Il 67
per cento approva la decisione di Silvio Berlusconi e di Forza Italia di
mettere in atto una opposizione responsabile nei confronti di un eventuale governo
Renzi. Il quale, ricordiamolo, non arriva da un voto, ma ha anche la
positiva e non secondaria caratteristica di non essere mai stato comunista né
di aver assorbito neppure il cattocomunismo. (Si noti la repellenza reciproca
tra Matteo e la pasionaria Rosy Bindi). Opposizione responsabile non vuol
dire cedevole. Responsabile viene da “risposta”. Noi a chi rispondiamo? Per
evitare di adoperare la parola valori o principi, che sono cose vere ma
rischiano di essere consegnate alla retorica, trasformiamo così la domanda: che
cosa abbiamo di più caro? Per noi è inevitabile pensare ai volti di chi ci sta
intorno, alle persone che oggi sono schiacciate dall'enorme peso della crisi.
Noi rispondiamo sulla base del bene che vogliamo a queste persone, a questo
nostro popolo, che è la fibra vera dell'Italia e si chiama ceto medio.
Che non è una categoria solo sociologica. Ma una comunità umana fatta di
affetti e desideri, problemi e drammi. Noi crediamo che il governo debba
operare scelte che siano una frustata autentica alla stagnazione dell'economia
che equivale al precipizio senza fine. Per usare una frase di Lin Piao:
il momento è tanto grave, che non ci importa il colore del gatto, purché sia
bravo a cacciare i topi. Se Renzi proporrà, con il suo governo, riforme serie e
liberali, saprà trovare alleanze in Europa perché Bruxelles la smetta di essere
serva di Berlino, non troviamo ragioni valide per dire responsabilmente di no.
Di
certo, è indispensabile che – affinché queste riforme non siano
effimere, e non siano soffocate dalle burocrazie e da meschini interessi – si
elimini il sottobosco mortifero il
quale finora ha reso impossibile al governo, qualsiasi governo, di governare coerentemente
con il suo programma elettorale.
Per questo la
nostra responsabilità si esprime anche nel porre la questione del Patto del
18 gennaio tra Berlusconi e Renzi come decisivo per il tempo che durerà il
governo Renzi. Sia una settimana, sia un mese, un anno, quattro anni. Se questo Patto non viene immediatamente reso
legge della Repubblica, immediatamente in vigore, con l'Italicum bipolare,
qualsiasi mossa successiva sarebbe inquinata dalla volontà di tirare in lungo,
di rimandare ciò che è urgente, per buttare più in là, nel campo dell'impossibile
quel che è inderogabile. Il nostro modo
di prepararci al voto è di costruire in Italia il mondo dei Club Forza
Silvio. Essi hanno un importantissimo profilo organizzativo. Hanno la missione
di formare sentinelle del voto democratico, impedendo cioè quei brogli
che hanno inficiato il voto delle recenti elezioni, grazie all'abilità
della vecchia scuola comunista. Soprattutto però ciascuno dei dodici mila
Club che sono il nostro obiettivo, uno ogni cinque sezioni elettorali, e
per lo meno uno in ciascun comune d'Italia, sono la casa degli italiani, in
particolare del ceto medio.
Sono una comunità
umana che risponde anche a quella necessità di vicinanza pratica, di
solidarietà concreta, di cordiale apertura di speranza che sono esplicazione
sociale e politica della testimonianza di Silvio Berlusconi. Nomen omen. Non
sono un'appendice propagandistica alla vera politica, ma sono l'essenza
pratica della politica vera che è stata ed è lo scopo della discesa in campo di
Berlusconi, il quale chiama tutti alla responsabilità verso se stessi, il
proprio destino e quello dei propri figli. Nessun assenteismo. Nessun voto buttato
tra le grinfie di Grillo o concesso alle brame dei piccoli rapaci partiti.
Altrimenti saremo responsabili della nostra stessa rovina. Dirlo, ridirlo,
spiegarlo. O centrodestra o sinistra, e stop.
E siamo tornati
alla parola responsabilità. Opposizione responsabile, preparandoci a
governare responsabilmente essendo pronti sin da ora, con tutti gli italiani, a
un voto responsabile. Per Berlusconi e Forza Italia.
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