mercoledì 26 giugno 2013

JOSEFA IDEM: IL FALLIMENTO DI 15 ANNI DI AMMINISTRAZIONE DEL PCI-PDS-DS-PD


Le dimissioni di Josefa Idem dal governo presieduto da Enrico Letta non possono essere derubricate ad un fatto che riguarda solo la Idem. Ella avrà le sue responsabilità (anche a nostro avviso peraltro meno gravi di quelle di chi si è occupato di burocrazia per suo conto), ma esse colpiscono inevitabilmente un sistema e soprattutto un “metodo” di esercitare il potere in questo territorio da parte del partitone che almeno fino ad oggi tutto ha potuto e tutto ha comandato. Si tratta di quel metodo per il quale l’allora Sindaco Mercatali, quello che può permettersi di attaccare il suo partito per non averlo “difeso” (sic!) da un articolo che rendeva noto di come avesse acquistato ad un prezzo ampiamente più basso della media un appartamento a Marinara, può oggi rivendicare che Josefa Idem venne nominata assessore per “spot” e non per la buona amministrazione della città, senza che nessuno dell’intelligentia ravennate faccia una piega, e soprattutto senza che quella piega fosse mai stata fatta al momento della nomina. Oppure di quel metodo per il quale il numero di presenze sempre basso sia in giunta che in consiglio andava bene perché tanto lei doveva “andare nelle scuole per invitare i bambini a fare sport”.
Oppure di quel metodo per il quale quando il PD decise – placando non pochi malumori interni – che essa dovesse essere eletta senatrice, può permettersi di farle vincere le primarie per i parlamentari locali senza che lei dovesse scomodarsi dalla vacanza in cui si trovava per farsi un briciolo di campagna elettorale. O ancora di quel metodo per il quale quando dichiarò – lei che il Sindaco Matteucci era arrivato ad augurarsi potesse essere la portabandiera alle ultime Olimpiadi – che con il marito erano pronti a lasciare il paese perché gli italiani avevano deciso di esercitare la loro sovranità in modo diverso da quello a lei congeniale, nessuno, benchè gli imbarazzati fossero più d’uno, aveva sentito il bisogno di prenderne apertamente le distanze. Oppure di quel metodo per il quale è alla fine bastato che si inasprisse la battaglia fra bersaniani ed ex bersaniani perché una notizia che evidentemente era già nota in determinati ambiti ma che fino a questo momento era riuscita a rimanere coperta, finisse nelle mani della stampa e assumesse livelli mediatici esplosivi. Oppure, e questo è il vero fardello culturale più difficile da estirpare, quel metodo per il quale in tanti anni di amministrazione a Ravenna, non era stato necessario imparare a gestire politicamente la propria comunicazione, perché il cordone protettivo – questa è la sintesi finale - in questo territorio era talmente forte che non era mai stato necessario porsi il problema.  Alberto Ancarani



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