domenica 25 settembre 2011

L’agenda di Governo fino alla naturale scadenza della legislatura


  • Mantenere scrupolosamente gli impegni presi con l’Europa, a difesa non solo nostra ma dell’intera impalcatura dell’euro. E quindi giungere nei prossimi due anni al pareggio di bilancio.
  • Affiancare le misure di rigore con quelle per la crescita e lo sviluppo. Abbiamo un elenco di otto opere pubbliche di importanza nazionale, ed alcune decine di importanza locale, già finanziate, che attendono solo il via.
  • Abbiamo il ricavato dell’asta delle frequenze digitali – tre miliardi – che intendiamo utilizzare non per fare cassa ma per finanziare lo sviluppo della banda larga di internet ed il suo progressivo accesso a tutta la popolazione.
  • Completeremo l’alta velocità e vi introdurremo la concorrenza, ma senza mai dimenticare che il primo dovere di una rete ferroviaria è garantire la mobilità di pendolari, studenti, lavoratori.
  • Faremo la riforma fiscale: le delega è già stata votata all’interno della manovra. I fondi verranno certo dalla lotta all’evasione, che con noi ha dato risultato che nessun governo Visco può vantare: 53,4 miliardi recuperati in 3 anni, ed un trend in ulteriore crescita a fine 2011. Ma soprattutto la riforma, che ridurrà le aliquote per le persone e le imprese, si finanzierà con il disboscamento di trattamenti di favore anacronistici e di forme di assistenza clientelare.
  • Ridurremo la spesa pubblica là dove è spreco, non più con la logica dei tagli lineari necessaria in questi tre anni, per rimettere a posto i conti, ma con quella degli interventi selettivi, in accordo con la Banca d’Italia.
  • Completeremo la riforma delle pensioni, senza logiche punitive per nessuno. Potremo farlo perché il nostro sistema è già tra i migliori d’Europa, e non ci sarebbe stato bisogno di altri interventi se la sinistra non avesse cancellato la legge che porta la firma di Roberto Maroni.
  • Abbiamo riformato la giustizia civile in accordo con la magistratura e le altre parti. Faremo la riforma della giustizia penale in accordo con la parte illuminata e riformista dei magistrati, che possiamo con cognizione definire una maggioranza silenziosa.
  • Assieme a tutto questo porteremo l’Italia fuori dalla crisi, difendendo i risparmi ed i redditi di tutti, difendendo la proprietà conquistata con il lavoro. L’Europa, la Bce, la Banca d’Italia, riconoscono in noi i soli interlocutori. E’ a noi che vengono chieste le misure di crescita e sviluppo, non a un altro governo e non alla sinistra. E questo significa qualcosa.

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