Quasi quotidianamente assistiamo a prese di posizione di associazioni, gruppi e singoli cittadini di Russi e delle zone limitrofe contro la costruenda centrale elettrica a biomasse di grande dimensione ed elevata potenza che potrebbe trasformarsi in un enorme inceneritore e come tale fortemente avversato per le grandi preoccupazioni che desta, che condivido pienamente. Ultime in ordine di tempo alcune associazioni agricole che hanno avanzato critiche sulla dislocazione, la destinazione, la salute e l’ambiente. La Regione si è sempre comportata in questa vicenda con protervia ed insensibilità, senza che le necessità del territorio, di sviluppo e riequilibrio, venissero minimamente prese in considerazione; questo a cominciare dal fatto che la deindustrializzazione progressiva che vive la nostra provincia non si combatte con centrali energetiche o inceneritori ma con investimenti nell’industria manifatturiera e di trasformazione, le sole capaci di dare occupazione ed alimentare servizi di qualità elevata. La provincia vive anche una grave crisi dell’agricoltura, che non si preannuncia come passeggera; questo dovrebbe far pensare agli amministratori regionali che, se si portano avanti iniziative in campo energetico discusse e pericolose, almeno queste possano avere delle ricadute positive sul territorio e contribuiscano ad alleviare situazioni di difficoltà. La Regione, al contrario, vuole gestire questa vicenda avendo come interlocutore solamente il gruppo imprenditoriale interessato alla costruzione e gestione dell’impianto, questo crea ancora maggiori tensioni, sospetti e preoccupazioni.
Chiedo pertanto che vi sia un coinvolgimento di tutto il mondo agricolo in questa vicenda, attraverso le sue associazioni, che permetta di arrivare ad un accordo sulla necessità, la collocazione, le finalità, la gestione e le ricadute di questo progetto.
Solamente in questo modo la Giunta Errani potrebbe mettersi in sintonia con la popolazione e dimostrare che non è interessata esclusivamente al business, attraverso piani ancora a noi sconosciuti ma che sicuramente derivano da strategie ben studiate e consolidate; devo confessare di non essere certo ottimista sul fatto che questo possa avvenire, vista l’esperienza di tutti questi anni.
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