sabato 1 maggio 2010

Il mondo agricolo su Power Crop: "vogliamo impegni precisi"

DA DOVE ARRIVA IL LEGNO VERGINE?
Coldiretti e Cia sono sempre "sul piede di guerra" e non risparmiano osservazioni critiche a quanti coltivano interessi nei confronti del progetto di Centrale nel territorio ravennate Tempi, modalità, contenuti risultano ancora irrisolti. Ma di fatto Coldiretti e Cia prendono una posizione durissima sull'eventualità di una centrale a biomasse nei pressi di Russi. "A poco servono le dichiarazioni rassicuranti del primo cittadino di Russi e di Power Crop in mancanza di impegni concreti e precisi - affermano le organizzazioni degli agricoltori -. Sul progetto di Centrale rimane inalterata la nostra posizione. In altri termini, riteniamo che il sito prescelto da Power Crop, con l'avvallo delle Istituzioni per costruire la Centrale, è sbagliato. Infatti dovrebbe essere ubicato al centro di un territorio decisamente non vocato alla produzione di biomasse. E le motivazioni che hanno spinto verso la proposta di questo sito, come sappiamo bene, non sono state di natura tecnica o economica, bensì di tutt'altro genere".
Per quanto riguarda invece le "assicurazioni" che il materiale che sarà bruciato nell'impianto sarà costituito solo da legno vergine, Coldiretti e Cia si aspettano che sia chiaramente "prescritto" dalla Commissione di VIA, e che in caso di trasgressione scatti la automatica chiusura dell'impianto.
"Per quanto concerne il rischio che la costruzione di una centrale di questa natura e dimensione possa alterare l'equilibrio e la qualità di un vasto comprensorio dedito a produzioni fruttiviticole di qualità certificata - sostengono Coldiretti e Cia - chiediamo che questo venga adeguatamente messo sotto controllo. In quanto non è assolutamente pensabile che un nuovo insediamento possa essere autorizzato se solo esiste anche una sola possibilità che possa mettere a rischio la sopravvivenza di un intero distretto produttivo. Power Crop deve mettere in campo garanzie reali per gli agricoltori, non parole".
Non si tratta, secondo Coldiretti e Cia, di un ultimatum. Bensì di richieste concrete, fatte a coloro che stanno valutando se concedere o meno le autorizzazioni.

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