SILVIO STA GIA’ PENSANDO A UNA NUOVA FORMAZIONE. MA I GUAI
GIUDIZIARI RIMANDONO LE DECISIONI
La rivoluzione del Pdl? «Oggi no, domani forse, ma dopodomani
sicuramente». Nel partito di Silvio Berlusconi c’è chi arriva a citare Giorgio
Gaber per spiegare quanto la situazione al momento sia chiara e confusa al
tempo stesso. Da tempo è evidente che il Cavaliere vuole lanciare una nuova
formazione politica ma i dettagli restano ancora disordinati. L’idea non è di
certo nuova e viene riproposta ciclicamente per battezzare un partito che possa
dichiarare archiviato il Pdl.
FEDELISSIMI INTORNO AL CAPO. Sono stati soprattutto i
fedelissimi dell’ex premier ad aver portato avanti il progetto in questi mesi. Dunque
in prima fila ci sono Daniela Santanché, Denis Verdini e Sandro Bondi, tornato
a essere di fatto un coordinatore del Pdl nonostante le dimissioni. Poi c’è
Giancarlo Galan che da anni gira con la spilletta di Forza Italia sulla bavero
della giacca, in onore e gloria del partito del 1994. Ormai è diventata
immancabile punto di riferimento perfino Michaela Biancofiore, personaggio
abbastanza inviso dai colleghi di partito ma altrettanto stimato dall’ex premier.
IL RICHIAMO DI FORZA ITALIA. Insomma, è stata coinvolta tutta la vecchia guardia dei pretoriani che mai hanno avuto da ridire contro il capo. «Si tratta di fedeltà al progetto politico originario», ha spiegato un ultrà berlusconiano a Lettera43.it. «Il Pdl ha già dato il massimo ed è ora di guardare avanti». Oppure indietro, rivolti al passato di 20 anni fa. Alcuni sono andati a trovarlo in Sardegna, altri lo hanno sentito per telefono e il piano è sempre lo stesso. Serve un piccolo stravolgimento per superare nei fatti il Pdl che ha concluso il suo ciclo con l’imminente chiusura delle sedi sul territorio e la futura mancanza di finanziamento pubblico. «Chi non si è ancora schierato a fianco di Berlusconi non tarderà a farlo nel momento opportuno» raccontano da via dell’Umiltà per smentire qualsiasi ipotesi di scissione o correnti avverse.
IL RICHIAMO DI FORZA ITALIA. Insomma, è stata coinvolta tutta la vecchia guardia dei pretoriani che mai hanno avuto da ridire contro il capo. «Si tratta di fedeltà al progetto politico originario», ha spiegato un ultrà berlusconiano a Lettera43.it. «Il Pdl ha già dato il massimo ed è ora di guardare avanti». Oppure indietro, rivolti al passato di 20 anni fa. Alcuni sono andati a trovarlo in Sardegna, altri lo hanno sentito per telefono e il piano è sempre lo stesso. Serve un piccolo stravolgimento per superare nei fatti il Pdl che ha concluso il suo ciclo con l’imminente chiusura delle sedi sul territorio e la futura mancanza di finanziamento pubblico. «Chi non si è ancora schierato a fianco di Berlusconi non tarderà a farlo nel momento opportuno» raccontano da via dell’Umiltà per smentire qualsiasi ipotesi di scissione o correnti avverse.
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