nel Consiglio di amministrazione del Consorzio pubblico (Imola) sulla vicenda autodromo alle amministrazioni della provincia di Ravenna socie di CON.AMI, FI-PDL della Provincia di Ravenna ha presentato un’interrogazione.
Nell’interrogazione sono indicate la percentuale dei capitali investiti dai 10 comuni della Provincia di Ravenna (su 23 interessati) e considerato che il Presidente Giangrandi l’anno scorso all’insediamento dei nuovi sindaci ha dichiarato che la “Provincia è la loro Casa”, come intende tutelare gli interessi delle nostre Comunità ed i Comuni a recuperare i debiti che CON.AMI contrarrà per togliere il fallimento dall’autodromo di Imola e capire cosa si cela veramente dietro l’operazione, mascherato da una congerie di scatole cinesi.
 Interessante conoscere come si concilia - la raccolta firma per l’ acqua pubblica  con in testa il Sindaco Matteucci - che i fondi ricavati, della cessione delle reti e delle sorgenti idriche siano stati  malamente investiti in un “autodromo”.
 Una bella coerenza e trasparenza!
  • I comuni della Provincia di Ravenna hanno la percentuale di capitale e quote in % cosi divise:
  • Bagnara di Romagna          1.069.238  0,33859%
  • Brisighella                  €.  4.635.350 1,6651%
  • Casola Valsenio             €.  1.304.653 0,4709%
  • Castel Bolognese           €.     511.446 0,1846%
  • Conselice                   €.   4.498.829 1,6239%
  • Faenza                     €.  20.718.839 7,4785%
  • Massa Lombarda           €.  2.990.544 1,0795%
  • Riolo Terme                €.  9.970 0,0036%
  • Sant’Agata sul Santerno   €. 1.349.049  0,4869%
  • Solarolo                    €.  1.253.588 0,44525