venerdì 7 maggio 2010

RISPOSTA DI GALASSINI AL COMITATO ACQUA PUBBLICA

IL DECRETO LASCIA L’ACQUA PUBBLICA.
Prendo atto che il “Comitato Acqua Pubblica Faenza” e altri siano estranei a logiche partitiche, ma come ho visto nella recente campagna elettorale regionale (ho fatto ben oltre 50 banchi per fare eleggere Gianguido Bazzoni) i partiti di sinistra erano presenti come autenticatori, nelle prerogative del loro ruolo istituzionale come da voi dichiarato, Prendo  atto che il sindaco di Ravenna Matteucci (PD) ha firmato per i referendum. Non concordo con la vostra affermazione che il ”decreto Ronchi sia l'ultimo tassello di una serie di interventi legislativi (anche di centrosinistra) volti a privatizzare la gestione dell'acqua”. Preciso e riconfermo che: “il Decreto Ronchi, permette al nostro Paese di adeguarsi ad una serie di disposizioni comunitarie, in realtà non tratta il tema dell’acqua (che rimane un bene pubblico a cui è riconosciuto pieno e universale accesso), bensì il tema della liberalizzazione dei servizi pubblici locali, tra cui anche il servizio di distribuzione dell’acqua”. L’art. 15 del Decreto stabilisce che l’affidamento dei servizi pubblici locali avverrà finalmente sulla base di gare ad evidenza pubblica, in modo da assicurare trasparenza e chiarezza. Questo non significa necessariamente che il servizio dovrà essere privatizzato: se l’attuale gestore pubblico è efficiente potrà benissimo partecipare alla gara, presentare la propria offerta ed essere riconfermato. E’ evidente che nelle intenzioni del Governo c’è il tentativo di innescare un meccanismo di apertura al mercato che può favorire la concorrenza e contribuire a migliorare il servizio di distribuzione dell’acqua, un servizio che in molte regioni d’Italia è un vero e proprio colabrodo nonostante le tariffe elevate (Provincia di Ravenna???)”.
Accolgo l’invito ad un confronto su tali tematiche anzi vi anticipo che come gruppo consigliare provinciale FI-PDL promuoveremo alcune iniziative in vari Comuni e proposte e una in particolare affinché la proprietà delle sorgenti cedute dalla sinistra “ritorni di proprietà pubblica”.
In merito alla richiesta di autenticare le vostre firme, cosa che faccio per la presentazione delle liste di partiti minori, nel vostro caso non sono disponibile per i motivi referendari che, a mio parere sono falsati”, in quanto l’acqua rimane pubblica e viene consentita con gara pubblica la distribuzione dell'acqua.  Nel passato ho creduto ad alcuni referendum, poi si è arrivati all’inflazione che non fa partecipare più i cittadini,  e conseguente spreco di denaro pubblico. Nel passato ho condiviso il referendum sul nucleare fatto sull’onda di  Cernobyl e quello sui Giudici. Le centrali furono fermate e purtroppo ora, dopo il danno enorme arrecato alle casse dello Stato, sono convinto della necessità di costruire le centrali nucleari. Per i Giudici non si è fatto nulla nonostante la vittoria del referendum, spero nelle nuove leggi allo studio.
Confermo senza alcun disagio, quale rappresentate del “popolo della libertà” il mio pensiero sull’acqua che rimane pubblica alla fonte, e condivide le linee del Governo del presidente Berlusconi, nella massima libertà e quando non mi ritroverò più  come uno del “popolo della libertà” sano “libero” di non votare chi non rappresenta il mio “pensiero”, con grande pace a chi  ci giudica “coscritti”. Siamo un popolo e in uno Stato “libero”.

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