giovedì 13 maggio 2010

STEPRA COME SAPRO?

BILANCIO STEPRA IL VOTO CONTRARIO IN PROVINCIA AL BILANCIO. SPENDONO 1.500 EURO AL GIORNO D’INTERESSI.
Giovanna Benelli ha dichiarato:L’utile di esercizio si ottiene solo perché si capitalizzano gli interessi passivi, richiamando l’OIC 16 (sistema contabile), relativi alle aree che costituiscono il “portafoglio” dei futuri ricavi della società. Le aree in portafoglio sono considerate nelle rimanenze. Non ho elementi per dire che non andavano capitalizzati (pag. 7 NI) ma è chiaro che se le aree non le vendo il loro valore va svalutato e a posteriori la capitalizzazione degli interessi passivi non si dimostra opportuna.
Il punto, inoltre, è che se le aree rimangono per troppo tempo “rimanenze ......” allora va rivisto anche il loro valore iscritto in bilancio (pag. 8 NI) (nota integrativa). Infatti l’importo di euro 22.000.000 bilancia i debiti a breve (entro 12 mesi) nei confronti delle banche per 19,5 milioni. Se le aree non le vendiamo e le banche chiedono il rientro la società va in difficoltà. E’ quello che è accaduto per SAPRO l’analogo di STEPRA per la provincia di Forli Cesena su iniziativa della magistratura che ha contestato i valori di carico delle aree ipotizzando contro ignoti reati societari connessi alla bancarotta fraudolenta. Più licenziamento Direttore Generale e un buco da 100 milioni di euro. Si parla di importi più alti certo ma occorre vigilare.
Ora non ci sono elementi per dubitare sulla veridicità del bilancio. C’è anche il parere dei revisori. Però visto il precedente la preoccupazione non è mai troppa.
Aggiungo che i contributi che riceve STEPRA non si leggono a ricavo.  Se come immagino sono diretti a finanziare l’acquisizione di aree da riqualificare o industrializzare essi vanno decurtati dal valore dell’area che a bilancio viene contabilizzata al netto del contributo ricevuto.
STEPRA in buona sostanza dovrebbe gestire le aree produttive dei comuni e acquistare in collaborazione con gli enti locali terreni a prezzi competitivi (aree depresse, oppure agricole che diventino presto produttive per merito delle numerose varianti al PTCP), urbanizzarli e venderli alle imprese, il tutto con l’aggiunta di contributi da parte degli enti locali oltre a quelli europei per le are svantaggiate da rivitalizzare senza dimenticare che opera quasi in regime di monopolio. Se un privato godesse di tutte queste opportunità sarebbe miliardario, mentre STEPRA, secondo l’analisi di bilancio della provincia ha debiti 6 volte superiori al patrimonio netto, ha difficoltà di vendita di alcuni insediamenti produttivi in zone particolarmente svantaggiate che per questo motivo hanno incassato fior di contributi europei, ma per lo stesso motivo gli imprenditori non vi si vogliono insediare. Aggiungiamo la vicenda giudiziaria che ha coinvolto STEPRA e il suo direttore per traffico illecito di rifiuti speciali e ci rendiamo conto di quanto la situazione sia pericolosa. I tavoli di concertazione, non bastano e non possiamo pensare di trovarci nelle condizioni di SAPRO dove sarà la procura a sostenere gli interessi dei creditori e i cittadini saranno chiamati al risanamento di società i cui debiti sono a carico di noi tutti. Il Consiglio di amministrazione deve assumersi la responsabilità di attivare tutte le misure necessarie, ancorché impopolari e dolorose, perché questo non avvenga.

Assemblea di Stepra, la Provincia delibera sulla partecipazione del presidente Giangrandi

Il consiglio provinciale ha deliberato a maggioranza - contrari AN-PdL, FI-PdL e Udc - il proprio atto di indirizzo sulla partecipazione del presidente Giangrandi ai lavori dell'assemblea ordinaria della società S.TE.P.RA.,  convocata per questa mattina, al cui ordine del giorno è iscritta l'approvazione del bilancio chiuso al 31 dicembre 2009, il rinnovo delle cariche sociali e i compensi agli amministratori.  L'assessore Libero Asioli ha illustrato la delibera: "La Provincia partecipa con una quota di capitale sociale pari a un milione 339mila euro, pari al 48,51%, alla società Sviluppo territoriale della provincia di Ravenna che ha un capitale sociale di 2 milioni 760mila euro.  Abbiamo valutato di mantenere tale partecipazione  che è da considerarsi strategica in ordine alle finalità istituzionali della società che rappresenta lo strumento operativo più idoneo per sviluppare e potenziare in modo specifico la promozione dello sviluppo territoriale del territorio, con particolare riferimento alle politiche di marketing territoriale della Provincia, della Camera di Commercio e di tutti i Comuni. Infine va rilevato che S.TE.P.RA. presenta una situazione di equilibrio finanziario; l'esercizio si chiude con un risultato in quadrante positivo, al netto delle imposte, di 86.856 euro."
Nel corso del dibattito sono intervenuti per motivare il proprio voto contrario:
Giovanna Benelli, FI-PdL: "L'utile di esercizio si ottiene solo perché si capitalizzano gli interessi passivi relativi alle aree che costituiscono il "portafoglio" dei futuri ricavi della società. Il consiglio d'amministrazione deve assumersi la responsabilità di attivare tutte le misure necessarie, ancorché impopolari e dolorose, affinché S.TE.P.RA. non faccia la fine di SAPRO, la sua omologa della provincia di Forlì-Cesena."
Francesco Morini, capogruppo Udc: "La Provincia paga addirittura imposte sugli interessi capitalizzati nelle rimanenze di S.TE.P.RA.. Mi auguro che questa sua partecipata sia al più presto messa in liquidazione."Francesco Villa, FI-PdL: "Il bilancio di S.TE.P.RA. desta non poche preoccupazioni ma è la sua mission  a non essere più attuale."Hanno invece preannunciato il proprio voto a favore Fabio Bocchini, capogruppo Pri, e i consiglieri Matteo Raspanti (Rc), Guido Fabbri, Fabrizio Casamento e Roberto Gualandi (PD).

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