giovedì 13 maggio 2010

NUCLEARE, APPELLO DEGLI SCIENZATI A BERSANI. OCCORRE EVITARE IL RISCHIO CHE NEL PD PRENDA PIEDE UNO SPIRITO ANTISCIENTIFICO, ELITARIO E SNOBISTICO

Il Pd non può lavarsi le mani sul nucleare o delegare opinioni e considerazioni in merito a qualche secco "no". E' necessario che anche il centrosinistra intervenga nel dibattito e si interessi di una questione così delicata e importante. A chiederlo non sono politici o rappresentanti del governo, ma chi può vantare conoscenze tecniche ed esperienza in materia, gli scienziati. In una lettera aperta al leader del Pd, Pierluigi Bersani, gli studiosi criticano la bocciatura dell'opposizione al piano della maggioranza sul nucleare e chiedono di discutere con maggiore "rigore intellettuale e scientifico. E con spirito concreto": "Riterremmo innaturale e incomprensibile ogni chiusura preventiva su un tema che riguarda scelte strategiche di politica energetica, innovazione tecnologica e sviluppo industriale così critiche e con impatto di così lungo termine per il nostro Paese. L'energia nucleare, quasi ovunque, nel mondo industrializzato è vista come un’insostituibile opportunità che contribuisce alla riduzione del peso delle fonti fossili sulla generazione di energia elettrica, compatibile con un modello di sviluppo eco-sostenibile". Occorre evitare il rischio che nel Pd prenda piede uno spirito antiscientifico, un atteggiamento elitario e snobistico che isolerebbe l’Italia dalle frontiere dell’innovazione
La lettera - Nel testo si legge: "Dal punto di vista ambientale non vi è programma internazionale accreditato per la riduzione della CO2 che non preveda anche il ricorso all’energia nucleare e non vi è un solo studio internazionale che affidi alle sole rinnovabili il compito di ridurre il peso dei combustibili fossili. Ed invece tutti gli accenti che sentiamo oggi nel Pd prescindono dall’analisi di questi dati e fatti". L’avversione al reingresso dell’Italia nelle tecnologie nucleari è ingiustificabile, secondo gli scienziati, che non intendono tappare la bocca all'opposizione, ma, al contrario esortano ad una maggiore considerazione del tema, con una puntuale sottolineatura degli errori del governo: "E’ incomprensibile, invece, la sbrigatività e il pressapochismo con cui, spesso, da parte di esponenti del Pd, vengono affrontati temi che meriterebbero una discussione informata e con dati di fatto. Caro Segretario, occorre evitare il rischio che nel Pd prenda piede uno spirito antiscientifico, un atteggiamento elitario e snobistico che isolerebbe l’Italia, non solo in questo campo, dalle frontiere dell’innovazione. Ampi settori di intellettualità tecnica e scientifica, che un tempo guardavano al centrosinistra come alla parte più aperta e moderna dell’Italia, non ci capiscono più e guardano altrove. Noi ti chiediamo di prendere atto che il nucleare non è né di sinistra, né di destra e che, anzi, al mondo molti leader di governi di sinistra e progressisti puntano su di esso per sviluppare un sistema economico e modelli di vita e di società eco-compatibili. Noi ti chiediamo - conclude la lettera - di garantire che le sedi nazionali e locali del Pd, gli organi di stampa, le sedi di riflessione esterna consentano un confronto aperto e pragmatico"
La missiva è firmata, tra gli altri, da Umberto Veronesi, direttore scientifico Istituto Europeo di Oncologia, Giorgio Salvini, presidente onorario Accademia Lincei, Margherita Hack, astrofisica, Carlo Bernardini, professore emerito di Fisica Università di Roma - Direttore di "Sapere", Enrico Bellone, ordinario di Storia della Scienza, Edoardo Boncinelli, professore di Biologia e Genetica, Gilberto Corbellini, docente di Storia della medicina - Università di Roma, Marco Ricotti, professore Politecnico di Milano, Ernesto Pedrocchi ,professore Politecnico di Milano, Roberto Vacca, scienziato e scrittore e Franco Debenedetti, economista.

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