Renzi in un mare di guai. La bolla mediatica da cui è stato protetto finora rischia di scoppiare nel Paese e nelle istituzioni. Finora ha cercato di mascherare con le rose della retorica la mancanza di pane e lavoro. Adesso comincia il gioco serio della nostra opposizione. In Parlamento e nel Paese
Matteo Renzi governa l’Italia da 263 giorni. In questo periodo i dati strutturali del nostro Paese sono peggiorati: tutti. L’unico più chiaro e accertato è quello amaro della disoccupazione.
In altri articoli di questo “Mattinale” snoccioliamo le cifre dei conti sbilenchi, dei miliardi che mancano, delle tasse che crescono. Un pessimo governo con il suo titolare in ottima salute? Questo si poteva registrarlo fino a poco tempo fa. Adesso le cose cambiano.
La mongolfiera su cui Renzi navigava sopra gli italiani a cui gettava petali di rose, ha finito il propellente, l’aria calda non gonfia più il pallone, e sta precipitando lentamente giù, in un mare di guai.
Fino a poco tempo fa, il brillante primo ministro ha saputo creare una grande bolla colorata e protettiva in cui si è innalzato sopra le sofferenze della gente. Non è una qualità da poco: saper comunicare è essenziale alla buona politica.
Ma quello che andrebbe comunicato è il fare.
Il pane e le rose – La vita è fatta di due elementi: il pane e le rose. La struttura economica e la sovrastruttura. Il marxismo dice così. Per noi liberali e cattolici le cose non stanno in questo modo: la pietra angolare è la persona, il suo desiderio di felicità e di libertà. Ma in entrambe le letture della storia, un fatto è certo: se manca il pane quotidiano, le chiacchiere stancano, dopo un po’ offendono.
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