giovedì 27 febbraio 2014

I PARLAMENTARI AZZURRI NON PAGANO LE QUOTE. UNA VERGOGNA DA RIMEDIARE SUBITO. RISPETTO DEGLI IMPEGNI PRESI


Daniela Santanchè, intuendo la grana che le sarebbe arrivata addosso, ha declinato la nomina a responsabile nazione del fundraising (cioè di raccolta fondi) in Forza Italia. Già, perchè come ha confidato ieri sera ad Arcore lo stesso Silvio berlusconi incontrando i responsabili liguri del partito, quello dei finanziamenti continua a restare un grosso problema in Forza Italia. Anche nella sua versione 2.0. Perchè va bene aprire nuovi club, mettere radici sul territorio. Ma senza soldi, alla lunga (ma anche alla breve) non si va da nessuna parte. E il Cavaliere da tempo, ormai, ha fatto capire di non essere più disposto a sganciare per tutti. Così, ai dirigenti insolventi (la cifra da accreditare a un apposito conto è per deptatti e senatori pari a 800 euro al mese) sono arrivate le prime lettere di richiamo, una versione azzurra delle cartelle di Equitalia. E in alcuni casi le somme arretrate arrivano fino a 50mila euro. "Ci sono tre tipi di missive - sottolinea un deputato -, la prima evidenzia solo alcune irregolarità commesse: "Caro amica/o - si legge nella lettera - dalla verifica che abbiamo effettuato sulla base dei versamenti previsti per ogni parlamentare (tenendo conto del contributo per l'ultima campagna elettorale, del contributo mensile e dell’iscrizione a Forza Italia per l’anno 2014), risulta che il credito nei Tuoi confronti da parte del nostro movimento ammonta ad Euro... Come sai bene - prosegue la missiva inviata il 17 febbraio - la nuova legge sul finanziamento pubblico dei partiti e il dovere morale che noi tutti abbiamo di contribuire alle spese del nostro Movimento, impongono di adempiere scrupolosamente a questi impegni, sia pur minimi, che abbiamo assunto. Ti prego perciò di voler provvedere al più presto al saldo residuo dei Tuoi versamenti". Altri parlamentari, però, hanno ricevuto una lettera in cui si calca la mano leggermente di più, chiedendo gli arretrati della scorsa legislatura. In altre missive infine si chiede anche di versare la quota dei 25mila euro che ogni parlamentare avrebbe dovuto versare all’atto della candidatura.
"Gli ammanchi vanno oltre il milione di euro", dice un senatore che denuncia che anche berlusconiani della prima ora non hanno mai pagato un euro eppure sono stati candidati. Ora si dovrebbe cambiare registro: niente più candidatura se non si è in regola con i versamenti, e per gli inadempienti scatterebbe la denuncia al collegio dei probiviri. La lettera è firmata da Sandro Bondi in qualità di amministrazione nazionale e commissario straordinario. 

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