venerdì 28 maggio 2010

INQUINAMENTO, OVVERO: NUMERI A CASO



Mentre ero ospite di Bruno Vespa a Porta-a-Porta lo scorso 10 maggio, mi è toccato sentire la seguente affermazione da Ermete Realacci, dirigente storico di Legambiente ed esponente del Pd, anch’egli tra gli ospiti: «le polveri sottili, dice l’Oms, causano ogni anno, in Europa, 350.000 morti». Siccome troppo spesso si sentono affermazioni del genere, val la pena dirlo forte e chiaro: il numero di morti causate dalle polveri sottili sospese nell’aria è zero. Ecco, invece, come risulta l’allarmante numero citato.
Dovete sapere che se ingoiate una pozione contenente la caffeina (bei cristallini, bianchi e profumati) estratta da 200 tazzine di caffé, avete la certezza di morire. Una pozione contenente la caffeina da 100 tazze vi dà probabilità di sopravvivenza al 50%, e da 50 tazze la probabilità di morire è del 25%. Continuando con questo ragionamento, potete valutare che la probabilità di morire intossicati dalla caffeina dopo aver consumato una tazzina di caffé è di 1/200. Continuando ancora, potreste dire che se 200 individui assumono una tazzina di caffé, allora 1 di essi deve essere per ciò deceduto. E se questa mattina sono stati 2 milioni i milanesi che hanno consumato una tazzina di caffé, allora questa mattina sono morti 10mila milanesi intossicati dalla caffeina.
 
Sono sciocchi quelli dell’Oms a dare questi numeri? No, è sciocco chi non li sa leggere. L’aritmetica precedente serve a quanto segue. Supponiamo di voler accettare un rischio di morte di 1/200 per intossicazione da caffeina: allora si suggerirà di non consumare più di 1 tazzina di caffé per volta. E se siamo disposti ad accettare un rischio di 1/100, allora si consentirà l’assunzione anche di un caffé doppio. Insomma, l’aritmetica precedente serve come criterio-guida, in mancanza di meglio, per muoversi nel campo della protezione. Quelli come l’onorevole Realacci commettono l’errore di passare, arbitrariamente, dal campo della protezione al campo della patologia. Un errore, questo, commesso anche da coloro che valutano in diverse migliaia il numero di morti che sarebbero occorsi in Europa a causa delle emissioni radioattive della disgrazia di Chernobyl. La verità è che, in seguito a quella disgrazia, il numero di morti tra la popolazione civile è pari a zero. Lo ripeto: zero.

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