domenica 20 dicembre 2015

ECCO LE DODICI DOMANDE A CUI LA BOSCHI NON HA RISPOSTO

Ci sono dei punti oscuri che il ministro per le Riforme non ha chiarito al paese e ai risparmiatori truffati
Domenico Ferrara - Il vestito era sobrio, la dialettica elegante, il discorso carismatico. I commenti nei confronti di Maria Elena Boschi si sprecano e sono per la maggior parte un profluvio di complimenti e lusinghe. Al netto di tutto questo - ché alla fine estetica, prossemica e retorica dovrebbero contare meno della sostanza - ci sono dei punti oscuri che il ministro per le Riforme non ha chiarito in Aula e al paese. Omissioni volute o no che sarà pure il caso di elencare e far presenti, non sia mai che possano trovare una risposta chiara non tanto per la stampa quanto per i poveri risparmiatori che al momento non si trovano un euro in tasca.
  1. Come mai suo padre nonostante sia stato sanzionato dalla Banca d'Italia come membro del Cda ha ottenuto la nomina di vicepresidente, tra l'altro tre mesi dopo il suo insediamento al governo?
  2. Chi ha inserito nel decreto e perché un comma che rende complicato agire nei confronti dei vertici dell'istituto di credito e quindi nei confronti anche di suo padre?
  3. Perché ha detto che suo padre è stato eletto nel 2014 e non ha ricordato che invece è entrato nel cda della banca nel 2011?
  4. Come dimostrano alcuni documenti pubblicati da Libero, lei è interventua sulla stesura del decreto. Perché non si è fatta da parte?
  5. Perché non ha chiarito se era presente o meno nei Cdm che hanno varrato i decreti sulle banche?
  6. Perché ha partecipato al Consiglio del 10 settembre, quello che ha incardinato i decreti legislativi di ricezione della direttiva europea sul bail-in che inasprito le condizioni per avviare l'azione di responsabilità per gli amministratori di banche in risoluzione tra i quali suo padre?
  7. Perché ha partecipato alla conferenza dei capigruppo finalizzata a calendarizzare alla Camera il decreto popolari?
  8. Come mai si è passati dal ddl al decreto d'urgenza sul Salva Banche? Che fretta c'era?
  9. È normale che il ministero dell'Economia e il governo non fossero al corrente del dissesto economico in cui versava Banca Etruria sebbene il decreto Salva Banche sia stato varato 18 giorni prima del suo commissariamento?
  10. Perché non ha detto nulla sul procuratore di Arezzo Roberto Rossi consulente del governo e titolare dell'inchiesta su banca Etruria?
  11. Come mai non ha detto nulla su Giuseppe Fanfani, membro del Csm che ha autorizzato l’incarico del procuratore Rossi nonché titolare ad Arezzo dello studio che da sempre difende Banca Etruria?
  12. Perché, come ricorda Gian Maria De Francesco sul Giornale, non ha detto nulla in merito a “operazioni con parti correlate”, cioè debiti e soprattutto crediti di Etruria con gli amministratori, loro parenti e società collegate (eccezion fatta per il mutuo ipotecario concesso al fratello di cui non è stato reso noto l'importo)?. Sarebbe stato interessante saperlo poiché il salvataggio della banca ha evitato la liquidazione che avrebbe imposto il rientro dei fidi. E questo, sì, sarebbe stato conflitto di interessi

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