Analisi nuda e cruda della Legge di Stabilità di
Renzi-Padoan che affonda l’Italia in un mare di deficit
UNA LEGGE DI STABILITÀ TUTTA IN
DEFICIT, COME NON SI VEDEVA DAI TEMPI DELLA PRIMA REPUBBLICA
PRIMO PUNTO. La Legge
di stabilità di Renzi, da 27 miliardi (modello base) o 30 miliardi
(“accessoriata”) è tutta in deficit.
1) Non solo
sono in deficit le nuove misure che il governo vuole inserire, tutte da
discutere in quanto piccole mance per dare poco a tanti: dalla cancellazione
della Tasi al rinnovo (si fa per dire) del contratto dei dipendenti pubblici;
dal part-time per gli ultra-sessantenni ai super-ammortamenti per le imprese;
dalla conferma del bonus 80 euro alla decontribuzione (dimezzata) per le nuove
assunzioni. E chi più ne ha più ne metta, per un totale di circa 10-11
miliardi.
2) In deficit è
anche, paradosso dei paradossi, la cancellazione delle clausole di salvaguardia
che, per il solo anno 2016, hanno un valore di 16-17 miliardi di
euro.
Ecco le vere due componenti della manovra di Matteo
Renzi: nuove misure (destinate ad avere effetti irrilevanti in termini di
crescita del Pil e/o dell’occupazione, perché troppo spezzettate) +
sterilizzazione (incredibilmente in deficit) delle clausole di salvaguardia.
Ecco come sono composti veramente i 27-30 miliardi della sua Legge di
stabilità.
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