venerdì 5 dicembre 2014

ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE: ANCARANI PROVOCA, IL PARTIGIANO SE NE VA.


L’intervento del capogruppo di Forza Italia: «Un parte della Resistenza voleva un regime peggiore di quello fascista» Iader Miserocchi lascia l’aula indignato, assieme a diversi consiglieri comunali
Ravenna, 4 dicembre 2014 - «Una parte troppo rilevante» dei partigiani voleva «sostituire una dittatura tremenda e diabolica, quella nazi-fascista, con un altro regime, apparentemente democratico, ma ancor più turpe di quello nazi-fascista, ovvero quello comunista, al cui approdo partigiani più volte ricordati in questa sede erano disposti ad arrivare con ogni mezzo». Ha il sapore della provocazione l’intervento di Alberto Ancarani (Forza Italia) nella seduta straordinaria del consiglio comunale, convocata per commemorare il 70° anniversario della liberazione di Ravenna. Diverse persone hanno lasciato l’aula indignate: fra queste il partigiano comunista Iader Miserocchi, seguito poi da alcuni consiglieri comunali di centrosinistra. Aprendo il suo discorso, Ancarani ha definito «un onore», per il centrodestra, poter dare «per la prima volta» il proprio contributo alle celebrazioni. «Se ci sono voluti 70 anni per consentire che un simile accadimento potesse svolgersi nel nostro comune – ha aggiunto – evidentemente i tanto sbandierati valori di cui si parla annualmente in questa sede sono stati molto più enunciati nelle parole che praticati nei fatti». Il capogruppo di Forza Italia ha sottolineato poi che «fra i valori del ritorno alla democrazia, evento verificatosi con versamento di sangue e con immani sofferenze, vi è il perseguimento e la piena consapevolezza della verità storica e politica».
Di qui l’attacco a una parte della Resistenza: «La guerra civile strisciante che seguì la liberazione, e non solo quella di Ravenna che oggi ricordiamo», vide «veri e propri tentativi di pulizia etnica». Ancarani ha citato le parole scritte, pochi giorni prima di essere assassinato, dal repubblicano Marino Pascoli: « I partigiani veri sono quelli che hanno corso sul serio dei rischi, che hanno combattuto con fede per la liberazione dell’Italia e questi, a dire il vero, sono pochi. I partigiani falsi, che purtroppo sono la maggioranza, sono coloro che hanno fatto i teppisti mascherati, i collezionisti di omicidi e che andarono in giro con il mitra quando non vi era più pericolo a fare gli eroi».
Il consigliere di opposizione ha poi proseguito con critiche all’Anpi: «È divenuta un vero e proprio partito politico, pronto a gridare al lupo al lupo contro ipotetiche dittature quando l’avversario politico del momento di una certa sinistra sembrava difficilmente battibile. "Noi auguriamo lunghissima vita ai partigiani veri tuttora viventi. Ma lasciateci dire che la stessa ANPI, con la morte dell’ultimo partigiano realmente partecipante alla guerra di Liberazione, non avrebbe più ragione di esistere e come minimo dovrebbe cambiare nome. Purtroppo è divenuta di fatto, in un cortocircuito tipico di un paese che non ha rimarginato tutte le ferite, un vero e proprio partito politico, pronto a gridare al lupo al lupo contro ipotetiche dittature quando l’avversario politico del momento di una certa sinistra sembrava difficilmente battibile.
Non riteniamo di essere fuori tema. Una giornata come questa dovrebbe essere l’occasione per liberarci da vizi e da cattive abitudini che fino ad oggi si sono perpetrate, in particolare a queste latitudini del nostro paese. Eccellentissime autorità, è stato per noi un onore poter esprimere il nostro punto di vista sulla liberazione e sugli eventi ad essa immediatamente successivi, sicuri che il nostro contributo nulla abbia tolto a questa giornata, ma viceversa l’abbia resa ancora più carica di valori e di consapevolezza dei nostri mezzi per un futuro prospero e scevro da fascismi di destra e di sinistra per l’ulteriore riscatto del la nostra città e del nostro paese. Evviva la Liberazione, Evviva Ravenna, Evviva la libertà da ogni totalitarismo».

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