mercoledì 6 aprile 2016

PERCHE’ BOERI NASCONDE LE PENSIONI PUBBLICHE

Il fotogenico presidente dell’Inps è tornato a suonare il suo ritornello: chiedere un contributo di solidarietà alle pensioni più alte. Quelle private, s’intende. Quelle pubbliche, mai. Boeri ci ha rivelato l’ultimo scandaloso privilegio che i conti Inps alimentano: 475 mila italiani  percepiscono la pensione da 36 anni. A questi – che hanno il torto di essere ancora vivi – Boeri pensa di chiedere “un contributo di solidarietà” – però, leggo dalla stampa, “escluse le baby pensioni degli statali”. Boeri esenta dal contributo di solidarietà gli statali che prendono la pensione non da 36, bensì da 43 anni. Sono statali quasi tutti: 425 mila. A loro la legge Rumor del ’73 consentì di andare in pensione dopo 14 anni 6 mesi un giorno se donne sposate, 20 anni, dopo 25 i dipendenti degli enti locali. Vent’anni di ”lavoro”, e quarantatré di ozio pagato, senza contare il secondo lavoro (magari nero) che probabilmente hanno fatto per ammazzare il tempo, sottraendolo ad altri. “Ci sono 16.953 fortunatissimi baby pensionati che si sono ritirati a 35 anni e che restano in pensione quasi 54 anni”. Quanto è la loro pensione? Prendono, in media, 1500 euro mensili. Un regalo totale in confronto ai contributi versati (o non versati affatto, da parte dello Stato loro datore di lavoro): in pratica, ricevono soldi senza copertura, pagati da noi. Quanti? noi contribuenti versiamo a questi ex pubblici 7,43 miliardi ogni anno.
Tanto ci costano: una mezza finanziaria annua. Oltre il 5% della spesa Inps per pensioni serve a coprire l’esborso peri baby pensionati. Secondo Confartigianato, i baby-pensionati pubblici (8 su 10) e privati (2 su 10) costano allo Stato “ circa 163,5 miliardi, una «tassa» di 6630 euro a carico di ogni lavoratore”  pagante.   Il conto è presto fatto: siccome baby-pensionati ricevono la pensione per quasi 16 anni in più del pensionato medio Inps,  la maggior spesa pubblica  cumulata per  gli anni di pensione  eccedenti la media arriva già a 148,6 miliardi; poi si devono aggiungere i mancati introiti per contributi non versati dai baby-pnsionati del privato, e fanno   altri 14,8 miliardi di euro.  Così si arriva a 163,5 miliardi. Si tenga presente  – per avere un dato di confronto –   che la spesa complessiva annua per le


pensioni è di 195 miliardi. E non ci sono fra gli statali i pensionati minimi a meno di 500 euro mensili
Eppure  Boeri ha preso cura di precisare che dai suoi progetti di tagli (contributi di solidarietà) “sono esclusi i baby-pensionati statali”. Perché? Potete immaginare il motivo: quelli sono una categoria potente, pericolosa e privilegiata. Appartengono  all’Oligarchia Parassitaria e Inadempiente, intoccabile. Quella i cui stipendi aumentano anche quando  quelli privati sono tagliati; che noi contribuenti dobbiamo pagare sempre più anche in questi anni di recessione, in cui un numero  sempre maggiore di noi resta disoccupato. Insomma quelli che – come corpo –  hanno in mano il Potere. Il potere che usano come una forza occupante nemica.  Un corpo separato numerosissimo, con le loro famiglie,  che forma un temibile blocco elettorale, che i politici compiacciono in tutti i modi che la loro demagogia escogita; e che come occupante di “posti”, se irritato o sfidato, può bloccare   il funzionamento della società e dell’economia.
Sto esagerando? Fateci caso: L’Inps –  che è governata di fatto dalla Triplice sindacale, ramo fondamentale del Parassita –   pubblica e diffonde, in genere, solo le pensioni che ‘eroga’ ai privati; sulle pensioni pubbliche mantiene  un delicato silenzio. Soprattutto, non  dà mai ai media i dati pubblici e privati “insieme”,  uno a fianco all’altro.
Chissà perché? Grazie ai nostri  potenti mezzi investigativi e intellettuali, siamo in grado di avanzare l’ipotesi: per impedivi di fare confronti. Fra il vostro stipendio privato – se lo avete ancora – e il loro.  Fra le loro pensioni e le vostre: quelle soprattutto rivelano  la loro situazione di dominio su di voi e di privilegio  scandaloso e indebito.
Perché? Perché  un tempo la cassa di previdenza degli statali  era una cosa a parte. Ma “è stata fusa nell’Inps a inizio del 2012  per evitarne la bancarotta”;  scrive 24 Ore, “e ha portato un virus dentro le casse dell’istituto. Il virus è il deficit permanente della ex cassa pensione pubblica che perde a rotta di collo da anni”. Un  buco “strutturale”, che è la causa prima della “voragine dei conti Inps”. Perché “ con la fusione nell’Inps le perdite e i disavanzi patrimoniali sono stati trasferiti  e provocano le maxiperdite dell’Inps”.
Sono “trasferite”  a chi, le maxi-perdite? A voi del settore privato,  le hanno accollate:   a voi pensionati del privato. Che avete pagato i contributi  (notoriamente troppo alti)   non solo per voi, ma anche per loro.  Infatti, i contributi dei  pubblici “ non sono mai stati sufficienti a coprire le spese per pensioni,  che tra l’altro rispetto al comparto privato sono assai più elevate come importo  –  Prestazioni che salgono a una velocità ben maggiore della crescita dei contributi”.
Di per sé, la vostra previdenza sociale, di voi privati, sarebbe in pareggio. Se l’Inps è in perdita di 9 miliardi l’anno, sapete chi ringraziare.
Vediamo: di quanto le pensioni pubbliche sono superiori  a quelle  dei privati?

Pensioni dipendenti pubblici: 1.772 euro, +72% su privati. 

“Le pensioni vigenti dei dipendenti pubblici nel 2015 valgono in media 1.772 euro al mese, circa il 72% in più rispetto a quelle medie dei lavoratori dipendenti del settore privato (1.026 euro)”.
Capito?Voi pensionati privati prendete in media 1000  euro, e loro 1770. Anzi, la differenza a loro favore non fa’ che aumentare:  “ Sulle nuove pensioni liquidate nel 2015 la differenza è tra 1.872 euro per i pensionati pubblici e 1.012 euro per i privati”.   Notate che i pubblici dipendenti maschi superano i 2.200 euro mensili.  Non male, vero?  Tutto a spese vostre, perché loro non hanno pagato i contributi  per meritare un simile premio.
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