Sette anni di spending review, dal 2007 al 2013, nelle case degli
italiani hanno visto modificare, generalmente al ribasso, redditi, prezzi delle
case, acquisti di auto e di beni durevoli. Il tasso di disoccupazione è
raddoppiato salendo al 12,2% e i depositi in banca sono saliti anche come
scelta di risparmio. Ma la crisi non ha colpito tutti i territori nello stesso
modo: alcune province più di altre hanno sofferto, registrando nel 2013 vistosi
arretramenti rispetto al 2007.
In testa alle province italiane dove la crisi si è fatta sentire di più
ci sono due città laziali, Viterbo e Latina. Quelle che ne hanno risentito meno
sono Vicenza, Bolzano, Modena: lo dice Il Sole 24 Ore che ha analizzato diversi
parametri per scoprire il trend nelle diverse realtà del Paese.
Per quanto riguarda la
nostra provincia, il colpo più grosso è senza dubbio quello ricevuto al numero
di occupati. I dati parlano chiaro: il tasso di disoccupazione è passato dal
2,89% del 2007 al 9,93% del 2013, con una variazione del 243,2%, valore che ci
pone al terzo posto della classifica (al primo posto Ferrara e al secondo
Piacenza), su 110 province Italiane. Segno negativi anche per i prezzi delle
case (-10,2%) e per l'immatricolazione di auto nuove (-46,1%) ma sono dati che
ci pongono tra le province che se la sono cavata meglio: nel primo caso Ravenna
è all'84mo posto (al primo posto Ascoli Piceno con -28,2%) e nel secondo caso
all'86mo (al primo posto Aosta con un -84,5%) su 110 province. Va meglio
analizzando i dati sul PIL che per Ravenna registra un +2,6%.
Il rapporto tra i
ravennati e gli istituti di credito vede invece le richieste di prestiti
personali stabili (-0,4%) a fronte di un forte aumento dei depositi bancari
(+43,1%). A livello nazionale quest'ultimo parametro raggiunge il +67,4%
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