Una volta i rom pagavano la loro riluttanza a
radicarsi sul territorio e la loro vocazione al vagabondaggio adattandosi a
vivere in tuguri e roulotte fatiscenti e malsani, privi di servizi essenziali
come acqua corrente, luce, gas e fognature ed i bambini erano indirizzati
all’accattonaggio, agli scippi ed ai furti, anzichè verso la scuola
dell’obbligo. Ma adesso le cose sono profondamente cambiate. Per venire
incontro alle esigenze dei rom, molte città italiane hanno affrontato spese
ingenti per realizzare degli insediamenti attrezzati dotati di
ogni servizio e ben collegati con i centri abitati, in cui la vita possa
svolgersi a livello di dignitoso anche per chi non ha una residenza, una
cittadinanza e non dispone di un reddito certo. Solo a Roma sono ben sette i
villaggi attrezzati realizzati dal Comune, a spese dei contribuenti, in
sostituzione delle baraccopoli e localizzati a stretto ridosso della capitale.
In questi siti vivono migliaia di rom ufficialmente nullatenenti, nessuna casa
o terreno posseduti, neanche un’auto di proprietà e, naturalmente, nessuna
fonte di reddito dimostrabile. Una condizione che aveva permesso loro
di rientrare tra quelli con i requisiti in ordine per poter usufruire dell’assistenza
alloggiativa gratuita in tali villaggi attrezzati, secondo quanto
previsto dal dipartimento delle politiche sociali di Roma Capitale
per questa categoria di soggetti. Ma la popolazione di “indigenti” è andata
rapidamente aumentando ed in modo molto sospetto in questi ultimi tempi ed il
sindaco Alemanno ha voluto vederci chiaro, disponendo blitz e controlli da
parte della polizia di Roma Capitale.
I controlli così scattati hanno permesso di passare al setaccio la posizione di ben 3500 conti correnti bancari intestati ad altrettanti rom ospitati nei villaggi attrezzati. E le sorprese non sono mancate. Dietro a quello stuolo di presunti indigenti, almeno stando alle autocertificazioni relative alla situazione patrimoniale e reddituale, si nascondevano anche conti correnti a cinque zeri. Per questo, Roma Capitale ha deciso di allontanare immediatamente dai villaggi quasi un centinaio di rom, denunciandoli, al tempo stesso, per truffa aggravata e falso in atto pubblico. Dai controlli è risultato, infatti, che solo su 88 conti erano depositati oltre 10 milioni di euro, con somme la cui provenienza dovrà ora essere
I controlli così scattati hanno permesso di passare al setaccio la posizione di ben 3500 conti correnti bancari intestati ad altrettanti rom ospitati nei villaggi attrezzati. E le sorprese non sono mancate. Dietro a quello stuolo di presunti indigenti, almeno stando alle autocertificazioni relative alla situazione patrimoniale e reddituale, si nascondevano anche conti correnti a cinque zeri. Per questo, Roma Capitale ha deciso di allontanare immediatamente dai villaggi quasi un centinaio di rom, denunciandoli, al tempo stesso, per truffa aggravata e falso in atto pubblico. Dai controlli è risultato, infatti, che solo su 88 conti erano depositati oltre 10 milioni di euro, con somme la cui provenienza dovrà ora essere
accertata
dalla Procura. A oggi, di quei beni patrimoniali di ingente valore economico i
diretti interessati non hanno ancora saputo spiegare la legittima provenienza. Qualcuno
non ha reagito bene ai controlli ed alle denunce, arrivando persino a tentare
di intimidire gli agenti: “Se volete la guerra, guerra sia. Io sono il
capo del villaggio e tutti gli abitanti fanno quello che dico io. Ho amicizie
al Senato, faccio due telefonate, vedi che succede”. Chissà magari
girano con la tessera del PD, di Sel o di qualche altra formazione esterofila
della sinistra ultras interessata ai voti dei nomadi.
Sembrava comunque che la situazione potesse tranquillamente evolvere verso l’esito più equo e ragionevole, cioè quello di sloggiare i falsi nullatenenti a favore di veri bisognosi. Ma qualcuno, evidentemente, non la pensa così, per cui in questa storia la sorpresa più grande di tutte è arrivata quando è stata presa la prima di una serie di misure di allontanamento, decisa nei confronti di una coppia di nomadi, nullatenenti per il fisco, ma in realtà milionari, che abitavano in un campo attrezzato del comune di Roma. Il Tar del Lazio, con una decisione inspiegabile e che crea un pericoloso precedente ha sospeso la decisione di allontanamento della coppia di nomadi presa da Roma Capitale che quindi non dovrà abbandonare l’alloggio occupato fraudolentemente ed abusivamente con l’avallo della magistratura amministrativa. Tra le cause addotte per giustificare questa vergognosa sentenza il fatto che, secondo il Tar, “avere soldi sul conto corrente (di cui non si sa giustificare la provenienza) non è fattispecie sufficiente per l’amministrazione ad esprimere un decreto di allontamento”.
Così ci toccherà mantenere non solo extracomunitari e nomadi indigenti, derelitti e veramente bisognosi, ma anche nomadi che divengono milionari derubandoci e rapinandoci sistematicamente giorno per giorno, i quali vivono in case accoglienti e se ne vanno a spasso in auto di lusso che noi non possiamo permetterci, ma per le quali dobbiamo sobbarcarci duri sacrifici per garantirle a loro. Viva l’Italia.
Sembrava comunque che la situazione potesse tranquillamente evolvere verso l’esito più equo e ragionevole, cioè quello di sloggiare i falsi nullatenenti a favore di veri bisognosi. Ma qualcuno, evidentemente, non la pensa così, per cui in questa storia la sorpresa più grande di tutte è arrivata quando è stata presa la prima di una serie di misure di allontanamento, decisa nei confronti di una coppia di nomadi, nullatenenti per il fisco, ma in realtà milionari, che abitavano in un campo attrezzato del comune di Roma. Il Tar del Lazio, con una decisione inspiegabile e che crea un pericoloso precedente ha sospeso la decisione di allontanamento della coppia di nomadi presa da Roma Capitale che quindi non dovrà abbandonare l’alloggio occupato fraudolentemente ed abusivamente con l’avallo della magistratura amministrativa. Tra le cause addotte per giustificare questa vergognosa sentenza il fatto che, secondo il Tar, “avere soldi sul conto corrente (di cui non si sa giustificare la provenienza) non è fattispecie sufficiente per l’amministrazione ad esprimere un decreto di allontamento”.
Così ci toccherà mantenere non solo extracomunitari e nomadi indigenti, derelitti e veramente bisognosi, ma anche nomadi che divengono milionari derubandoci e rapinandoci sistematicamente giorno per giorno, i quali vivono in case accoglienti e se ne vanno a spasso in auto di lusso che noi non possiamo permetterci, ma per le quali dobbiamo sobbarcarci duri sacrifici per garantirle a loro. Viva l’Italia.
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