Le dimissioni di Josefa Idem dal governo presieduto
da Enrico Letta non possono essere derubricate ad un fatto che riguarda solo la
Idem. Ella avrà le sue responsabilità (anche a nostro avviso peraltro meno
gravi di quelle di chi si è occupato di burocrazia per suo conto), ma esse
colpiscono inevitabilmente un sistema e soprattutto un “metodo” di esercitare
il potere in questo territorio da parte del partitone che almeno fino ad oggi
tutto ha potuto e tutto ha comandato. Si tratta di quel metodo per il quale
l’allora Sindaco Mercatali, quello che può permettersi di attaccare il suo partito
per non averlo “difeso” (sic!) da un articolo che rendeva noto di come avesse
acquistato ad un prezzo ampiamente più basso della media un appartamento a
Marinara, può oggi rivendicare che Josefa Idem venne nominata assessore per
“spot” e non per la buona amministrazione della città, senza che nessuno
dell’intelligentia ravennate faccia una piega, e soprattutto senza che quella
piega fosse mai stata fatta al momento della nomina. Oppure di quel metodo per
il quale il numero di presenze sempre basso sia in giunta che in consiglio
andava bene perché tanto lei doveva “andare nelle scuole per invitare i bambini
a fare sport”.
Oppure di quel metodo per il quale quando il PD
decise – placando non pochi malumori interni – che essa dovesse essere eletta
senatrice, può permettersi di farle vincere le primarie per i parlamentari
locali senza che lei dovesse scomodarsi dalla vacanza in cui si trovava per
farsi un briciolo di campagna elettorale. O ancora di quel metodo per il quale
quando dichiarò – lei che il Sindaco Matteucci era arrivato ad augurarsi
potesse essere la portabandiera alle ultime Olimpiadi – che con il marito erano
pronti a lasciare il paese perché gli italiani avevano deciso di esercitare la
loro sovranità in modo diverso da quello a lei congeniale, nessuno, benchè gli
imbarazzati fossero più d’uno, aveva sentito il bisogno di prenderne
apertamente le distanze. Oppure di quel metodo per il quale è alla fine bastato
che si inasprisse la battaglia fra bersaniani ed ex bersaniani perché una
notizia che evidentemente era già nota in determinati ambiti ma che fino a
questo momento era riuscita a rimanere coperta, finisse nelle mani della stampa
e assumesse livelli mediatici esplosivi. Oppure, e questo è il vero fardello
culturale più difficile da estirpare, quel metodo per il quale in tanti anni di
amministrazione a Ravenna, non era stato necessario imparare a gestire
politicamente la propria comunicazione, perché il cordone protettivo – questa è
la sintesi finale - in questo territorio era talmente forte che non era mai
stato necessario porsi il problema. Alberto Ancarani
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