’Solidarietà e compassione per le vittime, i feriti e le loro
famiglie”, ha detto dall'Eliseo Francois
Hollande non dopo, ma durante l'eccidio di Parigi. E’ il mio sentimenti, per
cui esprimo cordoglio vivissimo al popolo e al governo francese”. “Ma i
sentimenti devono diventare giudizio, azione culturale e diplomatica, guerra al
terrorismo. In questo caso terrorismo islamico. E non è un particolare. Se
l'ideologia è un moltiplicatore della potenzialità omicida che c'è nell'uomo, e
il comunismo e il nazismo ce lo insegnano, l'ideologia religiosa del
fondamentalismo islamico innalza la qualità devastante dell'odio. I guerrieri
neri del jihadismo non usano solo le armi, sono loro stessi armi. Dopo la sequenza
di attentati a Parigi del 7 gennaio scorso, che si facesse una manifestazione
solenne e molto commossa in centro nella capitale francese, con molti capi di
Stato. Ed è come se quella manifestazione sia stato il modo con cui
l'Occidente, e non solo l'Occidente, ha elaborato il lutto, trasformandolo in
dimenticanza.
Il Papa ha detto che quella in
corso “è una guerra mondiale a pezzi”. E
di questo ci siamo dimenticati. "L'Unione Europea a trazione tedesca ha
concepito se stessa non come un luogo di civiltà democratica e di libertà da
valorizzare e difendere, da espandere e offrire come modello, ma come il
dominio di una burocrazia al servizio di pretese egemoniche. Il risultato è una
debolezza ideale, fragilità economica e politica, un nulla militare. Le
politiche cretine e autolesioniste ci hanno portato a ingaggiare da parte
dell'Europa la guerra commerciale alla Russia
e a Israele invece che al terrorismo
islamico. La risposta dev'essere una conversione dell'Europa al suo autentico
ideale originario". "Non possiamo però aspettare che si risistemi
l'Europa. Oggi la risposta sensata, l'unica efficace può e deve venire
dall'Italia. Ed è sul piano internazionale il ritorno allo spirito di Pratica
di Mare. Siamo lasciati soli in questo richiamo, quasi a dire che “Pratica di Mare” sia la rivendicazione
di un patrimonio privato di un partito. Non è così: è un patrimonio della
storia italiana, ed è un tesoro che vale più dell'oro di Bankitalia e su cui il
Parlamento e il governo italiano devono investire. L’Italia invece di oscillare
e pendere dalle labbra di questa o quella potenza, può e deve diventare
protagonista di un incontro che riunisca i 60 Paesi che hanno accettato di
mobilitarsi contro l'Isis (o Daesh), che è un acronimo che significa,
dall'arabo, la stessa cosa. Dove si costituisca una coalizione internazionale che vada dagli
Usa all’Europa alla Federazione Russa alla Cina all'India, in una grande lotta
delle civiltà contro la tirannide nemica dell'umanità. I tempi sono maturi,
e lo sono addirittura obbligatoriamente, per dar corso all'unità solidale dei
Paesi che soprattutto si richiamano alla tradizione cristiana, se non vogliamo
soccombere alla bestialità dell'islam del Califfo.
Forza Italia Ravenna come forza
di opposizione costituzionale e democratica, ha dichiarato che non si sottrarrà
alla responsabilità di collaborare con il governo nello spirito dell’interesse
nazionale e del bene supremo della sicurezza e della libertà del nostro popolo,
che trascende le opinioni politiche. La proposta è che il governo italiano,
investito subito dal Parlamento, promuova in Italia l'incontro dei Paesi oggi
impegnati separatamente nella lotta contro il terrorismo islamico, per
combattere insieme, non una guerra, per l'umanità facendo, a livello di
consiglio provinciale propongo se
possibile elaborare un “ordine del giorno” in merito, come si fa tante volte
per i problemi nazionali per il bene dell’Italia e di tutti i cittadini:
Aiutarci per evitare il peggio che potrà avvenire. Vincenzo Galassini
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