lunedì 10 maggio 2010

2 L’INGANNO DELL’ENERGIA FOTOVOLTAICA UN “ILLUMINANTE” INTERVENTO DI UNA FAENTINA SUI MEGA IMPIANTI FOTOVOLATAICI IN CAMPAGNA (E SI PREANNUNCIANO RICORSI AL TAR)

Tratto da FAENZANET
MINIMO IMPATTO AMBIENTALE E’ MINIMO IMPATTO AMBIENTALE, NON SI PUO’ INTERPRETARE ANCHE QUELLO CHE E’ CHIARO COME IL SOLE! NON E’ VERO CHE NON C’E’ ALTRA POSSIBILITA’! TUTTI ABBIAMO UNA RESPOSNSABILITA’ E INSIEME POSSIAMO FARE QUALCOSA! Allora volete sapere perché le persone sbuffano, scuotono la testa e tirano in aria le braccia, quando qualcuno si oppone ai pannelli fotovoltaici? E dicono.. e che sarà mai, quanto la fanno lunga? Perche NON SANNO LE COSE!! La capacità media delle persone di informarsi BENE e di VERIFICARE ciò di cui si sente parlare è decisamente INSUFFICIENTE. Di tutto si parla ma solo per passarsi il tempo, perché sono discussioni prevalentemente superficiali e spesso servono a schierarsi o con uno o con l’altro senza però arrivare ad avere un quadro chiaro della situazione. Si è così in generale, e lo è anche stavolta a proposito dei Fotovoltaici. Ma Svegliatevi, tutti SVEGLIATEVi. Non è che vogliamo polemizzare, non è che non vogliamo l’energia pulita, ma il fatto che l’energia pulita sia necessaria non significa che imprenditori e agricoltori debbano essere lasciati a briglie sciolte a installare impianti come e dove vogliono. Non si può fare tutto dappertutto! Allora avrete sentito di questi di Pieve Cesato che hanno raccolto firme perché a casa loro non vogliono un ecomostro di pannelli alti 5 metri su 3 ettari di terreno agricolo a 20 metri dalle case… Si ne avete sentito parlare. Allora questi qua che alla campagna ci tengono, non per polemizzare ma per capire se questa Santa Energia Pulita si poteva produrre anche senza dei pannelli così giganti, hanno iniziato a fare il giro delle sette chiese, tra uffici tecnici, consulenti, ingegneri, siti internet, Sindaco, Agronomi e quant’altro per trovare le risposte: NON IMMAGINARE, NON CRITICARE PER PASSATEMPO, ma TROVARE LE RISPOSTE. 


E guarda un po’ scoprono (…scoprono come chiunque altro avrebbe potuto scoprirlo, perché non è nascosto) che non c’è nessun bisogno di pannelli alti 5 mt con delle vele da 45 mq per produrre 490 kw di energia, non c’è bisogno di 3 ettari di terreno piantati a giganti metallici che devono essere ancorati con diverse centinai di m3 di cemento armato (che tra vent’anni voglio un posto in prima fila per vederli demolire con il martello pneumatico), perché per produrre questa quantità di energia bastano da 3.000 a 11.000 mq di terreno(dati alla mano non fantasie)! Siamo curiosi di vedere cosa ci risponderà questa volta chi di dovere quando gli chiederemo fino a che punto si vuole INTERPRETARE SOGGETTIVAMENTE il concetto di MINIMO IMPATTO AMBIENTALE. Ma come? Per produrre 490 KWP bastano da 3.000 a 11.000 mq di terreno in cui installare: pannelli a raso terra, o alti 50 cm, o alti 1 metro e mezzo,.. e volete lasciar fare di occupare 30.000 mq con dei bestioni alti 5 mt???. Ma qual è il minimo impatto ambientale?Allora Ve lo dico io che a forza di darci ho iniziato a capire e a contare. Questa installazione costerà circa 1 milione 700 mila euro (e spero di averlo scritto bene!) INTERAMENTE FINANZIATI DALLE BANCHE che sono le prime a fare il loro business perché ti danno il mutuo, tu chiaramente glieli devi ridare con gli interessi, ma siccome non glieli ridai tu ma glieli rida l’impianto che fa tutto da se producendo l’energia, ti pesa poco il rischio e quindi stai al gioco. Dopo i primi 10 anni più o meno sei a pari con il mutuo e per i restanti 10/15 anni ti rimangono una media di 22 mila euro al mese. Sono affari che in 20 anni rendono attorno a 5 milioni di euro. Ma tutto questo è vero solo a una condizione, tutto questo esiste ed è reale solo per un fattore FONDAMENTALE che se non ci fosse manderebbe in fumo questa GALLINA DALLE UOVA D’ORO: il fattore fondamentale è che LO STATO, incentiva questo genere di impianti con un contributo di 0.384 eurocent per kw prodotti, ciòè lo stato (ovvero le nostre bollette nella quota per energie alternative)paga l’energia quasi il triplo di quello che la paga l’Enel, quindi l’imprenditore /agricoltore che realizza questo impianto riceve: dallo stato 0.384 euro cent x kw + 0.098 euro cent x kw li riceve dall’Enel. Ora Se questo contributo statale venisse a mancare e il prezzo dell’energia fosse pagato solo 0.098 euro cent LA GALLINA sarebbe buona solo per il brodo, perché a conti fatti nessuno spenderebbe un milione e 700 mila euro per ricavarne in 20 anni poco più di 1 milione. Ora è chiaro che alla fine l’obiettivo è produrre energia pulita, e mi sta anche bene che qualcuno ci diventi ricco, ma giustificare la scelta di mettere pannelli alti 5 metri, perché così sotto ci puoi piantare il foraggio!? Allora scusate tanto imprenditori/agricoltori che per colpa nostra state ancora aspettando i permessi, leggete bene il Regolamento Edilizio e vedete che c’è scritto che GLI IMPIANTI DEVONO COMUNQUE PERSEGUIRE IL MINIMO IMPATTO AMBIENTALE SECONDO LE TECNOLOGIE DISPONIBILI, e SPIEGATECI PERCHE’, IL VERO PERCHE’, PUR SAPENDO CHE POTETE PRODURRE IL VOSTRO BUSINESS CON PANNELLI PIU’ BASSI E USANDO MENO TERRENO, VOLETE CONTINUARE A FARLI ALTI 5 MT? E POI SPIEGATECI PERCHE’ NONLI METTETE DAVANTI A CASA VOSTRA CHE TANTO DI TERRA NE AVETE IN QUANTITA’? Non vorrei continuare a infierire, ma finché le persone si comporteranno come se fossero sole su questo pianeta, come se il solo fatto di possedere un pezzo di terra le autorizzasse a farne quello che pare loro senza considerare l’insieme, allora non c’è da stupirsi se questo stesso pianeta continuerà a rigettar loro addosso costellazioni e pianeti che a un certo punto diventeranno meteore. Serena Pieri In riferimento al progetto per l’installazione di impianto fotovoltaico presentato dall’Azienda Agricola Zama, sito in Pieve Cesato tra Via Donesiglio e Via Biancano. In riferimento alle precedenti 2 lettere presentate da noi Fam. Serena Pieri e Cser Arpad e Fam. Marta Casadio e Francesco Banzola, già protocollate, una delle quali corredata di raccolta firme; In riferimento all’incontro intercorso in data 19 aprile 2010 alla presenza del Preg. Sindaco Malpezzi, dell’Arch. Nonni, dell’Arch. Angelini e dell’Assessore Mammini, della Sig.ra Serena Pieri e Sig.ra Marta Casadio, nei locali del Palazzo Comunale; a)Visto che in occasione di tale incontro il Rappresentante del Comune di Faenza Sindaco Malpezzi e i tecnici responsabili del procedimento Arch. Nonni e Arch. Angelini , hanno sottolineato gli interessi economici legati al progetto dell’Az. Agr. Zama, tali da non poter impedire il consistente ridimensionamento delle opere previste, in considerazione del fatto che il Regolamento Edilizio richiede il minor impatto ambientale secondo le migliori tecnologie disponibili; b)Visto che l’Az. Agricola Zama sostiene che le migliori tecnologie disponibili sono quelle da Lei selezionate in quanto l’impianto in progetto permette la produzione di 490kwp su un territorio di 3.00.00 HA installando n. 66 tralicci ai vertici dei quali verranno innestate n. 66 vele della misura di mt 5 x mt 9 raggiungendo l’altezza massima di 5 mt, e ritiene che questo stesso impianto ha la capacità di produrre il 27% in più di energia rispetto ad altri sistemi; c)Visto che in occasione dell’incontro avvenuto tra le parti menzionate al punto a) è stata dimostrata e comunicata dalla parti che rappresenta il Comune, l’intenzione ad intervenire attraverso la prescrizione di significative norme di mitigazione arbustiva su tutto il perimetro fino ad altezze di oltre 5 mt (Ai fini della mitigazione a tutela dell’impatto ambientale, il progetto dell’Az Agr. Zama è di tali dimensioni da richiedere un intervento possente; Vi ricordiamo di considerare che le piante dovrebbero essere dei sempreverdi e che la piantumazione va prescritta in tutte le sue modalità, incluso le tempistiche dell’intervento, dato che il sito di pannelli fotovoltaici già esistente da mesi su via Donesiglio, non è ancora stato mitigato ). d) Visto che continuiamo a domandarci e a domandarVi dove inizia e dove finisce il reale interesse per l’ambiente, per chi lo vive e per il futuro, e dove iniziano e finiscono gli interessi economici; Visto quanto sopra vogliamo Ora invitarVi a valutare i documenti in allegato che dimostrano come sia possibile con la tecnologia disponibile, produrre 490 kwp su una superificie che varia da 3.000 a 11.000 mq, senza bisogno di un impiego massiccio di diverse migliaia di m3 di cemento armato, senza bisogno di installare giganteschi tralicci di alluminio e ferro, senza bisogno di compromettere per oltre 20 anni l’ambiente circostante e anzi riducendo l’impiego dei materiali che una volta esaurita la vita dell’impianto andranno smaltiti, e anzi permettendo la coltivazione delle metrature che rimarrebbero libere (19.000/29.000 mq). Vi invitiamo a ricordare che il Regolamento Edilizio parla di minimo impatto e che i fattori che influenzano/determinano l’impatto sono: La misura, l’entità, il volume dell’impianto; Le risorse che vengono impiegate per la realizzazione dell’impianto; La reale capacità produttiva dell’impianto in relazione ai fattori precedenti, i costi sostenuti e l’effettiva resa di vantaggio; Gli effetti permanenti e temporanei, a breve e lungo termine, sull’uomo, sulla fauna, sulla flora, sul paesaggio, sui beni materiali, sul patrimonio ambientale. In considerazione di tutto questo riteniamo che il progetto presentato dall’Az. Agricola Zama NON risponde alle caratteristiche di minimo impatto ambientale perché intende occupare un territorio di 30.000 mq quando ne basterebbero da 3.000 a 11.000; Si vuole giustificare questa scelta sostenendo che questo tipo di impianto può produrre il 27% di energia in più, quando per installarlo occorre un investimento più oneroso del 30/40% in più in termini economici e di risorse rispetto a impianti di dimensioni modeste, e senza considerare che lo smaltimento futuro comporterà oneri e pesi maggiori a causa delle misure e dei volumi che si vogliono impiegare. Alla luce di quanto esposto Vi esortiamo ad utilizzare le indicazioni del Regolamento Edilizio affinché si rispetti Realmente il parametro di minimo impatto ambientale. Alla luce dei dati raccolti Vi informiamo che NON intendiamo essere spettatori di un atto di Deresponsabilizzazione per cui si continuano a interpretare le indicazioni seppur chiare, a favore degli interessi economici anziché degli effetti sull’ambiente nel presente e nel futuro. Il tema fotovoltaico è appena nato e in via di studio e sviluppo, infinite possibilità si stanno aprendo ma questo non significa che tutto si possa fare dappertutto. Riteniamo quindi urgente e fondamentale integrare il Regolamento Edilizio affinché le nuove tecnologie, delle quali non possiamo ancora conoscere tutti gli effetti, non trasformino bruscamente i territori, soprattutto se non è necessario! Riteniamo urgente e fondamentale dettagliare all’interno del Regolamento Edilizio, in termini di smaltimento futuro valutando anche la Fidejussione Bancari a garanzia che l’intervento verrà svolto e in modo corretto. Ribadiamo l’invito a considerare realmente gli interessi ambientali, l’uomo e le risorse che si possono impiegare senza ingenti dispersioni, senza alti costi di smaltimento, perseguendo l’obiettivo della produzione di energia pulita attraverso scelte proporzionate al territorio. Crediamo che i dati presentati e allegati a questa lettera sono un significativo contributo alla definizione dei parametri valutativi attraverso cui orientare e limitare i progetti di elevato e significativo impatto ambientale. Riteniamo che il Comune in oggetto, gli Uffici Tecnici e quanti altri ad essi collegati, dovranno tenere conto dei dati prodotti. Concludendo Vi sottolineiamo/ricordiamo la peculiarità con cui in termini di Edilizia si orientano e regolamentano le costruzioni nel centro storico e nelle campagne , è un Evidente Assurdità che il Regolamento Edilizio non tuteli l’ambiente da gigantesche installazioni che trasformano brutalmente il territorio. Resta inteso che se quanto raccolto e relazionato non verrà preso in considerazione nonostante sia di evidente importanza, ci vedremo costretti a fare ricorso contro il procedimento amministrativo attraverso il Tribunale Amministrativo Regionale. Tanto Vi dovevamo, Cordiali Saluti Serena Pieri Cser Arpad

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