Il
sindaco Giovanni Malpezzi
di Francesco Monti 17
dicembre 2014 - Sui
cosidetti ‘temi etici’, il Pd si spacca a metà, con il sindaco da una
parte e il segretario dall’altra. La maggioranza del consiglio
comunale finisce per approvare un ordine del giorno di Forza Italia contro il
matrimonio omosessuale, chiedendo alla Regione l’istituzione di una «Festa della famiglia naturale fondata
sull’unione fra uomo e donna».
Lunedì sera, alla vigilia
del giorno in cui i cittadini erano chiamati a saldare la seconda rata di Tasi
e Imu, l’assemblea di Palazzo Manfredi (riunita eccezionalmente a Reda) ha
dedicato il suo tempo a un tema non proprio di competenza comunale: il concetto
di famiglia e il riconoscimento delle unioni omosessuali. Il vizio della scarsa
pertinenza, del resto, è diffuso. A Faenza e in altri consigli comunali si è
sentito un po’ di tutto: accese discussioni sulla pace nel mondo, sui Marò,
sulla parità di genere, sull’euro. Stavolta la pietra dello scandalo è un
ordine del giorno di Jorick Bernardi (Forza Italia), dal titolo ben chiaro: «Valorizzazione e sostegno alla famiglia
naturale». Nelle premesse, Bernardi stigmatizza «i casi di
aperta propaganda contro la famiglia naturale, soprattutto nel mondo
scolastico», come le «fiabe rivedute in chiave omosessuale». Strali anche sul
disegno di legge Scalfarotto contro l’omofobia.
Il Pd, prima della seduta, chiede
al consigliere di addolcire i passaggi più forti, per arrivare
a un testo condiviso. Ma non si raggiunge un accordo, e i Democratici entrano
in aula con una posizione comune: votare
contro.
A
rompere l’equilibrio è il sindaco Giovanni Malpezzi, che si dice
disponibile a votare il documento, purché vengano eliminate le premesse di cui
sopra. Stavolta Bernardi accetta. Risultato: il capogruppo Pd Damiani lascia
libertà di coscienza ai suoi, che si dividono a metà. Ziccardi, Damiani,
Sangiorgi, Randi, Baccarini, Ercolani e il segretario comunale Pd Roberto Pasi
votano contro, mentre il sindaco, il presidente del consiglio comunale De
Tollis, Lasi, Pierino Montanari, Scardovi, Fastelli e la neo-consigliera
regionale Manuela Rontini approvano il documento (con gran parte
dell’opposizione).
Nel testo restano
inalterate le principali richieste: oltre a sollecitare l’istituzione di una ‘Festa della famiglia naturale’,
l’odg impegna il sindaco a «chiedere al governo la non applicazione del
Documento standard per l’educazione sessuale in Europa, redatto
dall’Organizzazione mondiale della sanità». Non solo: «Le istituzioni – si
legge – devono stanziare pubblici sussidi per garantire ai genitori
un’effettiva libertà nella scelta della scuola per i propri figli, senza essere
costretti a sostenere spese supplementari». L’ordine del giorno passa, con la
benedizione di mezzo centrosinistra. Grazie al decisivo voto del consiglio
comunale di Faenza, la «famiglia naturale» è salva. I faentini possono tirare un sospiro di
sollievo, e pagare Tasi, Tari e Imu a cuor leggero.
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