lunedì 7 novembre 2016

ELEZIONI USA, TIFO DONALD TRUMP


“Abbiamo già visto un Donald Trump. Si chiamava Silvio Berlusconi”. S’intitola così il commento di John Foot, storico inglese ed esperto dell’Italia, su cui ha scritto vari libri, pubblicato stamane dal Guardian di Londra. Non è il primo analista politico a tracciare un parallelo fra il candidato repubblicano alla Casa Bianca e l’ex premier italiano. Ma il suo articolo è un monito per l’America e in generale per le società democratiche occidentali: come Berlusconi ha trasformato la politica nel nostro paese, pure il fenomeno Trump lascerà tracce negli Stati Uniti e altrove. “Le cose”, dopo Trump, “non saranno più le stesse”. L’articolo comincia con la constatazione, spesso ripetuta, che con Trump il mondo è entrato nell’era della politica “post-fattuale”, in cui i dati di fatto non contano più niente. Ma l’autore osserva che una politica di questo genere si era già manifestata con successo ventidue anni fa in Italia: con la “discesa in campo” di Berlusconi e la creazione del suo partito Forza Italia, appunto. Ricordando che il magnate di Mediaset ha vinto due elezioni, ne ha persa una di poco ed è rimasto complessivamente al governo più di ogni altro leader italiano – eccetto Mussolini e Giolitti. Entrambi si auto descrivono come outsider e anti-establishment. Entrambi fanno leva sul populismo e sulla propria personalità. Entrambi infine sono stati protagonisti di gaffe, incidenti imbarazzanti, accuse o scandali legati al loro rapporto con le donne.  “La lezione per l’America è che per troppo a lungo Berlusconi è stato considerato come una barzelletta o un clown”, scrive Foot. “Alla fine, non rideva più nessuno. Vent’anni di Berlusconi hanno gravemente danneggiato la cultura politica e democratica italiana e le ferite create non si sono affatto rimarginate”. In modo simile, afferma il commentatore, “che vinca o perda, Trump ha cambiato i termini del discorso politico americano e, come con l’era Berlusconi in Italia, le cose non saranno più come prima”. Per quanto riguarda l’Europa, Trump ha solo posizioni di buon senso. Basta espansionismo Nato, basta guerre di aggressione e basta attacchi a Putin. La Clinton, invece, sta alzando sempre di più la pressione. È arrivata ad accusare il rivale di essere un burattino. Non mi meraviglio che Trump non si sbilanci sulla regolarità delle elezioni. Con un’avversaria in grado di cancellare 30 mila email, alcune delle quali top secret, nemmeno io mi sentirei tranquillo”.  Vincenzo Galassini già consigliere provinciale Forza Italia Ravenna


Nessun commento:

Posta un commento