“Sveglia, Occidente, sveglia! Ci hanno
dichiarato la guerra, siamo in guerra! E alla guerra bisogna combattere”
(Oriana Fallaci)
Rodolfo Ridolfi - Sono passati
11 anni dalla scomparsa di Oriana
Fallaci ed in tutti questi anni la sua visione, la sua verità, la sua
intransigenza ed il suo insegnamento profetico sono stati ricordati e rimpianti
da un numero sempre maggiore di persone anche molte di quelle che con
pregiudizio non l'amavano. Da tempo sostengo come sia giunto il momento che la
politica, le istituzioni, soprattutto quelle scolastiche e culturali, promuovano
momenti di riflessione,di celebrazione della memoria e delle profetiche
testimonianze civili e politiche di respiro mondiale che Oriana Fallaci ci ha
lasciato nei suoi scritti. Ricordare Oriana Fallaci per il suo contributo
culturale e storico, e per il suo coraggioso impegno nell’affermare la
necessità di tutelare la nostra civiltà cristiana ed occidentale può farci
recuperare, se ancora siamo in tempo, il tempo perduto. Intitoliamole strade,
vie e Piazze e soprattutto scuole in tutto il Paese.
Oggi le condizioni dello scontro fra Islam
ed Occidente hanno raggiunto livelli impensabili, la drammatica quotidiana attualità del terrore registra cristiani
perseguitati in maniera sistematica, l'occidente devastato in una
escalation di furia terroristica che non risparmia nessuno e nessun
Paese è ora di ascoltare il monito di Oriana: “Sveglia, Occidente,sveglia!
Siamo in Guerra…”
Io come ho sempre fatto anche quando andavano
di moda le bandiere della pace che oggi evidentemente i catto-comunisti hanno
riposto in naftalina, voglio aggiungere il mio omaggio ad Oriana, alla sua
figura di donna, giornalista e scrittrice perché sto dalla parte di coloro che
si sentono “ orfani”. Ho avuto il privilegio di conoscere Oriana, toscana
purosangue, con la sua forte personalità e i suoi modi spicci, nel corso di una
campagna elettorale a Firenze alla fine degli anni 70 quando fu candidata al
Senato della Repubblica nel collegio di Greve in Chianti, per il PSI e conservo
gelosamente una lettera che mi inviò, quando ero Sindaco di Marradi, lettera
che accompagnava una copia del suo libro Insciallah, 1990, super premio
Bancarella con la preghiera che Oriana mi rivolgeva di ringraziare mio
padre che a
New York l’aveva aiutata a scrivere correttamente le parti in dialetto di Nicola
romagnolo di Ravenna, il figlio dell’edicolante vicina Galla Placidia. E’
morta il 15 settembre del 2005 mentre i nostri soldati erano di nuovo in Libano
come nell’1983, lasciandoci mentre era in atto una nuova assurda offensiva
degli Islamici contro Benedetto XVI e contro il cristianesimo.. Ci manca la sua
rabbia ed il suo orgoglio, ci manca Oriana che non le mandava a dire ma
esprimeva chiaramente la sua opinione “politicamente non corretta” da
“antifascista” ma non pacifinta che odia quanti nel nome “ormai sputtanato”
della pace manifestano a senso unico ed usano la violenza per condannare la
violenza, che approfittano della democrazia per scatenare l’eversione. Oriana
venne sopraffatta dal male nel momento in cui “Il relativismo rinnegava i
costumi millenari della nostra storia ma il suo insegnamento alla faccia degli
ipocriti sinistri rimane di straordinaria attualità là dove sottolinea lo
svilimento dei valori della vita, della persona, del matrimonio, della famiglia
e come sia deleterio predicare l’uguale valore di tutte le culture. Si lascia
senza guida e senza regola l’integrazione degli immigrati”. Per superare questa
crisi abbiamo bisogno di più impegno e di più coraggio sui temi della nostra
civiltà. Di fronte alla crescente folle
aggressione dei Jhadisti, la nuova flotta
islamica, gran parte dell’occidente sembra aver perso ogni riferimento
all’orgoglio di appartenere ad un mondo libero. Molti di sinistra dopo l’11
settembre se la sono presa con Oriana Fallaci piuttosto che con i
fondamentalisti. Noi piangiamo Oriana e ci sentiamo orfani, perché ci manca la
sua voce aspra di donna combattente, ci manca la sua occidentale arroganza, ci
manca la sua impietosa visione del nostro mondo.
Rodolfo
Ridolfi
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