venerdì 2 settembre 2011

DIRITTI ACQUISITI? NO PRIVILEGI INFAMI DA TOGLIERE IMMEDIATAMENTE



Felice Crosta. Felice Crosta, ex burocrate della Regione Sicilia, è quello che si chiama un pensionato d’oro. La Corte dei conti, infatti, gli ha riconosciuto il diritto a incassare 496.139 euro l’anno, cioè 41.600 al mese, cioè 1369 al giorno. La superpensione nasce, dall’ultimo comma di una leggina che nessuno sembra conoscere a fondo. In questo caso si tratta della leggina del 2005 che ha istituito l’Agenzia siciliana per i rifiuti e le acque e che, fra una riga e l’altra, non solo ha stabilito una lauta indennità per il direttore generale, ma ha anche voluto subito specificare che quella lauta indennità era da considerarsi a tutti gli effetti uno stipendio e che quindi andava usata come base per il calcolo della futura pensione. Poche chiacchiere e poche discussioni, dice in sostanza il provvedimento, chi siede su quella poltrona, anche solo per pochi mesi, avrà diritto ad andare a riposo con un vitalizio d’oro. Come mai un codicillo del genere? Perché, ancor prima della nomina del direttore generale, ci si affretta a specificare il suo status previdenziale? E perché lo si specifica con un simile privilegio? Forse che già si stava pensando di scegliere qualcuno in particolare? Magari proprio qualcuno vicino alla pensione? «È una legge fatta apposta per Felice Crosta» provò a dire qualche ben informato. «Felice Crosta chi?»

Fatto sta che nel 2005 nasce ufficialmente l’Agenzia siciliana per i rifiuti e le acque. E sapete chi diventa direttore generale pochi mesi dopo, cioè nel marzo 2006? Felice Crosta, per l’appunto, già vicecommissario per l’emergenza rifiuti nonché uomo assai vicino a Totò Cuffaro. E sapete che fa per prima (o per seconda) cosa Felice Crosta? Presenta domanda per la pensione, ma sicuro: nel luglio 2006, quattro mesi dopo la nomina, si affaccia allo sportello indicato e chiede di poter andare a riposo, naturalmente utilizzando la nuova legge. Permesso accordato, con tutti gli onori: per il calcolo dell’assegno mensile, dunque, verrà utilizzata la lauta indennità (guarda caso: appena ottenuta) del dirigente. Tutto lecito, tutto regolare. E dunque dal 20 luglio 2006 la pensione comincia a scorrere nelle tasche assai felici di Crosta Felice: 219.168 euro l’anno più la tredicesima per un totale di 237.432


l’anno, cioè 18.000 al mese. Vi sembrano una buona cifra? Macché: ci manca la perequazione. E così dal 1° gennaio 2010 la pensione mensile dell’avvocato Felice Crosta fa un altro balzo in avanti: 20.092 euro al mese per 13 mensilità, cioè un totale annuo di 261.196 euro. Vi sembra che così possa bastare? A voi forse. Non al superburocrate d’oro: forte del fatto di aver passato quattro sudatissimi mesi (120 giorni) al vertice dell’Agenzia e forte soprattutto di un comma più generoso di Babbo Natale, egli infatti fa ricorso alla Corte dei conti. Solo 20.092 euro al mese? Come si permettono? E se vi sembra già abbastanza strano che un superburocrate da 20.092 euro al mese faccia ricorso perché ritiene la sua pensione troppo bassa, ebbene, sappiate che c’è una cosa ancor più strana: la Corte dei conti, infatti, gli ha dato ragione. E ha ordinato alla Regione Sicilia di raddoppiare la somma, pagando all’avvocato Felice Crosta un assegno da 41.600 euro al mese, 496.139 l’anno, 1369 al giorno, per l’appunto, più tutti gli arretrati per un valore di circa un milione e mezzo. «Mi rendo conto che questa cifra possa destare qualche invidia» commenta lui. «Ma sono stati solo riconosciuti i miei diritti.» Per carità, i diritti sono diritti. Ma chi li stabilisce questi diritti? E in base a che cosa?

Fra l’altro l’Agenzia siciliana per i rifiuti e per le acque, inaugurata con apposita legge nel 2005, è stata chiusa nel 2010: cinque anni di vita, zero problemi risolti, però, in compenso, un uomo Felice. Il solo motivo per cui si ricorderà nei secoli quest’ente inutile, in effetti, sarà proprio la pensione d’oro garantita con apposita leggina al suo direttore generale, che con quattro mesi di duro lavoro si è assicurato il diritto a incassare 1369 euro al giorno per tutto il resto della vita. Una vita che vorremmo augurargli lunga, per carità, non fosse che, da sola, ci costa quasi come una Finanziaria. tratto da “Sanguisughe” di Giordano Mario

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