Ferrara, 4 maggio 2011 - Capire se i contributi pubblici erogati dalla Provincia di Ferrara sono incompatibili con quelli della Regione, se altre Province ne hanno erogati e anche cosa significa “spese non previste” accanto a una di 129.000 euro. Il Pdl torna all’attacco sulla cooperativa, ormai chiusa, guidata da Giovanni Errani fratello del presidente della Regione, Vasco. E presenta un’interpellanza e un’interrogazione alla Giunta regionale. Non c’e’ solo la questione del certificato di collaudo, che il consigliere Fabio Filippi ha chiesto ben quattro volte (seguito dal collega in Consiglio comunale a Imola, Simone Carapia, al quale e’ stato risposto picche), ma ora spuntano due nuove faccende. Oltre i contributi della Regione per un totale di un milione di euro, spiega oggi il consigliere regionale Mauro Malaguti in una conferenza stampa, la cooperativa Terremerse, tra il 1998 e il 2008, quando Giovanni Errani ne era presidente, ha ricevuto altri 600.000 euro dalla Provincia di Ferrara. Terremerse che a Ferrara aveva dei terreni, “e’ la sola, assieme ad una di Argenta, ad avere ricevuto cosi’ tanto denaro in dieci anni in quel territorio”. Quei soldi sono stati erogati sotto diverse voci, una delle quali (“assistenza produzioni vegetali”) per 136.800 euro, ricade nella stessa legge che ha permesso a viale Aldo Moro di erogare 313.000 (sotto la voce “Programmazione e acquisizioni beni e servizi”). La prima domanda che Malaguti e Filippi pongono alla Giunta regionale e’ se “quei fondi sono compatibili tra loro, visto che i bandi sono sempre molto rigidi, e se altre Province ne hanno erogati”, visto che Terremerse aveva terreni anche nei territori di Forli’-Cesena e Bologna, pur avendo la sua sede a Bagnacavallo (Ravenna). “Sarebbe molto grave se si scoprisse che proprio la cooperativa del fratello del governatore avesse avuto contributi tra loro incompatibili”, afferma Filippi. Altra cosa, poi, emerge dal verbale di accertamento di avvenuta esecuzione dei lavori del 20 settembre 2006, nel quale e’ stato inserito il capitolo “Spese non previste”, ma “ammissibili” per un importo di 129.000 euro. “Si tratta di documenti che servono per la quantificazione in via definitiva del contributo pubblico- spiega Filippi- e quindi non puo’ essere cosi’ generico”. Anche perche’, aggiunge Malaguti “a tanti piccoli produttori alcuni fondi sono negati, mentre la coop di Giovanni Errani e’ stata molto fortunata”. Infine c’e’ il famoso certificato di collaudo, che Filippi vuole vedere per capire se e’ successivo alll’agibilita’ (“in quel caso sarebbe irregolare”) e che anche Carapia ha chiesto tre volte al Comune di Imola. Nell’interpellanza, infine, i consiglieri chiedono la restituzione di parte del finanziamento, nel caso venga chiarito che alcuni fondi non sono stati utilizzati da Terremerse per un arco temporale di dieci anni, come previsto dalle norme.
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