venerdì 19 giugno 2015

QUESTIONE MORALE E IMMIGRAZIONE/INTERROGATIVI SCOMODI


E se i profughi dalla guerra invece di fuggire e chiedere ospitalità resistessero come i curdi? Ci sono ragazzi di diciotto-vent’anni sulla scogliera di Ventimiglia. Perché invece di resistere alla nostra polizia non danno forza alla resistenza? Gli insegnamenti della storia . Due immagini contrapposte si rincorrono sui media di tutto il mondo. Da un lato la vittoria curda a Tal Abyad contro l’Isis; dall’altro Ventimiglia. Nel primo caso la bandiera gialla, con le insegne di un popolo in lotta, contro gli orrori delle truppe del califfato nero.
Uomini e donne provati dal duro scontro bellico, contro milizie sanguinarie. Le dita rivolte verso il cielo nel segno della vittoria.
E l’adrenalina di chi sa di aver superato una prova tremenda. Colpisce soprattutto il volto delle donne. La loro bellezza ostentata quasi con irriverenza, contro il burqa che i fondamentalisti islamici avrebbe voluto far loro indossare. In Italia, invece, giovani che si battono contro la polizia, dopo le notti passate sugli scogli di quel lembo di terra ai confini tra la Francia e l’Italia.
La solidarietà nei confronti di questi ultimi è dirompente. Decine di cittadini, sia italiani che francesi, che si affollano su quelle strade per portare viveri e generi di prima necessità. Nelle loro facce la condanna, spesso silenziosa a volte esplicita, contro le presunte “colpe” dei propri governanti e delle relative istituzioni.



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