domenica 21 settembre 2014

TAGLI DEL 3 PER CENTO AL SERVIZIO SANITARIO. I PRESIDENTI DI REGIONI INSORGONO GRIDANDO CHE NON SARANNO IN GRADO DI FORNIRE I SERVIZI ESSENZIALI, MA CHI PUO’ CREDERCI?


Il governo annunciata tagli  del3 per cento al servizio sanitario nazionale e subito i padroni della sanità, i presidenti delle Regioni, insorgono annunciando che così gli ospedali non saranno più in grado di fornire i servizi essenziali ai cittadini. Ma chi può  crederci?

Certo che no, Un (ventilato) taglio del 3 per cento alla dote triennale del Servizio Sanitario - che è, per favore, di 337miliardi quale ripercussione potrebbe mai avere sui «servizi essenziali»? Caso mai ci andrebbe di mezzo, ma  senza grossi traumi, la voce di spesa - una novantina di miliardi - «Beni e altri servizi». E poi, sarebbero tagli? Non c'è  presidente di Regione, non  c’è direttore generale (poltrona che non si ottiene per concorso, ma per «chiamata» politica). E poi ci si lamenta della  gestione festante delle aziende ospedaliere, non c'è primaria, medico o infermiere  che non conosca la verità: nella Sanità gli sprechi - massime nelle forniture, ma anche nei sevizi detti «alberghieri» sono la regola, non l'eccezione. Anche negli ospedali meglio diretti e «virtuosi», dove lo sperpero è caso mai ridotto, certo non assente. Un esempio al san Raffaele morto il suo fondatore, per rimettersi amministrativamente in sella un ospedale  privato, il liquidatore, affondo il coltello nello ”spreco” che fu valutato attorno al 15  per cento delle spese generali. E del 15 per cento secco tagliò i costi delle forniture «alberghiere» e biomediche. Partendo dalle siringhe monouso per finire ai peacemaker. Senza che per questo fosse minimamente compromessa  l’ eccellenza che è vanto dell’ ospedale milanese o che i fornitori sospendessero gli approvvigionamenti. Ora se la spending review sanraffaellina tarata al 15 per cento si è conclusa con successo senza  pregiudicare i «servizi essenziali»e non, si dica che per che la stessa cosa, tarata alla miseria del 3 per cento, risulti impossibile o comunque catastrofica per il Servizio Sanitario Nazionale. Non ce la raccontano giusta, questo è.

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