lunedì 31 agosto 2015

L’EUROPA RISCHIA L’ISLAMIZZAZIONE E IL PAPA NON LO CAPISCE

Luttwak: Duro attacco del politologo americano contro il governo italiano e contro il Pontefice che "non si rende di collaborare al suicidio dell'Eu
"L'Italia ha il Papa. E questo Papa ritiene che si debbano accogliere tutti. Del resto sin dall'inizio ha mandato il segnale sbagliato, quando fece il primo pellegrinaggio a Lampedusa. E invece non si rende conto di collaborare, suppongo involontariamente, a un suicidio epocale, quello dell'Europa cristiana". Il politologo americano Edward Luttwak, intervistato sul Giorno, non ha dubbi: uno dei principali colpevoli dell’invasione di profughi è Papa Francesco.
L’Italia dovrebbe bombardare i barconi vuoti degli scafisti individuandoli con i raggi infrarossi senza aspettare l’autorizzazione dell’Onu. Ne “ha la forza ma non la volontà”, attacca il politologo. Il problema è la Libia che non è più uno Stato “da quando Sarkozy e Obama fecero la stupida guerra per cacciare Gheddafi” e “trattare con le tribù e i radicali islamici sul territorio è pura illusione". Ma "all'invasione dalla Libia – spiega Luttwak - si aggiunge l'invasione attraverso i Balcani. E questa è ancora più imponente” perché “è tollerata, se non addirittura incoraggiata, dal presidente turco Erdogan" che opera per "la progressiva islamizzazione dell'Europa”. “La stragrande maggioranza dei migranti – prosegue Luttwak - è musulmana. E le comunità musulmane, come si sa, sono refrattarie all'integrazione. Parlo in generale. Alla lunga sarà l'Europa cristiana ad adeguarsi ai loro valori e non il contrario”. “Questo Papa farebbe bene a ripassarsi la storia", attacca di nuovo Luttwak che ricorda la fine della civiltà romana: “Arrivarono i barbari dal nord. Ora vengono dal sud. Alle invasioni barbariche seguirono cinquecento anni di secoli bui. Ce ne vollero altri trecento perché l'Europa conoscesse un Rinascimento". "Nell'Europa attuale - è la conclusione dell'esperto di geopolitica - non vedo alcuna volontà di sopravvivenza. I muri non basteranno. Ci vorranno interventi diretti. E la prima a farlo dovrebbe essere l'Italia".

OGGI SOLO 3300 INVASORI (AGGIORNATO 4400) IN CROCIERA IN ITALIA A SPESE NOSTRE. CLANDESTINI NO PROFUGHI

Maxi operazione di recupero immigrati al largo e fin sotto le coste libiche. Ed è emergenza. Sedici gommoni e sei barconi stracarichi di migranti hanno lanciato ieri l’Sos raccolto dalla centrale operativa della Guardia costiera di Roma, che ha dirottato diverse unità navali nelle aree segnalate.
La nave Fiorillo, la Diciotti e 4 motovedette, tutte della Guardia costiera, una nave norvegese in forza a Triton e, ancora, mezzi della Marina militare e della Guardia di Finanza hanno lavorato senza sosta visto l’alto numero di migranti che si è riversato in mare per raggiungere l’Italia. In arrivo sulle nostre coste circa 3300 immigrati. E le partenze dalla Libia sono a ciclo continuo. Arriveranno a Vibo Valentia a bordo della Bourbon Argos di «Medici senza frontiere» 319 immigrati recuperati in tre operazioni. Una motovedetta della Capitaneria di porto di Lampedusa ne ha tratti in salvo 111, la CP291 ha soccorso due gommoni con in tutto 187 migranti, 322 sono quelli trasbordati su un’unità navale norvegese. In due interventi la Marina militare ha soccorso quasi mille persone: 507 sono sulla nave Cigala Fulgosi, 432 sulla Vega.
Le interminabili operazioni di soccorso sono iniziate nella notte tra venerdì e ieri, quando la Guardia costiera ha salvato quasi 300 profughi, poi trasbordati su un’unità navale della Guardia di Finanza. Sono oltre 105mila (in realtà essendo migliaia al giorno fate i conti voi) i migranti sbarcati in Italia nel 2015, con dati aggiornati al 19 agosto.
L’enorme ondata che sta investendo le nostre coste mette a dura prova il sistema di accoglienza che, pur oliato, visti i grossi numeri raggiunti, deve fare i conti con un carico non indifferente. Le partenze programmate dai Cpsa verso altre strutture in Italia sono all’ordine del giorno, per garantire posti liberi ai nuovi arrivati. Oneroso il fardello che incombe sulle forze dell’ordine che, malgrado il deficit di unità, devono lavorare sui due fronti: individuare gli scafisti ed effettuare i controlli sull’identità degli arrivati. Roba non da poco, visto che la gran parte degli immigrati non ha documenti.
«Si va oltre lo scafismo di Stato». «Umiliati e beffati dall’Ue, usiamo le nostre forze per alimentare gli affari dei trafficanti e farci invadere. Solidarietà alla nostra Guardia costiera e alla nostra Marina, costrette da un governo di incapaci a sostenere un malaffare che pagheranno gli italiani».

domenica 30 agosto 2015

ALLA PRANDINA (PD) CLANDESTINI E PUTTANE, E NOI PAGHIAMO PER UN BORDELLO IN CENTRO, ALTRO CHE GUERRA

PADOVA. Il sesso a pagamento non può essere tollerato in una struttura gestita della Prefettura, nell’ambito di un programma di accoglienza organizzato dal Ministero dell’Interno. Invece all’ex Prandina succede anche questo. Nella tendopoli dove attualmente sono accolti 320 profughi (dati ufficiali della Prefettura, in realtà oltre 400) c’è chi ha utilizzato i 2 euro e 50 cent di contributo diurno per fare sesso. Con chi? Con altre donne africane accolte nello stesso campo. Chi gestisce i migranti è corso ai ripari trasferendo in altre strutture sei nigeriane individuate come “fulcro” di questo mercato clandestino. Il problema è che il malcostume si è diffuso anche tra le donne sposate che cercano di rimediare qualche spicciolo nello stesso modo. Dopo l'attività di compravendita tra gli immigrati ospitati al Prandina si e' diffusa ora la voce di una seconda attività che avviene all'interno della tendopoli: sesso a pagamento. Una voce questa prontamente smentita con fermezza dal vicecapo gabinetto della prefettura di Padova: il dottor Alessandro Sallusto. Tutto questo mentre il numero dei profughi aumenta e il sindaco Massimo Bitonci chiede ulteriori controlli. 

ALLA PRANDINA (PD) CLANDESTINI E PUTTANE, E NOI PAGHIAMO PER UN BORDELLO IN CENTRO, ALTRO CHE GUERRA

PADOVA. Il sesso a pagamento non può essere tollerato in una struttura gestita della Prefettura, nell’ambito di un programma di accoglienza organizzato dal Ministero dell’Interno. Invece all’ex Prandina succede anche questo. Nella tendopoli dove attualmente sono accolti 320 profughi (dati ufficiali della Prefettura, in realtà oltre 400) c’è chi ha utilizzato i 2 euro e 50 cent di contributo diurno per fare sesso. Con chi? Con altre donne africane accolte nello stesso campo. Chi gestisce i migranti è corso ai ripari trasferendo in altre strutture sei nigeriane individuate come “fulcro” di questo mercato clandestino. Il problema è che il malcostume si è diffuso anche tra le donne sposate che cercano di rimediare qualche spicciolo nello stesso modo. Dopo l'attività di compravendita tra gli immigrati ospitati al Prandina si e' diffusa ora la voce di una seconda attività che avviene all'interno della tendopoli: sesso a pagamento. Una voce questa prontamente smentita con fermezza dal vicecapo gabinetto della prefettura di Padova: il dottor Alessandro Sallusto. Tutto questo mentre il numero dei profughi aumenta e il sindaco Massimo Bitonci chiede ulteriori controlli. 

venerdì 28 agosto 2015

CLAMOROSA PRESA IN GIRO


A Ravenna premi per quasi 10.000 euro a testa per tutti i dirigenti. Tutti. Ravenna, città che per ripianare il bilancio vende ogni anno patrimonio, Ravenna che ha mancato la partita di capitale europea della cultura 2019 quest'anno. Ravenna che perde 85.000 presenze nel ricettivo solo nei primi 7 mesi dell'anno. Ravenna città da cui sono partiti una ventina di foreign fighters. Ravenna, città dove si perde Red Ronnie...ecco, solo per ricordare alcune cose tra il serio e il faceto, ha tutti i dirigenti che sono dei fenomeni. Non vi pare una clamorosa presa in giro? Solidarietà ai ravennati che non hanno gli occhi coperti dalle veline di partito. Paolo Savelli


EMERGENZA PROFUGHI NEL RAVENNATE, “STRUTTURE PUBBLICHE O PRIVATE” ?
Emergenza profughi nel ravennate. Il capogruppo in consiglio comunale di Forza Italia, Alberto Ancarani, ha presentato un'interrogazione al sindaco Fabrizio Matteucci, chiedendo "se abbia già reperito o adibito strutture pubbliche per l'ospitalità o se preferisca che venga emanato il bando per i privati". Esordisce l'esponente del centrodestra: "Il Prefetto pare abbia riunito i sindaci della Provincia per informarli che gli attuali alloggi messi a disposizione dei profughi, a causa del costante incremento degli stessi, non sono più sufficienti a recepire i nuovi arrivi previsti dal ministero". Ancarani sottolinea che "qualora i sindaci non diano soluzioni che il prefetto giudichi convincenti e realizzabili la prefettura emanerà un nuovo bando nei confronti dei privati per il reperimento di strutture senza tener conto dell’opinione dei sindaci, dunque non salvaguardando alcun territorio, a partire dai lidi e giocando sugli ormai noti 35 euro per profugo che il privato percepisce se aderisce al bando". L'esponente di Forza Italia tiene conto che "appare opportuno che la cittadinanza non apprenda la scelta del comune a cose fatte, ma possa essere informata passo passo sulle scelte di quest’ultimo su un tema così delicato". Per queste ragioni ha presentato un question time al sindaco per capire "se abbia già reperito o adibito strutture pubbliche a tale scopo o se preferisca che venga emanato il bando per i privati".


ETICHETTA:

giovedì 27 agosto 2015

GOVERNO RENZI: SANITA’, TERREMOTI, WELFAR UN TETTO DI SPESA A TUTTO MA NON ALL’IMMIGRAZIONE!!



 Perché la politica riduce tutto a un dato ragionieristico e non altrettanto avviene per l’immigrazione?
Ci hanno spiegato che sanità, pensioni, stipendi, scuole, giustizia, polizia devono contenere le loro richieste entro limiti fissati. Esiste un confine economico della alla spesa per l’accoglienza? Non porsi il problema è volerlo nascondere. Gli intellettuali dal  loro palco ci diranno che siamo dei cinici economisti. In realtà ribaltiamo esattamente lo stesso ragionamento che essi ci fanno quando chiediamo di mettere un po’ di benzina nel motore dell’economia che non gira: se ogni attività pubblica oggi cade sotto la mannaia della dura legge dell’austerity, perché ce n’è una al di fuori del controllo?



mercoledì 26 agosto 2015

SALLUSTI: “ ECCO PERCHE’ RENZI NON ARRIVERA’ A MANGIARE IL PANETTONE”


Ci sono tanti fattori che remano contro il Presidente del consiglio Matteo Renzi. E iniziano a essere talmente tanti, che forse si sta apparecchiando la resa dei conti. L'ultima in ordine di tempo è la bufera sollevata dalla Cina nei mercati finanziari, che si lega a doppio filo con le riforme in materia economica che Renzi e il governo devono partorire in autunno, e che cade sotto il nome di legge di stabilità. Come spiega Alessandro Sallusti nel suo editoriale sul quotidiano il Giornale, quello che aspetta Renzi è un autunno rovente, durante il quale dovrà districarsi fra il sali e scendi dei mercati finanziari, crisi economica, questione immigrati e numeri risicati per l'approvazione delle riforme. Per non parlare poi delle spalle scoperte che si ritrova, con un partito che non lo appoggia più, o almeno non nella sua totalità, nel percorso di governo. È sempre più evidente come il premier non abbia più al suo seguito un partito compatto. Ammesso ovviamente che lo abbia mai avuto in passato. Infatti già dalle scorse settimane Matteo Renzi è a caccia di alleanze, di numeri e di voti che gli consentano di passare indenne le prove d'autunno. E le sta davvero cercando ovunque, fra forzisti titubanti e grillini insoddisfatti, per non parlare dei lupi solitari oscillanti fra le vecchie conoscenze e le nuove prospettive.
Storia - Come si suol dire, la storia insegna. Ma fra il dire e il fare, ci sta sempre di mezzo il mare. Sallusti ricorda che nell'ormai lontano 1960 il primo ministro della Dc Fernando Tambroni fece quello che sta tentando di fare Renzi oggi, ovvero di ottenere la fiducia grazie a numero determinante di voti esterni al partito di appartenenza, e in particolare Tambroni accalappiò i voti dei missini, gli esponenti del Movimento sociale italiano. Si gridò allo scandalo per questa strategia, i democristiani di sinistra si ribellarono, i ministri si dimisero e Tambroni fu costretto a mollare il colpo, abbandonando l'incarico di governo. La differenza fra quello che successe allora, e quello che potrebbe succedere oggi, è che nel 1960 saltò solo la poltrona del premier, mentre oggi potrebbe saltare l'interno partito del premier, vista la fragilità della compagine democratica. E la sorpresa sta nel fatto che forse per Renzi una sterzata del genere non sarebbe così male, perché lo metterebbe spalle al muro e di fronte alla possibilità (obbligata) di fondare il suo tanto agognato partito della nazione. Senza minoranze insubordinate pronte a mettere sempre il bastone fra le ruote.


martedì 25 agosto 2015

LA DESTRA NORVEGESE VUOLE RISPEDIRE INDIETRO TUTTI I PROFUGHI


Il leader dei conservatori norvegesi Carl Ivar Hagen vuole rispedire i profughi nei centri di accoglienza, per i quali stanno pagando gli europei. “Europa deve fare come Australia, deve cioè dichiarare che non ospiterà clandestini in nessuna circostanza
In Europa è follia. e la pressione diventa insopportabile, l’Europa andrà a pezzi, e con essa anche Oslo”
Devono essere rispediti immediatamente.

lunedì 24 agosto 2015

OGGI SOLO 3300 INVASORI (AGGIORNATO 4400) IN CROCIERA IN ITALIA A SPESE NOSTRE. CLANDESTINI NO PROFUGHI


Maxi operazione di recupero immigrati al largo e fin sotto le coste libiche. Ed è emergenza. Sedici gommoni e sei barconi stracarichi di migranti hanno lanciato ieri l’Sos raccolto dalla centrale operativa della Guardia costiera di Roma, che ha dirottato diverse unità navali nelle aree segnalate.
La nave Fiorillo, la Diciotti e 4 motovedette, tutte della Guardia costiera, una nave norvegese in forza a Triton e, ancora, mezzi della Marina militare e della Guardia di Finanza hanno lavorato senza sosta visto l’alto numero di migranti che si è riversato in mare per raggiungere l’Italia. In arrivo sulle nostre coste circa 3300 immigrati. E le partenze dalla Libia sono a ciclo continuo. Arriveranno a Vibo Valentia a bordo della Bourbon Argos di «Medici senza frontiere» 319 immigrati recuperati in tre operazioni. Una motovedetta della Capitaneria di porto di Lampedusa ne ha tratti in salvo 111, la CP291 ha soccorso due gommoni con in tutto 187 migranti, 322 sono quelli trasbordati su un’unità navale norvegese. In due interventi la Marina militare ha soccorso quasi mille persone: 507 sono sulla nave Cigala Fulgosi, 432 sulla Vega.
Le interminabili operazioni di soccorso sono iniziate nella notte tra venerdì e ieri, quando la Guardia costiera ha salvato quasi 300 profughi, poi trasbordati su un’unità navale della Guardia di Finanza. Sono oltre 105mila (in realtà essendo migliaia al giorno fate i conti voi) i migranti sbarcati in Italia nel 2015, con dati aggiornati al 19 agosto.
L’enorme ondata che sta investendo le nostre coste mette a dura prova il sistema di accoglienza che, pur oliato, visti i grossi numeri raggiunti, deve fare i conti con un carico non indifferente. Le partenze programmate dai Cpsa verso altre strutture in Italia sono all’ordine del giorno, per garantire posti liberi ai nuovi arrivati. Oneroso il fardello che incombe sulle forze dell’ordine che, malgrado il deficit di unità, devono lavorare sui due fronti: individuare gli scafisti ed effettuare i controlli sull’identità degli arrivati. Roba non da poco, visto che la gran parte degli immigrati non ha documenti.
«Si va oltre lo scafismo di Stato». «Umiliati e beffati dall’Ue, usiamo le nostre forze per alimentare gli affari dei trafficanti e farci invadere. Solidarietà alla nostra Guardia costiera e alla nostra Marina, costrette da un governo di incapaci a sostenere un malaffare che pagheranno gli italiani».

lunedì 17 agosto 2015

BERLUSCONI A RENZI: PENSI ALL’ECONOMIA

Il Cavaliere stupito dalle ipotesi sul possibile patto per le riforme. "Piuttosto che sul listino per i senatori ora si concentri sui conti"  - «Ora basta col tormentone Nazareno sì, Nazareno no sulle riforme. Renzi, piuttosto, pensi all'economia che è meglio».
Il Cavaliere da Villa Certosa in Sardegna non nasconde il suo fastidio per i continui retroscena letti sui quotidiani, molti dei quali lo descrivono all'inseguimento del premier, bramoso di siglare chissà quale patto. Falso. Il Cavaliere, invece, sulle riforme costituzionali prende atto del momento di difficoltà di Renzi, impantanato dai veti della minoranza del Pd e rileva con favore i corteggiamenti che iniziano a partire da ambienti renziani. Uno su tutti: l'intervista del renzianissimo Roberto Giachetti che apre alla possibilità di modificare l'Italicum concedendo il premio alla coalizione anziché alla lista. Altro segnale: il senatore Tonini che si dice pronto a risedersi a un tavolo con Forza Italia. Per ora, tuttavia, siamo soltanto alle chiacchiere agostane e non è ancora chiaro cosa vuol fare realmente il premier. Vuole l'accordo? Sa cosa deve fare. Vuole andare alla conta in Senato? Si accomodi pure, si farà male da solo. Ma più che all'annoso dibattito sul nuovo Senato, che pure considera importante, il Cavaliere infilza il premier sull'economia. Gli ultimi dati dell'Istat sulle previsioni del Pil sostengono il ragionamento del leader di Forza Italia: «Renzi, piuttosto che pensare al listino con cui eleggere i nuovi senatori, si concentri su come far ripartire l'economia. Sulla crescita restiamo il fanalino di coda dell'Europa». Seppur non direttamente ma attraverso i suoi uomini Berlusconi boccia il governo: è la ricetta del governo che non funziona. Servirebbe una cura choc con draconiani tagli alle tasse e alla spesa pubblica ma un governo di sinistra non lo potrà mai fare. Questa l'analisi dell'ex premier stupito che esponenti della maggioranza esultino per dei dati così drammatici. Il consigliere politico di Berlusconi, Giovanni Toti, commenta così via twitter: «Pil crescita dello zero-virgola. Politica economica #governo sbagliata! Bisogna abbassare le tasse! Basta proclami e promesse, servono fatti». E pure Brunetta affonda il colpo: «Abbiamo un acquisito dello 0,4% ed è a rischio persino quel misero 0,7% di crescita che si era ipotizzato. Siamo ancora gli ultimi in Europa. Non si cresce e senza crescita non c'è occupazione». E pure Daniela Santanchè affonda il colpo: «Renzi può raccontare tutte le balle spaziali di questo mondo, ma i numeri parlano chiaro: il Pil nel secondo trimestre ha registrato una flessione positiva così contenuta da far ridere i polli. Alla faccia delle riforme e di quanto è bello e bravo il governo, l'Italia è ferma, bloccata, impaurita e incapace di riprendersi». Mariastella Gelmini, invece, sottolinea un altro aspetto a cui l'ex premier tiene molto e che considera il male principe del Paese: la spesa pubblica. Gelmini incalza: «Non dobbiamo dimenticare di porre il Pil in relazione al debito pubblico, che non registra ancora riduzioni significative, dopo l'aumento record di aprile».

BERLUSCONI A RENZI: PENSI ALL’ECONOMIA

Il Cavaliere stupito dalle ipotesi sul possibile patto per le riforme. "Piuttosto che sul listino per i senatori ora si concentri sui conti"  - «Ora basta col tormentone Nazareno sì, Nazareno no sulle riforme. Renzi, piuttosto, pensi all'economia che è meglio».
Il Cavaliere da Villa Certosa in Sardegna non nasconde il suo fastidio per i continui retroscena letti sui quotidiani, molti dei quali lo descrivono all'inseguimento del premier, bramoso di siglare chissà quale patto. Falso. Il Cavaliere, invece, sulle riforme costituzionali prende atto del momento di difficoltà di Renzi, impantanato dai veti della minoranza del Pd e rileva con favore i corteggiamenti che iniziano a partire da ambienti renziani. Uno su tutti: l'intervista del renzianissimo Roberto Giachetti che apre alla possibilità di modificare l'Italicum concedendo il premio alla coalizione anziché alla lista. Altro segnale: il senatore Tonini che si dice pronto a risedersi a un tavolo con Forza Italia. Per ora, tuttavia, siamo soltanto alle chiacchiere agostane e non è ancora chiaro cosa vuol fare realmente il premier. Vuole l'accordo? Sa cosa deve fare. Vuole andare alla conta in Senato? Si accomodi pure, si farà male da solo. Ma più che all'annoso dibattito sul nuovo Senato, che pure considera importante, il Cavaliere infilza il premier sull'economia. Gli ultimi dati dell'Istat sulle previsioni del Pil sostengono il ragionamento del leader di Forza Italia: «Renzi, piuttosto che pensare al listino con cui eleggere i nuovi senatori, si concentri su come far ripartire l'economia. Sulla crescita restiamo il fanalino di coda dell'Europa». Seppur non direttamente ma attraverso i suoi uomini Berlusconi boccia il governo: è la ricetta del governo che non funziona. Servirebbe una cura choc con draconiani tagli alle tasse e alla spesa pubblica ma un governo di sinistra non lo potrà mai fare. Questa l'analisi dell'ex premier stupito che esponenti della maggioranza esultino per dei dati così drammatici. Il consigliere politico di Berlusconi, Giovanni Toti, commenta così via twitter: «Pil crescita dello zero-virgola. Politica economica #governo sbagliata! Bisogna abbassare le tasse! Basta proclami e promesse, servono fatti». E pure Brunetta affonda il colpo: «Abbiamo un acquisito dello 0,4% ed è a rischio persino quel misero 0,7% di crescita che si era ipotizzato. Siamo ancora gli ultimi in Europa. Non si cresce e senza crescita non c'è occupazione». E pure Daniela Santanchè affonda il colpo: «Renzi può raccontare tutte le balle spaziali di questo mondo, ma i numeri parlano chiaro: il Pil nel secondo trimestre ha registrato una flessione positiva così contenuta da far ridere i polli. Alla faccia delle riforme e di quanto è bello e bravo il governo, l'Italia è ferma, bloccata, impaurita e incapace di riprendersi». Mariastella Gelmini, invece, sottolinea un altro aspetto a cui l'ex premier tiene molto e che considera il male principe del Paese: la spesa pubblica. Gelmini incalza: «Non dobbiamo dimenticare di porre il Pil in relazione al debito pubblico, che non registra ancora riduzioni significative, dopo l'aumento record di aprile».

BERLUSCONI A RENZI: PENSI ALL’ECONOMIA

Il Cavaliere stupito dalle ipotesi sul possibile patto per le riforme. "Piuttosto che sul listino per i senatori ora si concentri sui conti"  - «Ora basta col tormentone Nazareno sì, Nazareno no sulle riforme. Renzi, piuttosto, pensi all'economia che è meglio».
Il Cavaliere da Villa Certosa in Sardegna non nasconde il suo fastidio per i continui retroscena letti sui quotidiani, molti dei quali lo descrivono all'inseguimento del premier, bramoso di siglare chissà quale patto. Falso. Il Cavaliere, invece, sulle riforme costituzionali prende atto del momento di difficoltà di Renzi, impantanato dai veti della minoranza del Pd e rileva con favore i corteggiamenti che iniziano a partire da ambienti renziani. Uno su tutti: l'intervista del renzianissimo Roberto Giachetti che apre alla possibilità di modificare l'Italicum concedendo il premio alla coalizione anziché alla lista. Altro segnale: il senatore Tonini che si dice pronto a risedersi a un tavolo con Forza Italia. Per ora, tuttavia, siamo soltanto alle chiacchiere agostane e non è ancora chiaro cosa vuol fare realmente il premier. Vuole l'accordo? Sa cosa deve fare. Vuole andare alla conta in Senato? Si accomodi pure, si farà male da solo. Ma più che all'annoso dibattito sul nuovo Senato, che pure considera importante, il Cavaliere infilza il premier sull'economia. Gli ultimi dati dell'Istat sulle previsioni del Pil sostengono il ragionamento del leader di Forza Italia: «Renzi, piuttosto che pensare al listino con cui eleggere i nuovi senatori, si concentri su come far ripartire l'economia. Sulla crescita restiamo il fanalino di coda dell'Europa». Seppur non direttamente ma attraverso i suoi uomini Berlusconi boccia il governo: è la ricetta del governo che non funziona. Servirebbe una cura choc con draconiani tagli alle tasse e alla spesa pubblica ma un governo di sinistra non lo potrà mai fare. Questa l'analisi dell'ex premier stupito che esponenti della maggioranza esultino per dei dati così drammatici. Il consigliere politico di Berlusconi, Giovanni Toti, commenta così via twitter: «Pil crescita dello zero-virgola. Politica economica #governo sbagliata! Bisogna abbassare le tasse! Basta proclami e promesse, servono fatti». E pure Brunetta affonda il colpo: «Abbiamo un acquisito dello 0,4% ed è a rischio persino quel misero 0,7% di crescita che si era ipotizzato. Siamo ancora gli ultimi in Europa. Non si cresce e senza crescita non c'è occupazione». E pure Daniela Santanchè affonda il colpo: «Renzi può raccontare tutte le balle spaziali di questo mondo, ma i numeri parlano chiaro: il Pil nel secondo trimestre ha registrato una flessione positiva così contenuta da far ridere i polli. Alla faccia delle riforme e di quanto è bello e bravo il governo, l'Italia è ferma, bloccata, impaurita e incapace di riprendersi». Mariastella Gelmini, invece, sottolinea un altro aspetto a cui l'ex premier tiene molto e che considera il male principe del Paese: la spesa pubblica. Gelmini incalza: «Non dobbiamo dimenticare di porre il Pil in relazione al debito pubblico, che non registra ancora riduzioni significative, dopo l'aumento record di aprile».

giovedì 13 agosto 2015

RENZI STA PER FARCELA: ANCORA POCO, E HA VINTO. HA DISTRUTTO L’UNIONE EUROPEA…

Alla fine, Matteo Renzi sta per farcela: manca ormai davvero pochissimo è c’è riuscito a distruggere l’Unione europea. Là dove neppure le più rosee aspettative di Matteo Salvini si sarebbero spinte, il signor Renzi, grazie alla sua pazzesca politica sull’immigrazione, sta per ottenere un risultato storico: la devastazione dell’intera Ue. C’è poco da discutere: la Francia ha abolito Schengen, la Gran Bretagna ha militarizzato i confini, inasprito come mai in passato le leggi che puniscono l’immigrazione clandestina e chi la facilita guadagnandoci, l’Ungheria ha ricostruito il “muro” sui confini, l’Austria rigetta in Italia qualsiasi etracomunitario senza documenti in regola provi a varcare le sue frotiere, la Repubblica Ceca ha detto basta e chiuso a ogni possibilità di nuovi campi per immigrati, la Germania è sul punto di esplodere, tanto da aver iniziato a costruire tendopoli in mezzo ai campi, e ne riparliamo questo inverno, quando le temperature scenderanno parecchio sotto zero, la Spagna se possibile ha alzato ancora l’altezza dei reticolati sul confine con l’Africa, la Svizzera è diventata una specie di fortezza, ma la Svizzera non fa testo perchè non è nella gabbia Ue, però fa tendenza, dato che la medesima rigidità ormai impera in tutta l’Europa centrale e del nord. Ma il vero grande risultato di Renzi è d’aver ottenuto che l’Italia sia considerata adesso da tutte le cancellerie della Ue alla stregua di una nazione appestata governata da un pazzo che la sta gonfiando di clandestini disperati pronti a tutto, tanto che addirittura nella Grecia di Tsipras la polizia ha caricato i “migranti” che a migliaia non volevano essere “trasferiti”.Uno sconquasso simile in Europa non si vedeva dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Ed è tutto merito di Renzi

martedì 11 agosto 2015

IL GOVERNO NON HA I NUMERI

Mattarella convochi Renzi al Quirinale, gli chieda conto della sua non maggiorana. Il deficit è strutturale, non è contingente

sabato 8 agosto 2015

SODDISFAZIONE DOPPIA


Per il tavolo di coesione nazionale e per la Rai. Nell'uno e nell'altro caso il governo ha dovuto accettare come vincenti le nostre proposte. Nessun nuovo Nazareno, ma consapevolezza di un metodo che privilegia l'interesse nazionale su quello di fazione. E la prova che senza Forza Italia Renzi non può combinare niente di buono

giovedì 6 agosto 2015

MIGRANTI IN ITALIA, E’ DISASTRO. TUTTA COLPA DELLA KYENGE E DELLA BOLDRINI


«Non chiamateli clandestini», «siamo tutti clandestini», «aboliamo il reato di clandestinità», «non chiamateli immigrati ma migranti», «migranti in Italia», «gli italiani devono accogliere i profughi», «basta con l’egoismo di chi protesta contro i centri di accoglienza», «non è vero che c’è l’emergenza degli sbarchi». Un tam-tam continuo nel tentativo di convincere l’opinione pubblica che l’invasione era cosa buona e giusta. Perché è nel dna della sinistra, che spera sempre di arricchire il suo pacchetto di voti con nuovi innesti. Quelle frasi, quei concetti sono stati espressi in primis da due protagoniste della politica italiana: Cécile Kyenge e Laura Boldrini, non a caso le più bersagliate dal popolo del web. E quei concetti hanno poi portato allo sfascio, a una situazione insostenibile, a un’Italia che passivamente si fa scaraventare nel burrone. Di fronte agli sbarchi infiniti, il goverrno Renzi è l’unico in Europa a non muovere un dito, a non prendere un provvedimento, a brancolare nel buio. Incapace di pensare e di agire. Paralizzato dal buonismo. Condizionato dalla paura di perdere la faccia (anche se l’ha già persa).

 Migranti in Italia, il paragone con gli altri Paesi è da shock. Ed è questo che infiamma il dibattito su Facebook. Il paragone è specialmente con la Gran Bretagna, dove si discute la scelta di dare la caccia ai migranti “irregolari”. Anche i padroni di casa potranno – anzi dovranno – prendervi parte: sfrattando, senza badare al contratto d’affitto e senza attendere giudizi della magistratura, quei richiedenti asilo la cui domanda risultasse scaduta o non accolta. A prevederlo – come è noto – è una norma proposta dal governo conservatore di David Cameron, sullo sfondo della crisi dei migranti che cercano di raggiungere il Regno Unito da Calais, sul versante francese della Manica. C’è chi è favorevole e chi è contrario,  naturalmente. Ma una cosa salta sotto gli occhi: Londra è impegnata a salvaguardare la propria gente, com’è impegnata Parigi e com’è impegnata Madrid. Gli unici che guardano smarriti sono i ministri italiani. La colpa è tutta loro. A partire dalla Kyenge per arrivare alla Boldrini.


mercoledì 5 agosto 2015

SILVIO BERLUSCONI AL CONSIGLIO NAZIONALE DI FORZA ITALIA: “ IL 5 AGOSTO LANCIO ALTRA ITALIA”

"Ora che ci siamo liberati dei professionisti della politica possiamo andare avanti nella realizzazione di un centrodestra unito, perché uniti siamo sopra il centrosinistra". Lo ha detto, secondo quanto viene riferito, Silvio Berlusconi, parlando al Consiglio nazionale di Forza Italia riunito nella sede del partito. "Sono il presidente onorario di Forza Italia, e ForzaItalia fa parte della mia vita e spero di morire ancora da presidente del partito senza lasciare indietro nessuno, perché io h forte in me il senso dell’amicizia e della riconoscenza, e non dividerò mai la mia strada da nessuno di voi".

Continua Silvio, che annuncia un nuovo progetto: "Il nostro primo obiettivo è portare Forza Italia sopra il 20 per cento, poi costruiremo l'Altraitalia che non è di sinistra e che rappresenta la maggioranza del Paese". Il Consiglio nazionale del partito ha approvato il documento elaborato oggi dall’ufficio di presidenza, che delinea la strategia politica per i prossimi mesi, con alcuni passaggi di rilievo in materia di riforme, economia e giustizia. Tra i punti: il limite di tre anni per i ruoli e gli incarichi di partito e obbligo di rispettare la parità di genere. Domani darò vita ad una fondazione con 20 campioni della società civile", riferiscono le fonti.

martedì 4 agosto 2015

L’ULTIMA SENTENZA DI MATTARELLA: PENSIONE D’INVALIDITA’ ANCHE AGLI IMMIGRATI SENZA CARTA DI SOGGIORNO

Tra i firmatari della sentenza numero 22 depositata il 27 febbraio ci sono Sergio Mattarella e Giuliano Amato. Il relatore era Paolo Grossi. La decisione della Corte costituzionale, che risale al 27 gennaio, è l'ultimo "atto" da giudice della Corte costituzionale del neo presidente della Repubblica. La chiamata al Quirinale è, infatti, arrivata il 13 gennaio, quattro giorni dopo appunto.
Come racconta Libero, prima di lasciare la Consulta, Mattarella ha sentenziato che è discriminante (e, quindi, incostituzionale) escludere da prestazioni assistenziali, come l’indennità di accompagnamento, gli immigrati anche quando questi sono sprovvisto della carta di soggiorno, un particolare permesso di soggiorno a tempo indeterminato che può essere richiesto solo da chi possiede un permesso in corso di validità da almeno cinque anni. La Consulta accogli così il ricorso alla Corte d’appello di Bologna di un cittadino pakistano che nel 2009 si era appellato al tribunale di Reggio Emilia per vedersi riconosciuto il diritto alla pensione ed all’indennità di accompagnamento in quanto "cieco civile con residuo visivo non superiore a 1/20 in entrambi gli occhi". L’Inps si era opposto perché, sebbene fosse legalmente in Italia, all'immigrato mancava la carta di soggiorno.
Con la sentenza firmata anche da Mattarella, la Consulta stabilisce che anche gli immigrati senza la carta di soggiorno hanno non solo diritto alla pensione ma anche alle indennità accessorie. La vicenda apre ora una voragine. Quanti sono, infatti, gli stranieri senza carta di soggiorno, ma legalmente presenti in Italia, che nei prossimi mesi faranno domanda all'Inps per godere della pensione di invalidità? Non solo. C'è, infatti, un atro problemino: non è necessario che sia stata contratta o diagnosticata in Italia. Quanto costerà questo scherzetto alle casse dell'istituto di previdenza? La sentenza potrebbe incidere pesantemente sui conti già traballanti dell’istituto pubblico.

lunedì 3 agosto 2015

IUS SOLI, I CLANDESTINI DIVENTERANNO ITALIANI, GRAZIE AI TECNICISMO DI CHAOUKI DEL PDL

Attenzione, nel pacchetto sui nuovi diritti presentato da Matteo Renzi, sbuca fuori lo Ius soli. Venerdì scorso è stato infatti depositato alla Camera il testo unificato che raccoglie le 24 proposte di modifica della legge 91/92, che definisce“cittadino per nascita il figlio di padre o madre cittadini”.
Il testo presentato due giorni, riporta La Stampa, introduce lo ius soli temperato e lo ius culturae, legato al ciclo scolastico. In sostanza, sarà riconosciuto come cittadino italiano “chiè nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri, di cui almeno uno sia residente legalmente in Italia, senza interruzioni, da almeno 5 anni, antecedenti alla nascita”. Ma lo sarà anche chi nasce in Italia da genitori stranieri di cui almeno uno sia nato in Italia e vi risieda da almeno un anno. Per lo ius soli soft basterà allegare una dichiarazione del papà o della mamma all’atto di nascita. Invece per chi è arrivato in Italia prima dei 12 anni, il Parlamento sta pensando a una forma di ius culturae (servirà un percorso scolastico o di formazione professionale di almeno 5 anni). “Puntiamo a una riforma che fotografa un’Italia che già c’è e che faccia convivere il diritto alla nascita con il radicamento dei genitori”, commenta Khalid Chaouki del Pd. Immaginiamo che Matteo Salvini alzerà le barricate.